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MI - La "periferia" che non si fa intimidire


radisol
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Mercoledì 26 Novembre 2014

Milano non si fa intimidire: famiglia resiste allo sgombero

Non si fermano gli sgomberi a Milano neanche dopo la notizia di qualche giorno fa, quando una donna di 37 anni perdeva il proprio figlio a causa delle manganellate ricevute durante una carica della polizia.
Questa mattina camionette della polizia si sono presentate in via Tracia, quartiere San Siro di Milano, per eseguire l'ennesimo sgombero di una famiglia con tre minori che occupavano una casa di proprietà dell'Aler. Ricevuta la notizia i comitati anti sfratto si sono radunati in via Tracia per impedire lo sgombero. Mentre il presidio aumentava - molte famiglie dai vari quartiere hanno portato il proprio sostegno alla famiglia sotto sgombero - la polizia all'interno dell'abitazione minacciava e intimidiva la famiglia, la quale faceva resistenza per non lasciare la propria casa, arrivando ad ammanettare due dei quattro figli di 16 e 17 anni. Fuori la polizia caricava il presidio che però non si è disperso e anzi ha bloccato le vie di accesso al quartiere, impedendo ai camion dell'Aler di avvicinarsi all'abitazione sotto sgombero.

Sotto la pressione del picchetto resistente, dopo 4 ore di blocco che impediva l'arrivo dei camion per poter caricare mobile e altro per liberare l'abitazione, la polizia desisteva dall'operazione di sgombero che risultava parziale perché di fatto la famiglia si trovava all'interno del cortile del palazzo con i propri beni, con nessuna possibilità di poter far arrivare il camion, se non con l'ennesima mattanza sociale, per caricare i mobili per liberare totalmente l'appartamento.

Polizia e Aler battono in ritirata e la famiglia si riprende la propria casa.

La diretta della giornata:

H.14.00 UNITI SI VINCE! LA LOTTA PAGA! La casa non è stata chiusa, Aler e polizia se ne vanno!
I blocchi che da questa mattina alle 8.30 impedivano l’accesso ai mezzi dell’Aler ha pagato: i camion si ritirano insieme ai fabbri, lasciando i beni della famiglia nel cortile e la casa non chiusa con la lastra ormai tristemente nota!
Anche la polizia, ormai sotto l’assedio degli abitanti del quartiere solidali e nell’imbarazzo di non riuscire a gestire la situazione, viene “accompagnata” nella sua ritirata alle camionette dall’intero presidio, al grido di “San Siro libera!”
Ora centinaia di persone sono in corteo per le strade del quartiere, per ribadire ancora una volta che nei nostri quartieri gli unici stranieri sono i signori della casta,i razzisti e la polizia!

H.13.20
La famiglia sgomberata è accampata nel cortile del palazzo e non ha intenzione di uscire perchè non saprebbe dove andare: l’unica proposta che è stata fatta è quella di una comunità, separando tra l’altro il nucleo, a Pavia. Ma i bambini vanno a scuola a Milano, e questa proposta ha proprio il sapore della presa in giro! L’operazione di stamattina (ancora in corso), ha prodotto solo violenze e miseria: minori ammanettati e strattonati, una famiglia al freddo, una signora anziana cardiopatica che si è sentita male, una nuova casa vuota e riscaldata che si aggiunge alle quasi 10 mila già presenti sul territorio milanese. Il presidio del Comitato e dei solidali è ancora presente sul posto e mantiene il blocco per impedire che la casa venga chiusa dai fabbri di Aler. La soluzione all’emergenza casa non è sgomberare e vendere il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, è assegnare tutte le case sfitte, fare subito una sanatoria per chi è occupante per necessita, è bloccare sgomberi e sfratti subito.

H.12.15
Da oltre 4 ore prosegue il blocco dello sgombero in via Tracia. Nonostante le cariche e le violenze sulla famiglia, che è stata costretta a uscire con la forza e ammanettata, il presidio continua e attualmente E’ ANCORA IN CORSO IL BLOCCO DEI CAMION DI ALER, che non possono così portare fuori dall’alloggio i beni della famiglia ne procedere a lastrare la porta.

H.11.40
La polizia costringe con la forza la famiglia a uscire dall’abitazione. Alcuni membri del nucleo, compresi dei minori vengono ammanettati con le fascette per essere portati fuori e sono costretti a lasciare l’alloggio.Intanto in strada, sempre più abitanti del quartiere sono giunti al picchetto antisgombero e presidiano l’ingresso di via Tracia 7 dopo aver resistito alla carica.Ormai sono più di 200 le persone che chiedono #bastasgomberi. Caricano e ammanettano, ma San Siro paura non ne ha!

