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fronte del porto


pietroancona
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Fronte del porto

A quanto pare il no della Fiom ha messo in agitazione l'establiscement italiano che ha difficoltà a reggere la scelta Fiat senza unanimità di consensi. Soltanto l'unanimità può nascondere la profonda ferita ai diritti arrecata dal documento Marchionne. La scelta della Fiat sottoscritta da tutti i sindacati esclusa la Fiom è troppo dura, troppo pesante per essere esposta ad una pur minoritaria opposizione. Anche Veltroni è intervenuto per spruzzare veleno contro gli operai di Pomigliano assenteisti ed invita la Fiom a non fare troppe storie, a non resistere. Ieri, in occasione della assemblea della Confcommercio, la signora Marcegaglia ha fatto trapelare tantissima irritazione e si è detta stupita della resistenza Fiom. Il tono del suo intervento è stato quello di chi, avendo ricevuto rassicurazioni sull'adesione della CGIL al piano Merchionne, sia rimasta delusa della opposizione della Fiom. Si è incontrata con Epifani e, qualche ora dopo, arriva ai giornali, la presa di posizione della CGIL campana che dichiara di partecipare al referendum del 22 e invita a votare si per l'accordo. Contemporaneamente il leader della minoranza Fiom che aveva votato contro l'accordo ha detto che se vince al referendum il si, la Fiom dovrà firmare. In sostanza ha cambiato posizione e si è adeguato al perentorio richiamo della CGIL e del PD. Il messaggio della Marcegaglia è stato prontamente recepito e tradotto in prese di posizione e scelte che isolano ancora di più il coraggioso gruppo dirigente della Fiom. Il suo rimprovero ha avuto risposte immediate. I ribelli della Fiom sono già nel tritacarne...
Chi resta accanto ai lavoratori? Chi continua a difendere la Costituzione, a stare dalla parte del diritto? Certamente la sinistra di Vendola e di Ferrero ma anche l'IDV che ha assunto una limpida posizione di rigetto del programma Marchionne di riduzione gli operai a robot umani. Forse Veltroni ed Epifani non hanno letto le prescrizioni Marchionne sulla nuova organizzazione del lavoro in fabbrica: non soltanto otto ore continuative di lavoro a digiuno, senza pausa pranzo ma anche una postura obbligata del busto del corpo operaio che dovrà ripetere i movimenti programmati dal computer e cronometrati. Una sorta di allucinante attuazione della profezia di Chaplin di "tempi moderni".
Naturalmente Pomigliano, lo sappiamo tutti, è il cavallo di Troia della Fiat e del padronato italiano. E' naturale attendersi che le "innovazioni" di questo accordo saranno trasferite in tutto il gruppo Fiat e una svolta radicale, una controrivoluzione padronale, divamperà in tutta Italia e troverà buon combustibile dalla tristissima situazione di disoccupazione e di cassa integrazione. Gli industriali sperano, sanno, che il terrore di non trovare altro lavoro spingerà i lavoratori ad accettare il cappio che si stringerà al loro collo.
Il fascismo avanza non soltanto ad opera della destra che ci governa e del suo blocco sociale. E' allarmante registrare gli applausi frenetici alle richieste di Berlusconi di fare carta straccia della Costituzione che si levano in tutte le assemblee dei corpi organizzati del padronato italiano: confindustria, confcommercio, confartigianato. Lo squadrismo veste doppio petto e cravatta. E' diverso dai manganellatori di Mussolini che assaltavano e bruciavano le Camere del Lavoro. Non ne hanno bisogno dal momento che il maggiore partito di opposizione, l'erede del PCI e della sinistra cattolica, condivide ed approva tutte le sue richieste e la CGIL si trasforma in strumento di imposizione ai lavoratori della volontà del padronato. La società si rimodella in senso autoritario con il concorso delle forze che dovrebbero difendere la libertà e la democrazia.
La libertà è indivisibile. Non si difende contrastando la legge bavaglio di Berlusconi ed assecondando la militarizzazione del lavoro italiano. Senza libertà nelle fabbriche e nei posti di lavoro sarà difficile difendere la democrazia. C'è un rapporto diretto tra proposta di modificare la Costituzione e proposta Marchionne-Marcegaglia. Camminano insieme e ci riportano indietro nel tempo.
L'atteggiamento di Cgil, Cisl, UIL costituisce uno strappo della Costituzione ed una anomalia enorme della democrazia italiana. Sindacati che tirano la volata al padronato e ne soddisfano tutte le voglie anche le più brutali e asociali deformano la "normalità" del Paese. Non so se ci siano interessi oscuri dietro questa servile accondiscenza ma credo si possa parlare di "fronte del porto" della globalizzazione. In ogni caso ci sono gli interessi politici del PD che vuole attrarre la base sociale della destra non solo con le liberalizzazioni riproposte da Bersani ma anche con l'asservimento della CGIL.
La Fiom, dopo l'intervento della CGIL campana, ha anche problemi che riguardano la sua affiliazione alla Confederazione. Può continuare ad abitarvi dopo la pugnalata alla schiena di ieri?
Forse è necessario uno strappo. Una scelta di continuare a vivere e lottare con chi ne condivide le idee e lontani da chi è diventato longa manus del padrone.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it


Citazione
Anonymous
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Se il mercato della rappresentanza dei lavoratori assume la forma dell'oligopolio ( con relative oligarchie...) allora non c'è da meravigliarsi ( e direi che è quasi scientifico) se verranno attuati accordi collusivi a scapito dell'utente finale...potrebbe essere il lavoratore in questo caso.


