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Pace! Prima che sia troppo tardi.


AlbertoConti
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In Ucraina la guerra globale è alle porte. Si mobiliti finalmente tutta la sinistra italiana!

08 Febbraio 2015

di Mauro Gemma

Quando uno dei “potenti della terra”, il presidente francese Hollande, arriva a fare affermazioni che non escludono la possibilità dello scatenamento, nello scenario ucraino, di una guerra dalle proporzioni inimmaginabili tra l'Occidente imperialista e la Russia, non occorre essere particolarmente ferrati in politica internazionale per capire che ormai si corre il rischio di essere arrivati a un punto di non ritorno.

L'ipotesi di una spaventosa guerra globale non viene avanzata più solamente dalle voci isolate di qualche esperto preveggente, come quelle di coloro che già tempo fa la ipotizzavano nelle prime fasi del conflitto del Donbass, attribuendo all'imperialismo statunitense persino la volontà di utilizzare le armi più devastanti per affermare definitivamente il proprio progetto egemonico nell'intero spazio post-sovietico.

Ora, di fronte a quanto sta accadendo, con l'intenzione ormai dichiarata dell'amministrazione USA di scendere in campo prepotentemente a fianco dell'esercito dei golpisti di Kiev, rendendo esplicito il sostegno di armi e istruttori che già, sottobanco, era stato garantito fin dall'inizio alle operazioni “antiterroriste” nell'Ucraina sud orientale avviate dai dirigenti nazional-fascisti della giunta ucraina e sfociate in un autentico genocidio delle popolazioni dell'Ucraina sud orientale, si precisa un quadro che dovrebbe terrorizzare l'opinione pubblica dell'intero nostro continente.

Nella prospettiva dell'eventuale fallimento degli ultimi tentativi di composizione negoziata del conflitto, in grado di garantire almeno una parziale distensione della situazione, e della evidente determinazione degli Stati Uniti (e dei vertici della NATO) di procedere con le soluzioni estreme, le conseguenze più catastrofiche rischiano di investire anche l'Italia che sarebbe inghiottita nel vortice di un'avventura pianificata nell'altra parte dell'Oceano. E non bastano certo le dichiarazioni dei nostri ministri, di allineamento alle posizioni più possibiliste di Francia e Germania. Nel momento in cui le operazioni più aggressive verso la Russia fossero avviate, i vincoli che legano noi (e tutti gli altri alleati) alla NATO non lascerebbero alcuno spazio di manovra anche ai più riluttanti. Come afferma, senza timore di essere smentito, il presidente francese Hollande, “noi sappiamo che l'unico scenario può essere la guerra”. Del resto, a cosa, se non a una guerra micidiale, servirebbe ora la forza di intervento rapido di 30.000 soldati della NATO, che si sta dislocando nella regione baltica e nell'Europa orientale?

Ce ne sarebbe a sufficienza per rabbrividire e apprestarsi a una mobilitazione capillare delle coscienze in difesa della pace e per scongiurare un conflitto che già nelle dimensioni attuali comporta costi umani e materiali terribili, nel cuore stesso del nostro continente. Eppure i segnali che arrivano in merito alla reazione dell'opinione pubblica, nel nostro paese e in Europa, non sono certo confortanti.

A questa desolante inerzia non si sottrae neppure la sinistra. E nel nostro paese la sua sottovalutazione della pericolosità della situazione assume contorni persino deprimenti.

Stendiamo un pietoso velo sul comportamento della sinistra oggi presente in parlamento. Mentre quella interna al PD sembra allineata, senza particolari distinguo, alle posizioni ufficiali del partito di sostegno esplicito al golpe di Kiev e ai suoi dirigenti nazional-fascisti e di demonizzazione della Russia (è di pochi giorni fa la sconcertante esibizione televisiva della stessa segretaria generale della CGIL a giustificazione delle sanzioni alla Russia, con l'utilizzo degli argomenti propagandistici dei settori più oltranzisti dell'imperialismo), “Sinistra ecologia e libertà”, dopo avere inizialmente simpatizzato per i protagonisti del golpe di Kiev, continua a mantenere il più rigoroso (e complice) silenzio sulle vicende che sconvolgono le terre violentate dall'aggressione nazista ai confini della Russia, come se la cosa non la riguardi o le crei imbarazzo.

