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Luglio col bene che ti voglio


sacrabolt
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Una bellissima immagine, quella di Luglio del calendario 2009 dell'esercito italiano. Un militare è impegnato a sparare a qualcuno; alle spalle un villaggio probabilmente afgano, probabilmente periferia di Kabul che nell'intenzione del fotocompositore deve essere valorosamente difeso (da chi?).

Ho sfogliato raramente in passato calendari del genere, ma provo una certa vergogna nel vedere a che punto siamo arrivati. L'italiano era già stato abituato alla narrativa del "portiamo la pace, pizza e mandolino" e supponevo che passare immagini del genere fosse per l'esclusivo autoeccitamento del militare in carriera, nel buio della sua camerata; ma oggi mi rendo conto che la notizia della pubblicazione del calendario è in prima pagina, anteprime fotografiche comprese. Che sta succedendo? Cosa pensa questo italiano a me estraneo quando vede un'immagine del genere? Forse il problema è che sto troppo tempo senza guardare la tivvù.. dovrei riallinearmi... non capisco più nulla.

Aggravante: nella versione online non si riesce a leggere la didascalia, però c'è a corredo un commento raccolto dall'ANSA:

Il sottosegretario alla Difesa aggiunge: 'Fino a qualche anno fa le forze armate si nascondevano. Poi le cose sono cambiate e oggi e' possibile costruire un'identita' dell'Italia che e' mancata in questi decenni'.

Insomma, ci propongono un'identità basata sul tiro con teleobbiettivo... in Afganistan: che forza! Altro che "pace, pizza e mandolino", meno che meno (PIL al -1%) "repubblica fondata sul lavoro"!


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