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Dopo la figura di merda, vadano a casa

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Tao
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Il governo va sotto e Prodi presenta le dimissioni. Ancora una volta il motivo è incomprensibile alle persone normali. Ancora una volta c'è di mezzo D'Alema, col culo opportunamente coperto da un fiume di parole edificanti sulla sua rivista clandestina (ma ricchissima) ItalianiEuropei. Ancora una volta il cittadino è costretto a leggere e ascoltare le indegne banalità del migliaio di squatter, occupanti abusivi del Parlamento, una cosca di magliari - dal primo all'ultimo, senza eccezioni - che intascano 18mila euro al mese e privilegi senza fine per farsi i cazzi propri a spese (ingenti) della collettività. Ecco. Avessi sottomano questa bella faccia di palta qui di Fernando Rossi (quello che "Voterò la fiducia al governo prodi quando la chiederà al Senato, questo è il mio governo. Fare il senatore mi piace, io voglio restare qui") credo che non sarei pacifista quanto lui e lo piglierei a calci nel culo. Ma tant'è, archiviamo l'aborto al nono mese e riflettiamo sui tre scenari possibili.

1 - incarico a Romano Prodi. Lo scontato rimescolio di poltrone non basta, qui c'è l'incognita di una maggioranza che perde pezzi (di merda, di sarebbe da aggiungere) di giorno in giorno. Al momento non c'è maggioranza e l'unica via possibile è trattare un appoggio di tutti i follini e i casini disponibili. Vorrebbe dire tirare avanti qualche mese, togliersi dalla testa le leggi che aspettiamo dal 10 aprile, poi ricrollare miseramente con un nulla di fatto, con lo smacco di aver dato a chi ha posato il culo in parlamento per la prima volta la possibilità di essere mantenuto a vita dalle nostre tasche.

2 - incarico a Marini o chi per lui. Sarebbe l'estremo tradimento degli elettori, che il 10 aprile scorso hanno esercitato l'unico diritto loro concesso, scegliendo Romano Prodi. Una soluzione indecente, che dovrebbe rivoltare la coscienza di ogni persona per bene. Ma trattandosi dei politici italiani - la razza più fetente e dannata del pianeta - è possibile che venga scelta. Anche in questo caso, avremmo un governo impegnato esclusivamente a campare fino alla scadenza dell'età pensionabile delle new entry.

3 - scioglimento del Parlamento ed elezioni anticipate. E' la soluzione che avrebbe dovuto essere scelta quando cadde il primo governo Prodi. L'ambizione di Massimo D'Alema - anche allora protagonista della crisi - non lo consentì, con le note conseguenze. Speriamo che stavolta non possa nuocere altrettanto. Una soluzione auspicabile, se non per il fatto che si tornerebbe a votare con la legge elettorale universalmente definita "porcata", in realtà amatissima da tutti, perché ha consentito di mettere in parlamento mogli, amanti, politi e portaborse assortiti, alla faccia degli elettori.

Non vedo altre possibilità, oltre a queste. Valutando pro e contro, spero che Napolitano sciolga il Parlamento e si vada a nuove elezioni. Il Paese tornerebbe quasi sicuramente in mano alla destra. A prima vista sembra una iattura, ma dopo l'esibizione di questa cosiddetta sinistra - perdente, mediocre, falsoriformista, italianaeuropea - è chiaro che la lezione non è bastata. Evidentemente serve ben altro che un Bersluconi qualsiasi per ridurre bertinotti, fassini, dalemi e i loro avidi camerieri in condizioni di non nuocere. Ecco, prepariamoci. A cuccarci ancora Berlusconi, ma anche a fare in modo che i "nostri" (s fa per dire) spocchiosi, inadeguati perdenti personaggi politici non possano ricominciare per l'ennesima volta con i loro sporchi giochi all'arraffo. Mandiamoli via. Una volta per tutte. E per sempre.

