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Basta Prenderlo in Kulo

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Tao
 Tao
Illustrious Member
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In pieno rinascimento qualcuno sostenne la tesi secondo la quale "il fine giustifica i mezzi". Ovvero che lo stato sia legittimato ad usare qualunque mezzo per raggiungere lo scopo che si fosse prefissato.

Perché l'idea che ogni azione trovi un limite nel rispetto di principi inviolabili ed inderogabili fosse universalmente condivisa, almeno nella cultura occidentale, sono occorsi secoli.

Il nostro orgoglio di occidentali deriva anche dal fatto di vivere in quelli che comunemente chiamiamo "stati di diritto". Ovvero Paesi in cui la legge, non solo sostituisce l'arbitrio, ma rispetta quelli che noi consideriamo diritti inviolabili dell'uomo.

Per questa ragione anche ai più efferati criminali riconosciamo quelle garanzie senza le quali una nazione non può considerarsi uno "stato di diritto".

Ecco quindi che, a qualunque imputato, e per qualunque crimine, si riconosce il diritto di mentire, il diritto di essere considerato innocente fino a sentenza definitiva, il diritto a non scontare alcuna pena fin quando non venga dichiarato colpevole, il diritto di pretendere che sia l'accusa a dimostrare la sua colpevolezza, e non egli la sua innocenza.

Nessuna persona equilibrata, di cultura giudaico-cristiana, penserebbe di mettere in discussione questi principi.

Eppure in questo momento, nel nostro Paese, tali principi sono sistematicamente violati, nella vergognosa indifferenza della stragrande maggioranza della popolazione, e con la colpevole complicità di quella fabbrica di fregnacce che è diventata la Corte Costituzionale.

Mi riferisco, come avrete già compreso, alle recenti norme in materia tributaria. Norme che sovvertono in modo palese i sacrosanti principi dello stato di diritto. Dalla punibilità dell'indagato che mente, all'obbligo di dover dimostrare la propria innocenza, dalla presunzione di colpevolezza all'immediata esecutività della pena.

Un atto di tale gravità dovrebbe farci comprendere la vera natura dello stato: mentre la grande criminalità organizzata si espande impunemente, penetrando i gangli vitali del Paese, lo stato si mostra incapace di porre un freno a questo flagello, anche in ragione delle limitazioni che lo stato di diritto impone agli inquirenti ed ai giudici.
Eppure, al fine di incrementare le entrate tributarie, lo stato non esita a violare impunemente i pilastri sui quali uno stato di diritto si regge.

Se la logica ha un senso, dobbiamo dedurne che la priorità dello stato sia quella di incamerare e gestire la maggior quantità della ricchezza che la nazione produce, e non quella di garantire la sicurezza dei cittadini, che dovrebbe essere il fondamento che giustifica l'esistenza stessa dello stato.

Ogni comunità sente istintivamente la necessità di darsi delle regole che siano da tutti condivise e di tutelare la sicurezza e la proprietà privata di ogni membro. Il soddisfacimento di queste esigenze ha prodotto quell'entità che noi chiamiamo stato. Il quale, nella sua essenza, svolge funzioni fondamentali e vantaggiose per ognuno. Potremmo ragionevolmente sostenere che lo stato, nella sua concezione astratta, sia un ente indispensabile affinché una comunità evolva e progredisca. La stessa economia sarebbe paralizzata se non ci fosse una entità che garantisca il rispetto dei contratti. Lo stato surroga l'esercizio di quei diritti che ogni singolo membro dovrebbe poter esercitare, ma che facilmente sarebbero soggetti all'arbitrio del più forte. In pratica lo stato esercita quell'opera di coercizione dovuta alla sua forza, e che non potrebbe essere esercitata dai singoli cittadini.

Lo stato, quindi, deve disporre di giudici e di gendarmi, il cui mantenimento richiede il contributo di tutti i membri. Nascono le tasse e la figura dell'esattore.

Ma noi, che siamo adulti e vaccinati, stiamo bene attenti a non confondere ciò che una cosa dovrebbe essere, da ciò che una cosa è. E tutti sappiamo che gli stati, nati per servire le popolazioni, sono stati occupati da individui che li hanno utilizzati sopratutto come strumenti per esercitare il proprio dominio sulla comunità. Che si tratti di guerrieri, di re o di oligarchie, le cose non cambiano.

Chi controlla lo stato se ne sente padrone, e lo usa sopratutto per accrescere il proprio potere, il proprio prestigio o le proprie ricchezze. Che senso avrebbe, altrimenti, combattere delle guerre per accrescere i propri domini sui territori e sulle popolazioni? Ma al popolo, cosa importa se lo stato annette regioni prima sottomesse ad altri stati, o se regioni soggette al proprio stato si rendono autonome? Pensateci bene.

Per quale motivo il Sud Tirolo viene annesso al Regno di Italia? Forse qualcuno ha ascoltato il parere della popolazione che vi abita da millenni? No. Due stati si scambiano i territori come fossero merci, ovvero proprietà private di chi governa quegli stati. Oppure pensiamo alla Sicilia: un territorio ben delimitato, una popolazione etnicamente omogenea, una unica lingua, una unica cultura. In pratica la sicilia si può considerare una nazione. Eppure se la Sicilia decidesse di rendersi autonoma, e di amministrarsi da sola, lo stato italiano manderebbe i carri armati. Perchè?

