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CH: le possibilita' di Gobbi


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http://www.mattinonline.ch/norman-gobbi-in-consiglio-federale-7-motivi-per-cui-limpresa-e-possibile/

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Norman Gobbi in Consiglio federale? 7 motivi per cui l'impresa e' possibile

di Boris Bignasca - 22 novembre 2015

Norman e' da venerdi' scorso ufficialmente sul "tricket" Udc per il Consiglio federale (*). Tre candidati per un posto. Gia' cosi' si potrebbe dire che Norman ha il 33% di possibilita' di essere eletto, ma ci sono altri motivi che potrebbero giocare a favore di Norman Gobbi.

1) Esperienza politica

Norman ha dalla sua un'esperienza politica di oltre vent'anni, dal consiglio comunale, al municipio, dal Gran consiglio (**) di cui e' stato anche Presidente e dunque primo cittadino del Cantone, fino al Consiglio nazionale (***) e ora da oltre 4 anni in Consiglio di Stato (+), organo di cui e' ora Presidente. Una carriera costruita passo dopo passo, mattone dopo mattone e coronata dalla rielezione in Governo con oltre 70mila voti.

2) Physique du Role

Norman pur essendo relativamente giovane (classe 1977) dimostra con il suo modo di essere di avere una maturita' politica invidiabile. Quest'impressione e' sostenuta dal "physique du role" di Norman: una voce possente e una corporatura imponente che aiutano nei dibattiti e nelle conferenze. Un'aurea di sicurezza che rasserena e che combinata con le sue altre qualita' soprattutto a livello organizzativo gli ha consentito di scalare tutto il cursus honorum della politica cantonale.

3) Blocher e Toni Brunner

Non e' un mistero per nessuno ormai che Cristoph Blocher e Toni Brunner (++) abbiano sostenuto fin dal principio la candidatura di Norman. Un sostegno che travalica le difficolta' formali (l'iscrizione all'UDC era una di queste) e che ha permesso a Norman di essere accettato senza troppe difficolta' dal gruppo UDC alle camere federali; gruppo di cui gia' fece parte negli anni 2010 - 2011.

4) Leventina

Franscini, Motta, i due Celio (Enrico e Nello)... Tra i pochi Consiglieri federali ticinesi molti provengono dalla Leventina. E' un legame difficilmente spiegabile tra la Leventina e la "cadrega" del Consiglio Federale. Forse e' dovuta alla vicinanza culturale che accomuna tutti i "vallerani" dell'arco alpino al di la' delle differenze linguistiche.

5) Sport ed esercito

Norman e' arbitro di Hockey e ama questo sport come molti svizzeri e inoltre ricopre il grado militare di maggiore. Sono solo dettagli forse, ma contano, soprattutto se si pensa che il dipartimento in mano all'UDC e' proprio quello della protezione della popolazione e dello sport.

6) Ticino

Tocca al Canton Ticino. Sono stati eletti 19 Consiglieri federali dall'uscita di Flavio Cotti nel 1999. 16 anni di assenza dalla stanza dei bottoni, che molto pesano sulla situazione del Ticino. Ora a palazzo sembra chiaro a molti che tocca al Ticino.

7) Lombardi e Cassis

Anche la costellazione negli altri partiti sembra essere molto positiva. Lombardi e' stato riconfermato come capogruppo (PPD/PDC) alle camere federali, stessa carica assunta proprio qualche giorno fa da Ignazio Cassis per le fila PLR/FDP. Due ticinesi dunque che possono spingere all'interno dei loro gruppi per l'elezione di Norman.

[email protected]

fonti:
indice dei consiglieri federali:
https://it.wikipedia.org/wiki/Indice_dei_Consiglieri_federali_svizzeri
uhm, questa lista sara' poi davvero esatta? Qualche dubbio mi viene, leggendo che danno Merz come argoviese quando si sa che e' appenzellese

--
(*) governo nazionale
(**) parlamento cantonale
(***) parlamento nazionale
(+) governo cantonale
(++) Christoph Blocher, imprenditore ora in pensione, gia' consigliere federale e parlamentare carismatico; e' il padre padrone dell'UDC, sia perche' ne ispira la politica, sia per il contributo finanziario. Oratore e trascinatore.
Toni Brunner, agricoltore del canton San Gallo, e' considerato creatura di Blocher, perche' da lui "benedetto" come nuovo giovane presidente dell'UDC nazionale.

==
Da:
http://www.caffe.ch/stories/inchieste/52570_un_ticinese_a_berna_non__prioritario/

La maggioranza degli svizzeri a sorpresa dice che...
"Un ticinese a Berna non e' prioritario"

di Massimo Schira - 22 novembre 2015

Il problema della rappresentativita' regionale in Consiglio federale non interessa granche' agli svizzeri. Salvo ai ticinesi. E' quanto emerge dal sondaggio, secondo cui solo il 38,7% degli intervistati pensa che l'assenza di un ticinese in governo sia rilevante per il Paese. Un dato condizionato molto dall'opinione degli svizzero tedeschi, che, a larga maggioranza, non ritengono problematica la situazione attuale.

Decisamente diversa, invece, l'opinione del Ticino, dove la mancanza di un ministro italofono a Berna fa storcere il naso al 78,2% degli intervistati a conferma dell'esistenza di quello che nel resto del Paese e' ormai stato ribattezzato "Polentagraben", prendendo spunto dal ben piu' noto "Roestigraben", ossia il tradizionale fossato che divide le opinioni di romandi e svizzero tedeschi.

Un dato che viene supportato anche da una certa comprensione da parte degli intervistati nei cantoni francofoni, visto che quasi la meta' dei romandi legge l'assenza di un ticinese nell'esecutivo federale come un vero problema. Un minimo di solidarieta' latina, insomma, sembra resistere nella Confederazione.

Analizzando piu' in profondita' i risultati del sondaggio elaborati dall'istituto M.i.s. Trend, si nota come le donne siano piu' severe degli uomini a proposito della rivendicazione ticinese. Se tra gli intervistati di sesso maschile la comprensione per la richiesta di un ministro italofono supera il 41%, tra le donne, essa precipita al di sotto del 36%, cioe' quasi tre punti percentuali in meno anche rispetto alla media nazionale.

Analogamente, si registra una cesura piuttosto netta e marcata tra le classi di eta'. I giovani percepiscono decisamente meno il problema rispetto agli anziani. Le persone di oltre 60 anni inserite nel campione demoscopico capiscono la richiesta del Ticino quasi al 50%, mentre tra i 18 e i 28 anni e tra i 30 e i 44 anni si scende appena sopra il 31%. Una differenza sostanziale che e' la dimostrazione di modi molto divergenti nel leggere e valutare la politica federale. Interessante, poi, notare la tendenza delle risposte sotto il profilo dell'appartenenza politica degli intervistati. I piu' aperti ad una miglior rappresentativita' regionale anche nel governo federale sono gli elettori di sinistra, che appoggiano la rivendicazione ticinese con una maggioranza piuttosto marcata.

Negli altri schieramenti, invece, solo il centro lascia aperto qualche spiraglio, mentre destra, centro destra e apolitici non percepiscono l'assenza di un italofono in Consiglio federale come un fattore penalizzante.
Del resto, gli stessi cittadini vodesi non vedono inconvenienti nel fatto che in governo dal 1998 non sieda un rappresentante del loro cantone. Per oltre il 61% degli intervistati, anzi, non e' affatto un problema.

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-- Vabbe' --
Comunque sia i sondaggi non contano un gran che, siccome chi elegge il nuovo ministro e' l'Assemblea federale e non le persone sondate nel paese


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