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Così spero che non mi chiedano ancora...


mincuo
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N.B.

-"Dinamici" e "Cronici" sono due termini sintetici miei, per ridurre a una parola sola.

-Sotto-occupati non significa tutti quelli part-time (che sono di più) ma solo quelli che dichiarano che vorrebbero lavorare di più.

-Nel caso Italiano ai disoccupati andrebbero aggiunte circa 450.000 persone, data la particolarità della Cassa Integrazione qui da noi.

-Le persone che non sono occupate, non sono disoccupate (più o meno scoraggiate) e non sono sotto-occupate, sono gli inattivi in senso stretto.
(bambini, studenti, casalinghe, benestanti, pensionati. Questi ultimi sono 16,5 milioni circa).

-Occupati sono coloro che lavorano almeno un'ora alla settimana.

http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/EU_labour_force_survey_-_methodology#Employment_-_Working_time


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oriundo2006
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Scusa Mincuo, ma ti sembra seria una statistica che dice, come tu riporti: ‘’..Occupati sono coloro che lavorano almeno un'ora alla settimana..’’. Un’ ORA ? Ma che significato ha un requisito del genere ? Dove sono imprese che assumono un’ora alla settimana ? Non capisco: forse si riferisce a chi è stato assunto e dopo un’oretta viene cacciato fuori a pedate perché fannullone ? O basta questo requisito per considerare occupati ‘mensili’ anche chi perde il lavoro chesso’ al primo del mese, insomma per diluire le statistiche a proprio comodo… non capisco se il calcolo è fatto con ammontare mensile ( cioè 4 ore al mese ) o ‘una tantum’ ( cioè basta un’ora in tutto per risultare occupati ) oppure come ? Permetterai che mi sembra una presa in giro…almeno secondo la logica corrente. Saluti


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Nieuport
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La statistica si può leggere in un altro modo: sommiamo occupati a disoccupati e otteniamo la popolazione attiva, tolti quindi bambini, vecchi, e chi non cerca proprio il lavoro, sono 28.482.000, quindi su questo totale i disoccupati, 6.591.000 sono il 23,15%.
E vi pare ragionevole, in un paese in cui la disoccupazione è al 23,15% continuare ad importare manodopera dall'Africa e dalla Cina?


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Coilli
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E' da considerarsi lavoro quello che abbia in cambio una retribuzione che consenta di vivere dignitosamente. Queste statistiche sono tutte sballate. Tolti bambini e pensionati sono da considerare lavoratori quelli che guadagnano minimo 1500 euro al mese. Gli altri sono tutti disoccupati e schiavi. A meno che non siano part time.


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mincuo
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E' da considerarsi lavoro quello che abbia in cambio una retribuzione che consenta di vivere dignitosamente. Queste statistiche sono tutte sballate. Tolti bambini e pensionati sono da considerare lavoratori quelli che guadagnano minimo 1500 euro al mese. Gli altri sono tutti disoccupati e schiavi. A meno che non siano part time.

Non sono sballate. Ci sono dei criteri sulla forza lavoro occupata.
Non c'è un criterio valido più di un altro. Quello Olandese prevedeva più ore.
Quello dell'ILO, http://www.ilo.org/rome/ilo-cosa-fa/lang--it/index.htm che è lì dal 1919, con 186 Paesi che si occupano di questo, è più lasco.
Ma ha un senso, che è lungo qui spiegare.
Non cambia comunque.
Ci sono delle esigenze, in statistica ed economia, che ti sfuggono, credo.
Qui interessava la forza lavoro occupata in senso largo.

Ma tu puoi trovare chi lavora, quanto lavora, di che età, maschio o femmina, con che grado di preparazione scolastica, se straniero o meno, per fascia di salario, se nell'industria o nei servizi, e in quale comparto di ognuna ecc...