Per quale ragione un popolo non deve avere il diritto di autodeterminarsi e decidere del proprio destino? Che senso ha la parola: unità nazionale? In pratica: cosa si nasconde dietro la volontà di impedire che un popolo decida di formare un nuovo stato, diverso da quello al quale apparteneva?

Io credo che se la sovranità appartenesse davvero al popolo, come la propaganda di regime fa credere a tutti noi sudditi, non ci sarebbe alcuna ragione per impedire che ogni popolazione stanziata su un preciso territorio si rendesse autonoma. Se questo viene sistematicamente impedito è semplicemente perchè il popolo detiene una sovranità limitata, mentre esiste un potere nascosto che si sente padrone dello stato, delle sue ricchezze, dei suoi territori e della sua popolazione.

Lo stato, come ho più volte sostenuto, è la più potente ed efficiente organizzazione criminale che l'umanità abbia inventato. Una oligarchia detiene il vero potere e controlla i gangli vitali di una nazione per mezzo di una struttura intermedia composta da magistrati, alti dirigenti, alti ufficiali, prefetti, media. Questa struttura trae grandi privilegi dall'esistenza dello stato, ed ha tutto l'interesse a mantenere lo status quo.

In pratica, un ente creato per rispondere ad importanti esigenze dei popoli, è stato pian piano occupato da qualcuno che lo ha utilizzato per esercitare il potere ed appropriarsi di una parte della ricchezza che la popolazione produce. Per millenni tale occupazione è stata abbastanza palese, nel senso che la gente sapeva chi comandava: la "nobiltà" delle armi. che si trattasse di un barone, di un duca o di un re, non vi era alcuna differenza.

La svolta è avvenuta nel momento in cui un nuovo potere, quello del denaro, ha prevaricato quello delle armi, asservendolo al proprio dominio. Questa vera e propria rivoluzione è stata possibile grazie alla capacità, che le oligarchie finanziarie hanno dimostrato, di sfruttare le istanze democratiche che nacquero e si diffusero a partire dalla metà del settecento.

Furono i banchieri a sostenere economicamente i movimenti democratici, quasi sempre riuniti in logge massoniche, così come furono i banchieri a manipolare i mercati in modo da creare le condizioni perchè le rivolte contro i "tiranni" fossero suffragate da una grande parte della popolazione. Si tratta di un gioco che le oligarchie finanziarie hanno più volte praticato negli ultimi due secoli: sfruttare movimenti costituiti da idealisti in perfetta buona fede, al fine di farli operare inconsapevolmente a vantaggio degli oligarchi. E poichè i banch
ieri sono peggio dei vermi, amano vivere nascosti. E quale sistema avrebbe meglio di altri consentito a questi vermi di esercitare il potere senza esporsi al giudizio popolare? La democrazia, ovvero la finta democrazia nella quale viviamo.

Si tratta, come ho già detto, di una efficientissima struttura criminale il cui fine è quello di consentire a pochi di vivere sulle spalle di molti. Purtroppo questa struttura criminale ha bisogno, per funzionare, di un apparato intermedio abbastanza costoso. Con la conseguenza che la struttura, nel suo complesso, assorbe enormi quantità di risorse, determinando la crescita continua e costante della pressione fiscale.

Pensiamo al solo fatto delle spese per la sicurezza: abbiamo quasi un poliziotto ogni cento abitanti. Questo vuol dire che per garantire la sicurezza in una città di 20 mila abitanti dobbiamo stipendiare 200 poliziotti. Non vi pare una cosa abnorme? Basta il semplice buon senso per capire che per garantire la sicurezza a questa piccola città 40 poliziotti sarebbero già un numero enorme, sufficiente a far si che non vi siano praticamente reati. Eppure ne manteniamo il 500%; e la criminalità la fa da padrona.

Vogliamo parlare del numero di persone che, in qualche modo, vivono di politica? Si tratta di circa un milione di individui, dal piccolo consigliere comunale al senatore, dal consigliere di amministrazione di qualche ente al consulente superpagato. Credo sia superfluo continuare questa disamina, trattandosi di cose di una tale evidenza che non aver bisogno di particolari approfondimenti.

La cosa sostanziale è che ci vediamo costretti a cedere una parte indecorosamente grande della ricchezza che produciamo per pagare dei "servizi" che ci vengono obbligatoriamente forniti al prezzo che il potere ha stabilito. E poichè la pressione fiscale ha oramai raggiunto livelli da collasso economico, lo stato, così come qualunque organizzazione mafiosa, mette in atto misure e strumenti che esulano dai canoni di uno stato di diritto.

La cosa è grave, poichè rappresenta il segno che il sistema è saltato. Anche gli stupidi capiscono che l'aumento della pressione fiscale oltre una certa soglia disincentiva la produzione di ricchezza, con la conseguenza che la base imponibile si riduce inesorabilmente. In tal caso, per mantenere costanti le entrate tributarie occorrerà aumentare ulteriormente la pressione fiscale, innescando quella spirale discendente che conduce prima al collasso economico, poi alle sommosse sociali.

Ma se queste cose le comprendiamo tutti, sicuramente le comprendono anche coloro che le stanno orchestrando: cui prodest?

E qui occorre ritornare un po indietro. Abbiamo detto che il potere vero è detenuto dalle oligarchie nascoste, mentre il potere che noi vediamo, rappresentato dal parlamento, non è che una struttura intermedia, che funge da capro espiatorio.
L'azione di questo governo non ha nulla a che fare con la lotta all'evasione. Per credere questo occorre essere davvero stupidi. L'azione di questo governo serve a depredare gli italiani di una parte della ricchezza accumulata negli ultimi 60 anni, per trasferirla nelle casse del vero potere, ovvero delle oligarchie bancarie.

