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Sbancor: Il fantasma col sigaro in bocca


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
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Il funerale di Sbancor avrà luogo domani, sabato 3 maggio alle ore 15, in
forma privata, presso l'Abbazia di Fossanova, a Priverno.

Ma siamo certi del fatto che a Sbancor sarebbe piaciuto essere ricordato
anche in un luogo laico.
Perciò i suoi amici e i suoi compagni si troveranno un giorno che presto
decideremo e comunicheremo.

Potrebbe essere l'occasione per parlare di Sbancor, ma anche di tutte le
cose di cui Sbancor ha cominciato a parlarci, che restano inconcluse.
Potrebbe essere l'occasione per fare il punto su quel che oggi significa
comunità desiderante, comunità pensante, comunità che conosce il potere e
la morte, e guarda in faccia il potere e la morte, sorridendo.

Il fantasma col sigaro in bocca

Sbancor aveva molte cose da dirci, ed il suo è un messaggio a più strati.
L'ironia è la chiave essenziale per penetrare nel suo regno.
Pensate al suo nome. Sbancor è la negazione dell'asservimento al
dominio del denaro, la consapevolezza della menzogna implicita nel
danaro, nell'economia.
Ma c'è una venatura amara di consapevolezza nel suo stile discorsivo.
Sbancor sapeva bene che il dominio dell'economia è tutt'uno con il
dominio dell'ignoranza, e sapeva che l'ignoranza è interminabile, come
Freud diceva della psicoanalisi. (Si tratta infatti dello stesso tema:
l'analisi è il processo di liberazione dal nostro non vedere noi
stessi. E il non vedere è costitutivo del nostro essere). Interminabile
come il rapporto con il debito, e con la banca, da cui peraltro pare che
Sbancor traesse i mezzi del suo sostentamento.
Ricordo la sua relazione al Convegno di Rekombinant dell'ottobre del
2005. Fuori pioveva a dirotto, e il clima era plumbeo.

L'intervento di Sbancor fu lungo articolato, documentatissimo, e tenne
col fiato sospeso una sessantina di persone che stavano ad ascoltarlo.
Non è vero, disse, che gli americani abbiano perso la guerra iraqena.
L'hanno vinta perché il loro scopo non è quello di rende il mondo più
governabile, né di mettere le mani sul petrolio iraqeno. Lo scopo dei
petrolieri della Casa Bianca non era tenere bassi i prezzi del
petrolio, ma piuttosto il contrario. Lucrare sulla guerra e sul
petrolio. Da questo punto di vista, diceva Sbancor, la Halliburton non
ha certo perso la guerra. Tre anni dopo sappiamo che il prezzo del
petrolio si è messo a correre, moltiplicandosi più di quattro volte.
Quanto al costo della forza lavoro, disse quel pomeriggio, descrivendo
davanti ai nostri il divenire prossimo del mondo, il dumping cinese
sta producendo i suoi effetti sul potere di acquisto del proletariato
internazionale. Nei prossimi anni assisteremo a un avvicinamento
progressivo del livello salariale crescente degli operai indiani o
cinesi e il salario calante degli operai occidentali.

In questo quadro, diceva ancora, l'entità europea va considerata come
un'entità economica, punto e basta. E la catastrofe italiana può ormai
considerarsi compiuta. Quello che seguirà, diceva Sbancor nell'ottobre
del 2005, (qualche mese prima del penultimo atto della tragica farsa
italiota, la vittoria risicata del centrosinistra), quello che andrà a
seguire, è scritto nelle cifre del debito, nel peso decisivo
dell'economia criminale, nell'inesistenza di una classe dirigente di
ricambio, perché le elite sono state distrutte, incarcerate,
perseguitate, affamate, espulse, umiliate, esiliate.

Come sappiamo, tutto quello che Sbancor ci ha detto in quel pomeriggio
di ottobre, si è rivelato vero, parola per parola. Non faceva il
profeta, ma semplicemente guardava alle cose con uno sguardo
ironicamente disperato, o disperatamente ironico.
Tanto che talvolta mi viene un dubbio sullo pseudonimo che aveva
scelto questo compagno e amico, di formazione consiliar-libertaria,
woobly e antilavorista, lettore raffinato di letteratura e scrittore
lui stesso.

Non gliel'ho mai detto questo dubbio. Ora me ne rimprovero, avremmo
potuto chiacchierarci sopra per un paio d'ore, e invece non gli ho mai
chiesto: hai pensato a questa assonanza, a questa duplicità?
Sbancor non suggerisce solo la negazione del dominio del danaro sulla
vita umana, ma anche il nome della vittima della violenza idiota del
potere. Una vittima invincibile, che non smette di ritornare,
ossessionando il potere assassino.
Ricordate il Banquo che MacBeth fa uccidere nel dramma shakespeariano?
E ricordate che la vittima ricompare, come fantasma, al posto
riservato per MacBeth?
Così ora vedo Sbancor: come un fantasma che irride ai vincitori,
perché sa bene che chi vince non vince niente, e l'importante è essere
impeccabile.

Col suo sigaro in bocca ripete la canzone:

« Life's but a walking shadow; a poor player,
That struts and frets his hour upon the stage,
And then is heard no more: it is a tale
Told by an idiot, full of sound and fury,
Signifying nothing. »

ben tornato, amico mio fantasma.

Bifo
Fonte: www.rekombinant.org/
Link: http://groups.google.com/group/rekombinant/msg/9a53daf721a8aa1b
2.04.08


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