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Intervista a Mauro Gallegati: i costi di un'uscita dall'euro

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[...]Io non ne faccio discorsi sulla"natura"ma piuttosto sulle abitudini,e mi pare di intuire che la situazione cosi "mantenuta"al Sud,abbia fatto comodo anche a certi al Nord,o magari ai tempi delle immigrazioni Sud/Nord per lavoro addirittura quelli del Sud si prestavano in pari misura,non lo so. [...]

So che sto toccando argomenti sensibili e non proprio in topic.Bisognerebbe approfondire di piu.

Mi ricordo comunque dai tempi del primo Eur nella mia ignoranza mi chiedevo come fosse possibile unificare diverse economie con la stessa moneta,ero ignorantissimo (anche ora a dir il vero,sto studiando Gianni72 infatti per recuperare)..eppure l'intuito non ingannava,gia allora non quadravano le cose.

Secondo me invece è molto attinente quello che dici George. Serve per capire il perché nessuno dei “grandi elettori” alza la voce e sfiducia l’euro, anzi…

Perché se una volta la contrapposizione nord/ sud andava bene agli industriali nostrani per i motivi che in parte ai citato (immigrazione da sud a nord e quindi mantenimento di un largo bacino di disoccupati disponibili e utili a calmierare gli aumenti salariali, ecc,ecc,ecc.), oggi agli stessi industriali del nord Italia va bene l’euro perché tanto hanno delocalizzato il grosso delle produzioni (nei settori maturi, quelle dei grandi numeri) e comunque oramai si rivolgono a mercati di sbocco esteri. Comprano all’estero e pagano in euro (magari merci prezzate in dollari,renminbi, real o pesos:) )e rivendono sempre in euro (nel peggiore dei casi) e senza considerare l’aspetto finanziario per questi rentiers…

Prendi la Fiat, abbiamo già due auto a testa, quante auto ancora ci può riuscire a vendere senza aumentare i salari e ridurre ulteriormente i profitti? Sono ventanni che gli Agnelli considerano quello dell’auto un settore “Dog” ( per dirla alla BCG) e cercano di liberarsene perché è strasaturo (se non ci fosse stata “la botta di c..o” che hanno avuto con Chrysler/Obama sarebbero già in Brasile..).
Poi ci sono i Barilla per esempio, che comprano la maggior parte del grano duro ( e delle altre materie prime)all’estero (Canada, ecc.) e quindi "qualche interesse" a mantenere una valuta forte ce l’hanno (tanto non è che se la pasta costasse un 20% in meno ne mangeremmo di più).

Prendi i Grassi e GoldenLady ( manifattura) che, a parte le etichette, fa quasi tutto all’estero. Da noi ci sono rimasti i Goldenpoint. Stessa cosa per la passata di pomodoro e altre produzioni “nostrane”.

Prendi il lattiero-caseario, hai un idea di quanto sia il latte straniero che importiamo e consumiamo? Se queste aziende non potessero acquistare "a buon mercato" il latte estero sarebbero costrette a ridurre di molto i profitti e magari a pagarlo “il giusto” ai nostri allevatori. E per il burro o lo yogurt vale lo stesso discorso della pasta, i consumi sono quelli, l’elasticità al prezzo è quella. Ma questo non va anche a molti industriali che, per esempio producono acciaio, ma detengono quote latte (non si sa bene dove e come…)e che “fanno” il mercato.

Sui tassi d'interesse per esempio ai grandi gruppi interessa poco. loro i tassi più che trattarli li dettano (sono azionisti delle banche ed in ogni caso hanno una forza contrattuale mostruosa) e comunque ci mettono un attimo a farsi finanziare che ne so da una banca tedesca a tassi per tedeschi. Sono le pmi che fanno fatica per mancanza di competenze e forza contrattuale a muoversi in un contesto più ampio di quello regionale/nazionale.

