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Movimento 5 stelle a picco in Sicilia


gianni72
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Risultati amministrative 2013: il Movimento 5 stelle a picco in Sicilia. Vittoria a Pomezia e Assemini

Pomezia e Assemini. È questo il bottino finale del Movimento 5 stelle alle elezioni amministrative. Rimasto fuori dal ballottaggio nei principali capoluoghi di provincia, la pattuglia di Beppe Grillo raggranella un magro bottino. Sono i primi comuni amministrati in Sicilia e nel Lazio, esultano parlamentari e attivisti dai loro profili Facebook. Poca cosa rispetto alla débâcle del primo turno, nella quale il M5s si è attestato su percentuali intorno all’11%.

Un dato confermato – al ribasso – dai numeri che stanno emergendo nella regione Sicilia, che è andata al voto in ritardo di una settimana. Al primo turno, Maria Sajia a Messina si attesta su percentuali al di sotto del 4%. Analogo il risultato a Catania per Livia Adorno: nella città etnea i grillini hanno condotto un’aspra battaglia contro Enzo Bianco, esponente della vecchia casta dei partiti, ma quel registro di comunicazione sembra non sfondare come qualche mese fa: l’esponente del Pd sfiora infatti la vittoria senza dover ricorrere al secondo turno. Il senatore Mario Giarrusso mette le mani avanti: “Il fatto che Berlusconi non sia venuto qui per la campagna elettorale a sostegno del sindaco uscente Raffaele Stancanelli mi fa pensar male – ha detto l’esponente grillino - alimentando il sospetto di intese sotterranee”. L’antico adagio dell’inciucio, insomma. Giarrusso ha commentato anche la candidatura di Maurizio Caserta, candidato sindaco di una lista civica che aveva proposto alla giornalista vicina al Movimento l’assessorato al bilancio: "Vedo candidature finalizzate a neutralizzare il M5s con finti movimenti di cittadini a sostegno di candidati molto addentro all'ambiente politico. Il tutto, utilizzando i nostri temi”.

Siracusa si avvia verso le stesse percentuali, mentre poco meglio va a Ragusa. Dopo un avvio promettente, che vedeva Federico Piccitto sfiorare il ballottaggio, anche nell’ultimo capoluogo siciliano si stenta a raggiungere la doppia cifra. Una Caporetto, dopo che alle ultime elezioni politiche il Movimento era risultato il primo partito nell’isola, e proprio da lì aveva iniziato la propria marcia trionfale conquistando il 18% alle elezioni regionali dello scorso anno.

Sfumato il colpo grosso, i grillini devono accontentarsi di Assemini e di Pomezia, ottantamila abitanti in tutto alle porte di Cagliari e Roma, dove i gruppi locali sono operativi da tempo e con successo. Come a Parma, entrambi partivano indietro rispetto al primo turno, ed entrambi hanno sconfitto un candidato del centrosinistra. Ma il dato complessivo di queste amministrative è che il voto di protesta ha preso le distanze dai grillini, e si è rifugiato nell’astensionismo. Complici, fra le altre cose, la mancanza a livello locale del traino di Beppe Grillo, le scelte compiute in questi mesi in Parlamento e una selezione di una classe dirigente locale spesso inadeguata. "Il Movimento 5 stelle paga nelle amministrative siciliane, e non solo, la scelta di disimpegno a livello nazionale - ha affermato Rosario Crocetta, governatore siciliano che ha governato per mesi con l'appoggio dei grillini - Ha deluso la sua gente. Io spero che sia possibile far ripartire il dialogo in una ottica di coinvolgimento con il centrosinistra".

Nulla di tutto ciò, replica Fabio Fucci, fresco di fascia tricolore nella città dell’Agro pontino: “Il movimento è in crisi? Grillo non ha bisogno di consigli. Gli devo e gli dobbiamo tutti molto. Ci ha permesso di affrontare temi e argomenti che fino a poco tempo fa erano lontani dalla politica, troppo lontani. È stato il promotore, ha fatto nascere questa realtà e gli dobbiamo tutti un grande riconoscimento”. Lo stesso leader sembra più cauto: “Il cammino del MoVimento 5 Stelle all'interno delle istituzioni è lento, ma inesorabile”. Lento sicuramente, sull’inesorabilità solo il tempo potrà fornire una conferma.

http://www.huffingtonpost.it/2013/06/10/risultati-amministrative-2013-movimento-5-stelle_n_3417150.html?utm_hp_ref=italy


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clausneghe
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In Sicilia il moVimento ha raccolto poco non perchè non sia stato capito, c'era Beppe Grillo in persona a spiegare urlando nei comizi, ma al contrario è stato capito benissimo da quella parte della popolazione mafiosa e furbetta fin nel Dna, che è la maggioranza in Sicilia,facciamocene una ragione.. 😉


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helios
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In Sicilia il moVimento ha raccolto poco non perchè non sia stato capito, c'era Beppe Grillo in persona a spiegare urlando nei comizi, ma al contrario è stato capito benissimo da quella parte della popolazione mafiosa e furbetta fin nel Dna, che è la maggioranza in Sicilia,facciamocene una ragione.. 😉

non la vedono proprio cosi quelli del M5S....

