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Fidarsi ancora dei Carabinieri ?


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Ci possiamo ancora fidare dei Carabinieri? La risposta affermativa questa volta non è scontata. Almeno a Roma.

Ci possiamo ancora fidare dei Carabinieri? La risposta affermativa questa volta non è scontata. Almeno a Roma. Una giovane donna ha dichiarato al magistrato di essere stata stuprata da tre appartenenti all’Arma nella caserma del Quadraro, alla periferia di Roma. Indiziato anche un vigile urbano.
La donna era stata arrestata per furto e tenuta in cella in attesa del processo per direttissima ma nella notte è stata prelevata dai tre militari e sottoposta a violenze.

I tre carabineri sono stati trasferiti cautelativamente e si sono giustificanti dicendo, come dicono tutti gli stupratori, che la donna era consenziente. Il comandante della stazione, colonnello Massimo Detalmo Mazzavilla, si è dichiarato affranto e stupito e ha promesso severità e espulsione dal corpo se le accuse saranno provate.

Potremmo considerare questo un brutto episodio che richiede cautela nel giudizio prima del pronunciamento della magistratura se non fosse per alcuni elementi che lo rendono allarmante.

Il primo riguarda la dinamica dei fatti. Partiamo dalla tesi degli accusati visto che la ragazza ha detto con chiarezza quel che le è capitato e ha anche citato particolari anatomici, un tatuaggio, ad esempio, che rendono attendibile la sua versione. È mai possibile sostenere che una donna rinchiusa in caserma, prelevata nottetempo da uomini in divisa ubriachi sia stata nelle condizioni di esprimere il consenso a un rapporto sessuale? Altra domanda: è normale che nelle caserme dei carabinieri una cittadina che è sotto la responsabilità e il pieno dominio dei militari possa essere interpellata per un rapporto sessuale? Come si vede il tema del consenso della povera ragazza è del tutto irrilevante restando il fatto inconfutabile che i tre carabinieri hanno ritenuto di poterle rivolgere attenzioni illegittime e illegali. Basterebbe questo per sbatterli fuori dall’Arma salvo poi l’esecuzione della pena detentiva in caso di stupro comprovato.

Gli altri elementi di allarme vengono fuori dalla cronaca recente. A Roma i carabinieri, purtroppo, non sono al di sopra di ogni sospetto. È una affermazione impegnativa che tuttavia si regge su dati di cronaca. Più di un anno fa tutti i ventitrè componenti della caserma dei carabinieri di Cinecittà, comandante compreso, furono in un batter d’occhio trasferiti perché diciassette chilogrammi di hashish erano spariti dalla loro custodia. Nulla si è saputo di quella vicenda.

C’è poi il caso clamoroso che ha riguardato l’ex presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Tutti ricorderanno che sono stati rinviati a giudizio quattro carabinieri della stazione del Trionfale che avevano architettato la trappola per ricattare l’ex governatore. Anche la morte di un pusher coinvolto in quella brutta storia, Gianguerino Cafasso, vittima di una overdose, ha portato l’indagine sugli uomini in divisa. I carabinieri coinvolti nel ricatto, e forse anche nell’assassinio di Cafasso, avevano costituito una vera e propria banda che taglieggiava i transessuali e trafficava in droga.

Tre casi, l’uno diverso dall’altro ma tutti avvenuti nella stessa città. Non voglio sottovalutare l’impegno e la professionalità con cui l’Arma svolge il suo difficile compito. Né ignoro i sacrifici che i carabinieri, per una paga bassa, fanno per garantire la nostra sicurezza e contrapporsi alla criminalità. Non sono parole di circostanza. Corrispondono a un sentimento diffuso e a un legame che fra Arma e cittadinanza confortato anche dai sondaggi di opinione. Tuttavia il rispetto per i carabinieri richiede che vengano fugati tutti i dubbi. Non si tratta solo di valutare caso per caso.

Ogni storia, di quelle che abbiamo raccontato, avrà un suo esito giudiziario, ma il quesito che vogliamo porre al comando generale dell’Arma e alle autorità politiche riguarda l’affidabilità del corpo nella città di Roma. L’Arma ha le sue procedure, le sue regole, i suoi riti e i suoi segreti, ma i cittadini devono potersi fidare quando si rivolgono ai carabinieri o cadono sotto la loro autorità. Non è ammissibile questo clima da città di frontiera in cui la linea di demarcazione fra guardie e ladri si riveli così fragile. Quando in tre caserme cittadine si scoprono fatti che rivelano la presenza di elementi violenti o facinorosi, persino di veri delinquenti, bisogna avere il coraggio non solo di cacciare le cosiddette mele marce ma anche di chiedersi se la struttura di comando è in buone mani. L’organizzazione militare comporta la diretta responsabilità dei comandi quando si registrano tanti, ripetuti episodi che inquietano l’opinione pubblica. Troppo spesso, inoltre, ascoltiamo racconti di violenze nelle caserme.

Roma non è il Far West. Qui gli sceriffi devono essere per definizione persone perbene. Se chi comanda gli agenti non è in grado di controllarli deve essere rimosso. Spero che anche il Parlamento si occupi di queste di vicende vergognose e disponga un’iniziativa ispettiva per fugare i sospetti e rimuovere le cause di questa cattiva gestione dell’Arma.

Peppino Caldarola
Fonte: www.ilriformista.it
Link: http://www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/357064/
4.02.2011


Citazione
licia
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
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possiamo fidarci ancora della Polizia ?

http://1blog.ilcannocchiale.it/2011/03/03/poliziotti_in_kippasvelato_acc.html


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