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Se i Parnasi fanno il “botto”, la Bnl come si mette ?


radisol
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Se i Parnasi fanno il “botto”, la Bnl come si mette ?

Sono veramente impressionanti le implicazioni del costruttore Luca Parnasi con Bnl/Bnp Paribas … ed anche, diciamolo, preoccupanti.

Cominciamo dal quartiere Torrino, adiacente all’Eur, dove la Parsitalia appunto dei Parnasi ( il padre Sandro cominciò nel dopoguerra come collaboratore degli altri costruttori “rossi” - più propriamente “rosè” – i Marchini) ha costruito negli anni scorsi un vero e proprio fantasmagorico nuovo quartiere, in gran parte sulla base di finanziamenti Bnl.

E in gran parte, a causa della più complessiva crisi delle vendite immobiliari, ancora invenduto.

Poi c’è la storia del nuovo grattacielo della Provincia di Roma, ormai pressoché ultimato, all’Eur.

Peccato però che la Provincia di Roma, come tutte le altre, sia in fase di scioglimento e non si capisce quindi a cosa debba ormai servire quel grattacielo, anche esso costruito con finanziamenti Bnl e, in misura minore, Unicredit.

Per garantire il finanziamento del grattacielo ( costato 400 milioni di euro, 8 volte il capitale di Parsitalia) la Provincia di Roma aveva messo a disposizione, in un fondo immobiliare denominato Upside e gestito da Bnl / Bnp Paribas, una serie di immobili di pregio della stessa Provincia da mettere in vendita o più propriamente in svendita.

Ma anche qui, a causa della più complessiva crisi immobiliare, la vendita/svendita stenta assai .

Senza poi contare che uno di questi palazzi di pregio, quello in Via Antonio Musa 10, è stato il 6 Aprile scorso occupato in una delle tappe dello Tsounami Tour ed è ora diventato uno studentato autogestito denominato “Degagè”.

Questa occupazione, come già detto, non è stata casuale. I movimenti di lotta hanno occupato quel palazzo, oltre che per denunciare l’intera operazione speculativa Parnasi/Provincia/Bnl, anche per “colpire” pesantemente Bnl/Bnp Paribas per le varie operazioni tutte “politiche” di licenziamenti di propri dipendenti e dirigenti sindacali, in almeno un paio di casi anche militanti dei movimenti sociali romani.

E l’operazione sgombero di questo palazzo, pur tentata in forma blanda e fallimentare la sera stessa del 6 Aprile anche su pressante richiesta della Bnl, risulta assai difficile da praticare.

Sia per una più complessiva ritrosia agli sgomberi di Prefettura e Questura nonchè del nuovo Sindaco di Roma, Ignazio Marino, "compagno" di partito dei Parnasi ma anche in buoni rapporti con una parte delle componenti dello Tsounami Tour che lo anche sostenuto nelle elezioni appena vinte, anche se in verità non propriamente con la componente che ha dato vita a"Degagè", che invece era elettoralmente "astensionista". Ma, insomma, inaugurare la nuova gestione con una scelta di sgomberi, non sarebbe per Marino - che è pure dissidente col Pd sul governo di "larghe intese" - il miglior viatico nei rapporti con una parte importante della sinistra"sociale" romana ...

Ma soprattutto lo sgombero è difficile perché, nello specifico caso di Via Musa 10, c’è qualche autorevole dirigente della polizia romana che aveva in qualche modo predetto alla Bnl, in tempi non sospetti, che poteva accadere qualcosa del genere, aveva tentato di far capire alla dirigenza Bnl la “pericolosità sociale”, oltre che l’assurdità giuridica, di certi licenziamenti, aveva persino ottenuto rassicurazioni in questo senso ( vero, Quinale ?, vero, Cultrona ?) ed ora, sentitosi preso per i fondelli, non è certo entusiasta di imbarcarsi in una politicamente e tecnicamente complicata operazione di sgombero di quel palazzo.

Quindi a rischio l’operazione Torrino, a rischio quella Eur/Provincia, ma non finisce qui …

La Parsitalia di Parnasi è infatti anche incaricata di costruire il nuovo centro direzionale Bnl nei pressi della Stazione Tiburtina. Che notoriamente dovrebbe vedere la luce entro il 2015 ma che è ancora, come già dicevamo poco tempo fa in un altro articolo, un campo di erbacce. Che impegna però altri 300 milioni di euro di finanziamento BNL, tramite Servizio Italia, allo stesso Parnasi, oltre a costringere qualche migliaio di lavoratori Bnl a stare “stipati” per anni come sardine, soprattutto in Via Aldobrandeschi 300, in attesa del nuovo fantasmagorico centro.

E non finisce qui. Parnasi si è anche imbarcato ( anche qui con assistenza finanziaria Bnl e Unicredit ) nella vera e propria “araba fenice” dell’urbanistica romana, e cioè il presunto ( molto presunto) nuovo stadio della Roma a Tor di Valle, che dovrebbe essere costruito sulle ceneri del vecchio ippodromo, stadio che ha la stessa probabilità reale di vedere mai veramente la luce che ha l’ormai leggendario Ponte sullo Stretto di Messina.