Elezioni Sicilia 2013, la deputata M5S: “Sconfitta è dura, rivedere strategie”
Qualcosa è andato storto. Alla notizia del risultato delle elezioni amministrative in Sicilia, deputati e senatori dell’isola entrano in Parlamento con le facce scure. I lavori istituzionali continuano, ma i risultati cadono in un momento già tormentato per il gruppo a 5 Stelle. I dati: a Catania, Messina e Siracusa il Movimento non supera la soglia di sbarramento del 4%. Si salva Ragusa dove la lista, con il 9,62% dei voti, riesce ad entrare in Consiglio comunale. “La sconfitta è dura”, è il commento di Giulia Grillo, deputata di San Gregorio di Catania. Il paragone che nessuno vuole fare è con le elezioni regionali di otto mesi fa, quando il gruppo ottenne il 18% dei voti e un risultato storico per tutta l’Italia. Ma anche con le elezioni nazionali, che hanno permesso a 163 tra deputati e senatori di varcare le soglie dei palazzi romani. “E’ un confronto che non sta in piedi”, ribatte il senatore di Trapani Vincenzo Maurizio Santangelo, “sono consultazioni elettorali che non possono essere comparate”.

“Sto cercando di capire cosa sia successo”, prosegue Giulia Grillo, “purtroppo siamo andati male dappertutto, anche là dove c’erano gruppi radicati da tempo sul territorio. Dobbiamo rivedere il modo di partecipare, altrimenti è un gioco al massacro“. Un’autocritica da eletta che vive il territorio e, come spiega, pensa al futuro. “Non possiamo ignorare il fatto che abbiamo risorse economiche e umane limitate. Secondo me nel caso specifico ci siamo frammentati troppo, ci siamo disgregati. Forse avremmo dovuto puntare su meno comuni e unire le forze per evitare questi risultati”. L’analisi di Giulia Grillo, medico di professione e nei Meetup dal 2006, parte da una considerazione: “Probabilmente per non rischiare abbiamo attutato una ‘politica troppo protezionista’, e abbiamo evitato di aprirci a nuovi attivisti temendo le infiltrazioni dei partiti. Una strategia che non ha pagato. Se devo fare un mea culpa, lo faccio partendo da lì”. Senza però disperare: “Credo che ci siamo ‘bullati’ troppo dei buoni risultati del passato. Ma non siamo perfetti e ora dobbiamo rimboccarci le maniche per cercare di superare il brutto risultato”. A patto di non parlare di errori: “Sono state scelte politiche valutate in gruppo. Se i cittadini non le hanno capite, forse avremmo dovuto semplicemente comunicarle meglio”.

E se le elezioni amministrative restano una storia a parte, difficile nascondere il duro colpo. Deludenti i risultati anche nei centri che hanno ospitato Beppe Grillo nel suo “Tutti a casa Tour“: nei dieci comuni toccati durante le campagna elettorale, i dati di lista oscillano tra il 5 e il 10%, con qualche picco isolato come a Cutrera Vito dove si registra un 18,69%. A far tirare un sospiro di sollievo ci pensa Ragusa dove il candidato a 5 Stelle Federico Piccitto ottiene il 15,64%, mentre la lista ha il 9,62% dei voti. Il Movimento non supera la soglia a Messina, con la candidata Maria Sajia sotto il 3%. Stessa sorte a Catania, con la candidata Lidia Adorno sotto il 4%. Per il gruppo è un crollo di voti: a Catania era passato dal 16,7% delle regionali dell’ottobre 2008 al 31,9% delle politiche di quest’anno.

A commentare compatti il risultato sono gli altri eletti che respingono al mittente ogni considerazione negativa: “Non si possono fare paragoni”, commenta la deputata Claudia Mannino, “in Regione stiamo andando molto bene. E così in Parlamento la nostra attività continua. A livello locale ci sono interessi diversi e radicati. Noi ci siamo presentati con gruppi nuovissimi e nel complesso abbiamo portato a casa buoni risultati“. Secco anche Maurizio Vincenzo Santangelo: “Non c’è nessuna situazione negativa. Non dimentichiamo che il Movimento è un fenomeno nuovo e c’è bisogno di tempo quando si vuole fare un cambio culturale. Per favore però non parliamo di fuga di voti, in molte zone eravamo addirittura inesistenti e ora invece possiamo festeggiare l’ingresso di qualche consigliere”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/11/m5s-sicilia/622432/


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gianni72
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si, certo, se non si vota M5s si è mafiosi...... ma per cortesia, un pò di autocritica.


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Anonymous
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Diciamo che il punto è che la gente sta (finalmente) rendendosi conto che in fondo votare tizio caio o sempronio non cambia nulla, tanto le chiavi della cassaforte le hanno degli altri, non certo i pagliacci (strapagati) che "eleggiamo" tramite le "votazioni democratiche". Allora annateve tutti affangulo, me ne vado al mare no? Se Grillo non si decide a saltare il fosso per davvero, sulle cose grosse non sulle quisquilie, è destinato a venire ingoiato dalla melma 😆


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helios
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Diciamo che l'astensionismo la dice lunga su quanto ha capito la massa.

Se il M5S ha preso gran parte della protesta, estremisti inclusi, e ora c'è tutto questo astensionismo alle votazioni significa che anche quelli si stanno defilando dalla politica (anche quelli si saranno accorti che tanto non cambia nulla?)

Grillo ormai non solo non salta il fosso ma ormai è inglobato fra i politicanti e non si tira più fuori. Se ne sono accorti di questo quelli che fanno parte del M5S e se ne vogliono andare prima di fare la stessa fine di Grillo.
Probabilmente lui non lo sa ancora come è messo ma quelli più giovani lo hanno capito.
Nemmeno se Casaleggio tira fuori il coniglio dal cilindro (con una operazione di marketing) riesce a cambiare lo stato di cose del M5S.
Ma potrebbe essere che l'operazione di marketing è finita e a Grillo non rimane altro da fare che restare impelagato anche lui fra quei politicanti a cui manda invettive e da cui avrà il benservito.


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