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O la ricostruzione o gli F35


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Dodici miliardi quelli che servono (così dice Maroni) per ricostruire l'Abruzzo colpito dal terremoto e 12,9 miliardi quelli che due giorni dopo il sisma, l'8 aprile, le Commissioni Difesa di Camera e Senato hanno deciso, alla chetichella, di spendere per 131 cacciabombardieri F35 (una produzione a guida americana, cui partecipano l'Italia, l'Olanda, la Norvegia, la Gran Bretagna e altri paesi) che servono in guerre d'attacco (per sfondare le linee nemiche) e che possono anche trasportare ordigni nucleari.
In realtà i costi sono superiori ai 12,9 miliardi.

Si arriva a 15 miliardi se si aggiungono quelli già stanziati e quelli per la base di Cameri (Novara) dove verranno assemblati gli F35. Inoltre, poco meno della metà di questi saranno a decollo verticale, e quindi serve una nuova portaerei per ospitarli. E inoltre gli esperti, come il generale Fabio Mini, ci dicono che gli F35 devono essere affiancati dai caccia F22- Raptor. Che noi non abbiamo, ma ce li hanno, inutilizzati, gli Stati Uniti e dai quali saremmo costretti a comprarne un po'. Altri soldi da aggiungere.
Tutto questo mentre Tremonti per l'emergenza terremoto tenta di racimolare un po' di milioni dal 5 per mille, sottraendoli a volontariato e ricerca sul cancro. E mentre dobbiamo ricostruire case, ospedali, scuole distrutte dal sisma, ci dotiamo di un micidiale bombardiere la cui unica funzione è distruggere le linee «nemiche» e con esse, effetti collaterali, case, scuole e ospedali del «teatro di guerra» di turno. È dunque un cacciabombardiere che non serve alle «missioni di pace», a meno che queste non siano un altro modo per chiamare le operazioni di guerra. Gli F35 sono dunque incompatibili con l'art. 11 della Costituzione. Ecco perchè Sbilanciamoci ha lanciato un appello (www.sbilanciamoci.org) per chiedere al governo di fermarsi.
Il parere delle commissioni di Camera e Senato autorizza, ma non obbliga, il governo a firmare il contratto definitivo entro il 31 dicembre 2009, che ansiosamente la Lockeed - chi si rivede! - capocommessa dell'F35, chiede di accelerare. Il contratto per gli F35 è una gallina dalle uova d'oro: i costi lievitano giorno dopo giorno. La Corte dei conti americana ha stigmatizzato in un rapporto di pochi giorni fa un aumento del 17% dei costi negli ultimi 10 mesi. Considerato che la conclusione del programma è prevista per il 2026, la spesa lievitata e finale potrebbe essere 4-5 volte quella preventivata. Una montagna di soldi. In Europa le critiche a questo programma di riarmo trovano voce nei parlamenti. Solo in Italia non succede - quasi - niente.

Un segnale positivo infatti è che il Pd - purtroppo, dopo che che il governo della scorsa legislatura aveva firmato il memorandum d'intesa per produrre gli F35 - abbia deciso di non partecipare al voto finale sul parere dato dalle commissioni di Camera e Senato dell'8 aprile scorso. Speriamo che questo porti ad una netta opposizione ad un programma che produce, tra l'altro, la sudditanza europea all'industria militare Usa. E che appare «buono» per l'epoca Bush tramontata, ma fuori fase almeno rispetto alla nuova storia annunciata da Obama. Si tratta di un programma di riarmo folle, che arricchisce e rilancia il business delle corporation delle armi e che ha costi così alti che metterà in forse la stessa operativita delle Forze armate italiane. Magari avremo gli F35, ma non i soldi per farli volare. A meno che come risposta al terremoto non vogliamo aumentare le spese militari.

Giulio Marcon
Fonte: www.ilmanifesto.it
Link: http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/in-edicola/numero/20090416/pagina/01/pezzo/247503/
16.04.2009


Citazione
Anonymous
Illustrious Member
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Tra l'altro a quanto pare l' F35 non è poi sto fenomeno di aereo: la decantata invisibilità stealth lo sarebbe solo parzialmente, i Russi hanno radar che lo tracciano, inoltre si tratta di un aereo altamente complesso molto soggetto a problemi e dalla manutenzione costosissima.
E poi, la domanda: a che cazzo servono tali aerei (includo anche gli Eurofighter) all Italia ???? Non sarebbe meglio comprare qualche aereo antiincendio in più e qualche altro elicottero utile in caso di necessità civili???