Alberto Biraghi
Fonte: www.biraghi.org/
Link: http://www.onemoreblog.it/archives/014513.html
22.02.07


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Tao
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Il fatto che il governo Prodi sia caduto al Senato, non deve destare alcuna meraviglia. Con una maggioranza di voti così risicata non poteva andare lontano. Di conseguenza il vero problema per il centrosinistra era e resta l’allargamento della sua maggioranza. Dal momento che con l’attuale elegge elettorale, entrambi gli schieramenti temono il voto, perché produrrebbe un Parlamento ancora più frammentato politicamente del precedente. Perciò a Prodi, che ieri sera ha rimesso il mandato nelle mani di Napolitano succederà Prodi. Con il compito di favorire l’ampliamento della maggioranza al Senato, catturando Casini e altri centristi in ordine sparso. E con la benedizione del Presidente della Repubblica.
Perciò, l’esultanza del centrodestra ha un valore di pura facciata. Si tratta di entusiasmo a molla, rivolto più che altro a catturare i telespettatori del telegiornale delle ore venti…
Il vero problema è che il Prodi 2 sarà ancora più moderato e paraplegico del Prodi 1. Insomma, non se ne esce.
Cerchiamo invece di essere seri. Da una recente ricerca a cura di Carlo Carboni (Élite e classi dirigenti in Italia, Laterza 2007), emerge un ritratto pietoso della classe politica. E purtroppo affiora anche la disaffezione degli italiani verso la politica.
Ma procediamo con ordine.

In primo luogo è aumentato il peso della politica all’interno delle élite italiane: dal 14,4 del 1990 al 26,3% del 2004. Per farla breve: in Italia su 10 uomini al “comando” quasi 3 sono politici. Con età media intorno ai sessant’anni. Inoltre 6 italiani su 10 non si fidano dei politici. E a 7 italiani su 10 la politica non interessa affatto

In secondo luogo, a questa disaffezione, si coniuga un retropensiero, assai diffuso tra le élite della politica. E in che cosa consiste? Nel fatto che il politico medio (ad esempio un parlamentare) suppone che i problemi del paese siano praticamente irrisolvibili senza l’adozione di misure impopolari che però rischierebbero di far perdere il consenso… E dunque la "poltrona". Insomma, come nota Carboni, si crede che il decisionismo possa a mettere a rischio l’esigenza primaria delle élite politiche di durare”. Di più: i politici ritengono “che la loro esigenza ‘professionale’ di conferma (e quindi di rielezione) si risolve più facilmente nell’ambito del mercato politico del voto di scambio" (Ibid., pp. 66-67). Di qui il clientelismo, gli accordi segreti con i potentati economici e le maggioranze politiche, apparentemente traballanti, ma in realtà ben legate dal cemento del potere.
Perciò, tranquilli, al governo Prodi 1 succederà il governo Prodi 2.

Carlo Gambescia
Fonte: http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com/
22.02.07


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indo
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due brevi considerazioni:
(1) la domanda era: "sei favorevole o contrario (all'allargamento della base Usa a Vicenza)?"
2 senatori del centrosinistra, che erano contrari, hanno dichiarato: "sono contrario".
130 senatori del centrodestra, che erano favorevoli, hanno dichiarato: "sono contrario".
La domanda è: "chi è serio e chi non lo è? Chi vota secondo coscienza o chi dichiara il falso per secondi fini!?"
A voi la risposta "a caldo" ed ai posteri l'ardua sentenza!
(2) Se adesso si dovesse parlare di elezioni anticipate, sarebbe il caso di chiarire: ci possono essere solo delle votazioni, ma - con questa legge elettorale - non ci sono elezioni, in quanto noi cittadini non possiamo eleggere nessuno.
Se il signor Mario Rossi si candida ed io lo volessi eleggere, non posso farlo!
Quindi chiamiamo le cose con il loro nome.
Chiamiamole votazioni, al massimo.
Ma non elezioni.
Paolo
www.paolofederici.it


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Territorio_Comanche
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Se nel nostro paese esiste una realtà associativa e di mobilitazione di base così vitale da riuscire a dar vita ad atti politici straordinari, contro tutto e contro tutti, come la manifestazione di Vicenza (madre dell'attuale crisi di governo), occorrerebbe alzare il tiro, e puntare ad un'altro obiettivo: far capire ai "comunisti" parlamentari (PdCI e RC), che con il movimento hanno chiuso. Definitivamente.

