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Napolitano e il suo percorso di cambiamento politico


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 33516
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Giorgio Napolitano: un "sofferto" e tortuoso percorso di cambiamento politico

Napolitano giovane fascista:
 
«L'Operazione Barbarossa civilizza i popoli slavi ": dato che il nostro sicuro Alleato [è] lanciato alla conquista della Russia" vi è la necessità assoluta di "un corpo di spedizione italiano per affiancare il titanico sforzo bellico tedesco", allo scopo di "far prevalere i valori della Civiltà e dei popoli d'Occidente sulla barbarie dei territori orientali.» (Giorgio Napolitano - "BO' ", Luglio 1941, giorn. univ. del GUF di Padova)
 
Napolitano comunista, quindici anni dopo schierato con l'URSS:
 
«l’intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d’Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all’Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare la aggressione imperialista nel Medio Oriente [operazione anglo-egiziana in Egitto, a Suez, con l'intervento israeliano, n.d.s.] abbia contribuito, oltre che ad impedire che l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell’Urss ma a salvare la pace nel mondo.» (Giorgio Napolitano, novembre 1956, giovane dirigente del P.C.I.)
 
Claudio Martelli, vicesegretario del PSI di Craxi, settembre 1981, intervista per l’Espresso, si sbilancia su Giorgio Napolitano “migliorista”:
 
«Napolitano è l’uomo dell’eurocomunismo, del dialogo con la Dc, poi con il capitalismo illuminato, poi col Psi. Se egli sia una sorta di ‘passator cortese’ del comunismo italiano o la punta di iceberg di elettori, quadri, amministratori, sindacalisti comunisti in transizione verso la socialdemocrazia europea è quanto cercheremo di capire con tutta la simpatia che merita chi porge la mano aperta e non il pugno chiuso.»
 
Napolitano neoliberista, servo della Grande Finanza gradito agli USA, oggi:
 
«Sull'irrinunciabilità dell'euro e la determinazione di difenderlo non vi devono essere dubbi. La stabilità dell'economia mondiale è strettamente legata alla tenuta della moneta unica» (Giorgio Napolitano, dicembre 2011, presidente della repubblica italiana, saluto al Corpo diplomatico al Quirinale)
 
«l'Italia deve far fronte a grossi rischi per la propria finanza, per la propria economia, deve riuscire a fare bene la sua parte per l'Europa e per se stessa.» [La situazione richiede quindi, n.d.s.] «sacrifici agli italiani di tutti i ceti sociali, anche agli italiani dei ceti meno abbienti, perché si facciano le scelte indispensabili al fine di preservare lo sviluppo della nostra economia e della nostra società in un clima di libertà e di maggiore giustizia.» (Giorgio Napolitano, dicembre 2011, presidente della repubblica italiana, messaggio per la XXII edizione di Telethon)
 
Basta questo per capire chi è veramente il presidente della repubblica italiana.

Eugenio Orso
Fonte: http://pauperclass.myblog.it
Link: http://pauperclass.myblog.it/archive/2012/03/15/giorgio-napolitano-un-sofferto-e-tortuoso-percorso-di-cambia.html
15.03.2012


Citazione
dana74
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 14472
 

e che dire della guerra in Libia?
(traduco per i trolls pacifinti, per liberare i libici dal raiss sanguinario)

Il comunista preferito di Kissinger, Napolitano, disse che non si poteva rimanere indifferenti al grido di dolore dei popoli oppressi.

Chissà che dirà dello sterminio dei neri di Tawerga e non solo.

Beh i pacifinti ora stanno a posto con la coscienza, il loro cuore yankee batte all'unisono con il napolitano

ACCORATA RICHIESTA AL SIG. GIORGIO NAPOLITANO - di Paolo Deotto

Per caso, non stiamo un po' imbrogliando il popolo italiano?

Egregio Signor Napolitano,

io non mi intendo molto di politica, ma mi hanno detto che Lei rappresenta l’unità nazionale e così via, quindi ho pensato che Lei debba anche rappresentare il corretto uso della lingua italiana.

Ora, Le confesso che le Sue ultime dichiarazioni mi hanno alquanto smarrito, tant’è che sto pensando seriamente di tornare, nonostante l’età non più verde, sui banchi di scuola che mi videro bimbo avido di sapere.

Dunque, dunque, se ho ben capito la Libia è sotto bombardamenti aerei da parte di inglesi, americani, francesi, nonché di lanci di missili da navi di quegli stessi Paesi. Questi ordigni, sempre se ho ben capito, dove arrivano fanno gran danno, tant’è che sono già stati ammazzati molti libici. L’Italia mette a disposizione le sue basi aeree e proprio stasera apprendiamo che sono decollati anche i nostri aerei; visto che gli altri aerei, quelli americani, inglesi ecc. bombardano, e visto che abbiamo dichiarato la nostra entusiastica solidarietà, presumo che anche i nostri aerei non si siano alzati in volo in volo a scopo di turismo o di diporto, né per lanciare caramelle e altre leccornie, bensì per bombardare.

Urca, mi sono detto, ma l’Italia non ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali? Se non sbaglio, c’è scritto sulla Costituzione, art. 11. Pensi che anni fa, in un momento di distrazione del Magnifico Rettore, mi sono laureato in Giurisprudenza con una tesi in diritto costituzionale.

Ma allora, mi sono detto, qui stiamo facendo una porcata: facciamo una guerra, che nemmeno un matto potrebbe definire difensiva, visto che nessuno ci ha attaccato. E poi lo stato di guerra va deliberato dalle Camere... che casino!guerra

Ero turbato e angosciato. Avevo sudori freddi e sbalzi di pressione. Fibrillazione atriale parossistica. Stavo per formare il 118 sul telefono, quando ho letto la Sua ultima dichiarazione: “Non siamo entrati in guerra. Siamo impegnati in un’operazione autorizzata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu"

Il fatto di non essere in guerra mi ha tranquillizzato, perché io sono un fiero e strenuo difensore della Costituzione repubblicana eccetera. Però è subentrato un secondo turbamento:

SE METTERE A DISPOSIZIONE BASI AEREE PER FAR DECOLLARE AEREI DI ALTRE NAZIONI CHE VANNO A BOMBARDARE LA LIBIA, SE FAR DECOLLARE I NOSTRI STESSI AEREI PER ANDARE A BOMBARDARE LA LIBIA, SE TUTTO CIO’ NON E’ GUERRA… SIGNOR GIORGIO NAPOLITANO, MA ALLORA LA GUERRA CHE CAVOLO E’?

Risponda, La prego. Lei non resta mai insensibile alle grida di dolore. Pensi al grido di dolore di un uomo (io) che stasera andrà a dormire piangendo e abbracciando il Vocabolario della Lingua Italiana di Giulio Cappuccini e il Dizionario dello Stile corretto di Aldo Gabrielli

Con indiscutibile affetto, mi firmo Suo

Paolo Deotto
http://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=764societa-civile-e-politica&Itemid=123


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