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Stress test. Italia un’altra “Bella Ciao”?


Rosanna
Famed Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 3536
Topic starter  

Stress test.Per l’Italia un’altra “Bella Ciao” ?

Durante il discorso dei famosi mille giorni Renzi affermò in merito agli imminenti stress test ( http://scenarieconomici.it/dal-discorso-dei-mille-giorni-emersa-verita-sui-fondi-salva/)
”Sono convinto che negli stress test le banche italiane saranno più forti di altre europee”

Bene ad oggi due banche italiane necessitano una ricapitalizzazione di 2.9MLD rispettivamente per la banca toscana di sinistra (2.1mld oltre le attese) e l’altra di (800 mln circa).

Ed in misura minore altre sette banche italiane, secondo l’EBA l’autorità bancaria europea, la situazione patrimoniale delle nove banche italiane che non hanno superato gli stress test potrebbe peggiorare in concomitanza con il deterioramento dell’economia nazionale (cosa ovviamente scontata) per un ammontare di 35 mld in termini di capitale, come affermato da Vitor Constancio vice della BCE.
In questo scenario non rassicurante per le finanze italiane l’orizzonte che si andrebbe a delineare sarebbe una acquisizione da parte di banche magari tedesche su quelle italiane bocciate dagli stress test, oppure si potrebbe delineare a mio avviso un’ altra operazione “Bella Ciao” ovvero un’ulteriore ricapitalizzazione con soldi pubblici di quelle banche bocciate, analogamente a quanto avvenuto con le rivalutazioni delle quote di Bankitalia da 156 mila euro a 7.5 mld nel gennaio di quest’anno approvate in parlamento dove i parlamentari del PD per festeggiare magari la cosa, hanno cantato appunto Bella Ciao…

Il paradosso che la frettolosa rivalutazione delle quote di Bankitalia è stata pianificata proprio al fine di affrontare gli stress test previsti per l’anno corrente, per il fatto che l’istituto di credito nazionale è ormai privatizzato e partecipato da banche private italiane.
In sostanza, la situazione patrimoniale delle banche bocciate dai suddetti stress test potrebbe peggiorare come già descritto, con l’andamento negativo dell’economia nazionale. Ed a contribuire a questo trend negativo, potrebbero essere eventuali ”salvataggi” stessi di queste banche con soldi pubblici…

Apro una parentesi ricordando che fino al 2008 tutti i debiti pubblici di Spagna, Grecia ed Italia erano in calo, poi hanno iniziato a decollare per i famosi salvataggi al sistema finanziario, additando la colpa del debito pubblico ai mal costumi della popolazione…
greece-government-debt-to-gdp italy-government-debt-to-gdp spain-government-debt-to-gdp

Forse, il fatto di far parte dell’ eurozona che NON permette le famose nazionalizzazioni degli istituti bancari in crisi non avrà un suo peso non indifferente?

Per adesso la cronaca ha mostrato invece che le uniche banche a godere un ottimo stato di salute sono proprio quelle NON appartenenti all’eurozona http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2014-10-26/eba-tutte-promosse-banche-extra-eurozona-bene-inglesi-e-svedesi–132105_PRV.shtml?uuid=ABHiFx6B (mentre quelle dalla zona euro sono 25 le bocciate) magari per il fatto che sussiste il rischio cambio per gli Stati che detengono moneta sovrana, queste non hanno accumulato grosse esposizioni e che comunque hanno a le spalle le loro rispettive banche centrali, oltre a godere di una sana economia non depressa dalle logiche assurde dell’eurozona.

Ma la morale dell’euro purtroppo si riassume nella famosa citazione di Ettore Petrolini in Nerone e il Popolo: “Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. hanno poco, ma sono in tanti.
E anche in questo caso, sentiremo le note di Bella Ciao…
B00VEgPIMAADQ75

Ps. Ma la famosa banca tedesca piena di titoli tossici per un ammontare di circa 53 trilioni di euro (20 volte il pil tedesco) non dovrebbe essere bocciata dagli stress test come Pierino agli esami?
O quella banca tedesca gode immunità tipo ” Lodo bancario” ?

http://scenarieconomici.it/stress-test-per-litalia-unaltra-bella-ciao/


Citazione
radisol
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 8261
 

Delle due, l’una. Se l’esame della Bce è stato fatto correttamente, le banche italiane escono male dal confronto internazionale. Se invece il metodo utilizzato è discutibile, allora la vigilanza unica sta partendo con il piede sbagliato. Il dibattito è aperto. La Banca d’Italia cosa dice?

I RISULTATI DELL’ESERCIZIO

L’esito dello stress test, comunicato il 26 ottobre, solleva alcuni interrogativi sulle banche italiane e sulla metodologia dell’esercizio fatto dalla Banca centrale europea.

