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Stenico: "Par Ieri", ma la rabbia è tutta "di adesso"


GioCo
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 2220
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Vista interna del cortile di Castel Stenico con l'ingresso in centro e palazzo nuovo del 1200, sulla sinistra

Torno da una piccola gita a Stenico, minuscolo comune disperso per le valli trentine, verde e rigoglioso come ogni scorcio trentino, anche se i segni delle piogge tossiche occhieggiano qua e la con il loro mortifero lascito di piante secche.

Andavo a vedere un castello, come da tradizione autoimposta in veste di accompagnarore per disabili. Non andrei da nessuna parte altrimenti e per questo li devo ringraziare. Non è per pigrizia, è che non reggo volentieri quel che vedo e soprattutto quello che prevedo ... innondato come il solito di presagi che con puntualità allarmante poi si avverano. A volte mi chiedo se il mio sia un animo da corvaccio maledetto, sarà forse che mi trascino la rogna ovunque vado? In fondo è comodo pensare che invece sia la rogna della veggenza nera che mi segue come un cane fedele, tanto per non farmi mancare nulla (neppure la mia istintiva repulsione per i cani). Insomma, andavo per castelli, va bene?

E rimungiavo questo perché nell'atrio di una delle stanze dello splendido Castel Caldes presso cui avevo appena passato la mattina, mentre ero in attesa di andare a vedere la stanzina della leggenda di Olinda, sentii piangere sommesso di lontano, mentre una tipa vestita di blu canticchiava e filava con l'arcolaio in un qualche angolo dietro la mia schiena; ma niente panico, erano solo le mie solite allucinazioni che la fantasia mi impone per una sua stramba legge ignota di tanto in tanto. Premetto che di sta leggenda sapevo quello che mi avevano detto in biglietteria: "vuole visitare anche gli affreschi di Olinda?". Quando poi siamo saliti il cartello mi ha spiegato che il mito di Olinda era in verità la storia della contessina Marianna Elisabetta Thun, che tentò una fuga d'amore con il figlio del dottore ambarabà cicci coccò. Va bé, l'ultima l'ho aggiunta io perché non si trattava di un menestrello, come nel mito, ma del figlio di un medico del posto. Comunque, i fratelli della constessina li hanno acciuffati, lui è scappato e lei è stata rinchiusa nella solita torre del castello. Evviva le fiabe. La tipetta è poi morta per il dolore a 20 anni. O forse l'hanno ammazzata perché non sopportavano più di sentirla frignare? Bho! Io che ne so?

So solo che sono arrivato a Stenico con quei pensieri per vedere il secondo castello in agenda della giornata. Sul percorso che conduce al castello vediamo una mostra libera: "Par Ieri" e già mi viene una fitta. Un anziano si avvicina con gentilezza e ci invita a entrare, per tirare fiato tiro diritto e scanso l'invito adducendo che siamo in rotta per il castello. Tanto la persona che accompagno non voleva fermarsi. Visitiamo questo secondo maniero, come l'altro ben restaurato ma conservato meglio del precedente e poi scendiamo la ripida stradina che ci riporta dalle parti della mostra: impossibile evitarla. Mi armo di pazienza ed entro in una sala dopo un largo corridoio con la parete piena di foto del secolo passato. Nella stanza attrezzi di ogni tipo dei nostri avi, molti usati fino "ieri", dagli stessi testimoni che custodiscono quel ben di Dio di memorie.

Sono ricordi raccolti dalle testimonianze del paese, che mostrano come si viveva in valle ancora agli inizia del '900, cioè ancora con i ritmi atavici pre-industriali. Quand'ero bambino i miei genitori mi hanno fatto passare tra le valli trentine ogni estate della mia infanzia a contatto con quella gente lì ... la roncola, la zappa, l'accetta, ereditati dai chissà quali ere geologiche, passati di mano in mano da padre in figlio e usati tra i filari d'uva, gli uliveti e alberi da frutto, tra cui i boschi di castagno e fiori, tanti che il profumo ti faceva girare la testa peggio che un cilum di buona erba. Gli strumenti raccolti erano esattamente dello stesso legno, della stessa forma. Improvvisamente fui assalito da un pensiero lucido, acquattato da qualnche parte nei recessi della mio cervello, come il sorriso di un satanasso o dello stragatto: ma se noi non riusciremo più a ricordare chi siamo stati, quale paese -di contandini- eravamo, quale eredità storica, per quali terre siamo vissuti e poi morti, quali padri e madri (nel bene e nel male) ci hanno preceduto in quella radice storica che ci appartiene, per quello stile di vita abbastanza simile dal tacco alla punta dello stivale, come potremo pretendere di diventare consapevoli di chi siamo adesso? Con il sorriso e la gentilezza tipiche delle persone semplici, il piccolo gruppo di anziani ci accompagna in questo viaggio della memoria. Ci mostrano giocattoli, addobbi artigianali per la casa, ricordi, vestiti, l'arcolaio e come si filava. Alla fine del giro chiedo loro un libro, un documento, magari le foto. Le persone devono ricordare, devono ricordare! Mi rispondono sconsolati che sono volontari, che non hanno soldi. Li sgrido, non ce la faccio a trattenermi. Ma Porca Puttana ma perché tutto quello che è fondamentale dobbiamo per forza considerarlo niente e tutto quello che è niente dobbiamo per forza considerarlo vitale?!

Poi mi spengo. Tanto non serve a niente. Anche i dinosauri sono diventati polvere e se li è portati via Babbo Natale. Poi ovviamente scopriremo che invece no, sono vivi e vegeti e si sono evoluti nascosti in mezzo a noi, che la Regna Elisabetta e uno di loro, che sono più intelligenti e hanno una tecnologia che noi non possiamo neppure sognare, che siamo per loro l'equivalente che per noi le mucche e per ciò mentre stiamo con la pera del naso incollati a curiosità&stronzate scientifiche targate NASA, ci fanno le pernacchie dietro la schiena, cosapevoli che è tutta una bella cretinata per farci passare il tempo mentre affilano i coltelli. Allora penso che in fondo è tutto coerente: abbiamo sognato tecnofrenia degli UFO e con quei sogni di gloria e libertà virtuali ci siamo giocati la saggezza dei nostri avi, basata sulla parsimonia, la resistenza, la conservazione dell'abbondanza della terra, dell'acqua e dell'aria, così non solo non avremo niente, ma finiremo per essere stritolati dal peso delle cretinate divertenti.

Vedrete, ci divertiremo da morire ... me lo dicono le mie solite allucinazioni ...


Citazione
fuffolo
Honorable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 686
 

"... la roncola, la zappa, l'accetta,".

Pochi le sanno ancora usare, pochissimi ancora le sanno fabbricare. In pochi anni è evaporato il sapere accumulato durante secoli, irrimediabilmente.


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