Quindi se c’è l’euro, sarà si colpa anche dei politici venduti alla causa dei paesi del nord europa ma non dimentichiamoci degli interessi nostrani che stanno dietro il PUDE (che sono sempre quelli dietro ai grandi appalti ed alle privatzzazioni/svendite delle imprese e del patrimonio statale). Quelli contano in primis. Follow the money.

P.s.: non rileggo e dico velocemente magari ne riparliamo e approfondiamo 🙂 🙂

P.s.2: Mi sono riletto e certe cose tipo “il giusto prezzo” e “ a buon mercato” (tra le altre) fanno veramente rabbrividire, va bé ... E’ un po’ tutta una sbrodolata, ci mancano solo due olive e poi siamo … Mi scuso con i lettori ma non modifico in nessun senso il post, perché come dicono alcuni, tanto il discorso non cambia … perché i fatti mi cosano … ffatti non pugnette! Hè!


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Gitro
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Grazie a tutti per gli approfondimenti, i link e i numerosi dati. Davvero molto interessanti...


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mincuo
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@NAT
Non replico, però ti faccio alla fine una domanda.
Premesso in breve che:
Il 99,8% delle imprese in Italia sono PMI. Lo 0,2 sono le grandi imprese.
Il PIL è fatto per il 60% dalle PMI.
L'85% degli occupati è dalle PMI
Il gettito dai grandi gruppi è inferiore come percentuale avendo possibilità fiscali (trasferimenti infragruppo, holding ecc...) Per cui il gettito dal comparto industria commercio servizi è molto più alto nella PMI.

Premesso che il Sud campa anche sui trasferimenti fiscali, che vanno in tasca in buona parte a una classe pletorica politico-amministrativa e da quella distribuiti per fare consenso. Che sono chiamati spesa, ma come ho detto è buona parte assistenzialismo mascherato, e un'altra parte è affarismo tra Stato e fornitori privati.

Premesso che in Italia le elezioni si vincono al Sud da sempre e per far questo devi essere un Partito pro-spesa assistenziale, dato che lì si vota da decenni pragmaticamente, cioè non gli frega nulla di sx e dx ma di chi mantiene il sistema.

Tutto ciò premesso.
Mi spieghi perchè non si è creato al Sud un Partito Anti EUR già nel 1999?

Io non l'ho mai capito bene che logica ci fosse dal punto di vista del Sud.

Perchè tagliano il ramo su cui stanno seduti, che vale 60 mld almeno di EUR l'anno.

Se non fanno utili al Nord c'è poco da fare. Alla fine della fiera.

Mai capito.


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Premetto che non ho capito bene ciò che intendi e quindi nemmeno come ciò si leghi a quello che frettolosamente ho scritto. (però se mi aiuti a capire...)
Magari ci pensò un po’ e vedo se sono in grado di risponderti. 🙂

Io semplicemente vvolevo sottolineare che dietro l’euro mi sembra che ci siano anche parecchi interessi nostrani (mai sentito "un industriale" lamentarsi dell'euro). E mi riferisco ai grandi elettori che “guidano” l’azione dei partiti, di dx e di sx. infatti che vinca l'una o l'altra coalizione il risultato non cambia. Il Partito pro-spesa assistenziale che dici tu, ha lo scopo, secondo me, di spalmare sulla collettività il costo "dell'operazione consenso". Con un tozzo di pane si comprano il diritto di gestire il paese. E' la solita storia, socializzare le perdite e privatizzare i profitti. E quei profitti vanno nelle tasche di quel 10% della popolazione. Anche se poi chi tira le fila rappresenta il'10% di quel 10%. E il fatto che il gettito dei grandi gruppi sia inferiore percentualmente rispetto a quello prodotto dalle pmi indica chiaramente su chi grava maggiormente il costo della suddetta “operazione consenso”.

