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Grimaldi - Il Berluscheletro nell'armadio di Napolisconi


lucoli
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Se si presenta una causa e tu sai nel profondo che è giusta, ma rifiuti di difenderla, in quel momento incominci a morire. Non ho mai visto tante cadaveri che vanno in giro parlando di giustizia.(Mumia Abu Jamal)
La fiducia dell'innocente è lo strumento più redditizio del bugiardo.(Stephen King)
La tirannia del principe in un'oligarchia non è dannosa al benessere pubblico quanto l'apatia del cittadino in una democrazia.(Charles de Montesquieu).

In calce a questo pezzo trovate due riproduzioni di contributi che ritengo valga la pena prendere in considerazione. Il primo è un appello a firmare contro l’aggressione USraeliana all’Iran, sul quale personalmente sono d’accordo, anche se avrei gradito un riferimento all’olocausto inflitto all’Iraq, nonché alle responsabilità dell’Iran, allora alleato degli Usa, in quell’olocausto.
L’operazione di Greenpeace, bravissimi ed efficaci come sempre, serva da esempio ai vari sonnecchiosi e ciarlieri oppositori dell’attuale regime, comunisti e non, per capire come anche in quattro gatti, ma con volontà e fantasia, si possano infliggere colpi a questo concorso di banditi. Comunque, tra tanti chiacchieroni e convegnisti di comunisti disuniti o uniti, vada un plauso all’esempio del “fare” offerto dai ragazzi di Rifondazione Comunista intervenuti con due tendopoli e cucine da campo nella catastrofe bertolasiana, allestita per sfruttare a dovere la prevedibile e prevista catastrofe sismica. Il loro lungo e intelligente lavoro ha sicuramente contribuito alla coscienza politica e all’esemplare mobilitazione del popolo aquilano dei carretti. Nessuno meglio di tutti costoro ha inciso nel bubbone dell’intervento di regime.

Il capo dello Stato, osannato per motivi tutti suoi dal guitto mannaro alla testa dell’orda cavernicola eversiva, ma ahinoi circonfuso di indulgente tenerezza anche dalla turba di sconnessi corifei di “sinistra”, non spunta dal nulla quando viene eletto presidente della Repubblica. Degno germoglio della mala pianta togliattiana, escrescenza saprofita della borghesia impegnata a recuperare col capitalismo da pseudodemocrazia anglosassone ciò che aveva perso col fascismo in rotta, ha guidato, dagli esordi fino alla disintegrazione sotto le macerie di tangentopoli, l’estremismo collaborazionista della destra del PCI, detta dei “Miglioristi”. Un gramignoso sottobosco ladrone nelle crepe del postribolo craxista, premiato per la sua funzione di stampella sinistra al progetto totalitar-mafioso di alcuni ceffi della Provvidenza, da Craxi a Berlusconi. Per assaporare tutto il gusto dell’abiezione tardo-piccista della masnada migliorista e, di conseguenza, per non farsi abbindolare da una qualsiasi Ida Dominijanni della truppa pretoriana mediatica di Giorgio Napolitano (“Il manifesto”), ecco qualche estratto dalla loro (della masnada e di Napolitano) rivista “il Moderno”. Periodico di famigliari e sodali, al massimo 500 copie vendute, tenuto in coma vigile dalla pubblicità Fininvest durante gli anni ’80. Quelli del Grande Balzo in avanti di mafia, massoneria, fascismo postmoderno, ormai padroni della polis. “Il moderno” ne lastricava gli angiporti.

Letto questo, ci vuole la dabbenaggine, o la bulimia entrista, degli eunuchi scaturiti dalle malformazioni genetiche della sinistra italostronza, per dare addosso a un Di Pietro (non datemi del dipietrista, vi supplico, trattasi di contingenze) quando denuncia del garante della Costituzione il tip-tap ballato con gli anfibi sul lavoro, firmando la legge contro l’articolo 18 (che, scomparso il diritto alla giurisdizione, vuol dire la fine del diritto a tutti i diritti); sulla legge uguale per tutti, firmando ogni flatulenza autoimmunizzante del guitto mannaro, fino al decreto che trasforma l’autogol in rete all’avversario; sul rifiuto della guerra, firmando ed esaltando l’irruzione di tagliagole col tricolore nella pace, nella vita, nella libertà degli altri. Certo, “in difesa della pace, della democrazia e (più sommesso) degli interessi italiani” .