La fretta con la quale avviene questa predazione è dovuta alla consapevolezza che il sistema è saltato, ed i grandi parassiti rischiano di non veder onorati i propri crediti. Ecco la ragione dell'uso di strumenti palesemente incostituzionali.

Allorquando i grandi parassiti avranno incassato il frutto della loro perpetua usura nei confronti dei popoli, il sistema sarà irrimediabilmente distrutto. A quel punto lo stato collasserà, generando sommosse che spazzeranno via questa classe politica, sulla quale la popolazione sfogherà le proprie frustrazioni.

E mentre tutto questo avverrà, le oligarchie parassitarie assisteranno al dramma, in attesa di veder insediare un nuovo governo. A quel punto riprenderanno a succhiare il sangue dei popoli, coscienti che i governi vanno e vengono, ma loro, nascosti come tutti i vermi, saranno sempre al posto di comando.

Giorgiofra
Fonte: www.cobraf.com
30.11.2012


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Georgejefferson
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BAGNAI

Brevi estratti

Noi abbiamo assistito, in particolare in Italia, ma in generale in Europa, a un progressivo arretramento dello Stato da tutta una serie di funzioni produttive, di erogazione di servizi, di gestione di infrastrutture, di gestione di reti, di gestioni di servizi pubblici essenziali, eccetera, eccetera, al grido di “meno Stato più mercato”, “mercato è bello”, eccetera. Grido che peraltro è anche profondamente inciso in trattati europei come il Trattato di Lisbona che noi abbiamo approvato molto consapevolmente quando eravamo in vacanza.

Quindi questo approccio fortemente ideologico ha visto un arretramento dello Stato. Ma il settore privato non è necessariamente più efficiente. Noi abbiamo quantità di report, per esempio, della Corte dei Conti, che ci dicono che queste privatizzazioni non hanno dato i risultati che speravamo. Io non ne speravo alcuno, in realtà, ma insomma che sperava chi le proponeva, che questo aumento dell'efficienza è rimasto abbastanza chimerico, eccetera eccetera. Queste cose si sanno, sono documentate. Ma non è che c'è bisogno di saperle a valle, dopo che il danno è fatto, basta saperle a monte. Ti leggi un libro di politica economica e vedi che il mercato, come meccanismo di allocazione delle risorse, ha i suoi
limiti, ha le sue inefficienze, e quindi sai prima che nel momento in cui ti
dicono “tutto mercato”, quello è un messaggio ideologico, è un messaggio
demagogico e devi essere attento.
Purtroppo noi in Italia abbiamo avuto, come in tanti altri paesi, perché se uno si informa su quello che succede per esempio in Germania, vede che succede anche lì, abbiamo avuto comunque l'immagine di una classe politica estremamente suscettibile di corruzione, di uno Stato non particolarmente efficiente, eccetera eccetera. Questo ha favorito molto la penetrazione del messaggio “Stato brutto-privato bello”. Un messaggio semplice, essenziale, si può dire in quattro parole: due sostantivi e due aggettivi. Tutti lo capiscono, anche l'elettore mediano che non sa fare tre per sette.O che fa due più due uguale cinque, come tutti i giornali gli dicono. Tutti i giornali gli dicono che due più due è uguale
a cinque, tu gli parli e lui dice “due più due è uguale a cinque”. Certo, noi in Italia siamo in una situazione particolarmente svantaggiata perché abbiamo una sfiducia radicale, profonda, nelle nostre istituzioni che deriva da un passato storico di stato nazionale estremamente recente, un'identità nazionale e quindi di fiducia nelle istituzioni profondamente scissa, profondamente frazionata, lacerata. Deriva da tanti brutti episodi che si sono verificati, deriva da tante cose. Quindi siamo molto restii, giustamente restii ad accettare qualsiasi discorso che cerchi di essere critico nei riguardi del privato. Perché se tu vedi uno Stato che ti sembra tanto brutto e vuoi avere speranza, devi pensare per forza che il privato è tanto bello. E che il privato forse è ancora più brutto dello Stato te ne accorgi solo dopo, quando è troppo tardi perché il privato si è magnato tutto.

Quindi prima della crisi, in realtà, il debito pubblico non è grande, lo diventa durante la crisi, tutto d'un colpo, quando lo Stato salva le istituzioni finanziarie private. Allora ciò a cui bisognerebbe guardare, se si volesse fare questa bella Europa che mette i conti a posto, eccetera, non è da guardare il debito pubblico, è da guardare il debito estero. Ma perché non si guarda il debito estero e si guarda il debito pubblico? Semplice! Perché se tu guardi il debito pubblico dici “Stato brutto, riduciamo il peso dello Stato”. Se tu guardi il debito estero dici “purtroppo mercato brutto, riduciamo i movimenti internazionali dei capitali”. E qui non si scappa, cari colleghi ortodossi, alla fine di questa storia, se non vogliamo ritrovarci... in primo luogo se vogliamo uscire e poi se non vogliamo ritrovarci tra 6-7 anni di nuovo in questa situazione, bisogna mettere dei controlli sui movimenti internazionali dei capitali. E questo lo dice quel pericoloso covo di comunisti, di anarchici, di insurrezionalisti che è il Fondo Monetario Internazionale.