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AndFinallyWillBeZeitgeist
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L’articolo dell'ottimo Ancona mi ha stimolato alcuni pensieri, che mi piacerebbe portare alla vostra attenzione ...... Preciso subito che condivido pienamente il senso dell’articolo, d’altronde esso rispecchia quella che è la linea di pensiero alla base di tutti gli articoli dell'ex-sindacalista ...... I DELEGATI SINDACALI DELLA FIOM NON NASCONDONO QUELLA CHE È LA DISPERAZIONE DERIVANTE DALL’APPARTENERE AD UNA ORGANIZZAZIONE SINDACALE CHE PUNTUALMENTE TRADISCE NEI FATTI CIÒ CHE PROCLAMA, a volte anche in maniera altisonante, A PAROLE ........ Ma evidentemente questi dirigenti sindacali sono, insieme ai loro referenti politici, figli di una stessa madre, cioè di quella proveniente dalla "migliore" tradizione del "pciismo" italiano (per riprendere un neologismo usato spesso nei commenti rilasciati in altri topic) ...... D’altronde la situazione lavorativa di questa fabbrica è quella che è, cioè una realtà la cui maggioranza (relativa) degli iscritti al sindacato è della Fim-Cisl, quindi potete benissimo rendervi conto di quali difficoltà possa incontrare un delegato sindacale che È ADDIRITTURA CRITICO CON LA FIOM E VORREBBE FAR PARTE DI TUTT’ALTRA ORGANIZZAZIONE SINDACALE: CERTI DISCORSI SONO ASSOLUTAMENTE IMPROPONIBILI .......... QUANDO I LAVORATORI VENGONO ATTACCATI NELLE LORO CONDIZIONI DI ESISTENZA, LA MAGGIOR PARTE DI ESSI, nella quasi totalità dei casi, SI SCHIERA CON I PROPRI "PADRONI" (o cerca di farlo in via prioritaria rispetto ad altre soluzioni), ASSUMENDO UN ATTEGGIAMENTO FORTEMENTE CORPORATIVO E DIVENTANDO FAUTORE DELLA GUERRA TRA POVERI (alla faccia del presunto carattere rivoluzionario della classe operaia ancora sbandierata da certa sinistra anticapitalista monolitica, ancorata su posizioni di altri tempi). NON INTENDO GIUSTIFICARE L’ATTEGGIAMENTO DELLE VARIE DIRIGENZE SINDACALI CHE HANNO MESSO DEL LORO IN QUESTO STATO DI COSE, ASSOLUTAMENTE INCAPACI DI PENSARE ED ELABORARE UNA POLITICA E DELLE STRATEGIE SINDACALI ALL’ALTEZZA DEI TEMPI ......... Questi, una volta che la classe dominante ha iniziato a prendere delle serie contromisure alle conquiste che le classi lavoratrici erano riuscite ad ottenere durante il periodo delle grandi lotte, hanno preferito non rischiare nulla e quindi, concertando con i dominanti, hanno avviato un lungo processo (che ormai dura più di un decennio) di EROSIONE CONTINUA DEI DIRITTI E DELLE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO DELLE CLASSI SUBALTERNE, SEMPRE PREOCCUPATI PRINCIPALMENTE DI TENERSI BUONI I LORO "FORAGGIATORI" ...................... MA LA COSA ANCOR PIÙ INACCETTABILE È CHE SONO SERIAMENTE INTENZIONATI AD ANDARE AVANTI SULLA FALSARIGA APPUNTO DELL’ULTIMO DECENNIO, TANTO C’È CHI PAGHERÀ PIÙ DI TUTTI GLI EFFETTI DELLA CONCERTAZIONE, VALE A DIRE I LAVORATORI PRECARI CHE FORSE VEDRANNO RICONOSCIUTI LORO QUALCHE DIRITTO IN PIÙ, MA CHE I DATORI DI LAVORO SI RIPRENDERANNO DIRETTAMENTE DAI LORO GIÀ MAGRI STIPENDI ................ La mia opinione è che, in certe fasi socio-politiche di particolare debolezza, si può anche decidere di concertare con la classe imprenditoriale ma a patto però che si abbia coscienza che ciò debba far parte di una strategia non temporalmente all’infinito ma di fase, cioè una strategia per prendere tempo, per affilare le armi, allo scopo di riavviare un ciclo innovativo di lotte su una base consolidata di rapporti sociali favorevoli, seppur nell’ambito della produzione capitalista ........... che esista una classe imprenditoriale avente una certa coscienza di ciò che significa competere realmente, quindi disposta a far la propria parte in tal senso e non solo