La rivoluzione Berlusconi è di gran lunga la più importante, cui ancora qualcuno si ostina a non portare il rispetto che merita per essere stato il principale agente di modernizzazione, nelle aziende, nelle agenzie, nei media concorrenti. Una rivoluzione che ha trasformato Milano in capitale televisiva e che ha fatto nascere, oltre a una cultura pubblicitaria nuova, mille strutture e capacità produttive (“Il Moderno” febbraio 1986, p.115).

“Il Moderno” napolitanesco vivacchia ancora per un po’ la sua stentata vita di bollettino della Fininvest (con la quale, in amorosa comunità d’intenti, il subcomandante Gianni Cervetti frequenta ambienti moscoviti, proprio come il compagno rossissimo Cossutta combina affarucci con Berlusconi: gli estremi si infettano), fino a quando la corrente non viene stritolata da Mani Pulite. Avrà poi la soddisfazione di vedere il suo cadavere rianimato in zombie da uno stuolo di epigoni: Occhetto, D’Alema, Fassino, Veltroni, Finocchiaro, Bertinotti, Bersani. C’è un mio gentile commentatore che si inalbera per il mio precedente post : “Mica l’ha fatto il PD il golpe (del decreto salva-imbroglioni elettorali)! “. Amico mio candidissimo, ma chi è che fa da comico e chi da spalla? E sono molto diverse le funzioni? Lo scopo comune non è far ridere? E quando un PD allestisce una manifestazione – finalmente! – contro il decereto salvabrogli, un obbrobrio che, di fronte alla rivolta popolare, proprio non si poteva permettere di trascurare, e quando simultaneamente insiste nella venerazione e legittimazione di colui che in tale decreto ha insufflato potere esecutivo fuorilegge, lo scopo finale non è tanto di farci ridere, ma di restare con i pantaloni sulle caviglie, quindi alla mercé, quindi inutili, quindi complici. Pali della rapina, se non altro.

Intanto D’Alema e Violante - coppia nerissima, ma anche campionessa del patetico, che rincorre il guitto mannaro come l’eterna maglia nera Malabrocca si affannava lontano dietro al dopato primo in classifica - stavano brigando nel sottoscala di Palazzo Chigi per offrire ai taffaziani PDL di Lazio e Lombardia una via d’uscita, anzi di rientro. Alla faccia delle regole e dello sconcio giuridico della retroattività. Berlusconi non li ha neanche visti. Si è stropicciato le scarpe sullo zerbino portogli da quelli ed è asceso al Qurinale con un decreto tutto suo. E di Napolitano. Di Vittorio Emanuele Napolitano che, trovatosi di fronte un capo squadrista che sbraitava: “Ti rivolto contro la piazza”, ha travolto ogni remora legalitaria (magari non sua, del popolo tumultuante) ed ha firmato. Così l’omologo predecessore, quando, con gli unni in camicia nera alle porte di Roma, firmò la nomina di Benito Mussolini a capo del governo. E corse per liberarsi al gabinetto. Al successore è bastata la minaccia. Se il guitto mannaro mette le bombe alle mura difensive della Costituzione, il neo-Savoia gli accende la miccia mentre il PD lo nasconde tra i fumogeni: “Il presidente Napolitano continua ad operare con grande equilibrio e garanzia per tutto il paese”, così l’umorista La Torre, uomo di panza di D’Alema, quello dei pizzini al PDL Bocchino, confondendo la garanzia per il guitto mannaro e la sua muta con quella per il paese. O forse identificando il paese con la muta del guitto mannaro. Valentino Parlato ha definito “un’idiozia” l’impeachment del capo dello Stato e, una volta di più, il sostantivo gli è rimbalzato addosso. Per Clinton e Nixon c’era voluto molto meno. Dice una parola definitiva e sanzionatoria Luigi De Magistris, il migliore dei nostri rappresentanti politici, anche per il suo indefesso impegno per i palestinesi: “Napolitano sta avallando l’attuazione del Piano di Rinascita ideato da Gelli (e dalla Cia) e oggi realizzato dal premier piduista Berlusconi”. L’evidenza dimostra che lo faceva fin dal tempo dei suoi “miglioristi”.

