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Cosa c'è sopra la gru?


Anonymous
Illustrious Member
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Bella l’Italia, hai visto cos’è? Sembra la Grecia, sebbene là il Partenone stia ancora in piedi e illuminato quando cala la sera. La polizia che massacra i manifestanti disarmati e a terra, il mare e gli olivi. Proprio come la Grecia. Anche in Grecia gli extracomunitari vengono rinchiusi e poi deportati. Proprio come in Italia. Ma solo in Italia può essere fatta una truffa per derubarli, prima di rinchiuderli e deportarli. Una truffa a norma di legge. Questo no, neppure in Grecia.

Gli uomini sulla gru stanno diventando “tutti noi” che non abbiamo più nemmeno il coraggio di urlarci in faccia la verità, preoccupati come siamo a mantenere verde il prato davanti alla porta. Più verde di quello del vicino che pure per antonomasia lo avrà sempre più verde del nostro. Ed è una bella lotta! Noi non ci stiamo ad ammettere di essere come la Grecia. Mi hanno detto alcuni giorni fa: “Io non vedo in giro la disperazione.”

E allora, mi verrebbe da pensare: “Cosa c’è sopra la gru?”

Forse la disperazione non si riesce a vederla perché nessuno te la spiega, e chi invece lo fa cerca di non farti comprendere travisando la realtà. Per esempio, leggendo i giornali, sembrerebbe che quei quattro schiavi – uomini schiavi – non vogliano mangiare perché nessuno porta loro dei piatti etnici, e per questo ieri hanno pisciato con la vita appesa in mezzo al cielo. Sembra a chi legge, che in un paese civile non sia tollerabile che quattro “di quella gente” possano bloccare i lavori di un’intera metropolitana. Chi legge non lo capisce cosa può voler dire essere truffati a norma di legge. Proprio così questa mattina ho sentito spiegare i fatti di Brescia: “Ma che vuole quella gente? Che non basta la fame che abbiamo noi?”

Si sta ingiallendo l’erba del praticello.

Non la si vede in giro la disperazione, perché camminiamo a testa bassa – che non si sa mai gli occhi di chi vai a incontrare – e viene male guardare sui tetti, o sulle torri. Poi a dire il vero, anche passeggiare per centri commerciali, o le grandi vie dei negozi non aiuta a vedere. Nemmeno la notte le puttane, che se ci sono vuol dire che ancora si possono pagare.

Non serve a spiegare che “quella gente” è sfruttata da chiunque, dal grande imprenditore di stato che fa affari con lo stato e che costruisce l’EXPO, all’ultimo dei cittadini della “nostra gente” che per pagare meno lo schiavo lo affitterà. Non serve ricordare che se non si fosse permesso allo stato di disintegrare i sindacati, e se i sindacalisti non si fossero venduti alla mafia di stato, rinnegando un secolo di lotte operaie, tutto questo non sarebbe successo. Non serve nemmeno vergognarsi ammettendo che se qualcosa di meglio avverrà in Italia, forse lo dovremmo proprio a “quella gente” che magari ci insegnerà ad esigere di essere trattati con dignità.

E non ci potrà mai essere nulla di dignitoso in un paese tenuto in ostaggio da un criminale che non è ancora certo di essersi salvato dalla galera, e da un manipolo di rozzi, incivili e xenofobi, frustrati e ignoranti come i leghisti. Loro sì – quella gentaglia – che davvero di peggio non ce n’è.

Rita Pani (APOLIDE)

http://r-esistenza-settimanale.blogspot.com/


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