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Georgejefferson
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Brevi estratti

JOHN KLEEVES

La leggenda del capitalismo e del libero mercato

Dimenticate Marx e pensate ex novo al Capitalismo. Cosa si intende per Capitalismo? Un’economia di libero mercato, il quale lasciato a sé stesso e senza interventi statali permette la creazione di grandi ricchezze concentrate.
Si intende questo, eppure se ci pensiamo vediamo che con un mercato veramente libero non potrebbero affatto crearsi grandi ricchezze concentrate: con un mercato veramente libero non potrebbe esserci il Capitalismo!
Il fatto è che le grandi ricchezze concentrate, diciamo le grandi aziende, per nascere e mantenersi hanno bisogno sempre di opere pubbliche, di opere della collettività.

Immaginiamo ogni grande azienda, di qualunque settore, ai suoi albori. L’industria dell’auto per esempio. Dopo l’invenzione del semovente in vari Paesi degli imprenditori pensarono alla produzione di massa. Hanno venduto bene le prime serie, ma poi avrebbero dovuto fermarsi: era necessaria una rete stradale adatta. Ma in un mercato libero lo Stato non ti fa le strade perché devi vendere le tue auto ma ti dice: se le vuoi compra i terreni e asfalta, caro il mio imprenditore privato, e rispetta i diritti dei confinanti, che sono liberi cittadini in un libero mercato.

Avrei voluto vedere come avrebbero potuto svilupparsi i colossi del settore, come la Ford o la Fiat: avrebbero dovuto comprare striscia di terra dopo striscia di terra, asfaltarla, recintarla e dotarla di un’infinità di sottopassaggi e cavalcavia, curarne la manutenzione, rendere conto degli incidenti che vi avvenivano. Sarebbe stato impossibile anche il primo passo, l’acquisto dei terreni, perché ogni contadino avrebbe chiesto cifre esorbitanti è ovvio.
Sarebbe rimasto al nostro candidato capitalista delle quattro ruote il mercato militare: jeep e camion per l’Esercito, che viaggiavano sulle strade da lui fatte, per i suoi scopi. E il tutto vincolato dallo Stato (divieto di esportare, tipi di prodotti, eccetera), perché è roba di importanza strategica.
Oppure pensiamo all’industria aeronautica e alle compagnie aeree. Begli oggetti gli aerei passeggeri, ma richiedono aeroporti e in un libero mercato lo Stato ti risponde come prima: Cosa c’entro io? Fatteli! E in luoghi deserti, dove non infastidiscano nessuno col rumore, perché i miei cittadini sono liberi cittadini in un libero mercato, e hanno dei diritti.

Rimarrebbe come prima solo il mercato militare, con basi escluse ai voli civili. Poca cosa e coi soliti vincoli.
Oppure pensiamo all’energia elettrica da portare a ogni domicilio: grandioso, ma occorre attraversare con i cavi le proprietà degli altri, che potrebbero rifiutare o chiedere un tot, perché sono liberi cittadini in un libero mercato. Lo stesso per telefoni e telefonate: bisogna attaccare cavi alle case altrui. O per il trasporto via mare, per l’import-export e per le crociere turistiche: hai bisogno di porti attrezzati e in un libero mercato o te li fai o non trasporti. Lo stesso per ogni altro settore potenzialmente atto a dar luogo a grandi aziende, al grande capitale. Semplicemente in un libero mercato, e ripeto libero, queste non possono neanche nascere.

Si obietterà: ma così sarebbe impossibile lo sviluppo economico e civile! L’osservazione è irrilevante: questi sono gli esiti di un libero mercato di liberi uomini. E poi lo sviluppo economico e civile non sarebbe impossibile; solo, dipenderebbe dalla volontà dello Stato, che comincerebbe a fare i patti con le aspiranti grandi aziende o imprese: faccio le strade, i porti, eccetera, ma voglio la maggioranza della proprietà delle vostre aziende perché sono io che vi faccio vivere. In breve – sorpresa – l’esito fisiologico di un veramente libero mercato è la statalizzazione di ogni attività economica rilevante. Puoi possedere tutti i mezzi di produzione che vuoi, ma se il mercato è proprio libero non vai da nessuna parte.

Le Vere Leggi del libero mercato

E anche se per mera ipotesi, per passatempo speculativo, concediamo che in un libero mercato possano nascere grandi aziende private, come farebbero poi a mantenersi? Un libero mercato è un mercato dove la gente per quanto riguarda i fatti economici fa e disfà a suo piacimento, e lo Stato non interviene, non premia e non punisce. Non lo ha detto Adam Smith, il profeta del Capitalismo, che lo Stato non deve interferire, che ci pensa la invisible hand (la “mano invisibile”) del libero mercato a regolare tutto per il meglio?
Bene, allora io compro a credito e non pago: è un atto economico e lo Stato non deve intervenire. Dirà il medesimo: Non c’è stato furto (non ha preso la roba dallo scaffale ed è scappato) ma il mancato rispetto di un patto economico fra le parti: il mercato è libero, per definizione non possono esserci leggi che lo regolino, e quindi arrangiatevi; neanche chiedo la restituzione della merce, perché la vostra transazione, non essendo regolamentata, non ha valore giuridico e perciò chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto, ma se in seguito alle recriminazioni ci sono violenze su persone o cose interverrò invece immancabilmente, a punirne l’autore.

Cosa rimane ai produttori e ai venditori in questo regime di libertà economica?

Cosa fa la invisible hand?

