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Sardegna - Migliaia in piazza con la Consulta Rivoluzionaria


radisol
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Ultim’ora: accerchiato il Consiglio regionale

Migliaia di persone sono da questa mattina, 7 novembre, a Cagliari, davanti al Consiglio regionale su convocazione della Consulta rivoluzionaria. Chi era quest’estate al Campo di Assisi ricorderà che Felice Floris spiegò cosa fosse la Consulta : un’alleanza popolare, orizzontale e indipendente che punta a raccogliere tutti gli strati sociali massacrati dalla crisi economica e sociale.

Rivoluzionaria perché non cerca inciuci coi ceti politici asserviti al grande capitalismo. Un blocco che organizza e mobilita, sotto la spinta del Movimento Pastori Sardi, studenti, disoccupati, agricoltori, indipendentisti, artigiani, operai, commercianti, i comitati anti-Equitalia. La manifestazione chiede le dimissioni dell’intera classe politica sarda.

Felice Floris: che cos’è la Consulta Rivoluzionaria Sarda :

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=svo-0HfYogI#!

In tanti sono arrivati con i pullman dal Sulcis, una delle province più povere d’Italia e territorio simbolo della crisi che colpisce un’intera regione. Davanti al Palazzo di via Roma, sono stati appesi 14 cappi che ricordano i vari «colpevoli» della crisi: non solo la Regione e il Governo Monti, ma anche Equitalia, Inps, Agenzia Entrate, le banche. Sul palco allestito per ospitare i vari interventi dei leader della protesta, invece, capeggia la scritta «SOVRANITA’: alimentare, fiscale, energetica, ambientale». Tante le bandiere sarde con i quattro mori.

Alla protesta hanno aderito numerosi movimenti, compresa l’Associazione 5 stelle Cagliari, aderente all’M5S di Grillo, e la Confederazione sindacale sarda che ha proclamato per oggi uno sciopero generale. Tutti i leader della protesta hanno ribadito stamane che la Consulta rivoluzionaria non è un nuovo movimento politico, ma «un blocco sociale che presenterà una proposta programmatica ai cittadini per mandare a casa l’attuale classe politica».

Imponente lo schieramento delle forze dell’ordine, mentre tutto l’edificio che ospita l’assemblea sarda è circondato da doppie barriere di protezione. Via Roma lato portici chiusa al traffico sino alla mezzanotte e sin dalle prime ore del mattino si sono creati incolonnamenti di auto nelle vie limitrofe.

Si susseguono sul palco gli interventi dei rappresentanti delle varie sigle che hanno aderito alla Consulta rivoluzionaria e manifestano stamane davanti al palazzo del Consiglio regionale, a Cagliari, pressoché vuoto, personale a parte.

Nel corso della mattinata, per il caldo e la tensione, il compagno Felice Floris, ha avuto un malore ed è stato assistito dai medici dell’ambulanza del 118 sul posto.

Ci auguriamo che quello di Felice sia solo un malore momentaneo e che possa riprendere immediatamente il suo posto di di lotta.

Qui le immagini della manifestazione :

http://video.gelocal.it/ilpiccolo/cronaca/consulta-rivoluzionaria-migliaia-in-piazza-a-cagliari/4127/4131


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radisol
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Di questi scontri qua non ha parlato quasi nessuno ... censura pressochè totale ...e sì che i due ministri sono dovuti scappare in elicottero dalla zona ...

Scontri davanti alla miniera di Serbariu dove è previsto l’arrivo dei ministri Barca e Passera. Poco prima dell’arrivo dei ministri Passera e Barca e del sottosegretario De Vincenti, attesi a Carbonia per una serie di incontri istituzionali sulla vertenza Sulcis, un gruppo di operai dell’Alcoa ha sfondato le recinzioni e si è scontrato con le forze dell’ordine in tenuta antisommossa, che presidiavano l’ingresso della Grande Miniera di Serbariu dove si svolgeranno gli incontri. Sono stati scoppiati alcuni petardi e urlati slogan contro l’Alcoa, la multinazionale Usa che ha chiuso la fabbrica di Portovesme. Dopo gli scontri tra un gruppo di operai dell’Alcoa e le forze dell’ordine in tenuta antisommossa, l’arrivo dei tre rappresentanti del governo Monti è stato differito fino a quando la situazione non tornerà alla normalità. Alcuni poliziotti sono stati colpiti da palloncini colorati che hanno imbrattato di vernice rossa le loro tute e gli scudi. Continuano ad esplodere petardi mentre la polizia ha disposto un ulteriore cordone di protezione con diversi cellulari blindati. I manifestanti sono giunti dalla vicina fabbrica di Portovesme, ma le vertenze industriali in atto riguardano tutto il Sulcis iglesiente ed è proprio per questo motivo che oggi sono attesi a Carbonia i due ministri ed il sottosegretario.
Dopo qualche tentennamento sono infine giunti i ministri e gli operai hanno temporanemente sospeso le ostilità, aspettando di sentire resoponsi e /o oproposte dall’incontro, riservandosi la possibilità di nuove risposte…

