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Dieci domande ad Antonio Ingroia


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Pesce lesso Monti ha appena terminato la sua conferenza stampa per dire e non dire. Vorrebbe fare il premier ma senza sottoporsi al giudizio elettorale. O meglio, accetterebbe di sottoporvisi se avesse la certezza del risultato. Ma questa non c'è, e dunque «riflette», mettendo la sua riflessione (e dunque se stesso) al centro del mondo. Brutto vizio quest'ultimo, che sembra condiviso anche dall'ultimo passeggero del Palermo-Guatemala city-Roma.

Dope le assemblee di venerdì (Io ci sto) e di sabato (Cambiare si può), Antonio Ingroia è già il candidato di quattro partiti (Prc, Pdci, Verdi, Idv) e di due movimenti (Arancioni e Alba), ma lui deve ancora «riflettere». Le sue determinazioni le assumerà «entro il 28-29 dicembre». Nel frattempo vuol verificare se vi saranno le condizioni «sul versante della società civile». Ora, siccome non è specificato come la suddetta dovrebbe comunicare con l'ennesimo magistrato tanto amato dalla sinistra, traduciamo dal politichese: Ingroia vuol verificare quanti personaggi pubblici (giornalisti, sindacalisti, uomini di spettacolo, eccetera) sono disposti a dargli una mano nell'impresa.

Niente di male, anzi perfino comprensibile. Ma è bene aver chiaro da chi è fatta la «società civile» per quello che si candida a dar vita ad un'altra lista fondata su un nome piuttosto che su un programma.

Intendiamoci, per noi ogni voto contro l'asse degli eurosacrifici Bersani-Casini-Monti sarà positivo. Ma gli ingroiani hanno chiaro che questo è il nemico? Una parte certamente sì, ma Antonio Ingroia non sembrerebbe, visto che insiste sulla necessità di confrontarsi con il segretario del Pd. In attesa che il marasma si chiarisca, e che il magistrato concluda le sue «riflessioni», su che cosa dobbiamo basarci per capire la direzione di marcia?

Sappiamo le differenze che esistono. Ad esempio, il Prc si pronuncia per la cancellazione del Fiscal Compact e del pareggio di bilancio in Costituzione, mentre Ingroia non ne parla neppure. Alla fine vedremo quale sarà la quadra, ma qual è il punto di partenza? Ad oggi ne conosciamo solo uno, i 10 punti del manifesto «Io ci sto» (vedi in fondo all'articolo). Una roba da far sembrare il più pallido dei socialdemocratici di un tempo un pericoloso black bloc pronto alla guerriglia urbana.

Siamo perciò costretti a prendere in esame questo decalogo, che non a caso campeggia nel sito di quel Pdci che, capeggiato dal più comunista dei bombardatori della Jugoslavia, ha prima bussato alla porta di Bersani per poi ripiegare sul magistrato palermitano. E dato che quest'ultimo deve ancora «riflettere», proviamo ad aiutarlo in questo esercizio attraverso dieci semplici domande.

1. Legalità e giustizia
«Vogliamo che la legalità e la solidarietà siano il cemento per la ricostruzione del Paese». Questo è il primo punto del suo manifesto. Ora, premesso che la solidarietà è una cosa un po' generica e sulla bocca di tutti, ci permettiamo di ricordarle che «legalità» non equivale a giustizia. In questo paese è legale il lavoro precario, sono legali le pensioni da fame, è legale il salvataggio delle banche a spese dei contribuenti, e dalla scorsa primavera sono legali anche i licenziamenti discriminatori. Avremmo capito se al primo punto lei avesse indicato la giustizia sociale. Ha invece preferito partire dalla legalità: perché?

2. Un silenzio preoccupante
La domanda precedente avrebbe potuto trovare una risposta nei punti seguenti del manifesto. Purtroppo invece non c'è. Solo sui licenziamenti si dice qualcosa (punto 7), ma senza affermare chiaramente che bisogna cancellare la legge Fornero. Su tutto il resto silenzio assoluto. E' un caso, od è la rinuncia abbastanza esplicita a rimettere in discussione la macelleria sociale operata dal governo Monti?