Dice di consegnare la merce solo a fronte di un pagamento immediato e in contanti, ecco cosa dice. Come fa il contadino al mercato: nella mia mano il cavolfiore, nella tua il soldo. E questa è la Prima Vera Legge dell’economia di libero mercato.
Ma così, appunto, addio grandi aziende, addio banche, addio Capitalismo. L’invisible hand di Adam Smith protende il medio, gli gira dietro la schiena, e va su.
Oppure io vedo sul libero mercato un bell’oggetto, lo faccio uguale e lo vendo, magari a un prezzo più basso, perché sono un mago nell’arte della concorrenza. Strilli e strepiti del fabbricante originale, ma cosa deve dire lo Stato in un mercato libero? Che la cosa non lo riguarda perché io non ho rubato oggetti (ho pagato il campione ostentatamente, o meglio, l’ho comprato a credito), non ho fatto violenze né altro, ma solo lavorato, da cittadino libero in un libero mercato, dove si può fare nell’economico tutto quello che si vuole.

Cosa dice ora l’invisible hand? Dice che non val la pena di far niente che possa essere riprodotto a costo inferiore dal primo napoletano che passa, che è la Seconda Vera Legge dell’economia di libero mercato. E ripete il suo gesto su Adam Smith.
Oppure io sono un bambino ignorante, che non vuole andare a scuola. Il Capitalista protesta con lo Stato: Obbliga i genitori a mandarlo a scuola almeno sino ai 16 anni, dove insegnerai queste e queste materie, e poi allettali a mandarlo all’università, perché mi servono operai, quadri e dirigenti per la mia azienda; beninteso, io non garantisco il posto a nessuno, perché c’è il libero mercato!

Ma in un Paese a libera economia di mercato lo Stato per mere ragioni di civiltà impone un’istruzione di base, che a 12 anni è senz’altro soddisfatta, e poi non obbliga più nessuno a continuare perché non deve raggiungere alcun obiettivo economico: il mercato fa da sé, non è vero? Se chi continua non è sufficiente per le esigenze dello Stato (scuole, ospedali, ricerca, Esercito, eccetera), questi pagherà studenti perché continuino, garantendo anche l’impiego. Cosa dice l’invisible hand ? Che al massimo si può possedere una fattoria con tanti braccianti agricoli perché per il resto bisognerebbe formarsi il personale a proprie spese, cosa proibitiva: la Terza Vera Legge dell’economia di libero mercato. Ancora la mano invisibile torna su Adam Smith.
Oppure io sono un ladruncolo di supermercato, come ce ne sono decine di migliaia. Ho rubato e lo Stato è disposto a processarmi, ma vuole la presenza fisica del proprietario leso, che dica che la merce era sua, perché in un libe
ro mercato, dato che l’economico non è regolamentato, solo le persone fisiche sono anche persone giuridiche, che possano promuovere azioni giudiziarie. Se si tratta del proprietario di una catena di supermercati dovrà passare la vita fra un processo e l’altro in tutte le città del Paese. Se è una società per azioni con tanti azionisti dovranno muoversi tutti: sono i proprietari. Ovvio che ogni volta bisogna lasciare perdere. L’invisible hand ? Dice che non si deve sorpassare la dimensione del negozietto di famiglia, perché altrimenti si è spolpati dai furti: la Quarta Vera Legge dell’economia di libero mercato.


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Hrani
Eminent Member
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Post: 23
 

L'articolo di John Kleeves non si ferma qui, ma continua con altre considerazioni.

qui lo trovate per intero: http://tnepd.blogspot.it/2011/01/tutto-nellillusione-di-poter-un-giorno.html

altra cosa: chi è interessato all'opera di Kleeves trova 2 dei suoi quattro libri sul sito di Gianluca Freda ( http://blogghete.altervista.org/LibriProibiti.html) nella sezione libri proibiti; trovate il terzo qui (divi di stato): https://hotfile.com/dl/172357305/43c5f27/DiviSta.zip.html


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Giovina
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E' infatti da leggersi per intero.

Lo Stato non e' "arretrato" nei confronti delle sue competenze economiche, ma in quelle giuridiche e di giustizia. Di economia si interessa fin troppo, sebbene non operi le scelte che molti economisti di controcorrrente oggi in auge vorrebbero. Ha le mani in pasta dappertutto e fa il bello e il cattivo tempo. Piu' cattivo che bello, per noi.... si vorrebbe confermargli le competenze in economia! Confermare la causa di tanta degenerazione politica!
Il conflitto di interesse fra il potere Statale, quello vero, non quello che crediamo debba avere, e quello economico, e' gravissimo.
Finche' c'e' ancora qualche uomo libero bisogna ripensare la struttura dell'organismo sociale e i suoi settori giuridico, economico e culturale.
E combattere la schiavitu' che sta propagandosi ovunque.


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Giovina
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 2001
 

Semplicemente da applaudire!

gm......."dimentica" Marx....


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Georgejefferson
Famed Member
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ESTRATTI DA MINCUO

la PMI(PICCOLA MEDIA IMPRESA) e l'Itala in generale non aveva "paghe da fame" anzi aveva un costo del lavoro piuttosto altino rispetto ad altri.

Poi la nostra PMI era (a parte non solo manifatturiero ma anche servizi) di nicchia client-oriented ma non prodotti scadenti anzi.Prima che le distruggessero, e parlo di media e grande industria, la chimica, la cantieristica, la telefonia, il nucleare, la farmaceutica, oltre alla meccanica di precisione e alla macchine utensili, erano di punta. Così anche l'alimentare o il tessile sono settori produttivi in cui si compete. E i nostri erano di eccellenza. Noi siamo stati davanti all'Inghilterra e non solo per la Liretta ti compravano i prodotti in giro per il mondo. Anche, ma non solo.