Lo zelo petulante con cui in queste ore stanno cercando di rimettere insieme i cocci dell'alleanza, ottusamente indifferenti alle contraddizioni che si sono aperte nell'alleanza di governo e che derivano dall'impegno pacifista nel paese, è qualcosa di indegno e ripugnante, che va persino oltre le più nere previsioni dei loro critici fino a ieri. E' caduta ogni maschera.

Per convenienza -- se non per adesione ideologica -- RC, PdCI, e Verdi sono entrati a far parte del partito della Guerra, e non ha alcuna importanza la loro annacquata retorica pacifista, se nei momenti culmine votano per la "continuità" delle linee di politica estera, dietro l'ipocrita pretesto di non far tornare la destra al governo (con l'eccezione di qualche dissidente che conserva qualche residuo di dignità politica e democratica). Come se il ritorno della destra potesse essere una prospettiva peggiore del coinvolgimento pieno dell'Italia nel previsto inasprirsi della guerra in Afghanistan in primavera. O della cooperazione a rendere ancora più stringenti i vincoli di vassallaggio con gli USA accettando, di fatto, l'aumento delle loro truppe sul nostro territorio. Sempre per non far tornare la destra al governo, naturalmente.

E' importante lavorare a far diventare ciò senso comune. Il parco buoi dell'elettorato pacifista non esiste più. E se esistesse ancora, allora si merita anche Diliberto e Bertinotti.


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Tao
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Difficile capire ciò che è successo al senato se si dimentica che esso è prima di tutto un teatro dove recitano attori consumati, con lunghi anni di esperienza alle spalle.

La recita di ieri mi appare un remake ben riuscito di una analoga di una decina di anni fa. Anche lì la caduta del governo era programmata e faceva parte di una strategia.

Nella situazione attuale era chiaro da mesi che la maggioranza aveva difficoltà al senato e toccava trovare degli aiuti. Tali aiuti da tempo erano stati trovati nell'UDC, che aveva dato la sua disponibilità ad entrare nel governo ed all'uopo si stava allontanando da Berlusconi.

Bisognava però creare l'occasione per fare apparire tale ingresso dell'UDC nel governo come necessario e provvidenziale, e non come un tradimento della base elettorale da parte dell'Unione e da parte dell'UDC.

Toccava cioè trovare un capro espiatorio.

Come nella versione precedente della recita si è deciso di usare la sinistra radicale come capro espiatorio. Siccome però la fiducia era garantita bisognava che il governo cadesse su una votazione normale, opportunamente drammatizzata da un preavviso di D'Alema: "Tutti a casa se la mozione non viene approvata". Per essere sicuri che il governo andasse in minoranza si prendevano accordi con dei senatori a vita (due o tre) che si astenevano in modo strategico, restando presenti in aula, in modo che il voto valesse come negativo.

Voilà, il governo è battuto, Berlusconi e Fini chiedono a gran voce che esso si dimetta e subito Prodi ridendo obbedisce.

Adesso si può fare un nuovo governo definitivamente sciolto dalla base alettorale e dal programma concordato. Si possono mandare a monte DICO e pacs, si possono dare agli americani tutte le basi necessarie, mentre Berlusconi, Giordano e molti altri rosicano.

I democristiani hanno ancora una volta fatto fessi tutti.

Truman
comedonchisciotte.org
22.02.07


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remo
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Mi chiedo...come mai nessuno ha ancora dato la colpa al papa e a Ruini?

...mah...


