Bifo - ikikomori of the world unite

Da otto anni, a luglio, scrivo un messaggio di buon compleanno per la lista Rekombinant, che nel luglio del 2000 iniziò la sua grama esistenza.
Non vedo perché non dovrei continuare la tradizione.

Luglio quest'anno è per me il mese dell'hikikomori.
In Giappone sono stato travolto dalla conoscenza di questo fenomeno, di cui avevo sentito parlare in precedenza (ne aveva parlato il manifesto tempo fa). Il senso e il potenziale dell'esperienza hikikomori comincia a manifestarsi per me solo adesso, dopo aver conosciuto Kaz, Shunya, Jun, Yaoy, Futoshi, e soprattutto Naohisa Oda, un ragazzo col quale ho discusso a lungo dopo la conferenza di Osaka.
La conferenza aveva come titolo Art and Activism, ed era concepita come una ricostruzione dell'esperienza del mediattivismo dal punto di vista europeo.
All'inizio viene presentato un filmato di Spegni la tivu sulle telestreet (moto bello, non lo avevo ancora visto).
Io ho cercato di sintetizzare rapidamente alcuni cenni di storia del mediattivismo, partendo dagli anni settanta, quando le tecnologie di trasmissione cominciarono a diffondersi socialmente, fino agli anni novanta della cybercultura e del net-attivismo.
Ho tratteggiato i grandi contributi internazionali alla formazione di un movimento mediattivo. Dal contributo filosofico francese, nelle forme del pensiero situ e nelle forme del pensiero rizomatico post-strutturalista. Al contributo italiano nelle forme dei movimenti di autonomia e del pensiero post-operaista. Al contributo britannico della cultura punk, al contributo californiano dalla psichedelia e della cibercultura visionaria. Al contributo latino americano, nelle forme del riemergere di una cultura indigenista portatrice di una proliferazione delle temporalità.
Ma ora sono in Giappone e mi chiedo quale sia il contributo che oggi la cultura giapponese porta all'esperienza globale mediattiva.
L'interesse degli artisti e degli attivisti giapponesi per le culture autonome occidentali è un segno di vitalità culturale cosmopolita, ma c'è il rischio di riprodurre lo stereotipo dell'imitazione giapponese di quel che si fa in occidente. Io ho proposto di rovesciare l'ottica.
Il futuro non è nei movimenti occidentali, che anzi sono il passato. Il futuro sta piuttosto nella figura dell'hikikomori
La nuova generazione giapponese porta iscritti nel suo cervello e nella sua pelle i segni della performazione tecno-epistemica del capitalismo più levigato del pianeta.
La questione della levigatezza è affrontata da Deleuze e Guatatri in Mille plateaux.
La cultura glabra tende a prendere il posto delle culture pelose dell'epoca passata, quando la connessione prende il posto della congiunzione.
La connessione presuppone corpi depurati della pelosità della memoria, della singolarità desiderante. E' questa l'operazione che il conformismo imperiale e il capitalismo globale delle corporation hanno compiuto sul corpo e sulla mente della nuova generazione jap.
Nulla più fa ostacolo al perfetto fluire dell'informazione, fluido valorizzante universale. La competizione tra esseri umani si svolge, in questo paese, in condizioni di particolare crudezza. Il corpo giapponese, così apparentemente fragile e tenero è stato sottomesso ad da una concatenazione macchinica depurata di ogni elemento di libertà individuale.
L'attività lavorativa occupa integralmente il tempo di vita. La vita è interamente occupata dall'astrazione economica, che si fa astrazione del senso e della vita.