Addio suffragio universal
e
Con questa gente non si vota più. Non si vincerà mai più nessuna elezione importante. L’abbrivio è stato progressivo, a partire dalla liste di candidati blindate dai rispettivi caudilli, fino alla legge elettorale che assegna la maggioranza assoluta al primo arrivato, fosse anche rimasto al 18%. Per cui il mio voto vale una cacchetta di mosca rispetto al tuo. Senza calcolare l’impossibilità per le masse più vaste di farsi un’opinione scevra da lavaggi del cervello da parte di un sistema mediatico interamente alleato o aggregato alla criminalità politica organizzata. Ma poi c’è stato l’esempio della più Grande Democrazia del Mondo, con due elezioni successive del coglionazzo dell’11 settembre, George Bush, palesemente falsate grazie alle manipolazioni della Diebold, società informatica agli ordini dei golpisti Usa. E vuoi che i vassalli non seguano il modello, anche perchè dotato di mezzi e tritolo per far saltare qualsiasi assetto democratico di qualsiasi paese da tenere al guinzaglio? In Messico il narcorappresentante Usa Calderon ha prevalso sul socialdemocratico onesto Obrador grazie allo spostamento manu militari di un milione di voti. In Honduras un presidente legittimo è stato sostituito, con elezioni alla baionetta e agli squadroni della morte israeliani, cui partecipò il 30% della popolazione, dal fantoccio Usa Pepe Lobo. In Afghanistan gli sgherri del narcoburattino Karzai hanno riempito le schede che un popolo in rivolta rifiutava in massa. In Iraq, una prima volta, 2005, le elezioni sono state vinte dai pulitori etnici sciti grazie a vagonate di schede votate in arrivo dall’Iran, con oltre metà della popolazione rimasta a casa; e, una seconda, l’altro giorno, la cui correttezza e valenza “altamente democratica” (meno del 50% di votanti e brogli a gogò) poteva essere avvallata solo da collusi con l’occupazione e con i banditi al governo di obbedienza Usa-iraniana, tipo Feltri, Giuliana Sgrena e Hillary Clinton (sulle elezioni irachene torneremo con post apposito).

Per vanificare l’ultima elezione regolare verificatasi nello spazio a dominio occidentale, “democratico”, quella del 2006 in Palestina, è successo il cataclisma. che si sa. L'hanno fatta pagare costruendo l'Auschwitz di Gaza. E anche sullo spoglio delle schede nelle elezioni che ci hanno ripropinato il guitto mannaro e aperto la strada al fascismo postmoderno, ci sarebbe da dire tutto il nondetto, o appena fugacemente sussurrato, dagli “sconfitti”. Ricordate il casino delle notte dello spoglio al Viminale, che si ferma a metà e riprende dopo ore e l’irruzione del povero Fassino? Con questa accozzaglia si ladri, corrotti, banditi, al potere di controllo sul conteggio e sul tragitto delle schede, anche al di là della forza condizionante del monopolio mediatico, nessuna elezione sarà mai più vinta da oppositori veraci. Del resto il suffragio universale, ce lo scordiamo, è pianticella di recente piantumazione, strappata, da forze che oggi ci sognamo, a una giungla parassita che non ha mai dismesso la strategia di rivincita. Chi sfoltisce a forza di guerre di sterminio, sociali e belliche, un’umanità renitente o considerata in esubero, non ha certamente il minimo scrupolo a sfoltire qualsiasi voce, anche elettorale, che non risulti sinergica al vampirismo del capitale. Così, alla vigilia delle elezioni, hanno eliminato perfino un’informazione da cui poteva trasparire qualche motivo per non insistere a leccare il culo alla cosca reggente. Doveva essere sostituita da “tribune politiche” nelle cui grottesche sceneggiate si sarebbero dovuti poter esprimere anche soggetti e soggettini che alitassero concettuzzi vagamente diversi. Le avete viste voi le “tribune”? Ci ha pensato Maroni: a due settimane dal voto del 28 marzo non ha ancora fornito l’elenco dei partiti che possono accedere alle tribune. Finito il tripudio ingannevole delle elezioni in democrazia capitalista, tocca pensare ad altro.