Il primo quesito riguarda in realtà la revisione degli attivi bancari (Asset Quality Review – Aqr), che ha preceduto lo stress test. La Aqr ha comportato un esame approfondito degli attivi, per verificarne la corretta valutazione in bilancio. Ebbene, le quindici banche italiane sotto esame hanno complessivamente riportato la maggiore correzione di valore nel confronto internazionale: 12 miliardi, doppia rispetto a quella delle banche tedesche e francesi, il quadruplo di quella delle banche spagnole (e molto superiore anche in percentuale dell’attivo ponderato per il rischio). Questo risultato può generare sospetti sulla contabilità delle nostre banche. La Banca d’Italia ha sorvolato su questo aspetto nel suo comunicato ufficiale di domenica, ma sarebbe bene che fornisse chiarimenti.

Venendo allo stress test, la Bce ha riassunto il risultato aggregato per la zona euro dicendo che la riduzione di capitale (Cet1 per gli addetti ai lavori) derivante dallo scenario avverso sarebbe di quattro punti percentuali per la banca mediana del campione. Anche qui stiamo peggio degli altri grandi paesi: per le nostre banche la riduzione sarebbe di cinque punti, contro i quattro della Germania, i tre della Francia e i due della Spagna. Si può obiettare che lo scenario avverso è stato costruito in modo penalizzante per le banche italiane, in relazione sia alla recessione ipotizzata sia alla valutazione dei titoli di Stato in portafoglio. È però vero che la recessione italiana sta effettivamente prolungandosi per il terzo anno consecutivo; ed è anche vero che l’esposizione al rischio sovrano delle nostre banche è cresciuta drasticamente negli ultimi anni.

Inoltre, l’Italia è ben rappresentata sia nella Bce (incluso il Supervisory Board Mario Draghi) sia nella Eba (European Banking Authority), che ha condotto lo stress test in collaborazione con la Bce. Perché allora è stato tollerato un trattamento che ha favorito le banche di altri paesi? Forse la risposta va cercata nelle pieghe degli accordi di Basilea, che forniscono le regole per il calcolo dei requisiti patrimoniali utilizzati nella Aqr e nello stress test. Ma allora le autorità italiane dovrebbero sollecitare un dibattito su quelle regole, se è vero che penalizzano banche con un business più tradizionale e focalizzato sull’attività di banca commerciale piuttosto che sull’investment banking. Questo non tanto per “proteggere” le banche italiane, ma per dare maggiore credibilità alla regolamentazione stessa e agli stress test. Che credibilità ha uno stress test che promuove a pieni voti tutte le banche tedesche, francesi, spagnole, inglesi, anche quelle notoriamente caratterizzate da una leva molto elevata (ad esempio, Deutsche Bank)?

LE DEBOLEZZE DEL SISTEMA ITALIANO

I deficit patrimoniali evidenziati dalla Bce in seguito allo stress test ammontano a 25 miliardi per la zona euro, distribuiti su 25 banche, con i dati al 31 dicembre 2013. Di queste, nove sono italiane, per un deficit complessivo di 9,7 miliardi, contro lo zero (o quasi) di Germania, Francia e Spagna. Grazie agli aumenti di capitale effettuati quest’anno, rimangono secondo la Bce tredici banche con deficit patrimoniali, di cui quattro italiane. Tenendo conto delle ulteriori misure prese quest’anno (non considerate dalla Bce), alla fine restano solo due banche italiane che devono mettersi in regola, per un deficit complessivo di poco meno di 3 miliardi. È vero che a fronte di questo deficit vi sono eccedenze patrimoniali (per le altre tredici banche italiane complessivamente) per oltre 25 miliardi. Ed è anche vero che le banche italiane hanno avuto aiuti di Stato molto ridotti, al contrario delle banche di altri paesi (Germania e Spagna per primi) che hanno avuto aiuti massicci.

Tuttavia sembra che, rispetto alle loro concorrenti, le banche italiane si siano mosse in ritardo, rimediando solo nel corso di quest’anno ad alcune situazioni di debolezza patrimoniale. Le banche più in ritardo sono quelle caratterizzate da una governance più debole: le due banche che dovranno prendere ulteriori misure di rafforzamento patrimoniale, Mps e Carige, si sono in passato distinte per gravi problemi di controllo societario, che pongono pesanti interrogativi sul ruolo delle Fondazioni bancarie (che il Fmi aveva già posto in una analisi precedente). Speriamo che siano problemi in fase di rapida soluzione, anche grazie ai ricambi di gruppo dirigente avvenuti di recente.

In conclusione, se la metodologia adottata nella valutazione degli attivi (Aqr) e nello stress test è corretta, il sistema bancario italiano esce piuttosto male dall’esercizio, mostrando alcuni punti critici che non sono emersi per i principali sistemi concorrenti. Se invece la metodologia è sbagliata, perché penalizza alcuni paesi (segnatamente il nostro) a favore di altri, allora è la Vigilanza unica che ne esce male: il Single Supervisory Mechanism (Ssm) sta partendo con il piede sbagliato.

Questo è un punto su cui bisognerà fare chiarezza, anche da parte della Banca d’Italia: limitarsi a richiamare la solidità complessiva del sistema bancario italiano, che peraltro nessuno mette in dubbio, non è sufficiente.

28.10.14

Angelo Baglioni

http://www.lavoce.info/qualche-domanda-su-stress-test/


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