L'hikikomori è colui che si chiude nella sua camera. Colui che rifiuta di uscirne per qualsiasi ragione. Viene alimentato dai genitori attraverso uno sportellino nella porta della camera, nei casi più estremi, oppure da amici che lo vengono a trovare settimanalmente. Vive in perpetua connessione con il mondo virtuale. Le autorità cominciano a preoccuparsi per il fatto che gli hikikomori ufficialmente censiti sono circa un milione. In effetti dobbiamo pensare che siano molti di più, dal momento che dobbiamo considerare la massa di coloro che magari escono un paio di volte la settimana dalla loro stanzetta, o anche di quelli che pur continuando a vivere nella società si preparano ad allontanarsene definitivamente. Si tratta di una tendenza. E a mio parere è la tendenza principale della ricerca di autonomia, nel mondo presente. Ritirarsi, interrompere l'erogazione di energia nei confronti di questo sociale.
Interpretare il significato di un comportamento di questo genere, ed esprimere la tendenza che questa sottrazione rappresenta, è un compito fondamentale, sul piano teorico e sul piano di una politica del tempo che viene.

Un paio di giorni fa ho ricevuto un messaggo da parte di Naohisa Oda, che pubblico qui in Rekombinant, nel suo inglese barbarico (come del resto è barbarico il mio inglese, nel messaggio successivo, con cui gli rispondo).
Lo scambio con Naohisa permette un insight sulle nuove problematiche e le nuove tensioni che animano ( o disanimano) le nuove generazioni del sol mutante.

iL MESSAGGIO DI NAOHISA ODA

Dear Bifo
I am Naohisa oda. I met you in Alternative Media Gathering 08 (July 16, 2008, in Osaka) and told with you about Hikikomori.
You explained me that Hikikomori is a hidden potential. And I have some opinions about your idea. But talking with my friends about this, I found I need to be explained by you about your concept of Hikikomori. It is because, in Japanese, Hikikomori only means "always in own home". So someone are Hikikomori because of his work, others are Hikikomori because of his mind being depressed (a mental disease). Which concept is your Hikikomori?

Anyway, I think you might think Hikikomori phenomenon is a social problem if misunderstanding, I'm sorry. Now I talk with my friend, he was a Hikikomori, I change my opinion. What I had thought is these.

Hikikomori's mind is oppression. Before my friend said. I worried about choice. We can choose among many things, because, you know, in Japan we have some money and can buy many things. But we feel we are estimated and it is absolute. It makes us very nervous. So, we cannot choose. I cannot think the Hikikomori phenomenon is a contradiction of capitalism, but I think it is only a rejection against society.

Even if Hikikomori fight against the contradiction, it is only a carnival it will have end before resolution. I think Japanese are like ant, or bee. Ordinary we are peaceful and work hard, but if someone touches a point, we explode. Acknowledging a crowd, Japanese enter it with feeling ease and better, and the crowd become enlarge. And atmosphere SAID end all Japanese fall away no one decides with his mind, but decided by atmosphere.

You expect the Internet (and me too), but, today, it cannot make movement. I know you said the Internet has power in Italy, but in Japan, the Internet has come from undergroundit means internet is another world. You may refute that the Internet is the Virtual reality. In English, virtual is substance, but in Japanese, it is only imaginary or fake. In reality, I experience that we cannot argue on Internetwe feel we are IN Internet, but not ON or THROUGH. We believe we are talk with other people, but we are in illusionmeeting on offline is the start to talk with other people.

Japanese are decided by atmosphere, so I cannot judge Japanese (people and society) have idea or not. You may know old Japanese emphasized responsibility of the World War 2, but today many young people hate this responsibility. But seeing them, they only hate, no one have idea of future. In addition, recently atmosphere had said Do not talk about politics(nowadays conditions are little better).

Today, however, the friend concluded that he works FOR his will. I think it is important. I dont know particular, but, generally speaking, many old Japanese cannot choose both of work or his will and choose workso many chi
ldren angry because he broke promise and did work that is ordered by the company. Rather they are IN company with his life. I think so too, and other friends said too (but someone say I will enter to company, thats allvery desert, I think). Hikikomori and young Japanese might change Japanese society.