Ma, a essere obiettivi, non è che la sinistra extra-parlamentare se la passi meglio. Neppure da queste parti, con qualche lodevole eccezione, il tema della pace messa a repentaglio nel cuore dell'Europa sembra riscuotere un particolare successo. In tutte le ultime iniziative allestite all'insegna dell'unità della sinistra, pur caratterizzate da temi importanti e pregnanti come quelli del lavoro e della difesa della Costituzione, minacciata dalle manovre del governo Renzi, non sembra essercene traccia. Se si prova a leggere gli interventi di autorevoli dirigenti delle organizzazioni della sinistra extraparlamentare, di sue personalità storiche, a esaminare i contenuti di molti siti web di riferimento di partiti e componenti della cosiddetta “sinistra radicale”, si rimane colpiti dalla quasi completa assenza di contenuti che vadano oltre la semplice e sporadica registrazione delle notizie su quanto accade sul fronte di guerra del Donbass.

Fanno eccezione e meritano la massima considerazione e rilievo le iniziative messe in campo da tenaci personalità del giornalismo e della cultura (come Giulietto Chiesa, Manlio Dinucci, Domenico Losurdo e Vauro Senesi), da gruppi informali e da alcuni siti web (oltre al nostro Marx21.it che ha dato ampio spazio a materiali e campagne promossi dai comunisti ucraini e russi, ricordiamo quelli di Contropiano e del CIVG), le campagne di sensibilizzazione come quella che ha visto come protagonisti i musicisti della Banda Bassotti con i loro concerti nelle zone interessate dalla guerra, i presidi e le manifestazioni di comitati locali spesso purtroppo scollegati dalle forze più organizzate della sinistra, numerose pagine facebook (come “con L'Ucraina antifascista” e “Fronte Sud”) e, tra le forze politiche, il Partito Comunista d'Italia e la Rete dei comunisti che, fin dall'inizio, hanno messo a disposizione le loro strutture e i loro militanti per manifestazioni e dibattiti su quanto accade in Ucraina, che hanno coinvolto alcune migliaia di cittadini. Spicca poi il lavoro straordinario di Pandora TV che ha garantito una quotidiana controinformazione che ha cercato di contrastare il torrente di menzogne rovesciatoci addosso dall'apparato mediatico dominante. E mi scuso se ho dimenticato qualcuno.

Ma è la questione della nostra appartenenza alla NATO quella che ormai non può più essere derubricata dall'agenda dell'iniziativa politica di quella che si suole chiamare “sinistra” nel nostro paese. E' la parola d'ordine dell'uscita dell'Italia dall'alleanza militare imperialista che oggi dovrebbe essere posta all'ordine del giorno della più grande mobilitazione di massa. E non è più giustificabile che iniziative come quelle che, negli ultimi mesi, sono state avviate con la proposta della creazione di un Comitato No Nato ( http://www.marx21.it/internazionale/pace-e-guerra/24863-perche-dobbiamo-uscire-dalla-nato.html) siano delegate a un gruppo di attivisti volonterosi e determinati. Attorno a questa iniziativa non è più rinviabile la partecipazione e l'adesione di un vasto schieramento di forze che hanno a cuore la pace.

E invece la questione che più dovrebbe essere all'ordine del giorno, non solo per il popolo italiano ma per tutti i popoli del nostro pianeta, la questione della pace compromessa dalle guerre, dalle aggressioni e dall'ingerenza sfacciata dell'imperialismo e dei suoi disegni egemonici, che rischiano di trasformarsi in catastrofe globale, è quasi completamente assente nel confronto di chi si propone di chiamare a raccolta le forze della sinistra. Come se le sorti dell'umanità su cui incombe questa minaccia non riguardassero gli uomini e le donne del nostro paese, più di ogni altro problema.

E' invece venuto veramente il mome
nto di prendere piena consapevolezza della gravità della situazione che stiamo vivendo in queste ore. La guerra globale è alle porte. Non ci sono più giustificazioni. I comunisti, la sinistra, tutti i democratici si mobilitino finalmente, con tutte le loro forze, in modo corrispondente alle gloriose tradizioni del movimento per la pace del nostro paese, contro la scalata aggressiva di USA e NATO nel Donbass, contro la guerra imperialista. Prima che sia troppo tardi.