Quando i disaggregati li aggreghi man mano perdi definizione e però in cambio vuoi avere delle misurazioni complessive, che ti interessano.
In particolare, (a spanne), se comunque c'era una domanda, e cioè se qualcuno ha lavorato, per quanto poco, o non c'era proprio domanda nei vari settori.
E vuoi che le misure siano omogenee, se le fai per 186 Stati.
Non tutti hanno 1500 EUR, non la Slovacchia ad esempio...nè le stesse legislazioni e tutele o le stesse forme di contrattazione, nè lo stesso costo vita è uguale in Svizzera o in Pakistan.
Quindi se vuoi omogeneità per poi parametrare devi fare in un certo modo.
"Occupato" per il cittadino comune è diverso che non per lo statistico.
Lui però sa che non è la stessa cosa.

E sa cercare quel che eventualmente gli serve, specificatamente.

Se la forza lavoro occupata in senso largo non è quello che Coilli od Oriundo 2006 hanno in mente legittimamente e a buon senso e cioè un lavoratore a tempo pieno, non significa per forza che sono stupidi e che nessuno delle decine di migliaia di professionisti, sindacalisti, economisti, statistici all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) cioè l’agenzia delle Nazioni Unite, nè i suoi 186 Stati membri, non c'era mai arrivato in 100 anni a tanto....

Questa è la 19sima Conferenza Internazionale dell'ILO sulla metodologia statistica.
http://www.ilo.org/global/statistics-and-databases/meetings-and-events/international-conference-of-labour-statisticians/19/lang--en/index.htm
Se hai la pazienza di leggere qualche centinaio di pagine vedrai che qualcosina hanno pensato pure loro.
E anche nelle 18 Conferenze Internazionali precedenti.


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Coilli
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Era solo la mia personale opinione riguardo l'italia. Le statistiche a seconda di come vengono presentate danno sensazioni diverse e le rappresentazioni grafiche ancor di piu' come ben saprai. La mia sensazione e' che le statistiche riguardo alla disoccupazione vengano presentate in modo da minimizzare il problema. Le soluzioni si sanno ma non si applicano perche' evidentemente a chi conta non conviene.


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@ Nieuport, oriundo2006 e Coilli

Queste sono le definizioni (utilizzate e pubblicate dal CNEL, http://www.cnel.it/53?shadow_documenti=23514 ) di disoccupazione e i relativi tassi (30/09/2014):


Il tasso di disoccupazione (def. ufficiale) è il rapporto tra i non occupati che cercano attivamente un lavoro (persone in cerca di lavoro) ed il totale della popolazione attiva, definita anche forza lavoro (cioè quelli che lavorano più quelli che cercano lavoro).
Il tasso di occupazione è il rapporto tra chi ha un lavoro e il totale della popolazione considerata in età lavorativa. I disoccupati sono coloro che cercano attivamente lavoro e non quelli che hanno perso il lavoro.
Quindi se aumenta il numero di persone (senza lavoro) che iniziano a cercare attivamente un nuovo lavoro, allora il tasso di disoccupazione aumenta anche se il tasso di occupazione rimane costante.


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Coilli
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Appunto, se uno che ha perso il lavoro non e' disoccupato Cicciolina e' una verginella.


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Come ha già detto Mincuo, vi sono più criteri di valutazione ed a seconda delle tue esigenze tu puoi di volta in volta utilizzare quello che ritieni essere più appropriato.
La definizione ufficiale di disoccupazione è sicuramente inappropriata, o limitante se preferisci, ai fini della quantificazione del fenomeno del lavoratore che non trova lavoro e gli addetti ai lavori ne sono consapevoli, difatti vengono utilizzate anche altre classificazioni.
Questo non significa che la U1 non sia rilevante per altri tipi d'analisi, ad esempio individua il numero di soggetti senza lavoro ai quali è riconosciuto lo “stato di disoccupazione” e cioè i potenziali percettori di indennità di disoccupazione.