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bstrnt
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Purtroppo la figura di merda non è il fatto che la politica estera propugnata da D'Alema sia stata bocciata (era prevedibile vista la continuità e la contiguità con quella del precedente governo), la figura di merda sta nel fatto che questo governo aveva un mandato preciso dagli elettori: Legge contro il conflitto di interessi, abrogazione delle leggi porcata e ad personam del precedente governo, leggi uguali per tutti, anche per la mafia intoccabile che siede in parlamento, ripristino della dignità nazionale, legalità una volta cassate le leggi truffa (tra le quali va annoverata anche la legge dei vitalizi opulenti e cumulabili dei parlamentari)..
Forse, a qualche mentecatto che scalda le sedie a Montecitorio, sfugge che la protesta di Vicenza, i NO TAV della Val di Susa, il movimento pacifista non sono sei semplici contestatori, sono persone che oramai non ne possono più degli inquietanti personaggi che bazzicano per il parlamento.
La legge porcata di Jocker Calderoli doveva essere abrogata come primo atto del governo entrante, il conflitto di interessi doveva seguire a ruota, la netta inversione di rotta in politica estera doveva essere immediata, se D'Alema è incapace, prenda lezioni da Zapatero!
E adesso si cominci a lavorare perché le prossime elezioni siano espressione della volontà dei cittadini.
C'è la necessità di votare le persone, i partiti oramai sono una fogna maleodorante per i quali si vota tappandosi il naso!
Necessita anche una azione di informazione corretta e capillare affinché le menti deboli non siano plagiate dalla propaganda e dai luoghi comuni.
Troppe persone esultano per la debacle del governo Prodi, sventolando bandiere di Forza Italia e dimenticandosi delle leggi truffaldine, dell'aumento del debito pubblico, della prostituzione della dignità nazionale volute e perpetrate dal precedente governo.
Mi auguro sinceramente che, come diceva Montanelli, gli italiani siano vaccinati dai cinque anni da sudditi di un governo che nella migliore delle ipotesi all'estero era definito inquietante!
Possiamo ammettere di aver sbagliato anche con questo governo, ma, se errare è umano (e abbiamo gia sbagliato due volte di seguito) è diabolico perseverare nell'errore!

PS : il ripristino della dignità nazionale, che deve rispondere ad un ben preciso codice morale e rifuggire da ogni servilismo e bassezza, è inderogabile per un governo che possa definirsi tale. Nel caso che questo tema sia sconosciuto ai nostri ben stipendiati e supponenti dipendenti, si può sempre far riferimento a questo URL : http://www.porcuba.org/index.php?cont=declara.php&lang=2&declara=4 .
Sì proprio Cuba che quanto a moralità e fermezza di principi è anni luce superiore a noi!


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Tao
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Dunque, leggo su Repubblica...

Dopo essersi fatto bello marciando contro la base a Vicenza, Giordano di Rifondazione si è messo a ricattare i deputati pacifisti, dicendo che se non passava la spedizione afghana (e anche la base di Vicenza), il governo si sarebbe suicidato per dispetto e sarebbe tornato Berlusconi, o forse direttamente Mussolini.

Poi Fassino ha preso il più rimbambito di tutti i senatori a vita, Pininfarina, che se ne stava beatamente a Torino, gli ha estorto la promessa di votare per la spedizione afghana, l'ha caricato su un aereo e poi sulla propria macchina (ma Fassino adesso nega), l'ha spinto dentro l'aula e gli ha piazzato accanto Valerio Zanone, storico esponente di quel partito di destra che si chiamava liberale (poi squillano come aquile sulle "infiltrazioni rossobrune").

Il compito del destro Zanone era quello di spingere la mano (destra) dell'industriale Pininfarina, con la sua tesserina, nella fessura giusta per votare una mozione di destra, così si sarebbe salvata l'Italia dalla destra.

A un certo punto, arriva lo storico pianista parlamentare, Lucio Malan, assieme a un altro forzista.

I due scansano Zanone a spallate e pugni, mettono Pininfarina in mezzo e gli spiegano che non deve più votare come gli aveva ordinato Fassino, ma come dicono loro.

