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CH: Frau Merkel e i lampioni


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http://www.liberatv.ch/articolo/30664/il-ticino-la-svizzera-i-migranti-e-le-parole-di-frau-merkel-far-star-tranquilli-i

Il Ticino, la Svizzera, i migranti e le parole di Frau Merkel per far star tranquilli i tedeschi: non scordiamoci mai di riparare i lampioni
L'ANALISI - Le importanti parole della Cancelliera silenziate dall'apertura delle frontiere. I ticinesi sono gente con il cuore in mano quando il bisogno e' sincero. Ma serve compensazione per gli sforzi straordinari che i cittadini dovranno affrontare

di Andrea Leoni - 10 settembre 2015

Ci sono alcune parole di Angela Merkel che sono passate un po' in secondo piano, silenziate dalla forza delle immagini delle stazioni tedesche in festa nel dare il dare il benvenuto ai migranti, sulle note dell'Inno alla Gioia, che sono la fotografia e la musica della svolta dell'accoglienza impressa e imposta all'Europa dalla Cancelliera tedesca.

Rivolgendosi ai suoi concittadini, annunciando l'apertura delle frontiere ai profughi, Frau Merkel ha immediatamente assicurato che cio' sarebbe avvenuto "senza alzare le tasse e senza porre a rischio il pareggio di bilancio". E' la prima cosa che ha detto ai tedeschi. Poi qualche giorno dopo rivolgendosi al Parlamento ha aggiunto, con quel piglio teutonico che non lascia spazio a sentimenti o malintesi: "Coloro che cercano asilo e che vedono riconosciuto il diritto d'asilo hanno bisogno del nostro aiuto. E bisogna integrarli velocemente. E altrettanto velocemente devono imparare il tedesco e avere un lavoro".

Chiaro l'avviso ai naviganti: "Un Paese che dice "benvenuti" a tante persone deve anche dire quali sono le regole. Anche questo fa parte di una comunita' aperta. Non ci sara' nessuna tolleranza per la societa' parallela". Netta, almeno a parole, anche la distinzione fatta tra chi bisogna accogliere e chi no: "Si' all'accoglienza di chi fugge da persecuzioni politiche e guerre, ma coloro che arrivano per necessita' economiche non potranno rimanere in Germania, per quanto difficili possano essere le loro vite".

Ci vorra' del tempo per valutare la portata e le conseguenze della mossa della Cancelliera sulla Germania e sull'Europa. Oggi ci sono gli applausi ma del domani, che e' sempre piu' complesso e spinoso, non v'e' certezza. La scelta di aprire le porte e' stato in ogni caso un capolavoro politico della Merkel. Un capolavoro tipico dei leader autentici che sanno capovolgere situazioni sfavorevoli e quasi obbligate (che alternativa reale aveva la Germania a quella intrapresa?) in consenso e opportunita' da governare. C'e' chi ha scritto, a questo proposito, che la Signora piu' che accogliere ha deciso di assumere, pensando con lungimiranza ai bisogni futuri dell'economia tedesca: avere a disposizione manodopera riconoscente e a basso costo. Di fatto con questa mossa obbliga tutti gli altri Paesi dell'UE a fare altrettanto o a firmare ricchi assegni per essere dispensati dall'onere e finanziare chi se lo assume. Ma lasciamo che queste opzioni trovino o meno conforto nel tempo e nella capacita' di analisi di chi ha gli strumenti per capire.
Cio' che invece e' interessante nel presente sono le parole della Cancelliera poc'anzi riproposte. Parole rassicuranti per i tedeschi. Perche' se da un lato e' inevitabile, e sempre di piu' la sara', per i Governi chiedere alle popolazioni dell'Europa uno sforzo straordinario per far fronte all'emergenza (sforzo che andra' declinato e parificato anche sul fronte diplomatico, della sicurezza e dell'intelligence e non solo dell'accoglienza); dall'altra tranquillizzare i popoli sara' il passaggio obbligatorio per qualsiasi Paese che vorra' aspirare ad avere successo. Non possono esserci dubbi o tentennamenti su questo punto. Serve la massima chiarezza e la massima concretezza.

La Svizzera e il Ticino sono luoghi di accoglienza: la nostra gente e' gente con il cuore in mano quando il bisogno e' sincero. La stessa signora Merkel in visita a Berna qualche giorno fa ci ha indicato come esempio "nel campo dell'asilo, sia per la ripartizione dei rifugiati sia per le procedure accelerate. E le esperienze della Confederazione potrebbero essere un modello di riferimento per le discussioni in seno all'Unione europea sulla gestione dei migranti". Ma siccome saremo chiamati a fare di piu' e meglio, e sara' giusto farlo, c'e' bisogno di creare un clima sociale, economico e politico favorevole per chi gia' vive in questo Paese. La comprensibile paura che alberga in parte della popolazione, specie in quella piu' in difficolta', va prosciugata dando lavoro, stipendi dignitosi, eliminando le folli storture e le crasse ingiustizie prodotte dalla Libera circolazione, offrendo maggiori garanzie all'entusiasmo dei figli e alle ansie dei genitori, garantendo regole certe e prestando la dovuta attenzione ai comportanti di chi arriva. Che magari non sono illegali ma avvelenano il clima. Serve compensazione, insomma.

C'e' una breve storiella che inquadra bene la questione. In un quartiere con i lampioni rotti viene accolto un gruppo di rifugiati. La popolazione si divide in due in un aspro confronto tra chi quando cala la sera teme per la propria incolumita' e chi invece non ha preoccupazione alcuna. Ma nessuno si preoccupa di riparare i lampioni.

Ecco: non scordiamoci mai di riparare i lampioni.


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