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Missioni-Camera,voto:Scotto-SeL,Artini-M5S-corsa a Senato


marcopa
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La dichiarazione di voto sul decreto missioni di Arturo Scotto (SeL) e Massimo Artini (M5S),

le dichiarazioni di voto pronunciate ieri invece erano riferite alla fiducia al governo, fiducia richiesta però per far approvare il decreto senza discutere e votare tutti i cento emendamenti presentati.

Marcopa

ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, signori del Governo, lo dico senza alcun intento strumentale: avete imposto la questione di fiducia sul decreto missioni immaginando questo passaggio come un fatto burocratico, un rito da espletare in pochi giorni e nella distrazione generale dell'opinione pubblica. Ebbene, non ci siete riusciti. Avete trovato sul vostro cammino un'opposizione che ha provato a ribaltare l'agenda, rivendicando il diritto di discutere nel merito attraverso un'interposizione pacifica sugli orientamenti di politica estera dell'Italia e sul modello di difesa, sempre più aggressivo, che state perseguendo.

  È arrivata l'ora di tracciare un bilancio, perché non si può sfuggire alla storia di questi anni. Ridurre tutto a una «sì» o a un «no» è stato un atto di arroganza, perché, cara Presidente, tra il diktat «bere o affogare» noi invochiamo la sovranità di un Parlamento che deve avere l'autonomia di guardare dentro ai fatti e non limitarsi a descrivere la funzione dell'Italia come gendarme buono, predestinato a portare la pace nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  Non è così. Siamo invece un Paese esposto in molteplici teatri di guerra, impegnato in 24 missioni internazionali e testardamente intrappolato nella scia lunga, lunghissima, della risposta tragica, caro onorevole Cicchitto, che i neoconservatori americani offrirono nel 2001 alla minaccia del terrorismo globale.

  Ma in Afghanistan, signora Presidente, la pace non c’è, a meno che non si chiami pace quello che emerge dal rapporto UNAMA delle Nazioni Unite, che ci racconta di una crescita delle vittime civili del 23 per cento rispetto al 2012 e del 30 per cento tra i bambini.

  Lo dico sommessamente: abbandonate, cari signori del Governo, la retorica stucchevole dell'armare la pace per amare la pace e confrontatevi con i nostri fallimenti. Scegliamo invece, con questo decreto, di rimanere piantati con i piedi lì a Kabul e lo faremo anche dopo il 2014 con Resolute Support, come stamani ha confermato la NATO: ci faccia capire per far cosa ? Gli italiani, il Parlamento, dopo due anni e cinque miliardi di euro impiegati in Afghanistan hanno il diritto di sapere la verità. Proponete dal prossimo anno un decreto ad hoc sull'Afghanistan, invece di nascondervi in qualche comma. Oltre 70 mila morti contribuiscono a costruire la più amara testimonianza di un fallimento degli obiettivi di pace, democratizzazione e stabilizzazione dell'Afghanistan. Questa, asciutta e rivoluzionaria, è la verità (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

Signora Presidente, siamo una sinistra priva di tentazioni neoisolazioniste, che pure ho visto ritornare nel dibattito di questa Camera. Non diremo mai che le missioni sono tutte uguali. Il nostro è un pacifismo attivo, operoso, che non si tira indietro di fronte al precipitare dei conflitti, che non si distingue solo nell'arte di indignarsi, ma prova a lavorare per stabilizzare, per costruire ponti di dialogo, per riaffermare democrazia e giustizia. Il nostro pacifismo ci porta a dire che occorre andare progressivamente verso una politica di sicurezza e difesa comune europea, che bisogna finanziare i corpi civili di pace, che bisogna accelerare sulla cooperazione.