Al senatore pacifista Rossi, che aveva deciso di votare da pacifista, hanno cercato prima di strappargli la tessera a forza e di infilarla dentro la buca giusta; poi quando non ci sono riusciti, un austero senatore di sinistra gli ha tirato un libro in faccia.

Solo che a forza di parlare di non violenza, ha sbagliato mira, prendendo in pieno la senatrice di sinistra Palermi, proprio mentre lei stava aggredendo fisicamente Rossi dopo avergli urlato, "stronzo!"

Nel frattempo, la senatrice Laura Bianconi, di destra, si è messa a ballare la samba, e il senatore Pierantonio Zanettini, sempre di destra e avvocato cassazionista, è salito sui banchi mettendosi a saltare su e giù.

Poi per punire i pacifisti, il governo si è dimesso. Ha fatto tutto da solo.

Comincia a piacermi, la politica.

Miguel Martinez
Fonte: http://kelebek.splinder.com/
22.02.07


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Interconnessioni
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Il papa e Ruini contribuiscono al livello elevato di sudditanza che una certa classe politica italiana trasversale ostenta spudoratamente ai cittadini-elettori increduli, gli altri, i creduli, sono già anestetizzati e dipendendi da i due loschi figuri e da chi in realtà rappresentano: le neanche tanto metaforiche catene mentali e materiali oltrechè spirituali di miliardi di esseri. Più danni che benefici insomma...


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remo
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AH ecco mi sembrava strano, vedo che qualche lobotomizzato ancora esiste....


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Interconnessioni
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Ho capito che tu che dici che su questo sito la "verità latita" o che non c'è obbiettività ti puoi irritare per un parere altrui, ma penso, anche se non sei d'accordo, che dovresti-potresti rispettare chi la pensa in modo diverso. In ogni caso ti posso assicurare che anch'io cerco di far funzionare il "gulliver" meglio che posso e non per questo mi sento lobotomizzato, anzi a guardarmi intorno mi "consolo" e mi trovo a non essere solo, tutt'altro. Ah, se ti è sfuggito quel bel pezzo di donchisciotte di qualche ora fa a titolo: I CRIMINI DELLA BANCA DEL VATICANO, ti consiglio di RI-leggerlo bene, non così di sfuggita, se anche solo il 30 % di ciò che asserisce fosse vero, ed io personalmente penso che siamo all'80%, bhe...una piccola revisione kulturale andrebbe fatta, a casa di qualcuno. Non prendertela, e fatti una bella kanna (senza THC, se vuoi) che ti passa. Ciao! 😉 😉 😉


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Tao
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La crisi della maggioranza a cosa darà vita? Quali ipotesi per il futuro immediato?

Cosa accadrà? Ora che ha capitolato, la sinistra si trincera dietro il complotto clerico-americano. Suggestivo ma non troppo credibile visto che i franchi tiratori che l'hanno impallinata sono i radical-comunisti Rossi e Turigliato, difficilmente annoverabili tra i cospiratori guelfomassonici. Che Cossiga, Scalfaro Andreotti e Pininfarina – senatori a vita del blocco bigio – abbiano votato contro oppure, astenendosi, abbiano contribuito a sfiduciare Prodi, può anche essere letto nella chiave complottista fornita dai propagandisti rossi (di un rosso pallido per la verità); ma sembra più un'uscita ad effetto che non un'analisi corposa. Il problema è che, come si sapeva da dieci mesi a questa parte, in Senato la maggioranza non ha i numeri e questo le rende arduo il cammino. Per saltare gli ostacoli l'armata brancaleone del Gran Bancarottiere necessitava di una serie di espedienti e di strappi che ha avviato disinvoltamente e da subito. Ora però si è trovata di fronte all'intoppo, è inciampata e ci si chiede un po' tutti se si rialzerà.