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afragola
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http://www.webalice.it/mario.gangarossa/sottolebandieredelmarxismo_politica/2009_04_manlio-dinucci_oltre-14-miliardi-di-euro-per-il-caccia-f-35-mentre-mancano-i-soldi-per-i-terremotati.htm
Oltre 14 miliardi di euro per il caccia F-35 mentre mancano i soldi per i terremotati

Per i terremotati dell’Abruzzo il governo ha messo a disposizione 100 milioni di euro, ma ce ne vorranno molti di più: solo per le esigenze del ministero dell'interno, si dovranno trovare 130 milioni nei prossimi sei mesi. E, se si vorrà veramente ricostruire, occorreranno stanziamenti ben maggiori. Dove trovare questi fondi, in una fase di crisi come quella attuale, senza dover con ciò tagliare ulteriormente le spese sociali (scuola, sanità, ecc.)? La risposta è più semplice di quanto sembri: basterebbe bloccare l’enorme stanziamento che sta per essere destinato all’acquisizione del caccia statunitense F-35 Lightning II (Joint Strike Fighter) della Lockeed Martin.
La commissione difesa della camera ha già dato parere favorevole all’acquisizione del caccia e quella del senato lo farà entro il 16 aprile. Nel budget 2009 del ministero della difesa è già previsto uno stanziamento di 47 milioni di euro per l’F-35. E’ solo un piccolo anticipo: per partecipare al programma, l’Italia si è impegnata a versare oltre un miliardo di euro. Ma sono ancora spiccioli, di fronte alla spesa che il parlamento sta per approvare: 12,9 miliardi di euro per l’acquisto di 131 caccia, più 605 milioni per le strutture di assemblaggio e manutenzione. Complessivamente, 14,5 miliardi di euro. Saranno pagati a rate di circa un miliardo l’anno tra il 2009 e il 2026. Ma, come avviene per tutti i sistemi d’arma, il caccia verrà a costare più del previsto e, una volta prodotto, dovrà essere ulteriormente ammodernato. E’ quindi certo che l’esborso totale (di denaro pubblico) sarà molto maggiore di quello preventivato. Va inoltre considerato che l’aeronautica sta acquistando 121 caccia Eurofighter Typhoon, il cui costo supera gli 8 miliardi di euro.
La partecipazione dell’Italia al programma del Joint Strike Fighter, ribattezzato F-35 Lightning (fulmine), costituisce un perfetto esempio di politica bipartisan. Il primo memorandum d’intesa è stato firmato al Pentagono, nel 1998, dal governo D’Alema; il secondo, nel 2002, dal governo Berlusconi; il terzo, nel 2007, dal governo Prodi. E nel 2009 è di nuovo un governo presieduto da Berlusconi a deliberare l’acquisto dei 131 caccia che, a onor del vero, era già stato deciso dal governo Prodi nel 2006 (v. il manifesto, 25-10-2006). Si capisce quindi perché, quando il governo ha annunciato l’acquisto di 131 F-35, l’«opposizione» (PD e IdV) non si sia opposta.
L’Italia partecipa al programma dell’F-35 come partner di secondo livello: ciò significa che contribuisce allo sviluppo e alla costruzione del caccia. Vi sono impegnate oltre 20 industrie, cioè la maggioranza di quelle del complesso militare, tra cui Alenia Aeronautica, Galileo Avionica, Selex Communications, Datamat e Otomelara di Finmeccanica e altre non-Finmeccanica, come Aerea e Piaggio. Negli stabilimenti Alenia in Campania e Puglia, e successivamente in quelli piemontesi, verranno prodotte oltre 1.200 ali dell’F-35. Presso l’aeroporto militare di Cameri (Novara) sarà realizzata una linea di assemblaggio e collaudo dei caccia destinati ai paesi europei, che verrà poi trasformata in centro di manutenzione, revisione, riparazione e modifica. Dalla catena di montaggio italiana usciranno probabilmente anche i 25 caccia acquistati da Israele, cui se ne potranno aggiungere altri 50. Il governo lo presenta come un grande affare per l’Italia: non dice però che, mentre i miliardi dei contratti per l’F-35 entrano nelle casse di aziende private, i miliardi per l’acquisto dei caccia escono dalle casse pubbliche. Questa attività, secondo il governo, creerà subito 600 posti di lavoro e una «spinta occupazionale» che potrebbe tradursi in 10mila posti di lavoro. Una bella prospettiva quella di puntare, per far crescere l’occupazione, su uno dei più micidiali sistemi d’arma.
L’F-35 è un caccia di quinta generazione, prodotto in tre varianti: a decollo/atterraggio convenzionale, per le portaerei, e a decollo corto/atterraggio verticale. L’Italia ne acquisterà 69 della prima variante e 62 della terza, che saranno usati anche per la portaerei Cavour. I caccia a decollo corto/atterraggio verticale, spiega la Lockheed, sono i più adatti a «essere dispiegati più vicino alla costa o al fronte, accorciando la distanza e il tempo per colpire l’obiettivo». Grazie alla capacità stealth, l’F-35 Lightning «come un fulmine colpirà il nemico con forza distruttiva e inaspettatamente». Un aereo, dunque, destinato alle guerre di aggressione, a provocare distruzioni peggiori di quelle del terremoto dell’Abruzzo. Ma per le vittime non ci saranno funerali di stato, né telecamere a mostrarli.

Manlio Dinucci

15 aprile 2009


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