E poi, già che ci siamo, in Bnl siamo bravi a non farci mancare nulla, c’è anche la pesante esposizione con Bnl di un’altra Parnasi, la sorellina Flavia, portatrice di progetti non meno fantasmagorici nella sua veste di produttrice cinematografica, progetti che però fino ad oggi non hanno mai riscosso particolare successo di pubblico e di cassa, l’ultimo caso è quello del pretenzioso semi-kolossal “Gladiatore in affitto”, miseramente fallito ai botteghini e quasi subito scomparso dalla programmazione delle sale.

E sempre l’intera famiglia Parnasi sembra essersi lanciata, ovviamente anche qui col sostegno Bnl, in un’ulteriore avventura, stavolta editoriale, quella di ridare vita al quotidiano “Paese Sera”.

Ma in quel di Parigi i proprietari della Bnl conoscono veramente, in tutti i particolari, questa situazione ingarbugliata e alquanto rischiosa in essere a Roma ?

Roma, 20 Giugno 2013

InfoAut Bnl


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Se i Parnasi fanno il “botto”, la Bnl come si mette ?

Sono veramente impressionanti le implicazioni del costruttore Luca Parnasi con Bnl/Bnp Paribas … ed anche, diciamolo, preoccupanti.

Cominciamo dal quartiere Torrino, adiacente all’Eur, dove la Parsitalia appunto dei Parnasi ( il padre Sandro cominciò nel dopoguerra come collaboratore degli altri costruttori “rossi” - più propriamente “rosè” – i Marchini) ha costruito negli anni scorsi un vero e proprio fantasmagorico nuovo quartiere, in gran parte sulla base di finanziamenti Bnl.

E in gran parte, a causa della più complessiva crisi delle vendite immobiliari, ancora invenduto.

Poi c’è la storia del nuovo grattacielo della Provincia di Roma, ormai pressoché ultimato, all’Eur.

Peccato però che la Provincia di Roma, come tutte le altre, sia in fase di scioglimento e non si capisce quindi a cosa debba ormai servire quel grattacielo, anche esso costruito con finanziamenti Bnl e, in misura minore, Unicredit.

Per garantire il finanziamento del grattacielo ( costato 400 milioni di euro, 8 volte il capitale di Parsitalia) la Provincia di Roma aveva messo a disposizione, in un fondo immobiliare denominato Upside e gestito da Bnl / Bnp Paribas, una serie di immobili di pregio della stessa Provincia da mettere in vendita o più propriamente in svendita.

Ma anche qui, a causa della più complessiva crisi immobiliare, la vendita/svendita stenta assai .

Senza poi contare che uno di questi palazzi di pregio, quello in Via Antonio Musa 10, è stato il 6 Aprile scorso occupato in una delle tappe dello Tsounami Tour ed è ora diventato uno studentato autogestito denominato “Degagè”.

Questa occupazione, come già detto, non è stata casuale. I movimenti di lotta hanno occupato quel palazzo, oltre che per denunciare l’intera operazione speculativa Parnasi/Provincia/Bnl, anche per “colpire” pesantemente Bnl/Bnp Paribas per le varie operazioni tutte “politiche” di licenziamenti di propri dipendenti e dirigenti sindacali, in almeno un paio di casi anche militanti dei movimenti sociali romani.

E l’operazione sgombero di questo palazzo, pur tentata in forma blanda e fallimentare la sera stessa del 6 Aprile anche su pressante richiesta della Bnl, risulta assai difficile da praticare.

Sia per una più complessiva ritrosia agli sgomberi di Prefettura e Questura nonchè del nuovo Sindaco di Roma, Ignazio Marino, "compagno" di partito dei Parnasi ma anche in buoni rapporti con una parte delle componenti dello Tsounami Tour che lo anche sostenuto nelle elezioni appena vinte, anche se in verità non propriamente con la componente che ha dato vita a"Degagè", che invece era elettoralmente "astensionista". Ma, insomma, inaugurare la nuova gestione con una scelta di sgomberi, non sarebbe per Marino - che è pure dissidente col Pd sul governo di "larghe intese" - il miglior viatico nei rapporti con una parte importante della sinistra"sociale" romana ...

Ma soprattutto lo sgombero è difficile perché, nello specifico caso di Via Musa 10, c’è qualche autorevole dirigente della polizia romana che aveva in qualche modo predetto alla Bnl, in tempi non sospetti, che poteva accadere qualcosa del genere, aveva tentato di far capire alla dirigenza Bnl la “pericolosità sociale”, oltre che l’assurdità giuridica, di certi licenziamenti, aveva persino ottenuto rassicurazioni in questo senso ( vero, Quinale ?, vero, Cultrona ?) ed ora, sentitosi preso per i fondelli, non è certo entusiasta di imbarcarsi in una politicamente e tecnicamente complicata operazione di sgombero di quel palazzo.

