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Mantovani - "Così ci hanno massacrato"


Tao
 Tao
Illustrious Member
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G8, al processo per la Diaz il racconto di Lena Z. La testimonianza della giovane tedesca la cui foto con il volto coperto di sangue fece il giro del mondo. «Mi hanno bastonata e presa a calci, si divertivano a sentire i miei gemiti». Per lei costole fratturate e una riduzione della capacità polmonare del 30%

Racconta la fuga disperata al quarto piano, l'ultimo piano della scuola Diaz, «per creare il maggiore spazio possibile tra noi e la polizia». Ricorda di aver pensato a scappare dalle impalcature «ma rinunciammo - dice - perché temevamo che ci buttassero giù». Era in preda al panico mentre quelli sfondavano la porta. Quindi trovò un nascondiglio «in un piccolo locale vicino all'ascensore, una dispensa». Lei e il suo ragazzo decisero di presentarsi con le braccia alzate se la polizia li avesse trovati. Purtroppo non è bastato. Lena Z. ha 28 anni e ne aveva 24 al G8, quando è tornata a casa ad Amburgo con le costole fratturate e lesioni che comportano tuttora una riduzione della capacità polmonare del 30 per cento. Si occupa di botanica. Anche volendo non farebbe paura a nessuno, non certo a un poliziotto in assetto da guerra. E' più esile di quanto non sembri nella foto in barella all'uscita dalla Diaz, con il volto coperto di sangue, che fece il giro del mondo. E ieri è stata la prima delle 93 vittime della Diaz a testimoniare davanti al tribunale di Genova che sta processando i 29 dirigenti e funzionari della polizia accusati a vario titolo di falso, calunnia e lesioni per l'assalto alla Diaz e le prove fasulle (le due famose bottiglie molotov). «Nella dispensa - ha raccontato la giovane tedesca rispondendo al pm Enrico Zucca - siamo rimasti pochissimo, poi abbiamo sentito passi pesanti, di stivali, e altri rumori come se la polizia stesse picchiando con i bastoni sul muro. Sono arrivati e hanno aperto la porta. Il mio ragazzo è stato trascinato fuori subito, lo hanno circondato e hanno iniziato a colpirlo con il bastone. Quanti erano? Dieci-quindici... almeno dieci». C'è una contestazione dell'avvocato Porciani, uomo della destra milanese più estrema che c'è e legale dei capisquadra della celere romana: «Ha detto in ogni caso dieci, non almeno», sostiene l'avvocato. Il presidente Barone: «Se permette mi fido dell'interprete». Ma poco importa. Quel ragazzo fu massacrato da delinquenti in divisa, in sovrannumero e a volto coperto, non identificati e non più identificabili.

«Io - ha continuato Lena tenendo a bada il dolore dei ricordi e la tensione - ero rimasta lì, nella dispensa. Mi hanno tirata fuori per i capelli, credo di essere caduta quasi subito. Ero sdraiata e mi colpivano con i calci nella schiena e sul fianco con i bastoni. Ho sentito le mie costole che si fratturavano. Un poliziotto mi ha picchiato col ginocchio tra le gambe. Loro continuavano a picchiarmi e io sono scivolata di nuovo a terra. Avevo la sensazione che si stessero divertendo - ha esitato Lena - specie sentendo i rumori che facevo quando mi colpivano sullo sterno». «I suoi gemiti?», chiede il pm. «Sì, le mie grida, il mio respiro. Così ho deciso di non gridare più per non invogliarli a colpire ancora». Parole pesanti, pesantissime. Che però non hanno interrotto i feroci sghignazzi di alcuni degli avvocati dei superpoliziotti (non tutti, per carità, ma non facciamo nomi).

«Ero sdraiata contro il muro - ha proseguito la testimone/parte civile - Mi hanno spinta a calci verso le scale e mi hanno buttata giù, uno mi teneva per i capelli, avevo la testa all'altezza della sua anca e le gambe pendevano indietro. E da dietro altri poliziotti mi picchiavano ancora». Lena ricorda «una polvere bianca che bruciava sulle ferite, forse lacrimogeno». «Al secondo piano - prosegue - mi hanno gettata su altre due persone già a terra. Non si sono mossi. Ho chiesto loro in inglese se erano vivi o morti. Non mi hanno risposto. Lì mi sono accorta del sangue che scorreva sulla mia faccia, non riuscivo più a muovere il braccio destro. La polizia è passata più volte accanto a me e ognuno si fermava a sputarmi in faccia, alzandosi la visiera e togliendosi il fazzoletto rosso. Poi - altro particolare inquietante - hanno cercato di mettermi in un sacco di plastica nero, credo non volessero far vedere com'eravamo conciati». Alcuni difensori si sono opposti: «E' una valutazione della teste», hanno detto. Forse era un telo portato dai barellieri delle ambulanze, comunque non è decisivo. Il resto è chiarissimo e sarebbe bello se qualcuno trasmettesse in diretta questo processo, altro che "Un giorno in pretura". Qui infatti si misura la distanza tra la polizia reale e quella «democratica» e «di sicura affidabilità» di cui straparlano il ministro dell'interno Giuseppe Pisanu e i suoi aspiranti successori di centrosinistra. E misurarla è indispensabile se si vogliono rafforzare i poliziotti onesti e democratici, che per fortuna non mancano.