Te la riscrivo sperando di essere più chiaro: secondo la definizione ufficiale (U1), i disoccupati sono coloro che hanno perso il lavoro e che attivamente ne cercano uno nuovo.
O ancora: lo stato di disoccupazione è la condizione del soggetto privo di lavoro, che sia immediatamente disponibile allo svolgimento ed alla ricerca di un’ attività lavorativa.
O ancora: in senso stretto, con il termine disoccupati (la definizione ufficiale di disoccupazione, U1) ci si riferisce ai senza lavoro che compiono azioni di ricerca attiva e non ai sottoccupati o alle persone che hanno interrotto l’attività di ricerca.

O ancora ( http://www.provincialavoro.padova.it/stato-di-disoccupazione ):

Lo “stato di disoccupazione” identifica la condizione di soggetto privo di lavoro, che sia immediatamente disponibile allo svolgimento ed alla ricerca di una attività lavorativa secondo le modalità definite con i servizi competenti.
Pertanto lo stato di disoccupazione sussiste al contestuale verificarsi delle seguenti tre condizioni:

1. non essere impegnato in alcuna attività lavorativa;
2. essere immediatamente disponibile ad una proposta di lavoro;
3. svolgere un’azione di “ricerca attiva” di lavoro secondo le modalità definite con il servizio competente.

Semplificando, quelli che “hanno perso il lavoro” si dividono in :

• disoccupati (non occupati che cercano attivamente un impiego);
• inattivi disponibili (non occupati che cercano ma non attivamente o non cercano ma sono disponibili a lavorare).

Nuove regole in materia di stato di disoccupazione : http://www.dplmodena.it/ProvModenaVademecumDisoccupazione2014.pdf

Ti torna così? Se vuoi leggere:

http://www.aiel.it/Old/bacheca/FIRENZE/Papers/viviano.pdf

https://books.google.it/books?id=Qit8IPzI114C&pg=PA435&lpg=PA435&dq=disoccupazione+u1+u2+u3+u4+u5+u6&source=bl&ots=baVl1QU34j&sig=2-6XAXF9UHC2SsdaYT11zeWQzCY&hl=it&sa=X&redir_esc=y#v=onepage&q=disoccupazione%20u1%20u2%20u3%20u4%20u5%20u6&f=false

http://www.grupposervizioambiente.it/aisre_sito/doc/papers/OlivieriPaccagnella_AISRE.pdf


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Coilli
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Ok grazie. Comunque concorderai che questi metodi fanno sembrare la situazione meno brutta di quanto sia realmente, almeno a chi non abbia conoscenze approfondite di tali metodologie, cioe' la grande maggioranza.


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Non me ne volere, non è per fare il precisino però non concordo.
Se quello che vuoi dire è che i media e le istituzioni fanno il possibile per mascherare la realtà sono d’accordo, ma lo stesso metodo viene applicato a qualunque altro contesto, non solo al mercato del lavoro.
La pratica di mostrare solo quello che fa comodo è diffusa a tutti i livelli ed in ogni contesto, non importa che sia politica, università, lavoro, storia, ecc. Praticamente tutte le analisi prodotte dai nuovi eroi del WEB sono viziate, né più né meno di quelle fornite dalla stampa mainstream, dicesi cherry picking a livello agonistico. Il fatto però che vi siano più criteri, più metodologie di rilevazione e più indicatori significa che volendo è possibile anche per i comuni mortali farsi un’idea delle dinamiche in atto. Certo, se uno si limita a leggere i giornali e ad ascoltare la propaganda di governo e/o di partito senza mai verificare nulla di ciò che sente e legge allora si fa bastare la definizione ufficiale (U1), senza peraltro capire nemmeno quella. Però, qualunque sia il proprio interesse, ognuno di noi sa che le statistiche vanno lette sulla base dei criteri, delle metodologie e dei parametri con cui sono state redatte. Che sia storia, economia o astrofisica il discorso non cambia. Diciamo che normalmente le persone non approfondiscono nulla di ciò che leggono e quindi puoi sempre dirgli la qualunque che tanto è lo stesso, ma a mio avviso, in ultima istanza, l’informazione non è vittima di quei farabutti che pubblicano certe analisi, quelli provano a guadagnarsi la pagnotta, la colpa è di quei lazzaroni che si accontentano di quello che passa il convento, salvo poi lamentarsi del politicante di turno. Sta al lettore/elettore chiedere maggior qualità, siamo noi che permettiamo il protrarsi di questa situazione.

