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Calcio violento, reponsabilità politica


paolodegregorio
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 1630
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Tutto il mondo è paese! Che il calcio faccia da catalizzatore per violenti, scontenti, ubriaconi, estremisti politici e quant’altro viene fabbricato nelle nostre meravigliose democrazie non dovrebbe essere mistero per nessuno, e dovrebbe anche essere chiaro che il rituale dello scontro calcistico evoca beceri risentimenti nazionalistici e campanilisti che sfociano in insulti, razzismo, scontri, aggressioni, devastazioni.
Non più Sport quindi, ma fenomeno sociale diseducativo e violento che i dirigenti politici avrebbero il dovere di stroncare con la massima severità, invece di piangere con lacrime di coccodrillo e facce di circostanza il poliziotto morto a Catania poche settimane fa, per poi prendere decisioni che non vanno al cuore del problema e appaiono solo pannicelli caldi.
Da molto tempo ho elaborato una riflessione complessiva sul tema e l’ho intitolata: “quelli che il calcio”, l’ho pubblicata e inviata ai responsabili politici, ma il muro di gomma del “Palazzo” l’ha respinta con la collaudatissima tecnica del silenzio mafioso.

Per chi fosse interessato a leggere questo documento, basta andare su Google digitando paolodegregorio e cercando “quelli che il calcio” tra le altre pubblicazioni.
Ma se prendiamo l’episodio di Catania e quello recentissimo dei tifosi inglesi a Roma, sono avvenimenti accaduti per la latitanza, il lassismo e la complicità di una classe politica che non è capace nemmeno di vietare le trasferte e quindi il contatto tra tifosi di opposte fazioni, attraverso il banale e semplice meccanismo della vendita dei biglietti di ingresso allo stadio, che sotto severissimo controllo devono essere nominali, acquistabili con carta di identità alla mano, non più di uno a testa, e rilasciati solo ai residenti. Il controllo incrociato va fatto all’ingresso dello stadio dove le forze di polizia devono verificare la validità del documento e del biglietto e perquisire le persone affinché non entri nello stadio alcun tipo di arma.
Sarebbe altrettanto salutare che la polizia non fosse presente all’interno dello stadio, ma il servizio d’ordine fosse affidato a iscritti della società di calcio ospitante, scelti tra i più seri e affidabili, a responsabilità della società stessa, che ha tutto l’interesse a non veder squalificato il proprio campo e a non danneggiare un impianto per cui dovrebbe pagare i danni.
Perché questi provvedimenti non vengono presi, pur essendo a costo zero e capaci di mettere al riparo l’incolumità dei tifosi e delle forze dell’ordine?
Viene da pensare un po’ malignamente che il ruolo che si vuole dare allo spettacolo è riferibile al “panem et circenses” di imperiale romana memoria, in cui la aggressività e la frustrazione popolare trovavano sfogo in un rituale violento e crudele, per non essere dirette contro il potere politico.

Paolo De Gregorio
6.04.07


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