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Casson: «È peggio di Tangentopoli»


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Non lo usa come «parametro» per valutare la gravità della situazione. Nè per azzardare previsioni sul comportamento dei suoi «colleghi» della maggioranza. Però, sicuramente quegli sguardi l’hanno colpito. «Si avvertiva quasi ”fisicamente” il clima di preoccupazione che si respira in queste ore. L’ho letto negli sguardi anche di molti senatori del centro-destra. Anche fra coloro che qualche tempo fa fecero ”quadrato” attorno al senatore Di Girolamo». A parlare così è Felice Casson. Ex giudice, protagonista di inchieste scottanti, ora è vice presidente del gruppo dei democratici a Palazzo Madama. E fa parte della «commissione per le autorizazioni» che dovrà decidere se la richiesta di arresto per Di Girolamo sia fondata o meno. Un lavoro iniziato ieri, quando al Senato sono arrivati i «faldoni» inviati dai giudici.

Non ha senso entrare nel merito della vicenda...

E infatti sarebbe prematuro...

Però tutto fa capire che le inchieste stiano per «scoperchiare» qualcosa che per molto tempo è stato sottovalutato. Non è così?

Ti ripeto, ho visto in tanti - non in tutti ma in tanti - molta preoccupazione. Non tanto per le vicende personali di cui dobbiamo occuparci ma il ”quadro” che esce, anche da altre inchieste.

E se dovesse descrivere questo «quadro» ai suoi studenti, che parole userebbe?

Direi che siamo di fronte a qualcosa di diverso ma forse di più grave di Tangentopoli. Un po’ come ha sostenuto Pisanu. Voglio dire: Tangentopoli fu il tentativo dei partiti di costringere l’economia a finanziarli. Con un reciproco vantaggio. Ora la situazione è assai più complessa: ho la sensazione che siamo di fronte ad un tentativo del potere economico di sostituirsi alla politica. I partiti non hanno più una vita autonoma, sembra quasi che siano diventati una sorta di ”comitato d’affari” eterodiretti. Gestiti direttamente da altri poteri che li usano e li disfano in base alle loro esigenze. Senza contare che vedo il rischio che questa eterodirezione possa essere esercitata anche da forze criminali.

Partiti svuotati. Una domanda provocatoria, a questo punto, a lei che è senatore ma è stato un giudice. E parliamo della sinistra: non crede che questo sia dovuto al fatto che questi partiti abbiano ”delegato” gran parte del loro ruolo alla magistratura?

Io posso risponderti che se qualcuno ha mai pensato che si possa rinunciare al ruolo della politica in favore di qualcun altro, sbaglia. I giudici devono svolgere il loro ruolo, non altri.

E quale sarebbe questo ruolo?

Quello di indagare e di punire eventuali responsabilità. E’ un compito che attiene alla repressione dei reati. Ma la repressione non basta. In nessun ambito.

Che vuoi dire?

Che non c’è nulla che possa essere affidato solo alla repressione. Sia che si parli di grande criminalità, sia che si parli di reati ambientali, sia che si parli di sicurezza sul lavoro. Insomma, qualsiasi cosa si affronti l’eventuale condanna di chi commette reati non basta. Il vero lavoro da fare riguarda l’ambiente sociale in cui quei reati sono maturati, riguarda la prevenzione, la crescita culturale delle comunità, riguarda le relazioni che si instaurano fra le autorità e i cittadini. In pillole, il ”grosso” del lavoro spetta alla politica. Se lapolitica abdica, perdono tutti.

Cosa dovrebbe fare la ”politica” per ricominciare?

Fare scelte che non si limitino solo all’osservanza del codice penale. Importante ma non esaustivo. Fare scelte che siano inattaccabili dal punto di vista etico, morale.

Si riferisce alle liste?

Esatto. Quello sarebbe uno strumento per ricominciare.

Intanto però voi senatori a giorni dovrete discutere di processo breve.

Ed è terribile. Davanti ad emergenze sociali drammatiche, davanti ad inchieste che si annunciano dirompenti, si costringe un’istituzione a discutere delle vicende giudiziarie personali del premier. Si costringe un’istituzione a decidere sulle intercettazioni. Che sono state lo strumento proprio per far venire a galla il marciume di cui si parla in queste ore...

E si ritorna a quegli sguardi «preoccupati» dei tuoi colleghi di centro-destra.

Io li ho visti. Non so cosa significhino. So però che il bisogno di riscatto della politica non riguarda solo un partito. Riguarda tutti. Ne va della democrazia.

Felice Casson
Fonte: www.liberazione.it/
Link: http://www.liberazione.it/news-file/Casson-nuova-Tangentopoli.htm
25.02.2010


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