  L'Italia è il decimo Paese al mondo, secondo il SIPRI di Stoccolma, per spese militari: 26 miliardi l'anno, 70 milioni al giorno. Siamo alti in classifica, signor Ministro. Peccato, invece, che siamo in zona retrocessione per investimenti nella scuola, nella ricerca e nell'università, per i tassi di uguaglianza, per i livelli di corruzione diffusa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Peccato che non riusciremo a lanciare un segnale netto ed inequivoco, neanche in questa legge di stabilità, sulla messa in sicurezza del territorio, che ogni giorno vediamo franare, allagarsi, inghiottire uomini, donne e bambini. Questa è la guerra che vogliamo vincere (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  Ed invece siamo disarmati dal Patto di stabilità e dagli spiccioli che investiamo nelle opere di riassetto del territorio.
  Vogliamo urlarlo con forza, perché siete ancora in tempo: fermate il programma degli F-35 (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ! Riducete gli investimenti: 6 miliardi nei prossimi cinque anni in nuove navi militari. Interrompete la costruzione della fregata Fremm, che costerà 2 miliardi e mezzo nei prossimi due anni. Ed è ancora in tempo, signor Ministro, per far tornare indietro la portaerei Cavour, che lei ha descritto come la nave «Love Boat» in crociera di piacere e che costa invece 20 milioni di euro al nostro Paese. Lo dica all'ammiraglio De Giorgi che ha avuto la spudoratezza, di fronte ad un banale atto di sindacato ispettivo, di minacciare il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà che chiedeva lumi sul senso di questa operazione di marketing, che rinverdisce i fasti di un colonialismo da operetta, che va a braccetto con i peggiori dittatori del pianeta (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  Riorentiamo la nostra politica estera e di sicurezza.

  Diamole una dimensione etica e concreta. Superiamo il cinismo che ci fa simpatizzare con i manifestanti di Kiev, che domandano Europa e diritti, concludendo però 26 Accordi commerciali con la Russia di Putin senza spendere una parola sui diritti umani, sulle libertà dei dissidenti politici, sul destino della comunità gay perseguitata da un regime omofobo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Riprendiamo lo spirito con cui abbiamo ottenuto una soluzione diplomatica e multilaterale alla crisi siriana, coinvolgendo le parti in conflitto, compresi i movimenti della società civile non violenta al tavolo di Ginevra.

  Presidente, ho concluso. Voteremo contro questo provvedimento. Vogliamo che dal prossimo anno le missioni internazionali siano discusse e votate separatamente distinguendo il peacekeeping dall'ISAF, interventi NATO dalla politica di cooperazione. Vogliamo una riforma dello strumento missioni e vogliamo che la cooperazione internazionale non venga ulteriormente taglieggiata anche nel prossimo disegno di legge di stabilità. Vi aspettiamo. Non accetteremo mai più un doppio linguaggio. Lavoreremo perché il nostro Paese recuperi finalmente una vocazione cosmopolita al servizio della pace e dei diritti degli esseri umani che scappano dalla guerra, dalla fame e dalle dittature (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà-Congratulazioni).

Arturo Scotto, deputato di Sinistra Ecologia e Libertà, eletto in Campania


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marcopa
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Questa è la dichiarazione di voto di Artini per il Movimento 5 Stelle:

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimo Artini. Ne ha facoltà.

MASSIMO ARTINI. Signor Presidente, deputati colleghi, membri del Governo, siamo giunti infine alla votazione di questo decreto con la mannaia della fiducia, siamo ad esprimere un voto per la prima volta anche come MoVimento 5 Stelle, sul rifinanziamento complessivo di tutte le missioni fuori area a cui l'Italia partecipa.

Ci siamo trovati davanti la stessa modalità di operare dei Governi Ciampi, Berlusconi I, Dini, Prodi I, D'Alema, Amato, Berlusconi II, Prodi II, Berlusconi III, Berlusconi IV e Monti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Circa vent'anni di immutato e svogliato sistema di affrontare questo tema, ci siamo trovati cioè davanti ad un calderone di decreto omnicomprensivo sulle missioni che non distingue il bambino dall'acqua sporca, ma soprattutto ci siamo trovati davanti ad una superficialità imbarazzante che ci ha fatto subito comprendere che nessuno in venti anni ha mai letto le relazioni tecniche allegate o ha mai avuto l'intenzione di approfondire la materia. Se l'avessero fatto, si sarebbero accorti che questi rifinanziamenti sono elargiti alla cieca, senza sapere perché vengono fatte queste operazioni, senza sapere il perché dello spostamento di uomini come pedine, di soldi e mezzi blindati come semplici pezzi di un'enorme scacchiera. In questi vent'anni tutti, maggioranza ed opposizione, si sono fidati di ciò che veniva indicato dai funzionari del Governo, per loro questi dati bastavano per poter proclamare la loro cieca fiducia a queste missioni o a un contrasto senza se e senza ma che niente ha cambiato fino ad oggi.
  
