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IL TRAMONTO DEL DOLLARO


mystes
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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"„Il giorno del Big Bang non è lontano. Il denaro, nella sua estrema essenza, è futuro, rappresentazione del futuro, scommessa sul futuro, rilancio inesausto sul futuro, simulazione del futuro ad uso del presente. Se il futuro non è eterno ma ha una sua finitudine, noi, alla velocità cui stiamo andando proprio grazie al denaro, lo stiamo vertiginosamente accorciando. Stiamo correndo a rotta di collo verso la nostra morte come specie. Se il futuro è infinito ed illimitato, lo abbiamo ipotecato fino a regioni temporali così sideralmente lontane da renderlo di fatto inesistente. O forse, in un moto circolare, niciano, einsteniano, proprio del denaro, ci sta arrivando alle spalle gravido dell'immenso debito di cui lo abbiamo caricato. Se infine, come noi pensiamo, il futuro è un tempo inesistente, un parto della nostra mente, come lo è il denaro, allora abbiamo puntato la nostra esistenza su qualcosa che non c'è, sul niente, sul Nulla. In qualunque caso questo futuro, reale o immaginario che sia, dilatato a dimensioni mostruose e oniriche dalla nostra fantasia e dalla nostra follia, un giorno ci ricadrà addosso come drammatico presente. Quel giorno il denaro non ci sarà più. Perché non avremo più futuro, nemmeno da immaginare. Ce lo saremo divorato “. (Ezra Pound, A che serve il denaro)

 

 

 

In una recente visita di Lula in Cina, il presidente Xi Jinping ha suggerito che il commercio tra i due Paesi con l´uso del dollaro dovrebbe cessare. Segnerebbe la fine dell'egemonia del biglietto verde nel mondo.

L'idea in sé, indipendentemente dai personaggi politici che l'hanno lanciata, è molto buona. Vediamo le difficoltà e in che modo potrebbe prosperare.

Il fatto stesso che se ne parli a livello istituzionale, e non di soli esperti di finanza internazionale, sta a significare che le possibilità non siano poi tanto remote.

In realtà il Presidente brasiliano in visita a Xi Jinping ha solo lanciato una provocazione sotto forma di due domande: "Perché non possiamo fare il nostro scambio internazionale con la nostra moneta? Chi ha deciso che deve essere solo il dollaro?".

La misura proposta da Lula prevedeva che Brasile e Cina potessero condurre il loro commercio bilaterale nella valuta dei due Paesi, senza coinvolgere la valuta standard internazionale, il dollaro.

Lula però non sa che il sistema monetario internazionale fu riformato nel 1944, alla conferenza di Bretton Woods negli Stati Uniti, con l'approvazione di tre misure di grande impatto.

La prima fu la sostituzione del gold standard con il dollaro americano nel commercio internazionale, ponendo la moneta nordamericana al centro del commercio estero mondiale dopo la fine della guerra. Il Brasile aderì e sottoscrisse l´accordo.

La seconda misura fu la creazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI), un'istituzione globale e globalista che riceve contributi finanziari dai Paesi membri per finanziare i deficit della bilancia dei pagamenti dei Paesi membri nelle loro relazioni commerciali con il resto del mondo.

La terza misura è stata la creazione della Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BIRD), la cui holding si chiama Banca Mondiale, per concedere prestiti a lungo termine ai Paesi membri per investimenti in infrastrutture.

La scelta della valuta da utilizzare come valuta standard internazionale fu definita sulla base di almeno tre condizioni: a) la valuta standard doveva essere libera e avere corso legale nel paese emittente, che doveva avere un prodotto interno sufficientemente grande da garantire la fornitura di beni e servizi ai possessori di tale valuta che desideravano spenderla per acquistare prodotti; b) il paese doveva avere una storia di stabilità economica e di bassa inflazione e c) doveva essere riconosciuto come un luogo di istituzioni libere e stabili.

In poche parole veniva proposta la moneta che aveva vinto, non solo dal punto di vista militare, la seconda guerra mondiale, ma soprattutto che aveva vinto dal punto di vista economico, visto che il dollaro si era imposto come unica moneta di scambio a livello globale.

In quella conferenza del 1944 la scelta cadde sul dollaro statunitense, poiché gli Stati Uniti erano il Paese che più si avvicinava a soddisfare le tre suddette condizioni, con l'ulteriore requisito che tutti i dollari emessi dagli Stati Uniti erano sostenuti e garantiti dall'oro conservato nel Deposito dei lingotti degli Stati Uniti a Fort Knox.

Pertanto i discorsi dei due presidenti, il cinese e il brasiliano, si scontrerebbero contro la dura realtà politica e per poterla superare o ribaltare occorrerebbe il consenso e non solo, la forza economica e la libertà politica di decisione di un gran numero di paesi.  Allo stato attuale, Cina e Brasile sono paesi dominati da una ideologia politica in cui la libertà lascia molto a desiderare, mentre India e Russia avrebbero in teoria il potenziale sociale ed economico, ma non hanno quello politico, ossia non sono in grado da soli, di esercitare a livello internazionale le pressioni necessarie per ottenere i consensi a un cambiamento così drastico, di tipo epocale, che spezzerebbe le gambe all´attuale tendenza globalista dei paesi sottomessi al dominio del dollaro.

 

 

 


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Cachafaz
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 Mystes, ma solo la Cina ha ormai una base industriale grande come Europa e Usa messi insieme; hanno sia la gran parte delle materie prime che delle risorse in uomini. Soprattutto, la de dollarizzazione se comincia,e tutto lascia presupporre che sta' cominciando ,per come l'ho capita poi potrebbe diventare una valanga, in quanto produrra' sempre piu' inflazione in europa e Usa che gia' non stanno piu' in piedi ora. Per cui, i problemi che hai posto sono reali, ma secondo me potrebbero essere superati dagli eventi, cioe' un probabile crollo qua;  la coalizionee con Russia-Cina gioco forza  accelerera' per colmare il vuoto. Ma certamente le incognite ci sono.


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mystes
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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Se l´Europa continua nel suo servilismo (imposto dai vincitori ai vinti) e a cui specialmente l´Italia non riesce a sottrarsi, saremo inevitabilmente travolti dalla valanga di cui parli. Infatti, occhio alla geopolitica...continuare nella cecitá e nel servilismo non fará che aggravare la nostra situazione.


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Luca VFR
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
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Che il tramonto del dollaro sia inevitabile è pacifico. Che l'italia possa sganciarsi da quel destino che il crollo del dollaro ci riserverà è una pura barzelletta. Di certo non si sgancerà per merito della nostra classe digerente la quale pensa solamente a come salvarsi il culo dall'imminente crollo. Ma non ci riuscirà nemmeno lei, of course. Perché la discesa negli Inferi al confronto sarà la "tradizionale gitarella fuori porta del Lunedì di Pasquetta".


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