Perché questo è il nodo reale della questione. E i comportamenti interni al gran puzzle liberal/stalinista messo in piedi dal centrosinistra ultimamente sono apparsi diversi rispetto al recente passato. Da qualche settimana si sussurra (e si grida) in ambienti del giornalismo politico che diversi alleati ne avrebbero abbastanza del Presidente del Consiglio. Per i dico? Per Vicenza? Per l'Afghanistan? Per la finanziaria? Macché: perché la distribuzione dei pani e dei pesci del potere politico sarebbe stata alquanto iniqua e l'ingordigia di clan avrebbe caratterizzato certe scelte e certe nomine. Se questa spiegazione (profondamente credibile se teniamo in conto i valori che muovono la politica di oggi) è valida, perché si ridia ossigeno al Frankenstein uscente saranno necessarie profonde e durature redistribuzioni. Del resto a giudicare dagli interventi pubblici di Di Pietro, da certe affermazioni dei d'alemiani, da certe posizioni di Mastella, la guerra sembra aperta. Il fronte si ricompatterà? Il bottino (del sottopotere politico) verrà ridistribuito fra i vari proci? È possibile. Altrimenti l'ipotesi più concreta è che si torni alle urne, ma dopo il varo di una nuova riforma elettorale. La quale dovrebbe tenere conto degli accorpamenti avviati (L'Ulivo che lancia il Partito Democratico, Forza Italia e AN che puntano al partito federato della Cdl) o comunque in avvio (le varie DC). Dovrebbe tenere conto però anche delle costole “estreme” (comunisti e verdi; radicali; leghisti e, in subordine, neomissini se qualcuno intenderà operare per ricomporre dall'alto gli spezzoni residuali). In questo caso appare difficile la riproposizione di un confronto frontale esteso con disinvolte coalizioni arlecchinanti, come fu quello dello scorso aprile. Sembra probabile che ci si stia preparando all'avvento di un bi/tripolarismo (o meglio di un bipolarismo che dovrà tenere sempre in conto strategico il centro, esiguo ma costantemente decisivo). Un bi/tri/polarismo che almeno in un primo tempo dovrà garantire la presenza di alcuni partiti-satellite.

Ci troviamo allora a un passo dalla ricostruzione della Prima Repubblica, con pluripartitismo e sistema proporzionale? Non credo sia questo che hanno in mente bensì una nuova alternativa. La soluzione più logica per far tornare i conti e per rispettare le diverse esigenze sarebbe un sistema elettorale alla francese, ovvero con il doppio turno. Il che permetterebbe alle forze non omologatissime di destra e di sinistra di partecipare ad alleanze non organiche, di ottenere i risultati e i compensi senza perdere troppo la faccia ma di non essere mai messi in condizioni di mettere in crisi il governo. Ma non è detto che si voglia adottare la soluzione più logica: staremo a vedere. Tanto per cominciare scopriremo se i pani e i pesci verranno redistribuiti; poi, solo poi, scopriremo il resto.

Gabriele Adinolfi
Fonte: www.noreporter.org
Link: http://www.noreporter.org/dettaglioArticolo.asp?id=8331
22.02.07


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remo
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Ho capito che tu che dici che su questo sito la "verità latita" o che non c'è obbiettività ti puoi irritare per un parere altrui, ma penso, anche se non sei d'accordo, che dovresti-potresti rispettare chi la pensa in modo diverso. In ogni caso ti posso assicurare che anch'io cerco di far funzionare il "gulliver" meglio che posso e non per questo mi sento lobotomizzato, anzi a guardarmi intorno mi "consolo" e mi trovo a non essere solo, tutt'altro. Ah, se ti è sfuggito quel bel pezzo di donchisciotte di qualche ora fa a titolo: I CRIMINI DELLA BANCA DEL VATICANO, ti consiglio di RI-leggerlo bene, non così di sfuggita, se anche solo il 30 % di ciò che asserisce fosse vero, ed io personalmente penso che siamo all'80%, bhe...una piccola revisione kulturale andrebbe fatta, a casa di qualcuno. Non prendertela, e fatti una bella kanna (senza THC, se vuoi) che ti passa. Ciao! 😉 😉 😉