Oggi però c’è una volontà diversa, un modo diverso di affrontare questo argomento. Abbiamo scoperto – anche voi ce l'avete confermato, perché spesso sono parole vostre – che in Afghanistan ad esempio l'incremento della produzione dell'oppio è diretta conseguenza degli errori fatti nella gestione della più lunga guerra dopo la seconda guerra mondiale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che gli organi dello Stato afgano – che noi stiamo formando – sono fortemente corrotti e che dopo undici anni ancora non si sia iniziato a poter gestire e garantire il passaggio delle competenze a quello Stato, che il nostro apporto alla tanto decantata cooperazione civile è irrisorio, non perché lo dice il MoVimento 5 Stelle ma perché sono i numeri a dirlo: 5 miliardi di spese militari a fronte di 500 milioni per la cooperazione, un decimo di spese per la cooperazione a fronte di quelle militari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  Infine, sempre sull'Afghanistan, non sappiamo come si evolverà la missione, non sappiamo né per l'anno prossimo né per l'anno a venire quelle che sono le volontà del nostro alleato, per cui noi non sapremo quanti uomini e quanti mezzi dovremo schierare, non lo sapremo con questo decreto, non lo sapremo con i successivi decreti e, a quanto pare, visto che i nostri alleati americani hanno definito il nuovo Status of forces agreement fino al 2024, non lo sapremo fino a quando rimarremo lì.

  Inoltre, sulla Libia, una missione, la EUBAM, che viene definita civile, era dal Governo prevista solo militare e grazie al nostro lavoro è stata modificata per poter accettare anche le organizzazioni umanitarie. Questo era necessario, ma chissà come mai non era previsto, perché la situazione libica è, da un punto di vista del rispetto della vita umana, drammatica.

  Gibuti, questo piccolo Stato in cui abbiamo creato una base, anch'essa piccola, per carità, solo due ettari, quasi non si vede, talmente piccola che il Parlamento non ha mai saputo della sua esistenza fin al nostro ingresso in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), talmente piccola che l'attuale – non presente – Ministro della difesa Mauro ed i suoi sottosegretari non sapevano che non c'era stata l'autorizzazione del Parlamento, talmente piccola che abbiamo scoperto essere necessaria per tornare via dall'Afghanistan, visto che via terra dal Kazakistan è diventato un problema passarci a causa di un vostro svampito collega Ministro, il Ministro Alfano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Un'altra missione, sempre sconosciuta, che è dal 2001 attiva, è la Active Endeavour, 250 milioni di euro per dare seguito a ordini degli americani per il controllo ed il lavoro di intelligence nel Mediterraneo, visto che i loro sforzi si stanno spostando verso il Pacifico e lasciano a noi il lavoro sporco nel Mediterraneo. Infine, voglio parlare di una situazione più particolare, cioè del Libano, cioè di ciò che voi sapete essere un possibile buon percorso per la gestione dei conflitti che ovviamente – ne siamo consapevoli – esistono, ma che non viene messa in risalto, mai.

  Questo perché la missione non prevede azioni eclatanti, ma è – e queste sono sempre parole di membri del Governo – il migliore esempio di missione che rispetta l'articolo 11 della Costituzione. Quindi, ci dite, dite a tutti gli italiani, che le altre non lo fanno, che le altre non rispettano l'articolo 11 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  Questo è quello che abbiamo visto e valutato in questo decreto missioni. Questo è niente a confronto di quello che sarà la battaglia per il prossimo decreto missioni ! Siamo riusciti ad inserire in questo decreto un nuovo modo di informare il Parlamento che prevede informazioni puntuali e non generiche su ogni singola missione. Abbiamo inserito nuove regole di trasparenza nella gestione dei fondi di cooperazione.

  Ma voglio soffermarmi su alcuni appunti fatti da quasi tutti i colleghi deputati sulla necessità di proseguire nelle missioni internazionali così impostate. Ci siamo chiesti: di chi è la responsabilità di questi risultati ? Abbiamo sentito colleghi e Capi di Stato maggiore informarci che ora è impossibile tornare via dall'Afghanistan, che «lasceremmo una situazione instabile». Davvero ? È incredibile ! E quando venivano offesi i cittadini da tutti, perché non comprendevano le ragioni di una missione decantata come fantastica, come quella in Afghanistan, e prima in Iraq ?

Potremo anche, peraltro, ammettere che questo possa essere vero, oggi nel 2013, e che lasciare ora la situazione potrebbe esser anche peggio, ma se questo è vero, domani mattina tutti i colleghi deputati e senatori, ministri e sottosegretari, membri e lo stesso Presidente del Consiglio supremo di difesa, che è il Presidente Giorgio Napolitano, che hanno da vent'anni approvato questi decreti, dovrebbero dimettersi e tornare a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  E pensiamo che sia anche ora di fare un bilancio di quella che è stata l'azione internazionale, dagli anni novanta ad oggi, così come abbiamo ridotto l'Iraq, l'Afghanistan e la Libia, con una politica internazionale di guerra che non ha fatto altro che rendere il mondo più instabile e insicuro.