Quindi a rischio l’operazione Torrino, a rischio quella Eur/Provincia, ma non finisce qui …

La Parsitalia di Parnasi è infatti anche incaricata di costruire il nuovo centro direzionale Bnl nei pressi della Stazione Tiburtina. Che notoriamente dovrebbe vedere la luce entro il 2015 ma che è ancora, come già dicevamo poco tempo fa in un altro articolo, un campo di erbacce. Che impegna però altri 300 milioni di euro di finanziamento BNL, tramite Servizio Italia, allo stesso Parnasi, oltre a costringere qualche migliaio di lavoratori Bnl a stare “stipati” per anni come sardine, soprattutto in Via Aldobrandeschi 300, in attesa del nuovo fantasmagorico centro.

E non finisce qui. Parnasi si è anche imbarcato ( anche qui con assistenza finanziaria Bnl e Unicredit ) nella vera e propria “araba fenice” dell’urbanistica romana, e cioè il presunto ( molto presunto) nuovo stadio della Roma a Tor di Valle, che dovrebbe essere costruito sulle ceneri del vecchio ippodromo, stadio che ha la stessa probabilità reale di vedere mai veramente la luce che ha l’ormai leggendario Ponte sullo Stretto di Messina.

E poi, già che ci siamo, in Bnl siamo bravi a non farci mancare nulla, c’è anche la pesante esposizione con Bnl di un’altra Parnasi, la sorellina Flavia, portatrice di progetti non meno fantasmagorici nella sua veste di produttrice cinematografica, progetti che però fino ad oggi non hanno mai riscosso particolare successo di pubblico e di cassa, l’ultimo caso è quello del pretenzioso semi-kolossal “Gladiatore in affitto”, miseramente fallito ai botteghini e quasi subito scomparso dalla programmazione delle sale.

E sempre l’intera famiglia Parnasi sembra essersi lanciata, ovviamente anche qui col sostegno Bnl, in un’ulteriore avventura, stavolta editoriale, quella di ridare vita al quotidiano “Paese Sera”.

Ma in quel di Parigi i proprietari della Bnl conoscono veramente, in tutti i particolari, questa situazione ingarbugliata e alquanto rischiosa in essere a Roma ?

Roma, 20 Giugno 2013

InfoAut Bnl

Tranquillo, Letta ha già detto che pagheremo tutti noi, od almeno noi poveracci !


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radisol
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La prima pietra

Bnl, Parnasi, Tiburtina e la “palificazione”

Di pose di prime pietre, che poi non hanno trovato seguito, è piena la storia italiana, da Mussolini fino a tante opere faraoniche del Sud nella successiva storia repubblicana.

Ora, sembrerebbe che, nella prima quindicina di ottobre ci sarà a Roma/Tiburtina, la posa della prima pietra del futuro Centro Direzionale della Bnl.

Posa a dir poco simbolica e mediatica. Risulta infatti che il terreno ceduto in comodato gratuito da Trenitalia ( Moretti mica è stupido) presenti un grosso problema costituito dalla presenza nel sottosuolo di una falda acquifera, diciamo una vera e propria estesa palude.

E questo comporterà fatalmente la costruzione, prima che del palazzo, di una imponente opera di “palificazione” che fatalmente allungherà tempi e soprattutto i costi dell’intera opera.

Ci dicono che a Roma la necessità di “palificare”, vista la particolarità spesso cava del sottosuolo, sia una cosa abbastanza frequente , ma certo affrontare una vera e propria palude sotterranea per poi dover costruire un mausoleo come quello previsto dai progetti e non una semplice palazzina ad uso abitativo, non è certo robetta.

Qualche maligno dice pure che il problema dei costi per Bnl è relativo perché, anche se non si vede traccia delle vendite di palazzi storici ( in primis quelli della zona Ludovisi) che avrebbero dovuto compensare i costi dell’operazione Tiburtina, l’esposizione del costruttore incaricato Parnasi e della sua famiglia ( compresa la sorella “cinematografara”) con la Bnl è così notevole che praticamente il Centro Direzionale Parnasi lo costruirà gratis.

Ma qualche altro maligno comincia invece a pensare che l’operazione Tiburtina è tutto un bluff, che quella mega-opera non si farà mai e fa notare, a testimonianza di questo, che Bnl ha nel frattempo rimesso in funzione il palazzo di Via S.Basilio 45, che era stato svuotato perché sembrava in punto di vendita e che intende anche ristrutturare nuovamente i due palazzi di Via S.Nicola da Tolentino, abbandonati e fatti marcire da anni, peraltro subito dopo che erano stati già ristrutturati.

Noi non vogliamo essere così maligni ed arrivare a tanto.

Una cosa però è certa . Se anche il mausoleo della Tiburtina verrà alla fine realizzato si allungano di brutto i tempi , oltre che i costi, di costruzione. Del resto, almeno sui tempi, si è già in ritardo notevole sulla tabella di marcia che era stata propagandata.

E quindi i colleghi deportati, e quelli che già vi lavoravano da prima, in Via Aldobrandeschi ed in Via Crescenzo del Monte continueranno a lungo a subire la incredibile situazione di sovraffollamento che vivono ora.

Altro quindi che 2015 !

Altro che “due o tre anni di emergenza” come ci fu raccontato a suo tempo !

Da InfoAut Bnl 24 Settembre 2013


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