Apprendo e giro agli internauti che capitombolano a casaccio dentro questo articolo, con l'unica speranza di indurre a riflettere e una sola avvertenza: se non vi interessa pensare evitate di leggere.
Cosa centra il terribile attacco terroristico avvenuto ai recente a Manchester con Felix il Gatto creato da Pat Sullivan e Otto Messmer nel lontanissimo 1917?
Apprendiamo da wikipedia.org che la signorina Ariana Grande, nata a Boca Raton, in Florida, il 26 giugno 1993 che era in tour nello stadio dove avviene l'attentato, ha un nome dato dalla madre ispirato alla Principessa Oriana di Felix the Cat, un film del 1989 (fonte wikipedia.org).
Apprendiamo inoltre dalle stesse fonti che la madre di Ariana è manager esecutiva e proprietaria di un'azienda che produce strumenti per la comunicazione e allarmi di sicurezza per la Marina.
Ariana sembra precoce anche negli affari e come tutti quelli che non navigano nei problemi economici è pure precoce il suo impegno sociale: all'età di 10 anni, Ariana Grande ha cofondato (con chi?!) il gruppo musicale di bambini Kids Who Care, in South Florida, con il quale ha cantato diverse volte per beneficenza, guadagnando più di $500.000, solo nel 2007 (e poi?!).
Un aspetto interessante è vedere come calzi volentieri la parte della gatta o di animali comunque neri, forse in ossequio all'origine del suo nome, preso da un cartone per bambini di un "gatto felice"? Sia come sia, le sue canzoni hanno uno spiccato significato sensuale, con riferimenti che cadono spesso verso il riferimento esplicito, senza preoccuparsi se rivolto o meno a un pubblico minorenne. Mi verrebbe quasi da dire che sono video educativi per aspiranti "libere professioniste", anche se la ragazza non ci propone nulla più di un elaborata immagine pubblicitaria, tipica di un intervento di PR, così come ci siamo ormai abituati ad accettarlo per infinite altri prodotti di marketing, dai detersivi, ai cosmetici, fino alla tecnologia. Un azione di propaganda che ha radici lontane e in Freud.
Il cartone-filmato del gatto poi è forse la parte più inquietante dell'intera faccenda e non solo perché non c'è un singolo frame che abbia il benché minimo senso, ma anche perché il cattivo somiglia fin troppo a un pene. Per chi non l'avesse mai visto ne consiglio caldamente la visione (per esempio QUI) non solo per farsi una cultura sugli scivoloni delle produzioni anni '80, ma proprio per capire che i tentativi di destrutturazione dei significati sociali nella mente infantile, ha radici lontane. Che dire di interessante dei due creatori di Felix? Nel 1917 Sullivan, più probabilmente l'inventore del personaggio, fu condannato per lo stupro di una ragazza di 14 anni e trascorse 9 mesi in carcere, durante i quali lo studio di produzione dell'indiscusso famoso gatto rimase in pausa. Sullivan è morto il 15 febbraio del 1933 all'età di 46 anni a New York per polmonite e alcolismo. Ufficialmente la paternità di Felix the Cat appartiene a Otto Messmer.
C'è un collegamento tra Felix e la cantante e tra la cantante (senza il suo volere) e l'atto terroristico ma non c'è alcun collegamento tra Felix The Cat e l'atto terroristico.
L'articolo rientra nell'ambito della psicologia sociale e della sociologia delel comunicazioni e l'uso perverso che se ne fa a fini commerrciali (discorso peraltro molto interessante) ma qui il terrorismo non c'entra assolutamente nulla.
C'è un collegamento tra Felix e la cantante e tra la cantante (senza il suo volere) e l'atto terroristico ma non c'è alcun collegamento tra Felix The Cat e l'atto terroristico.
L'articolo rientra nell'ambito della psicologia sociale e della sociologia delel comunicazioni e l'uso perverso che se ne fa a fini commerrciali (discorso peraltro molto interessante) ma qui il terrorismo non c'entra assolutamente nulla.
Rispetto a Felix the Cat centra per l'immagine come dici , rispetto "Felix the Cat: the movie" manca alla tua corretta precisazione il problema narrativo. Così come non c'è un filo logico che connetta la narrazione ufficiale a quanto accade nei fatti di cronaca, come fosse ogni volta il dettato di una icona surrealista, se guardi il film "Felix the Cat: the movie", un prodotto commerciale fondato su un personaggio popolare e dedidicato ai bambini già nel lontano '88, non vengono molti dubbi circa il tetativo di allenare la mente "plastica e infantile" all'accetazione passiva di narrazioni surrealiste, come fosse messa sotto acido, è con ciò viene il sospetto che si tratti di una tecnica che ha come fine il distacco dalla realtà e che (come ho detto) ha radici lontane. Non inizia con la cantante ma è un sottile filo -oscuro- continuo.