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Arcadia
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GIULIETTO CHIESA 9 h ·
.
E' iniziata la terza guerra mondiale?

https://www.youtube.com/watch?v=0CWutSIMEHA&list=PLhqxZsrG1BuBGTrvfEZhO2taOcyCsqPj6#t=21


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Tonguessy
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Facciamo il punto della situazione: esiste una "desolante inerzia (a cui) non si sottrae neppure la sinistra....(inoltre) a essere obiettivi, non è che la sinistra extra-parlamentare se la passi meglio"
Non parliamo della destra e relativa maggioranza silenziosa. Percentualmente a quanto ammonta questa frangia (lodevole, senza dubbio) che informa e prende posizione sull'escalation bellica in atto? Esageriamo e diciamo un 5%? Bene.
Adesso c'è un ulteriore proposta "la nostra appartenenza alla NATO... ormai non può più essere derubricata dall'agenda dell'iniziativa politica di quella che si suole chiamare “sinistra” nel nostro paese".
Cioè la sinistra (anche extra-parlamentare) è succude di una "desolante inerzia" riguardo ai fatti ucraini però si pretende che improvvisamente si risvegli il dibattito sull'appartenenza alla NATO. Ma come si fa a chiedere una cosa del genere alle coscienze mezze addormentate e mezze avvelenate della sinistra italiana oggi? Se poi la richiesta era rivolta a quell'ipotetico 5% di valorosi che hanno capito come stanno le cose.....come si pensa che possano sconfiggere un impero e tutte le ramificazioni di cui dispone?
La proposta mi risulta difficile da comprendere strategicamente, anche se assolutamente legittima sul piano morale.
Personalmente spero solo che l'impero imploda per dinamiche tutte sue (difficile che qualche agente esterno faccia da catalizzatore anche se la Grecia potrebbe essere di aiuto) e che a quel punto ci sia gioco forza un risveglio collettivo. Allora quel 5% potrebbe avere delle buone carte da giocarsi. Allora, eventualmente. Non adesso.


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ferros
Estimable Member
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Parole solo parole un tanto al vento, ma veramente cosa si fà? Poco o nulla, la gente se ne discuti prima di parlare cerca dove non ce nè, non ha idee, non ha verità, ha una informazione falsa e di parte non oggettiva, scarica agli altri le responsabilità a capi messi lì dal sistema, e soprattutto ha paura di prendere una posizione, siamo un popolo un "PÒ" pecora!


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AlbertoConti
Membro
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Ringrazio Arcadia della segnalazione.
Dopo aver ascoltato il monito di Giulietto vien da pensare una cosa sola:

qui ci vogliono fare la guerra, ce la portano in casa, e fanno in modo che il primo nemico sia proprio in casa nostra, sia il nostro vicino, il nostro "prossimo" come diceva Gesù.

Ed ecco spuntare i neonazisti a Kiev, gli invasati per motivi religiosi nel grande Islam, i giornalisti e gli "economisti" in Europa.

Ma forse hanno ragione, il nemico è veramente in casa, anche se non è la prima scelta, ma solo quello che passa il convento. Ma non importa, è con questo nemico, il più vicino a noi, che dobbiamo combattere, prima che sia troppo tardi.

E questo nemico si chiama ignoranza, tanto più colpevole quanto più ci sentiamo moderni, civili, con radici culturali antiche e profonde, con grandi mezzi d'istruzione diffusa.

La guerra finale, fine-di-mondo, in tal senso è già cominciata da un pezzo, solo che adesso si fa incandescente.


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marcopa
Illustrious Member
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14 FEBBRAIO: CON LA GRECIA E L’UCRAINA

10 febbraio 2015

di Francesco Santoianni
dal suo blog www.francescosantoianni.it

Il 14 febbraio a Roma, in sostegno alla Grecia e al governo Tsipras! Una manifestazione certamente improvvisata – e che ha preso di contropiede molti compagni già impegnati per sabato in altre iniziative – ma che già si preannuncia imponente come testimoniato dalle innumerevoli adesioni.

Sull’importanza di essere a fianco al popolo greco e al suo governo che si ribella al cappio del Debito pubblico – e quindi di aderire a questa manifestazione – credo non sia il caso di dilungarsi. Un aspetto, invece, deve essere sottolineato. Ancora una volta – come per tante altre manifestazioni nazionali – la parola “guerra” viene cancellata dall’appello di convocazione. Una omissione questa volta davvero incomprensibile in quanto Tispras (unico governante europeo) si è espresso nettamente contro la guerra che l’Unione Europea (e la NATO) sta conducendo contro l’Ucraina, suscitando, tra l’altro, non poche apprensioni nei media mainstream. Una guerra infame condotta con bombardamenti e mercenari e che rischia di determinare un conflitto ancora più vasto. Una guerra che, tra l’altro, vede il pieno appoggio (anche economico e militare, del nostro governo e che ci auguriamo non venga sottaciuta – così come è stato per quella alla Libia o alla Siria – per non compromettere penosi equilibri tra le varie anime del movimento antagonista.

Sarebbe importante, quindi che anche i vari movimenti contro la guerra si dessero da fare per partecipare con uno spezzone al corteo di Roma.

Francesco Santoianni


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