  Dico questo perché, come ho detto prima, quello che avete visto in questi giorni per il decreto di rifinanziamento di tre mesi è niente di fronte alla battaglia che vi troverete davanti tra pochi giorni, quando si dovrà ripensare a come usare i 650 milioni che già la legge di stabilità stanzia per il 2014. Chiediamo da ora che si rispetti la nostra Costituzione. Il ripudio della guerra indicato nell'articolo 11 è per voi un insieme di frasi che si adattano ad ogni comoda esigenza. Lo dico perché è imbarazzante ascoltare funzionari, plenipotenziari del Ministero degli affari esteri che sfruttano questo articolo per lodarsi davanti ai cittadini
e alle alte autorità della Costarica alle celebrazione, l'altro giorno, del sessantacinquesimo anno dell'abolizione delle Forze armate, per poi abusarne nei fatti con azioni e missioni di guerra come queste. Per noi l'articolo 11 è un progetto chiaro, inderogabile, è una condicio sine qua non dell'essere italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  Questo, e concludo signor Presidente, deve essere l'ultimo decreto che il Parlamento affronta in questo modo. Con oggi, deve iniziare un modo diverso di valutare le missioni ed è così, perché il Movimento 5 Stelle ha portato qui dentro il pensiero dei cittadini, di tutti i cittadini.
  Se i cittadini avessero avuto modo di accedere all'informazione sullo stato delle missioni internazionali, se fossero stati resi partecipi delle scelte operate a livello politico, probabilmente oggi avremmo già ritirato il nostro contingente dall'Afghanistan e forse non ci saremmo mai invischiati in quella guerra, perché di questo si tratta ! Perché si continua ostinatamente a volerla far passare come una missione di pace !

Se i cittadini fossero stati consapevoli di ciò che avrebbero comportato certe scelte scellerate, non saremmo intervenuti neppure in Iraq e non avremmo avuto alcun ruolo nell'immane tragedia di quel popolo. Una tragedia generata – lo ricordiamo – da una colossale bugia. Il nostro implacabile fiato sul collo vi sta disorientando e tutti i vostri tentativi mediatici e parlamentari per fermare il cambiamento risultano ormai vani e inefficaci. Ormai è evidente a tutti che siamo dinanzi ad una svolta epocale. Non ci saranno altri appelli per chi ha già fallito, precipitando l'Italia nel baratro e nel collasso economico, sociale e culturale ! È giunto il momento di voltare pagina, votando contro questo provvedimento, votando contro chi lo decide e non, purtroppo per loro, i soldati che sono in Afghanistan.

  Voglio dire che questo voto contro il decreto è contro chi nel Governo decide questo genere di missioni. Grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle- Congratulazioni).
Massimo Artini, deputato del Movimento 5 Stelle, eletto in Toscana


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marcopa
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Alle 13 di oggi si è stato esaurito l' iter alla Camera del Decreto missioni militari all' estero che era iniziato il 6 novembre.

Ma al Senato l' iter potrà essere compiuto solo se sarà velocissimo.

Alle 19.00 di oggi mercoledì sono convocate le commissioni esteri e Difesa del Senato per l' esame della legge.

Alla stessa ora, a quanto si legge ancora nel sito del Senato, scade il termine per la presentazione degli emendamenti.

Ma sicuramente non è cosa regolare, prima deve essere presentata la legge , poi eventualmente i senatori potranno presentare ed esaminare gli emendamenti.

Per domani mattina alle 9.30 è prevista la discussione nell' Assemblea di Palazzo Madama.

Venerdì 6 probabilmente i senatori dovranno fare uno straordinario e rimanere a Roma per finire il loro compito.

Nella mattinata di oggi i deputati di SeL e M5S sono stati bravissimi e sono intervenuti ripetutamente.

Nella pagina Segnalazioni c'e' un appello di Alex Zanotelli in solidarietà a questi deputati e deputate SeL e M5S che stanno facendo ostruzionismo.

Questo il link:

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=65840

Io li ringrazio di questo, la discussione nell' aula della Camera c'e' stata , ora bisognerebbe farla uscire tra la gente.

Intanto spero che domani il governo sia costretto alla fiducia anche al Senato e che i Pd arrivino a casa per le primarie ...il piu' tardi possibile.

marcopa


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