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Bergoglio, l'episcopato della vergogna


pitone
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Interessante articolo di Luciano Neri risalente al 2010, apparso su Nuova Emigrazione e ripreso dal sito Cambiailmondo.

fonte: http://cambiailmondo.org/2013/03/14/argentina-bergoglio-lepiscopato-della-vergogna/

ARGENTINA: BERGOGLIO, L’EPISCOPATO DELLA VERGOGNA

ARGENTINA: BERGOGLIO, L’EPISCOPATO DELLA VERGOGNA
POSTED BY CAMBIAILMONDO

Riprendiamo un articolo di Luciano Neri, del luglio 2010, pubblicato su Emigrazione Notizie, che da conto di come fino a pochissimi anni fa, il nuovo Papa Francesco, si sia distinto, nel suo paese, per il sostegno diretto e pubblico, agli ambienti più conservatori e reazionari, fino a sostenere, oltre all’amnistia tombale per i crimini commessi durante la dittatura, anche un “contratto sociale per lo sviluppo” in chiave anti Kirchner, che costituiva un condensato delle peggiori politiche neoliberiste e di repressione dei movimenti sociali. Ciò accade in una conferenza stampa a Buenos Aires, meno di tre anni or sono. Quanto vi sia di francescano, lasciamo decidere al lettore.

ARGENTINA: BERGOGLIO, L’EPISCOPATO DELLA VERGOGNA
di Luciano Neri

Era attorniato dai più screditati ex ministri dei peggiori e più corrotti governi dell’Argentina post dittatura, quelli di Carlos Menem e di Fernando De la Rua. Menem ha governato l’Argentina negli anni ’90 nel periodo che è passato alla storia come “il decennio canaglia”, ha portato al fallimento lo Stato vendendolo alla speculazione finanziaria internazionale e alle mafie del traffico di armi e di droga. Oggi è sotto processo per reati legati alla corruzione. De la Rua ha seguito la stessa impostazione in politica economica e ha praticato analoghi processi di corruzione che lo hanno coinvolto personalmente. Dopo due anni di governo è stato cacciato da una imponente manifestazione di popolo e, il 20 dicembre del 2001, con ignominia, è fuggito in elicottero dalla Casa Rosada (Il palazzo del Governo di Buenos Aires). Nel frattempo però, nella notte del 19, aveva decretato lo stato di assedio, sospeso tutti i diritti e le garanzie costituzionali, comprese la libertà di espressione e di riunione. Per gli argentini era il ritorno alla dittatura.

E poche ore prima della sua fuga aveva dato ordine di sparare contro la folla. Sette giovani manifestanti furono uccisi.

Nel corso della conferenza stampa monsignor Bergoglio ha presentato, assieme a Roberto Dromi, Horacio Juaunarena, Armando Figueroa, Roche Fernandez e Jorge Vanossi, il “Contrato Social para el Desarrollo”, un documento che non prevede in realtà alcuno “sviluppo” ma che, al contrario, ripropone devastanti e illegali politiche di selvaggio liberismo che sono state alla base delle tragedie sociali e civili che hanno colpito il Paese durante e dopo la dittatura. Un documento che reclama la totale autarchia del Banco Central, l’eliminazione delle tasse per i grandi esportatori agrari, la drastica riduzione delle politiche e dei servizi sociali, la repressione del conflitto sociale e la unificazione delle strutture di Sicurezza e di Difesa, con conseguente rafforzamento dei militari e compromissione dei processi di democratizzazione in corso. Ma vediamo dunque, oltre a Bergoglio di cui diremo dopo, da chi è formata questa “santa alleanza” che propone, assieme al cardinale, un vero e proprio “manifesto politico di opposizione” che tende a riportare indietro le lancette della storia argentina ed a cancellare persino conquiste fondative della democrazia restaurata nel 1983. Roberto Dromi è stato sindaco della città di Mendoza durante la dittatura, quando i sindaci venivano direttamente nominati dai militari. Ministro delle Opere Pubbliche con il governo civile più corrotto della storia argentina, quello di Menem, fu autore delle “leggi di emergenza” che produssero privatizzazioni selvagge e deregulation dei mercati, l’abbasamento drastico degli stipendi, la sospensione dei diritti sociali fondamentali.

Horacio Jaunarena è stato ministro della Difesa di Alfonsin, De la Rua e Duhalde. Nel suo primo mandato fu autore delle leggi “de punto final” e “de la obediencia debida”, le due leggi che assicuravano l’impunità dei comandanti e di tutti i militari responsabili della dittatura e di 30.000 morti.