3. Banche e mafia
Dal manifesto si evince che i problemi dell'Italia sono tutti, ma proprio tutti, riconducibili alla mafia, alla criminalità organizzata, alla corruzione. Questioni reali, per carità, ma non le viene il dubbio che siano in gioco anche altri fattori, ed altri soggetti ben più potenti? Mai sentito parlare delle banche, dei vampiri della finanza, della Bce, della Merkel? E se ne ha sentito parlare, perché non c'è nessuna parola (ma proprio nessuna) nel suo manifesto?

4. La crisi, questa sconosciuta
Inopinatamente, riscontriamo anche l'assenza della parola «crisi». Lo comprendiamo. Parlare di crisi porta con se una serie di conseguenze: le cause, gli attori, le vittime, le possibili vie d'uscita. Tutti temi che naturalmente stanno fuori da un'aula di tribunale, ma che non si capisce come potrebbero stare fuori dalla prossima campagna elettorale. C'è una qualche sua idea su queste questioni? Se sì, dove le possiamo reperire?

5. Conflitto di interessi e leggi ad personam
Al punto 10 leggiamo: «Vogliamo ripristinare il falso in bilancio e una vera legge contro il conflitto di interessi ed eliminare le leggi ad personam». Giusto. Sottoscriviamo in pieno, ma abbiamo il sospetto che ci si riferisca alla sole malefatte del Puzzone di Arcore. Lei non crede che altri, e ben più corposi conflitti di interesse abbiano dato vita a tante scelte del governo Monti, governo di banchieri definito non a caso da tanti come «governo delle banche»?

6. Una politica economica misteriosa
Il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, ha dichiarato che non si capisce cosa proponga il suo manifesto sul «terreno economico-sociale». Certo, il braccio destro di Bersani lo ha fatto per ribadire che: «Non facciamo alleanze che non abbiano un forte grado di omogeneità rispetto agli impegni che vogliamo mantenere con l'Europa e a livello internazionale», ma francamente quale sia la sua posizione resta un mistero. Perché?

7. Alternativi a chi?
Il manifesto parla di una alternatività a Berlusconi e a Monti. Ma, ad oggi, nessuno dei due sembra seriamente in lizza per la vittoria elettorale, essendo Bersani il candidato di gran lunga favorito. Lei ieri ha partecipato alla riunione del comitato centrale del Pdci. Nel corso dei lavori, Oliviero Diliberto ha affermato che: «lavoreremo nella direzione del dialogo con il centrosinistra». Tutto indurrebbe a pensare che questa sia anche la sua posizione. Dunque, nessuna vera alternatività (salvo un po' di battage elettorale) a Bersani. Ci sbagliamo?

8. E la Nato?
Certo, in questo nostro disgraziato Paese alla politica estera non si dedica mai una riga. Tanto ci pensano gli ambasciatori Usa e i generali della Nato. In questo il suo manifesto non fa eccezione. Ci ha pensato, però, il suo compagno e collega De Magistris, che intervenendo alla cerimonia per la nuova sede napoletana del comando Nato ha detto che: «Siamo orgogliosi di aver conosciuto tante forze armate diverse», che resteranno in una città in «una posizione strategica rilevante nei piani per il mantenimento della pace nel mondo». Ha da dire qualcosa su questa illuminante prosa del sindaco di Napoli?

9. Fiscal Compact, pareggio di bilancio e debito pubblico
Abbiamo già detto che di queste questioni non c'è traccia. Cosa dobbiamo dedurne, se non che questi sono degli autentici tabù anche per lei? Se il Fiscal Compact sarà rispettato, se il pareggio di bilancio sarà garantito, se il debito sarà onorato con gli strozzini della finanza internazionale, quale possibilità di uscita dalla crisi riesce ad immaginare? O crede davvero, come Bersani, che si tratti solo di operare qualche piccolo aggiustamento?