H.11.20
La polizia effettua una prima carica sui solidali fuori dall’abitazione: manganellare donne e bambini per buttarne in strada altri, spendendo una valanga di soldi pubblici che potrebbero essere usati per case popolari, scuole e sanità, ecco il loro brillante piano!

H.11.00
Casa diritti dignità andateci voi in comunità! Fate salire il sindacato! Polizia fa ammanetta minori #bastasgomberi

H.10:23

Gli sgomberi fanno male alla salute! Arriva ambulanza x nonna cardiopatica ke si sente male #bastasgomberi

H.9:50

#StopEviction now in #SanSiro #Milan spread solidarity to @opferguson #justiceformikebrown let’s unite the struggles!

H.8:50

Voglion buttare x strada 3 bimbi tra i 4 e 10 anni. #bastasgomberi #uniamolelotte #sansiroresiste

H.8:00

Camion #aler tra Tracia e Zamagna,intanto li blocchiamo! #bastasgomberi #stopsfratti

http://www.cantiere.org/1321/diretta-del-tentativo-di-sgombero-via-tracia-san-siro-solidale-resiste-uniamolelotte/


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radisol
Illustrious Member
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Mercoledì 26 Novembre 2014

Pubblichiamo un commento che vuol contribuire alla giornata di resistenza del quartiere San Siro di MIlano, che ha visto protagonista una famglia occupante determinata contro lo sfratto da un alloggio Aler. Una giornata in cui la polizia e Aler hanno dovuto desistere dal loro intento di sgombero, che sotto la pressione dei comitati anti sfratto, si sono ritirati dal quartiere San Siro mentre la Milano resistente si prepara per ostacolare nuovi sgomberi.

http://www.infoaut.org/index.php/blog/metropoli/item/13350-e-cos%C3%AC-la-vita-si-riversa-nelle-strade

In questi giorni in cui gli eventi ci hanno superato, dove ciò che non ci si aspettava è diventato quotidianità, per ogni rivoluzionario ESSERCI significa comprendere che il centro dell'universo non siamo noi, le nostre identità o le nostre parrocchie, ma tutto ciò che ci circonda: la metropoli con le sue contraddizioni, gli ultimi con le loro ambiguità e la loro rabbia.

I fatti di Tor Sapienza, così come l'esperienza greca di Alba Dorata insegnano che dove non ci sono i compagni, la strada per i fascisti è spianata. Per questo il lavoro quotidiano nei quartieri è fondamentale. In questi luoghi le nostre convinzioni ideologiche devono misurarsi con la realtà di chi è stato messo ai margini della città vetrina e guarda da lontano lo spettacolo miserevole della Milano legalitaria, finanziaria e borghese. Questa realtà produce rabbia e isolamento. E' qui che si gioca tutto, nella capacità di fare della solidarietà un'arma che seppellisca la solitudine e nell'indirizzare questa rabbia contro i veri colpevoli, non contro gli immigrati o il vicino di casa.

Hanno cercato di fomentare la guerra tra poveri dividendoci tra italiani e stranieri, tra abusivi e regolari, ma ESSERCI ha determinato che questa rabbia non avesse colore di pelle e che l'unica divisione possibile fosse quella tra poveri e ricchi, tra chi sgombera e chi vuole resistere.

Non ci sono solo persone che si organizzano per difendere le proprie case e quelle degli altri. Nei quartieri popolari centinaia di persone scendono ogni giorno in strada, abitanti che non si sono mai parlati diventano complici: c'è chi porta da mangiare alle colazioni anti sgomberi, chi si occupa di preparare il pranzo. Alcuni portano le sedie e i tavoli da casa propria, dalla finestra si passa il sale per la pasta, dai balconi arrivano gli ombrelli per gli occupanti che bloccano una via sotto la pioggia.

E così la vita si riversa nelle strade, quella vita che i giornalisti e i politici non vedono e che chiamano degrado. Su quel degrado gli abitanti dei quartieri popolari costruiscono le proprie vite, le proprie storie e prendono un posto nel mondo. C'è molta più vita tra le vie del Giambellino che tra i grattacieli della Milano di Expo.

Al bar, in edicola, al kebbabaro, alle poste non si parla d'altro. Qualcosa è cambiato, a fronteggiare la polizia accanto a te oltre che i tuoi compagni c'è una signora mai vista o dei ragazzi che prima stavano tutto il giorno al parco a fumarsi gli spinelli e a parlare dell'ultima giornata di campionato senza mai venire a contatto con le iniziative del quartiere. A lanciare i sassi in prima fila in alcuni casi ci sono pure i bambini.