Ma io ti rispetto, e con lobotomizzato non intendo mica insultare, potrei esserlo anche io per certi aspetti. E' come dire ideologizzato. Il post l'ho letto e continuo a dire che la strumentalizzazione è fin troppo evidente. Quando si parla di IOR si cotninua a commettere l'errore di identificarlo con la Chiesa e col papa. Ma il consiglio di amministrazione dello IOR è quello di una normale banca. Con banchieri veri. E che sia infiltrato dalle logge lo sanno tutti, come molte banche. Giovanni Paolo II in seguito agli scandali legati a Marcinkus riformò lo IOR, secondo linee che facevano parte dei consigli che gli venivano dati. Non si può mica pretendere che il papa conosca le attività di quella banca per filo e per segno. Alla luce del sole i bilanci sono normali. Poi si può star sicuri che se c'è del marcio questo verrà utilizzato in primis per screditare la Chiesa. Ma è come guardare la pagliuzza nell'occhio del fratello senza rendersi conto della trave contenuta nell'occhio delle banche nostrane. Eppure non mi sembra di vedere nessuna indagine su questo. Nessuno scalpore. Anzi, quando si tratta di un'istituzione finanziaria come l'UNIPOL tutti a spellarsi le mani nel tentativo di far passare per coglioni il presidente e l'Ad. Le Coop no, loro che sono azioniste sono linde e pinte. Forse perchè sono la base finanziaria dei DS? Vere e proprie imprese a volte transnazionali che godono di enormi benefici fiscali rispetto alla concorrenza? Imprese che fanni affari con la politica rossa locale senza che nessuno batta ciglio? Mah, evidentemente in certi templi i mercanti possono starci dentro fino alla collottola.


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Tao
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La caduta del governo Prodi per la mancata approvazione al Senato della mozione sulla politica estera conferma per l’ennesima volta che viviamo in un Paese contraddistinto da una classe politica “assurdo-lisergica”.

E mi spiego con un brevissimo riassunto degli ultimi avvenimenti.
Due settimane fa il governo aveva subito un’altra debacle al Senato quando la mozione in favore delle dichiarazioni di Parisi in merito alla base di Vicenza era stata votata dall’opposizione ma non dalla maggioranza che poi era corsa ai ripari preparando una contromozione in fretta e furia per cercare di salvare capre e cavoli dall’imboscata tesa da Calderoli…..il che è tutto dire.
Sabato scorso poi c’è stata la manifestazione di Vicenza a cui hanno partecipato esponenti di tutti i partiti della maggioranza, e solo a causa di un severo richiamo di Prodi non hanno manifestato anche alcuni sottosegretari del governo.

E arriviamo infine al giorno fatale in cui si discute al Senato della politica estera del governo con la relazione del ministro degli esteri D’Alema. Seguono le dichiarazioni di voto e arriva poi il botto finale.
A prima vista si potrebbe dire che la mozione presentata dalla maggioranza non è passata perché la politica estera attuata dal governo non era piaciuta a un senatore di Rifondazione Comunista e a un altro che era stato eletto nelle fila del PDCI, ma che da tempo è iscritto al Senato nella lista dei Consumatori, in quanto troppo filoamericana - per il parere positivo del Governo all’ampliamento della base di Vicenza – troppo filoatlantica perché succube e supina alle decisioni della NATO, in vista anche di una sua futura offensiva in Afghanistan, e troppo filoisraeliana in quanto il governo non ha annullato l’accordo militare con Israele deciso dal precedente governo.

In sintesi, la politica estera non sarebbe stata approvata perché troppo guerrafondaia, serva degli USA e d’Israele; e con la questione della base di Vicenza che avrebbe dato il là per una spallata decisiva al governo da mettere in atto attraverso la manifestazione antigovernativa di sabato.