Ascolta la concitata diretta con Antonello Tiddia, minatore:

http://radioblackout.org/2012/11/sardegna-scontri-operai-polizia-davanti-alla-miniera-di-serbariu/

13 Novembre

http://www.infoaut.org/index.php/blog/precariato-sociale/item/6022-sardegna-scontri-operai-polizia-davanti-alla-miniera-di-serbariu


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radisol
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Sono passati pochi giorni dagli scontri del 13 novembre a Carbonia quando, alla miniera di Serbariu, i ministri Barca e Passera sono stati costretti a una precipitosa fuga in elicottero per sfuggire alla rabbia degli operai sulcitani, stanchi di vuote promesse e di decenni di saccheggio. Oggi gli operai Alcoa, già protagonisti a Carbonia, si son trasferiti a Cagliari per contestare il segretario del PD Bersani, un altro garante del sistema di potere che ha consegnato gran parte del Sulcis alla rapina delle multinazionali dell'alluminio (Alcoa e Eurallumina) le quali, nel bel mezzo della crisi, abbandonano un territorio spremuto e privato di alternative.

Bersani affrontava oggi nell'Isola quattro tappe del suo tour per le primarie. In mattinata a Sassari poi a Olbia e a Macomer, cuore del Marghine nella Sardegna centrale, e infine a Cagliari. Il segretario PD ha, a più riprese, sponsorizzato il progetto Chimica Verde per il rilancio del polo petrolchimico di Porto Torres, ennesimo caso di sfruttamento di una terra utilizzata al meglio come discarica: l'ENI punta a realizzare una centrale a biomasse, ma come specifica il dott. Vincenzo Migaleddu (associazione medici per l'ambiente), "Enipower, usa la chimica detta "verde" come cavallo di troia per conquistare un suo spazio in Sardegna nella produzione di energia a prezzi incentivati da "biomasse". Termine, questo, ambiguo in Italia, dove anche i copertoni sembrerebbero poter avere origine vegetale: motivo per cui l'Europa ci tiene sotto infrazione, sanzionandoci. Eni sembra volere in questo modo evitare i costi della bonifica nel sito industriale, il cui inquinamento ormai non è più delimitato alla falda, ma sconfina oltre il perimetro industriale".

Si tratta dell'ennesima conferma dell'autoreferenzialità e dell'isolamento di una politica direttamente nemica dei bisogni dei territori.
La contestazione di questa sera davanti al teatro Massimo di Cagliari, in una città per metà militarizzata e paralizzata nella sua viabilità, aggredisce questa distanza per disfarsene, per cacciare via i pifferai che pretondono di strappare consensi facendo schierare la celere contro chi, oltre le parole, mostra con i propri corpi la dimensione sociale della crisi, fatta di territori desertificati e impoverimento. Bersani, fischiato, è costretto a entrare da un'entrata secondaria del teatro Massimo, di nascosto. Fuori gli operai si sfogano con i loro conterranei, in fila per un posto in platea, ma bloccati anche loro dalla polizia: un attempato elettorato piddino che, scontrandosi con la realtà, s'imbarazza, prova a mettere la testa sotto la sabbia o non capisce.
Ancora una volta chi vorrebbe parlare per tutti scappa. Resta la necessità di ripartire dalle persone, dalla scelta di iniziare a rifiutare chi usa le nostre vite, l'appello minimo degli operai è questo: non votiamoli più.