Le pmi non contano molto a livello istituzionale per come la vedo io (tranne alcune naturalmente, fra cui in particolare quelle commerciali che hanno visto aumentare il proprio “peso” politico negli anni e che guarda caso con l’euro hanno triplicato i profitti). Molte pmi hanno ricevuto la loro “fetta di torta” per anni tramite “una certa tolleranza” circa l’evasione fiscale ed il mancato rispetto di alcune normative... Sono i “regalini” che, per esempio tra gli altri, la Lega ed il Nano hanno distribuito allegramente sfruttando , forse meglio di altri, una certa “cultura imprenditoriale”. Però pare che al nord si siano stancati anche della lega e che al sud abbiano mandato a spasso Cuffaro e Lombardo . Io mi auguro che ci sia stata una certa presa di coscienza da parte delle pmi ma da quel poco che ho sentito non c’è mica tanto da stare allegri!

io penso che certi interessi siano nati a seguito della progressiva globalizzazione dei mercati.


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mincuo
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Premetto che non ho capito bene ciò che intendi e quindi nemmeno come ciò si leghi a quello che frettolosamente ho scritto. (però se mi aiuti a capire...)

Quello che volevo dire è questo. Da un punto di vista utilitaristico per una persona del SUD l'entrata nell'EUR dell'Italia era una sciagura. Perchè avrebbe compresso i profitti delle PMI del Nord e quindi in prospettiva il gettito, e quindi i trasferimenti fiscali, che derivano più dalla PMI che dalla grande impresa.
Quindi era nel medio termine contro i propri interessi.
Le PMI non contano politicamente, ma il Sud sì, ed è in definitiva quello che fa vincere o perdere.
Perciò non capivo all'epoca, e non capisco benissimo nemmeno ora perchè.


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volturno
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beh

Quello che volevo dire è questo. Da un punto di vista utilitaristico per una persona del SUD l'entrata nell'EUR dell'Italia era una sciagura. Perchè avrebbe compresso i profitti delle PMI del Nord e quindi in prospettiva il gettito, e quindi i trasferimenti fiscali, che derivano più dalla PMI che dalla grande impresa.
Quindi era nel medio termine contro i propri interessi.
Le PMI non contano politicamente, ma il Sud sì, ed è in definitiva quello che fa vincere o perdere.
Perciò non capivo all'epoca, e non capisco benissimo nemmeno ora perchè.

1) non tutti sono in grado di capire le implicazioni dell'ingresso in un sistema a moneta unica. Molti ancora non lo sono oggi, figuriamoci illo tempore
2) nessuno ha chiesto il parere del sud, ma se è per questo nemmeno di nord, est e ovest, isole comprese, circa l'ingresso nell'euro


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mincuo
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1) non tutti sono in grado di capire le implicazioni dell'ingresso in un sistema a moneta unica. Molti ancora non lo sono oggi, figuriamoci illo tempore
2) nessuno ha chiesto il parere del sud, ma se è per questo nemmeno di nord, est e ovest, isole comprese, circa l'ingresso nell'euro

Riprovo:
1) Non devono capire "tutti" basta qualcuno.
2) La mia perplessità sta che all'epoca non ci fu non solo NESSUN movimento, ma nemmeno un tentativo di fare opinione.
Io spiegai all'epoca a della gente del SUD (non che io fossi geniale, ci arrivavano da soli alcuni, non tutti ovviamente, ma chi avrebbe potuto fare opinione o spiegarlo a chi faceva opinione).

Ci furono due anni di tempo circa. Quindi non parlo di parere chiesto, ma di silenzio assoluto.


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Premetto che non ho capito bene ciò che intendi e quindi nemmeno come ciò si leghi a quello che frettolosamente ho scritto. (però se mi aiuti a capire...)

Quello che volevo dire è questo. Da un punto di vista utilitaristico per una persona del SUD l'entrata nell'EUR dell'Italia era una sciagura. Perchè avrebbe compresso i profitti delle PMI del Nord e quindi in prospettiva il gettito, e quindi i trasferimenti fiscali, che derivano più dalla PMI che dalla grande impresa.
Quindi era nel medio termine contro i propri interessi.
Le PMI non contano politicamente, ma il Sud sì, ed è in definitiva quello che fa vincere o perdere.
Perciò non capivo all'epoca, e non capisco benissimo nemmeno ora perchè.