Armando Figueroa è stato ministro del Lavoro di Menem e vice-capo di gabinetto di De la Rua. Autore del “piano di flessibilizzazione del lavoro” che ha portato all’esplosione del lavoro nero e illegale, alla privatizzazione del sistema pensionistico convertito in un mercato finanziario a solo vantaggio delle banche.

Roche Fernandez è stato presidente del Banco Central dal 1991 al 1996 (gli anni di Menem) e ministro dell’economia. In quel periodo la Banca Centrale Argentina è stato il centro e lo snodo della peggiore corruzione finanziaria. Banca che fu coinvolta anche in affari riconducibili, ed evidenziati da sentenze giudiziarie, alla n’drangheta calabrese.

Jorge Vanossi è stato ministro della Giustizia di Duhalde, successivamente è passato con il sindaco di Buenos Aires Macri, esponente di spicco della attuale destra argentina.

Ma Bergoglio non si è limitato a questo. Ha avanzato un’altra proposta, sotto il nome di “operaciòn amnistia”, che è stata formalmente respinta dal governo. La sollecitazione, non è la prima, chiede apertamente, e senza vergogna, l’amnistia per tutti i militari della dittatura e per chiunque coinvolto, processato o condannato per i crimini commessi in quel periodo. Nella richiesta si elencano tutti coloro che dovrebbero beneficiare dell’amnistia, ci sono tutti i membri della giunta, da Videla a Bignone, da Santiago Omar Riveros a Higo Siffredi, e oltre 100 altri militari dell’esercito, della marina e dei servizi segreti. E c’è Cristian Von Wernich (mai nome fu così blasfemo nei confronti del Cristo della Croce), cappellano militare della polizia di Buenos Aires durante la dittatura, condannato all’ergastolo perché ritenuto colpevole, tra gli altri, del sequestro di 33 persone e di 19 omicidi. Assassini di giovani innocenti che non si sono mai pentiti per quello che hanno fatto, che non hanno mai chiesto perdono né ai familiari delle vittime né al Paese, rivendicando con arroganza, anche durante i processi, le brutalità commesse in nome della “guerra all’eversione”.

E infine, chi è Jorge Mario Bergoglio? Arcivescovo di Buenos Aires, presidente dei vescovi argentini, tra i più votati nel conclave vaticano che ha poi eletto Ratzinger. Sostenuto dallo stesso Bergoglio. È stato più volte accusato di collusione con la dittatura argentina. Le prove più esplicite e documentate sono racchiuse nel libro L’isola del Silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina del giornalista Horacio Verbitsky che da anni indaga con rigore il periodo più tragico del Paese sudamericano, lavorando sulla ricostruzione degli eventi con ricerche serie e documentate. Quello del ruolo della Chiesa sotto la dittatura è una ferita ancora aperta in Argentina, un dibattito certamente complesso e doloroso che approfondiremo ulteriormente nei prossimi numeri della rivista. Doloroso anche perché la maggior parte di quei 30.000 giovani assassinati erano cattolici, figli di famiglie cattoliche, impegnati nelle “villa miserias” in opere sociali di assistenza e di difesa dei diritti umani. Figli di quella Chiesa di base che in America Latina ancora resiste ed esiste. Il segno evidente che la Teologia della Liberazione è ancora viva, nei valori e nei comportamenti di tanti cristiani che con il proprio esempio e impegno gridano forte ai vertici vaticani «noi siamo Chiesa».

Fonte: http://cambiailmondo.org/2013/03/14/argentina-bergoglio-lepiscopato-della-vergogna/


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braveheart
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E infatti la presidenta ha aspettato 1 ora prima della solita comunicazione diplomatica verso l'elezione di un papa.
La vedo male per lei.
E per il suo popolo.


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Tanita
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Resisteremo, vedrai.
Comunque anch'io mi aspetto da questo Papa boicot ai nostri governi e a tutti i progressi fatti.
Ma la veritá corre come un fiume, anche se sono con loro, come sempre, i media corporativi.


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braveheart
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Resisteremo, vedrai.
Comunque anch'io mi aspetto da questo Papa boicot ai nostri governi e a tutti i progressi fatti.
Ma la veritá corre come un fiume, anche se sono con loro, come sempre, i media corporativi.

Io la vedo male.
Mio fratello e' tornato la settimana scorsa da Baires, e mi ha riportato cose interessanti.
Ora vedo una operazione che tende a determinati obbiettivi
Personalmente credo che siano alla frutta, altrimenti non avrebbero eletto un papà come quello.
Io spero solo che la presidenta tenga duro, insieme al suo popolo.
Ripeto, secondo me, sono alla frutta.


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Santos-Dumont
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Perlomeno un effetto positivo questa elezione l'avrà.
Aumenterà la percentuale di atei in Brasile, il che non può che fare bene! LOL


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