«Non mettiamo in dubbio che le cose siano andate così», questo l'esordio, significativo, del controesame dell'avvocato Romanelli che difende «Canterini and company» (parole sue), ovvero l'ex comandante della celere romana e i suoi capisquadra. Lena ha superato brillantemente i tentativi di trasformarla da vittima in imputata. «Lei e il suo ragazzo eravate state fermati nel pomeriggio, perché? Con chi era a Genova?», chiedeva Romanelli. «Ha detto di essere andata alla Diaz perché era un luogo sicuro per dormire, sicuro da cosa? Dai malviventi? Dai black bloc? Dalla polizia?». Ma lei risponde, schiva, chiarisce. Un buco nell'acqua dopo l'altro. «E' la vecchia tecnica dei processi per stupro», commenta un avvocato di parte civile che ha memoria lunga.

Sui manganelli ha detto «credo che fossero di gomma». Per la procura non era la risposta migliore perché i Canterini boys avevano i micidiali tonfa metallici, ben più duri della gomma, sperimentati al G8 e poi ritirati dal Viminale (i carabinieri ne usano una versione più leggera). Ma poi, quando Romanelli e Porciani hanno insistito sulle divise dei picchiatori, Lena ha indicato senza esitazione la divisa del settimo nucleo, diversa dalle altre per la cinta nera anziché bianca. «Avevano la cinta scura», ha detto, distinguendola da quella bianca dei poliziotti che la piantonarono successivamente in ospedale.

Alessandro Mantovani
Fonte: www.ilmanifesto.it
10.11.05


Citazione
Affus
Famed Member
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Post: 3261
 

la necessita della pena di morte sul piano teolgico e sociale

Non ci può essere perdono senza spargimento di sangue davanti a Dio !

Tutto il Vecchio Testamento sta a testimoniare sul piano liturgico quindi teologico che Dio non perdona nessuno senza spargimento di sangue, anzi deve un essere sangue innocente sul piano della salvezza personale ! Alla domanda se Cristo liberi il condannato a morte che si trova in carcere, noi rispondiamo con tutta sicurezza che non lo libera affatto, anzi lo invita a pagare il suo conto in tutta serenità !

Nessun peccatore sul piano della salvezza personale e interiore,poteva accostarsi a Dio senza avere offerto una piccola vittima e avere sparso copiosamente il sangue davanti all'altare : Non poteva entrare in comunione, quindi in amicizia con Dio, senza il sangue di una vittima ! Anche i pagani,prima di ogni battaglia,cercavano di entrare in amicizia con Dio per non essere puniti o sconfitti.

Quale era il concetto che Dio voleva inculcare nella nostra mente dell’uomo ?

Davanti a Dio il peccato si riscatta solo con il sangue e non c'è altro modo !

Infatti Il Padre non si è accontentato più del sangue di animali,del sangue di agnelli ,ma ha preteso la vita del suo stesso figlio .” Occhio per occhio,sangue per sangue , vita per vita” chiede la giustizia divina all'uomo . Il Padre è disposto a perdonare le colpe dell’uomo solo a prezzo del suo sangue ! Quale sangue però ? Il sangue umano di suo Figlio altrimenti l'uomo merita solo la morte, chiunque sia ad intercedere !!!!!!! Ora lo Stato, l’autorità fa le veci di Dio,le veci,bada bene, in una società in cui deve regolare la giustizia per conto di Dio e degli uomini.Una giustizia esteriore , che si basa su ciò che appare, su ciò che è oggettivo . Lo Stato deve dare il giusto prezzo a ognuno, alle masse, non deve perdonare e fare l'uguaglianza. Tutti sono uguali davanti alla giustizia,ma la giustizia non è uguale per tutti. L 'uguaglianza è un utopia politica e riguarda solo la dignità di ogni essere creato davanti a Dio,una dignità che l’uomo perde davanti alla legge con la colpa . Ora per la visione protestante l’uomo si perdona da solo , nella sua coscienza ,il sacrifico eucaristico è solo un ricordo che ci può essere o non essere , è la stessa cosa , tanto l'uomo si perdona da solo nella sua coscienza , senza nessuno riscontro oggettivo della colpa individuale .