Invece il quadro non è così scontato e semplicistico; ecco infatti che entra in gioco l’assurdità tutta italiana derivante dal fatto che il governo è caduto perché la sua politica estera è stata messa in minoranza anche da chi l’ha invece ritenuta troppo antiamericana, anti-israeliana, filopalestinese, anti-NATO e troppo amica degli Hezbollah libanesi.
Anzi a ben vedere, i voti decisivi per far cadere la mozione della maggioranza sono stati proprio quelli di alcuni senatori a vita che o si sono astenuti - e al senato ciò equivale ad un voto contrario - o hanno votato contro proprio perché ritenevano la politica estera portata avanti da D’Alema eccessivamente antiamericana, filohezbollah e filopalestinese.

Perciò ci troviamo di fronte a un governo che è caduto per determinati motivi ma anche per i suoi esatti contrari. Ed ecco la situazione a dir poco delirante e assurda, soprattutto se vista con gli occhi di uno straniero che cerca di capire la politica italiana.

Teatro dell’assurdo che continua anche in queste ore con l’annuncio di Rifondazione Comunista per una mobilitazione in piazza dei suoi militanti a favore di Prodi e del suo governo. E questo ad una settimana dalla partecipazione dello stesso partito alla manifestazione di Vicenza, che era chiaramente basata sulla totale contrarietà ad una decisione del governo e quindi di manifestazione fondamentalmente antigovernativa si trattava.

Insomma, siamo di fronte ad una situazione alquanto complessa nella sua natura assurda e non è ancora chiaro che sbocchi potrà avere, se ci sarà cioè un Prodi-bis o un governo a termine di larghe intese che porti a nuove elezioni dopo aver prodotto una nuova legge elettorale.
Ma una cosa è chiara: con la spettacolare mossa di ieri dell’astensione decisa all’ultimo minuto da Andreotti e dall’UDC, che ha spiazzato anche il resto della stessa CDL, con il voto contrario di Cossiga, con i sottomovimenti tellurici degli ultimi giorni da parte delle alte sfere Vaticane contrarie ai DICO e con il probabile eventuale allargamento della maggioranza ad esponenti centristi di varia natura, possiamo affermare con una certa tranquillità che la Democrazia Cristiana è viva e lotta insieme a noi.

E il sipario si chiude.

Enrico Sabatino
22.02.07


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Tao
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Il governo Prodi se ne va (per ora), ma prima di chiudere la porta, salva Sanremo, nel senso che il Servizio Pubblico potrà pagare anche più di 272 mila euro a testa per l'acquisto di alcuni pezzi di carne umana.

Uno di destra starebbe a pensare solo alla propria sopravvivenza politica, in un momento in questo.

Invece, è questo senso di responsabilità verso le vere esigenze dei cittadini, anche in un frangente così difficile, che distingue un governo di sinistra.

Non so se la pastasciutta sia di sinistra o no.

Diciamo che è di sinistra la mamma che si è rotta due costole, ma prima di andare in ospedale, insiste lo stesso a stirare i vestiti del figlio prima che lui vada in discoteca.

ROMA - Il Festival di Sanremo è salvo. Il ministro per le Riforme, Luigi Nicolais, ha firmato oggi la circolare che elimina il tetto ai compensi per le star della Rai, previsto dall'ultima Finanziaria. Niente più limite di 272 mila euro, quindi, per i presentatori Pippo Baudo e Michelle Hunzinker, i cui contratti al momento non sono stati ancora firmati. A pochi giorni dal via, la circolare salverebbe anche la partecipazione di una superospite del calibro di Penelope Cruz.

L'eventuale applicazione del tetto previsto dalla Finanziaria - è scritto nella circolare firmata dal ministro Nicolais - "altererebbe il normale esplicarsi del confronto aziendale ponendo la società a prevalente partecipazione pubblica in una situazione di svantaggio alterando significativamente le regole del mercato della concorrenza".

Miguel Martinez
Fonte: http://kelebek.splinder.com/
22.02.07


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