10. Il dogma eurista
Il manifesto tocca la questione europea in maniera un po' pasticciata. Si legge nella premessa: «Per noi l’Unione Europea deve diventare autonoma dai poteri finanziari con organismi istituzionali eletti dai popoli». Eh già, come se bastasse dirlo! Come se l'Unione Europea non fosse costitutivamente intricata con quei poteri. Suvvia, Ingroia, almeno su questo punto bisogna essere
più chiari. Noi siamo per l'uscita dal mostro chiamato Unione Europea, e siamo per abbandonare il suo strumento uccidi-popoli denominato euro. E ci sembra invece che la formulazione già citata ammicchi assai ad un mostro ancora più tremendo, quegli Stati Uniti d'Europa di cui si discute, fortunatamente senza troppo costrutto, in alcuni circoli dominanti. Ci sbagliamo?

Emmezeta
Fonte: www.antimperialista.it
LinK: http://www.antimperialista.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2317italia
23.12.2012

************************

Il manifesto «Io ci sto»

MANIFESTO PER LA CONVOCAZIONE DELL’EVENTO DEL 21 DICEMBRE A ROMA AL TEATRO CAPRANICA – ORE 17.30

IO CI STO

I promotori sono espressione della società civile e della politica pulita che vuole costruire un’alternativa di governo al berlusconismo e alle scelte liberiste economiche, sociali e culturali del governo Monti.

L’alternativa di governo si costruisce con una forza riformista che ha il coraggio di un proprio progetto per uscire dalla crisi e rilanciare l’Italia finalmente liberata dalle mafie e dalla corruzione.
Abbiamo come riferimento imprescindibile la Costituzione Repubblicana, a partire dall’art. 1 secondo cui il lavoro deve essere al centro delle scelte economiche. Per noi l’Unione Europea deve diventare autonoma dai poteri finanziari con organismi istituzionali eletti dai popoli ed è fondamentale il cambiamento della Casta politica e burocratica italiana mentre lo sviluppo del mezzogiorno è l’unica scelta per unificare il Paese.

1) Vogliamo che la legalità e la solidarietà siano il cemento per la ricostruzione del Paese;

2) Vogliamo uno Stato laico, che assuma i diritti della persona e la differenza di genere come un’occasione per crescere;

3) Vogliamo una scuola pubblica che valorizzi gli insegnanti e gli studenti con l’università e la ricerca scientifica pubbliche non sottoposte al potere economico dei privati e una sanità pubblica con al centro il paziente, la prevenzione e il riconoscimento professionale del personale del settore;

4) Vogliamo una politica antimafia nuova che abbia come obiettivo ultimo non solo il contenimento, ma l’eliminazione della mafia, e la colpisca nella sua struttura finanziaria e nelle sue relazioni con gli altri poteri, a cominciare dal potere politico;

5) Vogliamo che lo sviluppo economico rispetti l’ambiente, la vita delle persone, i diritti dei lavoratori e la salute dei cittadini, e che la scelta della pace e del disarmo sia strumento politico dell’impegno dell’Italia nelle organizzazioni internazionali, per dare significato alla parola “futuro”. Vogliamo che la cultura sia il motore della rinascita del Paese;

6) Vogliamo che gli imprenditori possano sviluppare progetti, ricerca e prodotti senza essere soffocati dalla finanza, dalla burocrazia e dalle tasse;

7) Vogliamo la democrazia nei luoghi di lavoro, il ripristino del diritto al reintegro se una sentenza giudica illegittimo il licenziamento e la centralità della contrattazione collettiva nazionale;

8) Vogliamo che i partiti escano da tutti i consigli di amministrazione, a partire dalla RAI e dagli enti pubblici, e che l’informazione non sia soggetta a bavagli;

9) Vogliamo selezionare i candidati alle prossime elezioni con il criterio della competenza, del merito e del cambiamento;

10) Vogliamo che la questione morale aperta in Italia diventi una pratica comune e non si limiti alla legalità formale, mentre ci vogliono regole per l’incandidabilità dei condannati e dei rinviati a giudizio per reati gravi. Vogliamo ripristinare il falso in bilancio e una vera legge contro il conflitto di interessi ed eliminare le leggi ad personam.