Io conosco a fondo la PMI di Lombardia Veneto ed Emilia e un pò Friuli. Ma praticamente tutti i settori.La PMI che ho visto io ha fatto innovazione di processo, di prodotto, ed è cresciuta culturalmente. Quando avevo rapporti col centro studi di CGIL, che diversamente dai "politici" di CGIL, era gente in gamba, ricordo che gli mandavano "ai politici" anche del PCI, già 30 anni fa, delle note dicendo di piantarla colla storia dei "padroni" che era di moda allora come propaganda, e sai perchè? Perchè mostravano dagli studi che gli imprenditori, i "padroni", erano per il 70% ex-operai di prima o seconda generazione, che avevano messo su il capannoncino a suon di debiti e prestiti della zia e della nonna, e in cui lui stava alla produzione, la moglie e il fratello all'amministrazione, l'altro fratello colla valigetta in giro a vendere, e la figlia a far la telefonista, e un pò di amici e parenti o gente del paese impiegati e operai. E che era cresciuta lavorando 16 ore al giorno.

I guai sono iniziati dal primo SME (che era un EUR mascherato). Poi dalla svendita dello Stato che era con IRI, ENI e FIAT quello che poi tirava, a livello di Ministero degli Esteri, grandi commesse, (pensa solo ai Paesi Arabi) per le imprese grosse che a cascata poi subappaltavano lavori a migliaia di imprese piccole e medie. E infine la botta finale con l'EUR. E' vero che quelli grossi, i Benetton ad esempio sono divenati rentiers, e altri hano tirato i remi, e altri hanno delocalizzato. E che quelli che hanno resistito hanno investito poco, ma per forza. Prima era un sistema Paese. Con una sua moneta e con i suoi tassi. Anche coi suoi difetti per carità. MA C'ERA L'INTERESSE NAZIONALE.

Quello non c'è più stato, è stato sgretolato. Anzi è diventato anche "cattivo" l'interesse Nazionale. Ma solo per noi, mica per i Francesi, o i Tedeschi, o gli Inglesi.....

La magistratura conosceva da 50 anni i finanziamenti ai Partiti da parte delle imprese di Stato, era il segreto di Pulcinella e finanziavano tutti i Partiti e si diceva pure sui giornali, veniva chiamato Manuale Cencelli. Fu creato "il Terrore" a riguardo,così i manager pubblici minacciati di galera per corruzione, cioè finanziamento ai Partiti, che era una prassi obbligata da 50 anni, dovettero star zitti e firmare cambi di Statuti, ecc....Qualcuno si oppose come Franco Nobili che era Vicepresidente IRI e lo misero in gattabuia, mentre il Presidente Prodi neanche convocato, come se un vicepresidente potesse fare a *** senza che il Presidente sapesse nulla. Quando si vide quello (e altri,)poi calarono le braghe tutti. Fino all'81 in realtà l'Italia si finanziava in attivo, cioè quel che pagava di tassi erano tassi reali negativi, significa che riduceva in realtà debito. L'esplosione del debito che viene detto Craxi ecc.. non è vero. E' da divorzio BDI/TESORO. Puoi vedere i grafici storici e lo vedi benissimo. Con Craxi aumentò nominalmente perchè tutti i tassi mondiali erano altissimi. I Fed Funds US stavano al 20%. Ma aumentarono ovunque i debiti nominalmente. In realtà poi quel perido di alta inflazione non colpì tanto i lavoratori, fu un immenso trasferimento dai risparmiatori alle imprese, che con quei soldi ristrutturarono il sistema industriale. Cioè col 20% di inflazione il mio debito (impresa) in banca dopo tot anni in valore reale è dimezzato o più. Gli interessi li pago al 20% ma il debito s'è dimezzato o meno. Mentre io risparmiatore prendo sì le cedole del 20% di interessi ma in linea capitale il mio capitale s'è dimezzato o meno. Poi come la vuoi vedere "cattivo" "buono" ma di fatto gettò le basi di ripresa del sistema industriale. Ci sarebbero tante cose da dire. Perchè non fu solo quello,fu che negli anni 90 venne distrutta mezza industria strategica con le privatizzazioni: farmaceutica, telefonia, cantieristica, chimica, nucleare, una parte di meccanica ecc. Ci sono cose che deve fare o controllare uno Stato e sono strategiche. I Francesi se le tengono, gli US se le tengono, gli Inglesi pure, scherzi. Qui fu fatta un'oscenità e intanto mostravano in TV le bustarelle da quattro soldi mentre si svendeva mezza Nazione e pure per metà prezzo. Centinaia di miliardi di EUR a valore di oggi, altro che Pio Albergo Trivulzio.

