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Storia di Fabio e sua figlia


Boero
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Storia di Fabio e di sua figlia: disonore all'arma dei carabinieri.
Pubblicato da Carlo Zijno nella giornata di 1/30/2009 1000 AM

Firenze, 28 gennaio: due carabinieri con i mitra spianati fanno irruzione a casa di un Padre, Fabio, tentando (invano) di terrorizzarlo perchè aveva ritardato un'ora a riconsegnare la figlia come stabilito dal tribunale.

Premesso che le sentenze, giuste o ingiuste che siano vanno rispettate e fatte rispettare, le seguenti domande sorgono tuttavia spontanee:

perchè tutto ciò non avviene quando invece sono le Madri a non consegnare i figli ai Padri?

Perchè un Padre separato dovrebbe essere socialmente così pericoloso da dover procedere a interventi armati? E addirittura in numerosissimi casi (come avrebbero detto i carabinieri stessi stante il resoconto di Fabio)?
Qualcuno mi tira fuori per favore un qualche straccio di statistica sulla presunta pericolosità sociale dei padri separati che giustifichi questo comportamento?

Eppoi: c'era bisogno di un teatrino di questo tipo, considerata la presenza di minori nonché di estranei? Cosa avrebbe provato la bambina, se fosse stata sveglia, a vedere suo Padre minacciato da un mitra? E se quegli estranei invece che essere amici di Fabio fossero stati ospiti occasionali, magari vicini di casa, cosa avrebbero dovuto pensare?
Rinnovo allora la domanda: non c'erano proprio altri sistemi?

E infine: Non c'erano altre priorità, per le forze dell'ordine, quella notte, che andare a stanare questo pericoloso delinquente?

Le risposte io non le ho, ma quali che esse siano, una cosa è sicura: l'Arma dei Carabinieri, a partire dalle 22 del 28 gennaio, merita meno rispetto di quanto non ne meritasse fino alle 21 dello stesso giorno: almeno agli occhi dei milioni di Padri di famiglia che, piaccia o non piaccia, sia giusto o non sia giusto, rappresentano ancora la colonna portante di questa Nazione.

E per concludere, un appello alle forze dell'ordine: perfino gli americani in Iraq hanno rivisto le loro regole di ingaggio, ad ulteriore dimostrazione che solo gli imbecilli non cambiano mai idea. Vedete di fare altrettanto, se volete rispetto.

Ed ora ecco a voi la storia di Fabio
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OGGETTO: il mio primo giorno di resistenza passiva,contro la sentenza del giudice che ha tolto a me e mia figlia il nostro unico pernottamento settimanale

Cari Amici, Signori e Signore,stasera alle 22:00 circa ho aperto la porta, sono entrati due carabinieri, muso duro e aria spavalda: uno ragazzo (avrà avuto qualche anno meno di me) col mitra in mano, l’altro dicendo testualmente: “qui c’è una sentenza, dobbiamo portarla via”.

Con me sonia, la mia compagna, e Antonio un padre mio amico, mia figlia l’avevo messa già a letto. La Sonia si è spaventata per la loro arroganza. Dopo mezz’ora se ne sono andati, ovviamente sapevo che non avrebbero potuto prendere mia figlia (è un loro classico trucco per far paura).

Mi ha colpito una cosa. Antonio ha chiesto al Carabiniere capo: “quanti casi del genere lei ha avuto in un anno?” il carabinere ha risposto: “tantissimi” e Antonio: “e quante volte ha rilevato una situazione di pericolosità per la bambina?” il carabiniere ha risposto: “mai”, ha detto infine Antonio “allora perché non facevate venire il padre domani a deporre tranquillamente invece di precipitarsi alle 22:00 dentro una casa col mitra se non c’è pericolosità?”, - il carabiniere ha taciuto.

In fondo quei due carabinieri, la loro auto ed il mitra, potevano essere usati per le “vere” emergenze piuttosto che correre a salvare una bambina che sta beatamente dormendo da suo padre.

Ecco, penso che domani chiederò al mio avvocato di denunciare l’arma (ricorso l’ho già fatto e per il giudice sto preparando la denuncia in questi giorni), o chi di dovere, per procurato allarme, inoltre il mitra in casa (mi ha detto antonio che è ufficiale pure lui) non può entrare se non per situazioni di pericolo.

Anzi faccio denuncia già ora, UNA DENUNCIA MORALE A TUTTE LE AUTORITA’ CHE MI LEGGERANNO, girando questa lettera anche ai giornali, dicendo a tutti che una chiamata al 112 per stupro, omicidio o rissa, è paragonata per urgenza ad una chiamata dove una madre dice: “la bambina è col padre, ma l’orario non è esatto sono le 21:00 doveva portarmela alle 20:00!”.. Perciò al diavolo se qualcuno da qualche parte sta morendo o è aggredito (e non ci sono mai sufficienti forze dell’ordine per correre in tutti i posti dove c’è bisogno) o ha problemi seri.. perché in questo momento i due carabinieri con macchina e mitra sono impegnati a fronteggiare un pericolosissimo padre che ha appena raccontato a sua figlia la favola della buona notte.

Ciao Democrazia. Ciao Libertà.

Oh bella Ciao.

Fabio B.


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