Changing the topic, I have a question. Many young Japanese obey atmosphere and I think it is the problem. I want to drive it back from Japan. So I think we need to have the mind of individualism. Now I have a question, why you can act with such vast energy? And do you think about others? You know, equality is important, but Japanese equality likes Procrustean bed, ultimately The equality is important! So! When the running race, we make children hold a pole on, and at ONE time they start, and at ONE time they goal! It is the true of equality this is true matter, I heard. More or less, all of thought about others is these in Japana verb goes that a post that stand out is struck

And my friend has a question. She said,In Italy, is there Hikikomori?
Thank you for your reading. I hoped I could tell with bright English&but did I it?

Naohisa Oda

LA MIA RISPOSTA

My dear Naohisa Oda

I thank you for your message. It's very important for me, because I can understand much more from your message that reading hundred pages of statistics about the young culture in Japan.
Your questions are answers.
But now I will try to esplain my point of view.

During the Osaka conference I told:
"Japan is the future, the hikikomori is the avant gard, and we have to learn from his experience."
I do not mean that the current japanese culture is good, I do not say that hikikomori is happy.. All the contrary. I say that hikikomori is the trend, the inmost tendency of next culture. And we have to understand it, to interpret it, if we want to act positively in society.

As you say japanese seem to be ants, or bees.
Actually I think that the destiny of the whole mankind in this age, is being more and more dominated by a network of linguistic machines, shaping perception, imagination, cognition and memory: becoming ants, in the sense of automated executors.
Young japanese seem to be the avant gard of this process because they are (as you say) culturally predisposed to social automation, to behaviour conformation.
But this process of cablation of human sociability, this technical subjugation of the mind and of the body does not happen without suffering.

Suffering is the key-word of the new generation, that you may call connective generation.
A generation of humans who have learned more words by an electronic machine than by the mother.
Suicide is the most political act of the last decade.
The most important event of the new century is the suicide of 19 young muslims driving two airplanes against the towers.
Suicide seems to be an artistic gesture, in people like Cho Hseng hui, the Korean who killed 32 students in west virginia, while killing himself.
And that Finnish guy who killed eight people and himslef with a teeshirt saying: humanity is overrated.

Hikikomori is the avant garde because he is doing the only one healthy gesture in a world of competition, exploitation, aggressivity and social humiliation: refusing socialisation, breaking the tie, escaping in the space of virtuality and darkness and loneliness.
It is not funny, I know. I do not want to be an hikikomori, and I do not suggest to anybody to be an hikikomori. But I recognize the meaning, and the implicit intention. It's better to be self-recluded than living all the day in the terror, anxiety, aggression and humiliation. It's better to live with no money than giving away your life for a salary.

In the '70's autonomy was the movement of those people who refused the exploitation and competition and the stress of capitalist rule. They could do it in a collective form, like the hippies of California in the '60's. They created colonies of people getting away from the kingdom of slavery, toward the republic of freedom and refusal of work.
Then the neoliberal counter-revolution destroyed every space of commonality and privatized every form of life and forced every person to run and run and run for a gloomy survival.
Today it seems impossible to make things in a collective way, unless the collective is imposed by the corporation.
So hikikomori finds his way in isolation.

You ask me if in Italy there are hikikomori. Of course yes. May be it is more difficult to stay alone all the time, because the italian cities are different, and urban isolation is more difficult.
But hikikomoru exist, although they are not yet marked as a social problem. Mi friend Marco is an hikikomori, because of his behaviour of self-reclusion, and because of the psycho-imaginary elaboration that he is developing.
I think that this trend is going to spread everywhere in the planet.
Until it will become such a massive wave of withdrawal that the energies will be pulled away from the capitalist system, and the final collapse will come. Who knows?

Well, I know that I have not answered all your questions, but I hope we will go on talking.
Now I go to have a rest.
I'm so tired
bifo

Franco Berardi Bifo
Fonte: www.rekombinant.org/
Link: http://liste.rekombinant.org/wws/arc/rekombinant/2008-07/msg00026.html
21.07.08