Sulla questione meridionale ci sono almeno 60 anni di letteratura e le cose da dire sarebbero veramente tante. Perfino la Napoleoni di striscio ne ha parlato in merito ad alcune questioni ( criminalita organizzata per esempio). Sulla questione da te posta del fare all'epoca 2 monete in Italia sono perfettamente d'accordo. Ma se si fosse voluto fare l'interesse nazionale, bisognava agire 150 anni fa. Perchè solo 35 anni fa?

Comunque, la vera sciagura era ed è stata per il nord. Al sud avevano poco da perdere in confronto. I capannoni all’asta li trovi al nord mica al sud. Quindi prima di tutto erano le imprese del nord che dovevano opporsi all’adozione dell’euro. Poi , di riflesso e giustamente come dici, anche il sud doveva preoccuparsi di non perdere la propria rendita. Questo non toglie che i redditi stiano calando soprattutto al nord, come volevasi dimostrare. Se non hai niente non perdi niente.

Se la vogliamo vedere sotto l’aspetto della consapevolezza, della cultura imprenditoriale, della competenza e della lungimiranza, se non ci sono arrivati al nord ….( con tutto il rispetto per il sud).
Il fatto è che se invece la vedi dal punto di vista prettamente economico la cosa si fa ancora più inspiegabile.
D’accordo che molti imprenditori sono ancora un po’ grezzi ma le PMI del nord sono le prime che hanno visto i propri fatturati contrarsi e quindi non capisco perché non si siano ancora svegliate.
Per chi è suonata la campana se non per loro?
Basta l’influenza esercitata dalla demagogia di Berlusconi e Bossi a spiegare il perché di tanta sonnolenza da parte degli imprenditori del nord?
Ho la fortuna di poter chiedere a chi lavora quotidianamente con parecchie PMI del nord che aria tira e cosa dicono gli imprenditori. E da quello che mi risulta per questi imprenditori l’euro non è un problema. Cioè, per loro nemmeno è un argomento di conversazione. E la stessa cosa vale per i dirigenti dei grandi consorzi o di imprese leader di settore, mica ti parlo solo dell’impresa da 5-20 milioni di fatturato.
Quindi mi chiedo, di cosa stiamo parlando? del sud?

Perchè nessuna impresa italiana si è dichiarata sfavorevole all'adozione dell'euro prima? E va bene l'incompetenza e l'arretratezza culturale che contraddistingue una certa imprenditoria nostrana (in austria e Germania non è così!) ma nemmeno adesso protestano contro il sistema euro. L'unico messaggio che passa è "banca ladra, governo ladro!".

Il discorso dovrebbe essere diverso per le aziende medio grandi.
mettiamo che il popolo delle PMI non abbia mai manifestato il proprio dissenso contro l'adozione dell'euro per inadeguatezza di pensiero e perchè, anche se avessero protestato, tanto non avrebbero avuto molta voce in capitolo (anche se l'interesse ad esportare è soprattutto loro e l'euro ha sfavorito loro).

Goldenlady e Fiat lincenziano ma i profitti di gruppo non calano.
Perchè per esempio la Fiat non si è opposta all'euro? Hanno un deficit di competenze e visione pure loro? Anche in Barilla e in Ferrero ci sono cosi tanti sprovveduti?
Perchè Fiat ha lasciato che la VW per esempio invadesse il nostro mercato giovandosi dell'effetto euro?
Non mi dire che Fiat e company non hanno voce in capitolo.

davvero non capisco perchè punti l'attenzione al sud. Lo dico sinceramente, mi devo essere perso qualcosa.


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ilnatta
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intanto Fiat Industrial se ne va in olanda. http://lastampa.it/2012/11/26/economia/fiat-industrial-cnh-accordo-definitivo-3W28hJbcHxNnRSo7gdobZM/pagina.html poi figurati, producono nell'est europa per 400 euro al mese di stipendio e rivendono in usa ed in giro per il mondo. che gli frega dell'italia.... c'hanno guadagnato anche loro.