Queste sono alcune delle ragioni per un governo democratico di cambiamento.
Per realizzare questi obiettivi si decide di aprire il confronto con i movimenti e le forze democratiche del Paese.


Citazione
BWV826
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Post: 109
 

Concordo pienamente con gli interrogativi ed i dubbi espressi nell'articolo.
Non è improbabile che Ingroia si riveli l'ennesimo "trastullo masturbatorio" con cui dirottare il dissenso verso lidi dove meno possa disturbare
le manovre tecnocratiche.
Coerentemente con le considerazioni dell'articolo, se un candidato non dovesse porre al primo punto la denuncia della "distruzione creatrice"
dei commissari di Bruxelles deve essere considerato dagli elettori come un traditore collaborazionista a tutti gli effetti.
Lo snodo centrale dell'epoca in cui viviamo è il ripristino (o la definitiva sconfitta) della sovranità democratica dell’Italia e degli altri paesi dell’Eurozona.
Collaborazionista è chiunque non denunci come tali i ricatti dalla Commissione Europea che, con l’euro-dittatura del Fiscal Compact,
condanna i futuri governi all’agonia finanziaria e all'impossibilità di spesa.
Collaborazionista è chiunque proponga all'attenzione degli elettori temi pur importanti, ma in questo momento fuorvianti
come corruzione, costi della politica, festini di Arcore etc. Purtroppo Ingroia ha fatto parte di tale "circo" attivamente, sostenendone la lacunosa narrativa correlata.
Da una parte chi denuncia Monti come criminale, dall'altra i redivivi filonazisti della Repubblica di Salò (di destra o sinistra che siano...).


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Pellegrino
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Post: 2635
 

Alcuni indizi sono in queste domande: Ingroia "funzionario ONU in Guatemala"? cosa faceva? perchè è stato scelto lui? come mai il paracadute immediato appena lasciata la magistratura? quanto riceveva in denaro? quanto era importante il suo compito se dopo tre mesi può abbandonarlo allegramente?


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illupodeicieli
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Post: 760
 

Nei programmi mancano sempre le cose "pratiche", quelle che servono a tutti e che tanti vorrebbero leggere: fermare Equitalia, accesso al credito, sovranità nazionale, tagli alle spese inutili come l'acquistoa dei caccia, trasporti e mobilità, energia alternativa, internet. Loro parlano solo di leggi da cambiare ma non di cose concrete.Del resto andando in parlamento i loro problemi finiscono.


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marcopa
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Post: 8326
 

Attorno ad Ingroia ci sono ambienti diversi e a questo punto sarebbe "IMPORTANTISSIMO" se la lista fosse davvero presente alle elezioni.

I tempi sono stretti , le difficolta' in agguato ed e' sempre difficile metttere insieme persone diverse.

Ma ci sono dei temi incredibilmente importanti ed assenti da tutte le altre liste.

Di seguito le mozioni approvate dall' Assemblea di Cambiare si puo' al Quirino.

Io segnalo soprattutto il punto 5 della mozione 1,

"cancellazione delle missioni militari"

Spero che diventi patrimonio di tutta la lista, non solo della aggregazione Cambiare si puo' che negli ultimi giorni si sta allargando sempre piu'.

A questo punto sarebbe veramente un peccato se le difficolta' tecniche impedissero alla lista di essere presente alle elezioni.