Quando si è proceduto a un ingresso forzato nell'EUR, dopo aver completato la svendita di asset pubblici negli anni precedenti. Non un economista, ma anche un analfabeta sapeva che l'EUR era contrario all'Interesse Nazionale e un'autentica sciagura, visto che ad abundantiam questo fior fiore della scienza economica già aveva avuto modo di sperimentare l'ECU in precedenza, e agio di far due conti, si suppone. E sapevano benissimo che l'Italia veniva pressata fortemente a entrare, ammettendo qualunque puffo contabile, altro che parametri, come poi si è visto. Non occorreva nemmeno fare sforzo di ingegno dato lo avevano dichiarato apertamente Francesi e Tedeschi che senza Italia l'EUR non si sarebbe nemmeno fatto, perchè nessuno certo voleva un competitore ed esportatore della nostra forza con una propria moneta e tutti sapevano che l'obiettivo era incatenarlo dentro una moneta insostenibile e nel frattempo annacquare il Marco, cioè svalutarlo tramite l'EUR, dando così un vantaggio enorme all'export Tedesco oltre che ammazzare il nostro. Dove stavano tutte queste menti illuminate? Forse non sapevano che in mancanza di possibilità di regolare con una propria valuta le ragioni di scambio, si sarebbe poi proceduto inevitabilmente a una svalutazione interna, con riduzione di salari, servizi, tagli ecc...Specie i nobili difensori delle "masse opevaie" dov'erano? Forse non sapevano che noi potevamo entrare in Europa, ma mantenendo la LIRA? (Clausola opting-out prevista da Maastricht) così come fece l'Inghilterra? Certo era censurata questa cosa dai giornali e Tv e perciò alla gente comune, ma loro, le menti, questi eterni paladini dei "deboli" la dovevano pur conoscere, o no? E a che c...zo servono se stanno sempre muti e colla schiena piegata? E a che serve l'altra compagnia di giro dei Costituzionalisti che si indignano a comando per ogni pelo di fi..a ma tacciono regolarmente sulle cessioni di sovranità fatte più e più volte in condizioni non paritarie, come invece prevede esplicitamente la Costituzione?


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Anonymous
Illustrious Member
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Semplicemente da applaudire!

gm......."dimentica" Marx....

ricambio l'invito: dimentica Osho o i giovani hegheliani o chiunque altro ti dica che basta cambiare la propria coscienza e la realtà cambierà come d'incanto... e non dirmi, per favore, come spesso fa mincuo, che tu non hai mai detto questo !
p.s. marx è tuttora un gigante ineguagliato e marxismo non significa fossilizzare le sue teorie tant'è che lui stesso diceva di "non considerarsi marxista"... marx ha aperto un sentiero, sta ai successori proseguire a tracciare quel sentiero purché (per i miei...gusti) vada nella direzione dell'eliminazione di questo schifo di sistema capitalistico e verso una proprieà socializzata.
Quanto al tuo precedente commento mi limito a precisare che se lo stato (specie in passato) ha messo molte sue mani in economia questo è avvenuto perché ai privati per primi conveniva che alcuni settori economici li gestisse lo Stato salvo poi a lamentarsene nel momento in cui questo non gli conveniva più.
p.s. sia chiaro che "statalismo", economia gestita dallo stato non ha niente a che spartire col "comunismo" ... quello accaduto in russia e cina ecc. docet!


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Giovina
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Carissimo gm……..
Vedo che ti sei fissato con Osho….io non so nemmeno chi sia ma me lo attribuisci come guru…….
Qui di guru con seguito dimostrato fino ad ora vedo solo Marx…….

Cosa c’e’ di scandaloso nel credere nella conquista di coscienza, morale ed etica, proprio in questa epoca che tutto sta andando a puttane e si punta l’indice proprio sulla inversione di valori……, mi sembra che anche Marx creda nel riscatto di qualcuno….beh io sono piu’ presuntuosa e credo nel riscatto individuale di ognuno, e non solo di determinate classi….credo per esempio che intellettuali, politici, economisti, religiosi, insomma tutti debbano desiderare di conquistare capacita’ di discernimento, e qualita’ morali, senza questa caratteristica propedeutica non c’e’ politica in cui sperare, e si riconsegna al ladro sempre il tesoro di famiglia.

Mi sono informata un pochino…..pare che Osho postulasse le comuni….sono esperienze tipiche di certune religioni orientali, credo Are krishna, Sai baba……insomma roba piu’ in ….. comune col comunismo……..
Pensa un po’…ho letto addirittura che i figli degli oshiani vengono fatti educare da tutti e riuniti e fatti vivere in comune con gli adulti appunto…..famiglia soppressa nella sua funzione dunque….a meno che tutti tra loro non abbiano raggiunto una completa consapevolezza…

Vedi caro il mio gm….io sono per l’individualismo e sua evoluzione etica, e non per una pianificazione dall’esterno supponente l’incapacita’ umana di cercare, trovare e impadronirsi per incarnarla, viverla, la vera Moralita’.
Di mezzo c’e’ il mare, certo……ma non e’ giustificazione per fare schiavi gli uomini. Ora Marx si preoccupa molto del plus valore ma anch’egli parte dal dato fisso e invariabile della risorsa umana tenuta schiava: l’argilla come fondamenta e’ piu’ stabile di questo fondamento marxista, che fa l’uomo ricattabile, schiavo, sul piede di guerra e armato di falce e martello per l’eternita’. Marx al capitalismo gli fa un bel favore…….
Capitalismo e Marxismo…e’ un po’ come prendere due teste e sbatterle insieme……chi ne fa le spesse sono i pidocchi……i lavoratori e le loro famiglie.

Ma comunque, esprimo solo una opinione e non faccio comizi ne’ propagande o proselitismo ( per uniformarmi al tuo modo di pensare ) di alcunche’.
In altre parole con la mia battuta, che’ era solo una battuta, in parafrasi all’ inizio del post di Jefferson su “Dimenticate Marx e pensate ex novo al Capitalismo.” ( John Kleenes ) di cui consiglio come ha fatto Hrani la lettura del rimanente scritto, volevo solo dirti che, forse, se hai applaudito, non ne hai capito il senso.
O magari non l’ho capito io……

Stammi bene e prega per me alla tua prossima riunione di partito….