brava a chiedere finanziamenti statali e riforme atte esclusivamente ad abbassare il costo del lavoro ................. MA LA REALTÀ DEL COMPLESSO IMPRENDITORIAL-FINANZIARIO ITALIANO È TUTT’ALTRA, SIAMO CIOÈ IN PRESENZA DI UNA MASSA DI PARASSITI ED INETTI DEDITI SOLO "ALL’ARRAFFAGGIO" DELLE RICCHEZZE DEL PATRIMONIO PUBBLICO, PRIVI DI UNA QUALSIASI MINIMA VISIONE DI LUNGO RESPIRO, SUCCUBI, IN AGGIUNTA, DI CERTI POTENTATI ECONOMICI E FINANZIARI STRANIERI, IN PRIMIS STATUNITENSI ..................... Ma i vertici sindacali non solo, sembra non si siano accorti di che "pasta" è fatta quel che dovrebbe essere la controparte, e quindi pensa che si debba ancora concertare (cioè tenersi buoni chi meglio li può sostenere), ma addirittura non avverte la benché minima necessità DI RIVEDERE TUTTO L’IMPIANTO DELLA POLITICA SINDACALE ALLA LUCE DEI GRANDI CAMBIAMENTI POLITICI ED ECONOMICI AVVENUTI NEGLI ULTIMI ANNI ............ QUESTI PERSONAGGI NON SI SONO ANCORA ACCORTI (o fanno finta di non essersi accorti) CHE IL MODELLO SINDACALE RIVENDICATIVO È ANDATO DEFINITIVAMENTE IN CRISI, CHE I DOMINANTI ECONOMICI HANNO, DI COMUNE ACCORDO ALTERNATIVAMENTE CON IL CENTRO-DESTRA ED IL CENTRO-SINISTRA, AVVIATO CON SUCCESSO UN LUNGO PROCESSO (dalla metà degli anni ottanta) DI RIFORME NON SOLO NEL CAMPO DEL LAVORO E DEL WELFARE, MA ANCHE DI GRAN PARTE DELLE ISTITUZIONI POLITICHE MODIFICANDO PROFONDAMENTE IL QUADRO DELLA "DEMOCRAZIA BORGHESE" (passatemi il termine, anche se mi rendo conto che è assolutamente inadeguato per quel che sono i tempi dell’attuale configurazione di classe), NEL SENSO DI UN RIDIMENSIONAMENTO SIGNIFICATIVO DEGLI SPAZI DELLA RAPPRESENTANZA POLITICA DELLE CLASSI DOMINATE E DI UN CONSEGUENTE RAFFORZAMENTO DEGLI ORGANI ESECUTIVI E DI TUTTI GLI APPARATI AMMINISTRATIVI ................ I lavoratori oggi necessitano di tutt’altro, hanno bisogno di riprendere in mano concretamente le loro condizioni di lavoro non solo negli aspetti più legati allo sfruttamento della forza lavoro (quali orari e retribuzioni) ma anche negli aspetti più generali dell’organizzazione del lavoro, DEL POTERE DEL CAPITALISTA NEL DEFINIRE LE STRATEGIE AZIENDALI IN TERMINI DI INNOVAZIONI TECNOLOGICHE E DI ALTRE QUESTIONI ............... IN PIÙ C’È NECESSITÀ, a mio modesto avviso, DI USCIRE DALLA LOGICA DEL PURO SVILUPPO, PENSANDO CHE ESSO IN OGNI CASO POSSA RIPERCUOTERSI POSITIVAMENTE SULLE CLASSI DOMINATE (questo soprattutto in virtù del mutato ruolo degli stati nazionali, che non hanno più nessuna funzione distributrice se non all’inverso, CIOÈ IN FAVORE DEL CAPITALE, giacché si è ormai definitivamente rotto quel circolo virtuoso, tra redistribuzione del reddito ed incremento della domanda che corrispondeva ad effettive esigenze del regime di accumulazione fordista-keynesiano), MA ENTRARE NEL MERITO DELLA QUALITÀ DELLO SVILUPPO, NON SOLO DAL PUNTO DI VISTA AMBIENTALE MA ANCHE SOCIALE ............................... ciò implica la necessità da parte del sindacato, di aprirsi e quindi legarsi a tutti i movimenti rivendicativi esistenti, poiché le lotte oramai possono essere vincenti SOLO SE DIMOSTRANO DI ESSERE CONDOTTE ANCHE IN NOME DI INTERESSI NON MERAMENTE SETTORIALI, SE INCIDONO SULL’AMBIENTE, SUI DIRITTI, SULLA VITA DI TUTTI.


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dana74
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"il fascismo avanza non soltanto per....."

ah io credevo si chiamasse globalizzazione e neoliberismo...quello che anche tutto il resto del mondo salvo gli "stati canaglia" portano avanti..

ancora con ste mistificazioni a non voler chiamare le cose col proprio nome, come se "l'altro governo" portasse avanti welfare state


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