Ma la nevrosi dei protestanti, l’alienazione , è proprio questa mancanza di certezza davanti al perdono di Dio . Un costruirsi una salvezza propria partendo dalla Rivelazione . Non tutti,pero’,sono sicuri di essere perdonanti ! Come l’uomo, con Kant e Cartesio , stabilisce con una atto del suo intelletto, quale sia la più giusta delle morali,senza nessun riferimento a una legge oggettiva che confermi,così gli illuministi diventarono nemici di ogni legge naturale oggettiva in nome della scienza e dell’autonomia

dell’uomo .

l'architettura teologica del nostro pensiero è questa.

L'uomo dopo il peccato merita solo la morte , rappresentata nella bibbia con lo spargimento del suo sangue o con la sua morte o con il sangue della vittima al posto suo . L'uomo, qualsiasi uomo , deve solo morire dopo che ha peccato e non c'è via di scampo per lui davanti a Dio !

Anche se intercede, è l'intercessione di un altro peccatore che non può essere ascoltata . Ma il peccatore deve morire e non c'è nulla da fare perchè non c'è perdono in senso assoluto . C'è solo una e una sola speranza per l'uomo di sopravvivere . Qualcuno deve pagare un prezzo, anzi un prezzo di sangue, perchè non ci può essere condono sic et simpliciter . LO schiavo non si libera senza un riscatto . C'è stato uno che ha pagato un prezzo per liberare un condannato dalla morte certa . Ma il prezzo , sebbene fosse il Figlio lo ha dovuto pagare , questa è la realta' . Non c'è stato nessun perdono del prezzo,sebbene fosse il Figlio. E se il Figlio ha pagato, anche l’uomo deve pagare sul piano fisico con la sua morte . Ora questa morte è nel potere dello stato solo se l’uomo si macchia di colpe sociali. Mentre cessa , solo sul piano spirituale e personale,se Un Altro ha pagato per lui .

Quindi lo stato esamina un altro genere di colpe,quelle sul piano oggettivo, secondo una morale oggettiva che non si occupa della coscienza . Non le colpe sul piano personale .

Ebbene lo stato non può perdonare nessuno e se lo fa è complice del criminale . La misura di ogni giustizia dello Stato è contenuta nel concetto espresso con le parole arcaiche :" occhio per occhio , dente per dente " della bibbia ebraica .

Cioè se hai distrutto una cosa devi pagarla con un' altra dello stesso valore . Ogni colpa ha un suo prezzo come quando acquisti una merce , mentre sul piano spirituale un altro paga il prezzo per te , se vuoi .

Perciò noi crediamo che , con la venuta del Messia , non è stato contestato il potere , ma è stato solo reso più servo. Il potere civile con Cristo diventa servizio ma non servizio ecclesiale . Al potere è stata riconosciuta una sua legittimità sociale , questo dopo la venuta del Messia . Cesare ha una sua funzione che non deve essere in alcun modo ecclesiale ed è il diritto della spada , cioe l’amministrazione della giustizia politica ed economica .
Cristo è venuto a legittimare il potere di Cesare e renderlo piu idoneo ; è venuto per togliere ai farisei ebrei il potere civile e darlo a ogni potere umano , a fare una distinzione . Ogni legislatore , ogni politico, ogni funzionario della cosa pubblica o dello Stato , diventa un nuovo fariseo con nuove leggi che sostituiscono quelle relative della legge ebraica idonee per quella società . Ad esempio l’ufficiale civile si interessa delle norme igieniche che si sono stramoltiplicate oggi e quelle ebraiche fanno ridere a a confronto . Infatti con norme igieniche si possono salvare milioni di persone, cosi con le norme stradali . I nuovi farisei col cristianesimo , sono i funzionari dello stato . E’ questo un potere che è stato tolto ai seguaci di Mosè e dato al funzionario pubblico e politico .Questi diventano ministri di giustizia nel bene e nel male . Il vangelo è un'altra cosa. Il vangelo si basa sulle parole ….Se Vuoi …… La giustizia oggettiva invece è un dovere impositivo .
La spada che aveva Mosè è stata consegnata a ogni potere civile, che ha il dovere di usarla anche meglio di Mose’ . Si diventa immorali e senza giustizia quando col vuoto pacifismo si toglie ai “ nuovi farisei” la spada . Il funzionario pubblico si occupa del rispetto di leggi e leggine e questo non è un male e guai se perdona , se perdona è complice del male .- Egli non è ministro della chiesa ,ma vero ministro della società e non deve amministrare il sacramento del perdono ,ma la giustizia della legge e gui se contravviene a questo suo dovere .


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