Marcopa

MOZIONE n.1 – Approvata a maggioranza (non all’unanimità) al termine del dibattito della mattina e sottoposta anche alla votazione telematica:

L’Assemblea di “Cambiare si può”, riunita a Roma il 22 dicembre 2012, ribadisce la necessità – e riconosce ora la possibilità – di “una proposta elettorale autonoma e nuova, anche nel metodo, capace di parlare a un’ampia parte del Paese” così come si prefigura nella convergenza con il “Movimento arancione”, con le espressioni della società civile e con quelle forze politiche che si riconoscono nelle modalità proposte da Antonio Ingroia.

Dà mandato ai promotori di proseguire nei tempi più rapidi il confronto sul programma a partire dai punti qualificanti emersi nel dibattito e, in particolare, sulle questioni:

1) Della rimessa in discussione del fiscal compact e della contestazione delle politiche di austerità imposte dall’Europa;
2) Del rifiuto della logica delle grandi opere a cominciare dal TAV;
3) Delle politiche del lavoro e dei relativi diritti;
4) Della difesa e rilancio del welfare e della laicità e pubblicità della Scuola e dell’Università;

5) Del taglio della spesa militare, della cancellazione delle missioni militari all’estero e della politica della pace;

6) Delle politiche di accoglienza e dei diritti dei migranti

MOZIONE n.2 - pomeriggio

L’assemblea riunita il 22 dicembre 2012 al Teatro Quirino di Roma riconosce la necessità di portare avanti un processo unitario sulla base di regole condivise. Riconosce altresì:
1) che ogni decisione va proposta in forma pubblica e trasparente attraverso una consultazione telematica aperta ai firmatari dell’appello e una votazione finale affidata alle assemblee pubbliche
2) che a seguito della proposta di percorso politico elaborata da Antonio Ingroia vi sia necessità di decidere delle regole per la presentazione di una lista unitaria in forma condivisa e coinvolgendo tutti i soggetti che sono protagonisti del percorso.
L’assemblea assumendo la ricchezza della discussione la modifica del quadro politico avvenuta ieri delibera altresì:
1) di dare mandato esclusivamente esplorativo a un comitato di gestione scelto tra i promotori per affrontare unitariamente la questione specifica delle regole per la formazione delle liste.
2) il comitato di gestione nelle persone di Chiara Sasso, Livio Pepino e Marco Revelli si impegna ad ascoltare tutte le soggettività che si sono dichiarate disponibili ad articolare un percorso unitario e cooperativo.
3) su questa base il comitato si impegna a concordare un’ipotesi di regole condivise entro il 27 dicembre
4) tale proposta sarà resa pubblica e sottoposta a un processo di validazione tramite consultazione telematica dei firmatari dell’appello nei giorni 28-29-30 dicembre"

La Mozione è stata approvata a grande maggioranza dall'Assemblea, la quale ha anche deliberato che la lista delle Adesioni a Cambiare si può si chiudesse nel momento di inizio della consultazione telematica.


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Anonymous
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Ma chi se ne frega, alle elezioni è già un successo se supererà lo 0.5%, gli attori importanti sono altri: PD, M5S, Berlusconi+Lega (alla fine ritornano insieme altrimenti spariscono), qualcosa (poco) raccoglieranno anche Casini e i suoi scagnozzi, il resto sparisce, tranquilli 😕


