Rispetto la scelta e il dolore di Welby, ma Il problema é se Welby ha deciso di amare o di amarsi. Credo che amandosi troppo giunse a non amarsi più. Se avesse amato avrebbe insegnato agli uomini ad essere eroi nel dolore e non deboli. Non chiamiamo eroismo scelte simili; possono essere solo espressione di libertà dal dolore, non di libertà interiore che solo l'amore è capace di esprimere.
Poi se vogliamo fare monumenti ai deboli sarebbe meglio edificarli ai centinaia di uomini che soffrono come lui, ma amando e contribuendo all'edificazione di uomini forti e non disperati. In battaglia non si dicono eroi quelli che fuggono, così é nel dolore.
La debolezza di Welby é la prova di come il messaggio Cristiano sia superiore a quello laico; non vi é alcun dubbio su questo.
Il pensiero laico? E' il pensiero del mondo non di Dio. Come dice il Signore: "Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini". E il pensiero dell'uomo è debole.
Il mondo non sa dare una risposta al dolore.
Il problema sta nel chiarire se l'uomo vale per quello che é o per quello che fa. Molti credono che la salute e i piaceri del corpo siano beni più preziosi dell'amore; questo accade perché il piacere diviene il criterio del bene. La vita è solo in funzione del piacere sensibile.
Non é così quando si ama. L'amore non ha bisogno per forza di gambe per esprimersi.
Che risposta da il mondo di fronte al dolore? La fuga, la morte.
Il Cristo di fronte al dolore risponde con l'amore, questa é la vera e grande rivoluzione apportata da Dio.
Solo chi ama Dio ha questa forza spirituale di tramutare in amore infinito il proprio dolore. Mai é così grande e nobile l'uomo se non quando é chiamato a confrontarsi con il dolore.
Il dolore rivela quello che l'uomo é. L'uomo interiore e virtuoso ama nel dolore, l'uomo esteriore e materiale fugge e dispera.
Welby è il simbolo della sconfitta dell'amore; non ha vinto in lui l'amore ma il dolore.
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23 Dicembre 2006 3:03