Chi si organizza in questi giorni non sono solo le “realtà di movimento” ma i quartieri con i loro abitanti. Durante le assemblee non ci sono silenzi imbarazzanti o interventi noiosi di qualche autoproclamato “rappresentante”, ma la sincerità e a volte anche l'innocenza e ingenuità di chi si trova per la prima volta a fare un'assemblea per decidere se bloccare una strada o fare un corteo la sera. Le persone prendono posizione, ci si trova e le decisioni prese valgono più di qualsiasi compromesso di movimento. Organizzarsi tra quartieri anche nell'ottica del divenire, i fatti di Can Vies a Barcellona insegnano. Quando i quartieri sono organizzati la geografia politica e conflittuale di una città viene stravolta e non c'è dispositivo poliziesco che tenga.

Non c'è bisogno di fare l'elogio dello scontro, ciò sta già avvenendo, è tutta una questione di mezzi e contesto. Capire quando e come fare qualcosa, se quel qualcosa ci da potenza o semplicemente riproduce la nostra triste identità. Con ogni mezzo necessario sì, ma ogni contesto ha i suoi ritmi, i suoi tempi e la propria forma. Per chi vuole vincere e non ha più voglia di aspettare il metro di misura non è l'ideologia ma la lotta, è la lotta che detta le condizioni materiali perchè qualcosa avvenga e nelle lotte bisogna ESSERCI per creare queste condizioni.

Finalmente la plebe ci supera e i calcoli politici si fottono, chi spinge se stesso e per chi sa quali equilibri non si sporca le mani, rimarrà immortalato negli albi d'oro del movimento. I giochi di egemonia finiscono dal momento in cui non c'è nessuno da rappresentare, ma una massa di gente con cui contaminarsi.

ESSERCI per sognare ancora, ESSERCI per vivere ogni secondo di questi giorni che non si vedevano d'anni e che non devono ridursi a una fiammata fugace ma prendere consistenza in un divenire rivoluzionario.

LUNGA VITA ALLA RIVOLUZIONE CHE AVANZA!

Autonomia Diffusa Ovunque - Milano


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radisol
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Venerdì, 28 Novembre 2014

La sera milanese si è illuminata di torce e indignazione. Nei quartieri che nei giorni scorsi hanno visto gli sgomberi delle case occupate, ieri sera sono partite della fiaccolate che hanno riaffermato il diritto all'abitare e il diritto alla resistenza contro chi vuole mettere in mezzo alla strada intere famiglie. Da San Siro al Giambellino, dal Corvetto a Baggio, da Ponte Lambro al Ticinese, centinaia di persone, senza casa, occupanti, attivisti si sono mossi con cortei/fiaccolate in modo coordinato mandando un segnale di forza e unità dontro la task force degli sgomberi (Regione, Comune, Prefetto, Aler).

Da mesi a Milano è in atto una campagna mediatica e securitaria avviata dal Corriere della Sera (e dagli interessi materiali che rappresenta) che vuole indicare negli occupanti delle case per necessità i colpevoli del degrado e dell’abbandono dei quartieri popolari e i colpevoli dell’emergenza abitativa. E’ un tentativo di nascondere le vere responsabilità e soprattutto di non attuare delle soluzioni concrete, che fermerebbero la macchina speculativa che da anni macina soldi sui bisogni delle persone.

Provano a dire che chi occupa una casa toglie un diritto ad un’altra : quanti diritti tolgono le istituzioni che lasciano 9700 case popolari vuote e riscaldate d’inverno, mentre c’è chi dorme per strada o sta per subire uno sfratto o non riesce a sostenere un affitto? Chi ha occupato per necessità non ha trovato altro modo per riprendersi un diritto! Criminale è chi lascia le case vuote!

I poteri forti milanesi sono partiti dicendo che avrebbero fatto duecento sgomberi in una settimana, pensando di gestire ancora una volta l’emergenza abitativa come un problema di ordine pubblico. Ma in queste settimane si sono trovati di fronte una forte risposta nei quartieri popolari, che si sono organizzate per contrastare questa operazione; ogni mattina colazioni antisgombero, fiaccolate, e meccanismi di solidarietà fra i quartieri. Le fiaccolate che hanno attraversato dieci quartieri milanesi sono una indicazione chiara su quello che Regione, Comune, Aler e polizia hanno e troveranno di fronte se si continua con questa linea.

Contropiano Milano

http://contropiano.org/politica/item/27775-milano-fiaccole-di-resistenza-nei-quartieri-per-il-diritto-alla-casa-e-alla-dignita


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