Articolo di Emilia Zucchetti per “L’Unità”, 11 novembre 2061
Quest’oggi, gentili lettori dell’Unità, la vostra Emilia Zucchetti, articolista da ormai trent’anni dell’Unità, compie uno strappo alla regola. Mio padre Massimo compie oggi 100 anni. È ancora lucido, il vecchio prof, e quindi ho deciso di parlare con lui di una serie di fatti e cose così sepolte dal passato che sembrano successe mezzo secolo fa. Ops: davvero è passato mezzo secolo. Va bene: sentiamo il padre.
E: Papà come va oggi? Compi cento anni!!!
M: Io non rilascio interviste all’Unità! Non a quella nuova! Sono dei piddini che han tradito!
E: Papà, quante volte ti ho detto che questa è la NUOVA Unità, organo del partito comunista balzeraniano, e il PD è fuori legge da quarant’anni, dopo la Grande Morìa seguita alle tessere avvelenate al botulino: non ricordi?
M: Va bene, Emilia. Che vuoi?
E: Sempre gentile, babbo. Voglio parlare del TAV e del movimento NOTAV. Ricordi?
M: Aaaah. Certo: ricordo benissimo quella pazzia. Siamo andati avanti 26 anni a opporci a questo progetto inutile, dannoso, costosissimo, infiltrato dalla mafia, portato avanti da una masnada di incapaci, profittatori, ignoranti, ladri, prevaricatori e da galera!
E: Sempre moderato, papà. Ricordi Virano?
M: Virano chi?
E: Ricordi Fojetta?
M: Fojetta? È mai esistito uno con un nome così? Davvero?
E: Papà non ricordi niente!!!
M: No, Emilia. Non ricordo nessuno di quei poveretti, sono sepolti dalla storia, sono nel cesso della memoria. Ma ricordo Alberto, partito dopo la Grande Vittoria per un viaggio in Nepal sulle orme di Tiziano Terzani. Ricordo Nicoletta, come si vergognava quando la chiamavano Presidente. Pensa, dopo Napolitano e quell’altro!!! Ricordo Lele, quando poi suo figlio ti ha sposata, Emi. E Gabriella, che mi ha fatto camminare in Clarea per espiare. E Il ministro dell’ambiente, Cavargna sempre nervus. Poi Gigi e suo figlio, quando fecero quella diretta da Marrakesh. Ricordo tutto. Ma solo di quelli che vanno ricordati.
E: Giusto, giusto. Chiamparino, Fassino, Bresso? Sai chi erano?
M: Emilia, sii felice. Dememorizza certe nozioni inutili. Pensa ai figlioli. Lele ed io siam preoccupati…
E: Hanno trent’anni, papà, i figlioli. Vuoi dire ancora qualcosa?
M: Certo. NOTAV. Per sempre.
E: Grazie.
Fonte: http://ilmanifesto.info
Link: http://ilmanifesto.info/storia/2061-intervista-allultimo-notav/
6.08.2015