Occupare le case diventa legale .

E per il governo occupare le case diventa legale.

Gli okkupatori di professione la faranno ancora franca. Per legge. La legge delega numero 67 del 28 aprile scorso, infatti, depenalizza le occupazioni delle case e rende di fatto impossibili gli sgomberi degli appartamenti assaltati. Mancano solo i decreti attuativi e la nuova normativa voluta dal governo Renzi sarà operativa.

La legge delega approvata dal Parlamento, infatti, prevede - come riportato ieri da Libero - la depenalizzazione per i reati contemplati al primo comma dell’articolo 633 del Codice Penale, recante disposizioni in materia di occupazioni di terreni o edifici. «Chiunque - recita la norma - invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a due anni o con la multa da 103 a 1.032 euro». Il secondo comma dell’articolo 633 prevede inoltre la procedibilità d’ufficio e non a querela di parte e l’applicazione congiunta di entrambe le pene «se il fatto è commesso da più di cinque persone, di cui una almeno palesemente armata, ovvero da più di dieci persone, anche senza armi».

Una norma di fatto che consente quindi di colpire le occupazioni di massa, tanto frequenti nelle grandi città come ad esempio Roma o Milano e tanto care a certi movimenti di sinistra, che addirittura le organizzano, come dimostrato in diverse inchieste de Il Tempo , che ha documentato il modus operandi di questi movimenti spalleggiati persino da qualche politico.

Grazie alla legge delega 67/2014 una volta che il governo avrà provveduto ad approvare i decreti legislativi, la fattispecie prevista dall’articolo 633 del Codice Penale non sarà più prevista come reato.

Ma la legge delega non si limita a depenalizzare il reato di occupazione abusiva, ma elimina anche le conseguenze penali relative all’articolo 632 del Codice Penale, che attualmente punisce con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a 206 euro «chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, devia acque, ovvero immuta nell’altrui proprità lo stato dei luoghi». Insomma, anche deviare canali non sarà più reato. La possibilità di modificare quanto previsto dalla legge delega, tuttavia, c’è ancora. Per approvare i decreti infatti servono un paio d’anni e la speranza è che il governo e il Parlamento tornino sui propri passi.

R.P.
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