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mincuo
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Fanno ridere anche le cose sulla mafia che pure sono il suo pane. Basta pensare alla droga. Sono 15 20 tonnellate al mese almeno in Italia, ogni mese, regolarmente. Con tutte le polizie, portuali, ferroviarie, postali, specializzate, magistrati, esercito, polizia antidroga, fiscale, bancaria. Ammazza che tonti!!!
Dopo ti vedi l'operazione di polizia con il solito tavolinetto, i sacchettini, due tre pistole, un pò di contante, e poi un cartello con scritto "Operazione XYZ" con nome da telefilm e 4 sfigati Marocchini, per l'opinione pubblica.. Ma polizia, servizi, esercito, dogane, polizia bancaria, portuale ecc... devono chiudere 100 occhi per non vedere coltivazione, produzione, spedizione settimanali, camion partire da industrie che raffinano ecc...
La roba deve arrivare REGOLARMENTE nei porti, nelle stazioni, negli areoporti no? Non una tantum, REGOLARMENTE, in tutto il mondo.
Basta pensare alla droga come fosse la birra. Devono essere riforniti regolarmente in ogni città del mondo, grande e piccola.
Un'industria, grande. Non è molto diverso che provvedere ogni città del mondo, di tutto il mondo, piccola o grande, di birra. REGOLARMENTE. La mafia ecc... fa il dettaglio, ma i Governi controllano o sono complici della produzione, raffinazione, trasporto e cioè l'ingrosso.
E il sistema bancario fa le aperture di credito, gli Swift, i bonifici, gli accrediti ecc.. Normale.
Che siano i Governi almeno complici è palese, basta fare mente locale. Bisogna seminare centinaia e centinaia di ettari solo di oppio (sono 5.000 tonn che si consumano all'anno ufficialmente al mondo, ma sono il triplo in realtà). Non si vedono i campi?
Poi irrigare, coltivare, fare il raccolto, trasportare, stoccare, essiccare, trasportare, lavorarlo, spedire, pagare, incassare, sono qualche miliardo di dollari alla settimana. Come? Coi contanti nelle mutande?
Da decenni, da secoli anzi, dal 1700. Hanno pescato solo i 4 marocchini, la signora con la bustina nel reggiseno e la banda di spacciatori di quartiere.
Pietà.


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cdcuser
Honorable Member
Registrato: 3 anni fa
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Fanno ridere anche le cose sulla mafia che pure sono il suo pane. Basta pensare alla droga. Sono 15 20 tonnellate al mese almeno in Italia, ogni mese, regolarmente. Con tutte le polizie, portuali, ferroviarie, postali, specializzate, magistrati, esercito, polizia antidroga, fiscale, bancaria. Ammazza che tonti!!!
Dopo ti vedi l'operazione di polizia con il solito tavolinetto, i sacchettini, due tre pistole, un pò di contante, e poi un cartello con scritto "Operazione XYZ" con nome da telefilm e 4 sfigati Marocchini, per l'opinione pubblica.. Ma polizia, servizi, esercito, dogane, polizia bancaria, portuale ecc... devono chiudere 100 occhi per non vedere coltivazione, produzione, spedizione settimanali, camion partire da industrie che raffinano ecc...
La roba deve arrivare REGOLARMENTE nei porti, nelle stazioni, negli areoporti no? Non una tantum, REGOLARMENTE, in tutto il mondo.
Basta pensare alla droga come fosse la birra. Devono essere riforniti regolarmente in ogni città del mondo, grande e piccola.
Un'industria, grande. Non è molto diverso che provvedere ogni città del mondo, di tutto il mondo, piccola o grande, di birra. REGOLARMENTE. La mafia ecc... fa il dettaglio, ma i Governi controllano o sono complici della produzione, raffinazione, trasporto e cioè l'ingrosso.
E il sistema bancario fa le aperture di credito, gli Swift, i bonifici, gli accrediti ecc.. Normale.
Che siano i Governi almeno complici è palese, basta fare mente locale. Bisogna seminare centinaia e centinaia di ettari solo di oppio (sono 5.000 tonn che si consumano all'anno ufficialmente al mondo, ma sono il triplo in realtà). Non si vedono i campi?
Poi irrigare, coltivare, fare il raccolto, trasportare, stoccare, essiccare, trasportare, lavorarlo, spedire, pagare, incassare, sono qualche miliardo di dollari alla settimana. Come? Coi contanti nelle mutande?
Da decenni, da secoli anzi, dal 1700. Hanno pescato solo i 4 marocchini, la signora con la bustina nel reggiseno e la banda di spacciatori di quartiere.
Pietà.

... e quanta ne passa nelle "amate' basi nato di demagistris (sembra un nome da fumetto di topolino).


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