Comunque, già la U6 del grafico sopra ti da un’idea abbastanza precisa della situazione. E sono dati del CNEL ( http://www.cnel.it/home ), non di qualche sconosciuto prof. di provincia. Hai mai sentito qualche professorone criticare quel 12 o 13% che viene tanto sbandierato? Basterebbe leggersi i documenti del governo eppure … Nieuport parla di disoccupazione al 23,15%, ma magari fosse al 20%! Capisci il perché del mio intervento? Non so, questa deve essere la terza o la quarta volta che carico quel grafico, eppure … Io credevo di suscitare stupore, di vedere gente che si strappava le vesti , che provava per una volta a reagire, che si ribellava a questo eterno incanto… Invece niente, non se lo fila nessuno!
Allora, com’è questa cosa? Le statistiche ci sono? E quando ci sono suscitano l’interesse di qualcuno? La verità è che non gliene frega una ceppa, nessuno è disposto a lottare contro quelli che ci vogliono così banali ed ignoranti, e forse non è nemmeno colpa loro, forse la verità è che al mondo servono così.


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La statistica si può leggere in un altro modo: sommiamo occupati a disoccupati e otteniamo la popolazione attiva, tolti quindi bambini, vecchi, e chi non cerca proprio il lavoro, sono 28.482.000, quindi su questo totale i disoccupati, 6.591.000 sono il 23,15%.
E vi pare ragionevole, in un paese in cui la disoccupazione è al 23,15% continuare ad importare manodopera dall'Africa e dalla Cina?

Dalla Cina? I cinesi che arrivano illegalmente sono fatti arrivare dalle Triadi che li sfruttano a mo' di schiavi, il fenomeno è diverso da quello africano


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sankara
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@ Nat

da parte mia grazie, apprezzo il fatto che provi ad alzare il livello del dibattito in tema, e condivido lo sprono a chiedere maggior qualità. Ad integrazione, nel caso fosse sfuggito, posto il link di un precedente postato di Mincuo in merito

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=87589&start=0&postdays=0&postorder=asc&highlight=mincuo+disoccupazione

con un riepilogo dei dati salienti su popolazione, pensioni e distribuzione forza lavoro


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Grazie Sankara, mi fa piacere risentirti.


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La statistica si può leggere in un altro modo: sommiamo occupati a disoccupati e otteniamo la popolazione attiva, tolti quindi bambini, vecchi, e chi non cerca proprio il lavoro, sono 28.482.000, quindi su questo totale i disoccupati, 6.591.000 sono il 23,15%.
E vi pare ragionevole, in un paese in cui la disoccupazione è al 23,15% continuare ad importare manodopera dall'Africa e dalla Cina?

Dalla Cina? I cinesi che arrivano illegalmente sono fatti arrivare dalle Triadi che li sfruttano a mo' di schiavi, il fenomeno è diverso da quello africano

Bè insomma, le Triadi magari curano la parte logistica dello human trafficking ma il fenomeno è bello ampio e complesso. Sicuramente il fenomeno è diverso da quello africano ma per certi versi è pure peggiore.
Grazie agli “sfruttatori” locali hanno distrutto più di un distretto industriale, altroché triadi. I cinesi poi hanno un rapporto con il fisco che definire problematico è riduttivo.
Comunque se hai qualche studio da portare io leggo volentieri.


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