La disaffezione nei confronti di un'intera rappresentanza politica senza distinzioni si traduce in un atto di accusa collettivo verso chi fa della vita delle persone un terreno di conquista per i profitti di pochi. Allo stesso tempo il vuoto creatosi, riempito fin'ora solo da quel lamentoso "ci hanno lasciati soli" troppe volte sentito in Sardegna, attende di essere colmato dalla volontà di riscatto di tutti.
"La lotta dell'Alcoa ormai è finita" ci confida Michele, operaio. "Dopo gli scontri di Carbonia questa è diventata una lotta di tutti".

http://www.infoaut.org/index.php/blog/precariato-sociale/item/6097-cagliari-operai-alcoa-contestano-bersani


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radisol
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Sono passati pochi giorni dagli scontri del 13 novembre a Carbonia quando, alla miniera di Serbariu, i ministri Barca e Passera sono stati costretti a una precipitosa fuga in elicottero per sfuggire alla rabbia degli operai sulcitani, stanchi di vuote promesse e di decenni di saccheggio. Oggi gli operai Alcoa, già protagonisti a Carbonia, si son trasferiti a Cagliari per contestare il segretario del PD Bersani, un altro garante del sistema di potere che ha consegnato gran parte del Sulcis alla rapina delle multinazionali dell'alluminio (Alcoa e Eurallumina) le quali, nel bel mezzo della crisi, abbandonano un territorio spremuto e privato di alternative.

Bersani affrontava oggi nell'Isola quattro tappe del suo tour per le primarie. In mattinata a Sassari poi a Olbia e a Macomer, cuore del Marghine nella Sardegna centrale, e infine a Cagliari. Il segretario PD ha, a più riprese, sponsorizzato il progetto Chimica Verde per il rilancio del polo petrolchimico di Porto Torres, ennesimo caso di sfruttamento di una terra utilizzata al meglio come discarica: l'ENI punta a realizzare una centrale a biomasse, ma come specifica il dott. Vincenzo Migaleddu (associazione medici per l'ambiente), "Enipower, usa la chimica detta "verde" come cavallo di troia per conquistare un suo spazio in Sardegna nella produzione di energia a prezzi incentivati da "biomasse". Termine, questo, ambiguo in Italia, dove anche i copertoni sembrerebbero poter avere origine vegetale: motivo per cui l'Europa ci tiene sotto infrazione, sanzionandoci. Eni sembra volere in questo modo evitare i costi della bonifica nel sito industriale, il cui inquinamento ormai non è più delimitato alla falda, ma sconfina oltre il perimetro industriale".

Si tratta dell'ennesima conferma dell'autoreferenzialità e dell'isolamento di una politica direttamente nemica dei bisogni dei territori.
La contestazione di questa sera davanti al teatro Massimo di Cagliari, in una città per metà militarizzata e paralizzata nella sua viabilità, aggredisce questa distanza per disfarsene, per cacciare via i pifferai che pretondono di strappare consensi facendo schierare la celere contro chi, oltre le parole, mostra con i propri corpi la dimensione sociale della crisi, fatta di territori desertificati e impoverimento. Bersani, fischiato, è costretto a entrare da un'entrata secondaria del teatro Massimo, di nascosto. Fuori gli operai si sfogano con i loro conterranei, in fila per un posto in platea, ma bloccati anche loro dalla polizia: un attempato elettorato piddino che, scontrandosi con la realtà, s'imbarazza, prova a mettere la testa sotto la sabbia o non capisce.
Ancora una volta chi vorrebbe parlare per tutti scappa. Resta la necessità di ripartire dalle persone, dalla scelta di iniziare a rifiutare chi usa le nostre vite, l'appello minimo degli operai è questo: non votiamoli più.

La disaffezione nei confronti di un'intera rappresentanza politica senza distinzioni si traduce in un atto di accusa collettivo verso chi fa della vita delle persone un terreno di conquista per i profitti di pochi. Allo stesso tempo il vuoto creatosi, riempito fin'ora solo da quel lamentoso "ci hanno lasciati soli" troppe volte sentito in Sardegna, attende di essere colmato dalla volontà di riscatto di tutti.
"La lotta dell'Alcoa ormai è finita" ci confida Michele, operaio. "Dopo gli scontri di Carbonia questa è diventata una lotta di tutti".

http://www.infoaut.org/index.php/blog/precariato-sociale/item/6097-cagliari-operai-alcoa-contestano-bersani


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20.000 scioperano a Cagliari. Gli studenti proseguono oltre il comizio, gli operai Alcoa contestano Alfano.