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@il natta
Infatti. alla faccia dell' euro-camicia di forza .


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istwine
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Nat,

scusa ma chi è che pensa che non abbia favorito qualcuno? Quando vai avanti a colpi di deflazione salariale, riforma delle pensioni con apertura al sistema privatistico (Monti che propaganda la presunta insostenibilità del sistema pensionistico), necessità di privatizzare per fare cassa (come nei 90) ecc, qualcuno che guadagna c'è, la controparte.


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Georgejefferson
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Niente di nuovo infatti...circa un paio di sett.fa su la7 ad una trasmissione di storia/propaganda si diede la parola a Marchionne che esplicitamente elogiava la grande multinazionale e come "ormai"la Pmi sia inadeguata al "nuovo"contesto globale..e "destinata" (chissa perche si richiama sempre il"destino"super partes con la sua aura mistica e inevitabile)a scomparire.

Fondamentalmente,e'Politica...di parte,ma politica,quella vera,mica quella dei "rimborsi elettorali/legge elettorale"come primi problemi.

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Iacopo67
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Una cosa che diceva Bagnai è che un motivo per cui le grandi aziende italiane hanno accettato l'euro era perchè questo avrebbe consentito loro di introdurre la lotta di classe contro i lavoratori per essere competitivi coll'estero.

L'ignoranza e il disinteresse su questi temi poi sono dilaganti, almeno nel mio ambiente di artigiani artisti e commercianti, ogni tanto provo a dire qualcosa, ma le risposte vanno da quelli che hanno almeno il buon senso di dire "non me ne intendo", agli altri che ti ribattono a pappagallo le stupidate del mainstream.
Soprattutto gliene frega poco e niente mi pare. Senza speranza.


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Iacopo67
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La FIAT poi che poverina deve abbassare gli stipendi perchè bisogna essere competitivi... sembra quasi una vittima..

Ma io ho letto che Giovanni Agnelli faceva parte della Commissione trilaterale e del Bilderberg, John Elkann presidente della Fiat anche lui ha partecipato o fa parte del Bilderberg, Renato Ruggiero che è stato responsabile delle relazioni internazionali del gruppo FIAT ma anche direttore generale del WTO..

E allora con questi allacci non potrei sospettare che la multinazionale FIAT sia stata tra quelle che hanno contribuito e spinto verso la globalizzazione ?
Cioè si lancia il sasso e si nasconde la mano..
Dobbiamo abbassare il costo del lavoro.. eh ma non prendetevela con noi, noi non c'entriamo niente, siamo costretti, dobbiamo competere...
Furbi.


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Nat,

scusa ma chi è che pensa che non abbia favorito qualcuno? Quando vai avanti a colpi di deflazione salariale, riforma delle pensioni con apertura al sistema privatistico (Monti che propaganda la presunta insostenibilità del sistema pensionistico), necessità di privatizzare per fare cassa (come nei 90) ecc, qualcuno che guadagna c'è, la controparte.

Mi sembra che si parli molto di Germania e paesi del nord per individuare un colpevole ma mai degli interessi nostrani dietro il PUDE (i grandi elettori). Io non ho ancora sentito nessuno dei prof. che auspicano un'uscita dall'euro puntare il dito contro i "mandanti". Si parla sempre molto genericamente di advisor, banche, paesi del nord, ecc.

Inoltre nessuno parla mai del perchè le PMI non si siano opposte prima e dopo all'euro.

Io penso che la deflazione salariale e la riforma delle pensioni siano un aspetto marginale della questione ormai. Cioè, sicuramente se promuovi per esempio la creazione di un sistema previdenziale privato certe cose si spiegano ma non sono sufficienti secondo me.

Tu dici che se i salari reali calassero del 5-6%, per esempio, la Fiat tornerebbe a produrre in Italia?


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