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Anonymous
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Carissimo gm……..

Stammi bene e prega per me alla tua prossima riunione di partito….

Ora non ho tempo per leggere tutto il tuo commento e per rispondere...per il momento mi limito a rispondere a questa ultima tua affermazione.
Spiacente ma credo che devi rivolgerti a qualche santo perché non ho mai fatto parte nè faccio parte di qualche partito.
Chissà perché sia tu che qualche altro pensate che io sia adepto di qualche partito solo perché a volte faccio riferimento a marx!


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Giovina
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Non volevo nominare ancora il tuo dio invano.....

Sei un po' come Ercole che commenta negli articoli della home.
Comunque c'e' da farvi i complimenti per la vostra perseveranza.

Facciamoci sopra due risate, l'hai visto il filmato you tube tra Germania e Grecia? Peccato che l'allenatore Lutero ha fatto entrare Marx solo alla fine! Guardalo dal secondo mn in poi del video. Se fosse entrato prima magari le sorti della partita sarebbero sicuramente state diverse.
http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=pavNpozrgM8&feature=fvwp

🙂


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MM
 MM
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In comune col comunismo Osho aveva anche 63 Rolls Royce, credo, certamente per simili "maestri" la Rolls Royce o un asino non fà alcuna differenza come mezzo di trasporto. Sai Baba aveva accumulato un capitale stimato in miliardi di euro, credo, che ancora gli "eredi" si stanno litigando a suon di avvocati e tribunali e come profeta riuscì a sbagliare perfino la data della sua morte. A parte i suicidi e gli scandali sessuali e le promesse di guarigioni mai avvenute.
Se questi sono gli esempi possiamo dire che anche Monti è un vero guru e Berlusconi un vero illuminato.

Per le comuni, comunque, sarebbe tempo di cominciare davvero a pensarci, sarebbero molto utili.


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Giovina
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Almeno 63 asini si sono salvati!
Non sara' andato al creatore quel buon uomo con tutte azioni discutibili dai!

Per le comuni......se questo imbarbarimento continua.....presto le persone per necessita' lo faranno...i beni, i pochi, non si possono...mantenere....le tasse aumentano.......ci si mettera' insieme gia' i piu' poveri, si vendera' il superfluo.....sara' una necessita' immediata e indotta piu' che pensata.

Dispiace che sia solo la paura di penuria materiale, la cura per la sopravvivenza solamente fisica a farci stare insieme piuttosto che il desiderio dell'unione delle menti e dei cuori.

Politica ed economia si sforzano di dare suggerimenti che risolvano gli squilibri, suggerimenti che sfiorano anche ambiti filosofici ed etici ma sappiamo quanto alla fine l'uomo disprezzi e consideri una debolezza la contaminazione culturale ed umana nel momento in cui propone le sue tesi e i suoi programmi di soluzione. Vi fa riferimento per salvare la forma ma poi la rigetta e con essa ogni idea di investigazione altra che non sia quel che solo vede e puo' riprodurre nel suo laboratorio scientifico.

Ho ascoltato la Musu.
La sua denuncia di rottura tra lo spirito della legge e sua precipitazione nella realta' politica, economica e sociale.
Rottura che determina confusione, sovrapposizioni e ingerenze dei differenti ambiti che dovrebbero be individuarsi ma interagire in equilibrio e rispetto.

E' chiaro che esiste una gravi crisi del "sapere" e dellla "certezza" della Legge ( non di quella che ogni politico al potere vuole modellare a sua uso e consumo)

Intanto il popolo soffre. Avra' la sua parte di responsabilita'. Ma e' quello che piu' patisce gli errori della decadenza della saggezza e della conoscenza umane.


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MM
 MM
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Le basi della dottrina seguita ed "elargita" da Osho restano valide, ma lui non ne è mai stato un degno rappresentante, ne ha distorto completamente il significato profondo.
Comunque, non l'ho mai visto andare a spasso su un asino, sulle Rolls Royce si.

Sai Baba presentava una dottrina spesso dogmatica, arcaica, primitiva, ripresa anche essa -e anch'essa alquanto distorta e personalizzata a suo proprio tornaconto- dalle antiche dottrine di cui particolarmente i cosiddetti "guru" dovrebbero essere rappresentanti, lui poi era addirittura considerato un "avatar", cioè una manifestazione di Dio in Terra. Morirà all'età di 96 anni, dico morirà perché i 96 anni deve ancora raggiungerli (anche se è già morto), così ha sempre dichiarato, per rinascere poi nella forma di Prema Sai, l'incarnazione divina dell'Amore, il Kalki Avatar, il Maha Avatara o Avatar Supremo insomma. Il kalki Avatara sarebbe la decima e ultima incarnazione di Visnu e il suo avvento segnerà la fine del Kali Yuga e dell'epoca oscura e tutto tornerà a fiorire e a crescere felice. Lo vedremo volare a fianco degli aerei. Non so se volerà su un asino alato o su un alato cavallo bianco.

Insomma, cose così, via.

La antica dottrina dello spirito ridotta a ridicola farsa da rappresentanti indegni.


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MM
 MM
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Sono d'accordo su ciò che hai scritto, Giovina.

Il processo è irreversibile. Serviranno intere generazioni, non breve tempo, non pochi anni, perché ci si possa togliere da questo decadimento.


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