20000 hanno sfilato per Cagliari oggi nella giornata dello sciopero generale della Sardegna. I sindacati confederali hanno manifestato partendo da piazza Giovanni XXIII e facendo terminare il lungo serpentone in Piazza Yenne, con un comizio finale.

Lo spezzone finale del corteo è stato agitato dagli studenti medi i quali, in pochi giorni, dal 14N, hanno dimostrato una rapida maturazione, crescendo di numero, arrivando al concentramento dagli istituti occupati e mostrando una sempre maggiore incompatibilità con le tradizionali sfilate sindacali. È così che i comizi vengono disertati perché non ci si vuole fermare. Dopo aver sanzionato la Banca di Credito Sardo e dopo alcuni momenti di tensione in cui i libri scudo sono stati schierati davanti al palazzo del consiglio regionale, lo spezzone della formazione, all'incrocio tra via Roma e Largo Carlo Felice, ha deciso di proseguire, deviando dal percorso autorizzato e boicottando il comizio sindacale. Una polizia nervosa ha prontamente schierato agenti in antisommossa ai lati del corteo selvaggio che ha poi proseguito oltre decidendo di terminare la propria marcia in Piazza del Carmine con un'assemblea.

La giornata di oggi ci conferma la presenza di una forte volontà di rifiuto delle politiche di austerity socialmente radicata tra i più giovani di noi, nei confronti dei quali più a nulla valgono le promesse a fronte della privazione costante di ricchezza e di erosione di futuro. Tradurre in percorsi comuni sui territori le reti di relazioni che portano nella medesima piazza i giovani sulcitani di Carbonia "figli della crisi" con gli studenti delle scuole di mezza Sardegna significa ora prima di tutto forzare l'ambiguità che vuole la conflittualità contro i responsabili della crisi bloccata entro le dinamiche di pacificazione sindacale che altro non hanno da consegnarci se non l'accontentarci. E allora non si tratta di "soffiare sul fuoco", come sostiene il segretario regionale CGIL Enzo Costa, quanto piuttosto di riconoscere politicamente l'incompatibilità con chi ancora, per paura delle lotte e dell'insorgenza sociale, pensa di poter gestire la violenza della crisi contenendo e dividendo la resistenza delle persone nell'isolamento delle vertenze di un lavoro ormai in frantumi.

Sebbene ancora minoritaria ed espressione di singole lotte, per l'ennesima volta, come lunedì nei confronti di Bersani, questa tendenza al rifiuto di tutta una rappresentanza politico-sindacale complice dell'inasprirsi della crisi, si è tradotta nella contestazione, dopo il corteo, del segretario PDL Angelino Alfano. Questo, impegnato nella campagna elettorale delle primarie del centrodestra, al suo arrivo alla Fiera, è stato subito contestato da un gruppo di operai dell'Alcoa.

Di seguito il comunicato delle realtà studentesche autorganizzate cagliaritane sulla giornata di oggi

Oggi, 24 novembre, il movimento studentesco cagliaritano è sceso in piazza insieme a operai del Sulcis, precari della scuola e docenti di ruolo per dire "NO" alle politiche di austerità, alle logiche del profitto capitalista, cause prime dello smantellamento del sistema welfaristico che si traduce nell'impoverimento sociale. Atti come il lancio di uova riempite con vernice colorata contro la Banca del Credito Sardo e contro il Palazzo del Consiglio Regionale simboleggiano il nostro rifiuto del sistema creditizio – strumento di impoverimento – e delle politiche regionali complici della dismissione dei servizi di tutela sociale, della trasformazione e della privatizzazione del pubblico in terreno di speculazione a vantaggio di pochi. Allora sappiamo che immediatamente opporci a queste politiche significa costruire reti sociali e immaginarci comunemente la costruzione di un futuro che non passi per gli stessi soggetti – tecnici, politici e uomini della finanza – che ce lo stanno oggi negando. Per questo, per il 30 novembre, abbiamo deciso di indire un'"Assemblea pubblica verso lo sciopero del 6 dicembre", giornata di mobilitazione nazionale, con l'intenzione di ricomporre il mondo della formazione e del lavoro in un percorso di lotta comune.

Collettivo Autonomo Studenti Casteddu
Collettivo Universitario Autonomo Casteddu

http://www.infoaut.org/index.php/blog/saperi/item/6151-20000-scioperano-a-cagliari-gli-studenti-proseguono-oltre-il-comizio


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