Di Salvatore Santoru
Si sta avvicinando il 27 gennaio, la giornata dedicata a ricordare la Shoah e i crimini commessi dal nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale.
Tale giornata sarà accompagnata da una miriade di eventi, programmi televisivi,incontri culturali e buona parte delle personalità politiche nazionali e internazionali affermeranno che non bisogna dimenticare, affinché gli orrori del passato non si ripetano.
Come ogni anno, in tale giornata si tenderà a sottolineare l'unicità dell'Olocausto e del nazifascismo, definito "male assoluto" e considerato come "ombra" ancestrale della modernità, eppure urge riflettere su questa presunta unicità.
Difatti, senza nulla togliere alla valenza di questa giornata, sarebbe utile che il "non dimenticare" sia esteso anche ad altri genocidi che hanno insanguinato il Novecento, che nonostante non siano conosciuti come la Shoah, non per questo devono essere lasciati nel dimenticatoio.
Si pensi ad esempio all' Holodomor, lo sterminio di più di 7 milioni di ucraini sotto il regime di Stalin, sterminio che per lungo tempo è stato nascosto all'opinione pubblica, principalmente per il fatto che Stalin e l'URSS erano stati annoverati nel campo dei "buoni" nel secondo conflitto mondiale, in quanto alleati con l'Occidente nella lotta contro il nazifascismo.
Tralasciando le altre 22 milioni vittime dello stalinismo, si pensi allo sterminio di più di 2 milioni di armeni eseguito da parte dell'Impero Ottomano, eppure anche di esso se n'è parla da poco e con cautela, visto che il governo turco ufficialmente lo nega e imprigiona chiunque osi parlarne, ed essendo la Turchia un paese alleato degli USA, membro della NATO e che l'Unione Europea vorrebbe annoverare tra i suoi membri, meglio non parlarne abbastanza.
Si pensi al genocidio cambogiano avvenuto sotto il regime di Pol Pot e dei cosiddetti "khmer rossi", con 2 milioni e mezzo di persone sterminate su una popolazione di 7 milioni, o a quello indonesiano sotto il generale filo-statunitense Suahrto, sempre più di 2 milioni di persone sterminate per ragioni politiche.
Senza dimenticare lo sterminio "indiretto" di circa 30 milioni di persone compiuto in Cina da Mao Tze Tung, o tanti altri che sono avvenuti più diversi recentemente, ciò che accomuna tutti questi genocidi è la volontà di annientamento dell' Altro, sia esso diverso dal punto dell'etnia, della religione, della classe sociale o dell'orientamento politico o di altro tipo.
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http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2015/01/la-giornata-della-memoria-alcune.html
Ma regaliamogli a questi rompicoglioni un hard disk da 100 Tb, e che la facciano finita con le ricorrenze, non se ne può più!
Genocidio dei "Pellerossa" americani (decine di milioni), tratta degli schiavi africani (milioni e milioni), genocidio delle civiltà sudamericane (Maya, Atzechi, Inca...) altri milioni. Ce ne sono a bizzeffe. La storia dei pazzi bipedi che dominano la terra è fatta solo di carneficine. Gli Aborigeni australiani... vivevano in pace da 5.000 anni e li hanno distrutti... Alla fine tutti quelli pacifici li hanno ammazzati, rimangono solo i pazzi assassini.
Se è il 27 il giorno della momoria che sia solo quel giorno altrimenti qui ci vogliono solo rompere le palle e si arriva al 27 che non si ha più memoria, tanto hanno rotto nel resto del mese, ma anche in tutto l'arco dell'anno e da 70 anni. Se vogliono essere ricordati che facciano azioni per essere ricodati.Il vittimismo non può essere un ricordo in un mondo di massacri e soprusi di molti popoli e non solo degli ebrei.
Concordo, non se ne può più!!!
Qui a morire per primo e per ultimo è il linguaggio: nel mezzo anche le persone.
Sono morte 50 milioni di persone nella seconda guerra mondiale, ma i sei (?) milioni di ebrei sono più importanti di tutti. Zitti e mosca maiali parlanti.