Di presidente in presidente, di picciotto in capomafia. Per oltre un anno dall’inizio di una presidenza dalle origini wallstreetiane e pentagonali, “il manifesto” ha fatto un tifo prima scomposto, poi condito da perplessità, per “l’uomo del cambio” Obama. Ida Dominjianni stragorgeggiava di una “nuova era”. Ancora giorni fa reclutava quella canaglia ipocrita tra le “forze mondiali di sinistra”. Mariuccia Ciotta dava dell’”angelo” alla furia di guerra Clinton. C’ è voluto un ripensamento tardivo e pudico, a catena di crimini avviati fin dal primo giorno, che però, pilatescamente, “il manifesto” non ha fatto in prima persona, ma assegnandone l’onere a una citazione, quella del giornalista Usa Chris Hedges: “Obama mente in modo altrettanto vile, se non altrettanto crudele, di Bush”. E giù un rosario di infamie: ha compiuto un salvataggio miliardario dei farabutti bancari colpevoli della crisi con la cacciata in strada di milioni di lavoratori innocenti e inermi, con il più massiccio trasferimento di ricchezza verso l’alto di tutta la storia Usa; ha confermato e allargato lo Stato di polizia interno attraverso intercettazioni e sorveglianza ad libitum, senza mandato giudiziario, di cittadini dei quali ha autorizzato l’esecuzione extragiudiziale sulla base del sospetto; non ha ritirato le truppe dall’Iraq e ha allargato l’aggressione militare dall’Afghanistan al Pakistan alla Somalia allo Yemen, condotta con armi più sofisticate (missili stragisti Hellfire e droni) per lo sterminio di civili, di donne e bambini; avallando la tremenda farsa dell’11/9, ha rilanciato e potenziato la guerra infinita e universale a un “terrorismo islamico” che è tutto di invenzione Usa, o viene applicato, complice “il manifesto” e Co., a qualsiasi forza di resistenza, di libertà, di giustizia; dopo averne promesso il ritiro, ha ripreso e potenziato in Europa lo scudo missilistico da primo colpo; non ha chiuso Guantanamo, non ha fermato le torture, non ha ripristinato con l’habeas corpus i diritti fondamentali. Ha allestito un colpo di Stato fascista in Honduras e va preparando avventure militari contro i paesi progressisti dell’America Latina. Ha occupato militarmente Haiti, ritardando ad arte gli aiuti, perchè scomparissero alcune centinaia di migliaia di poveri e lasciassero il posto a villaggi turistici e multinazionali. Ha fornito ogni sostegno ai genocidi israeliani, compresa la loro foia di guerra all’Iran, e riattivato gli squadroni della morte, detti delle “operazioni speciali”, nell’universo mondo. Sta cacciando in gola a 40 milioni di statunitensi derelitti una legge sanitaria che regala centinaia di miliardi di dollari ai cannibali delle assicurazioni private. Ha sancito, con il sabotaggio del vertice climatico di Copenhagen, l’accelerazione della corsa verso la distruzione della vita come la conosciamo noi. Da ambientalista conclamato, ha messo a rischio il pianeta intero obbedendo all’ennesima lobby del necroprofitto rilanciando le centrali nucleari. Che poi produrranno quelle scorie ineliminabili, utilizzate al meglio dagli assassini di massa delle armi all’uranio. Merita senza alcun dubbio il premio Nobel di “Primo terrorista del mondo”.

Conclude Chris Hedges, che non è neanche comunista, e forse per questo non ha inibizioni: “La timidezza della sinistra espone la sua viltà, la sua mancanza di nerbo morale e la sua crescente impotenza politica. E peggio il danno arrecato da questa sinistra, di quello causato da Obama.” Che altro dire all’amico che mi ha rimbrottato : “Non è stato il PD a fare il golpe”? Già e anche il papa, quello degli abbracci riabilitanti ai predatori della politica e della protezione civile, quello sul quale la corsivista del “manifesto” Adriana Zarri si commuove “perché ama i gatti”, forse non ha inchiappettato e seviziato bambini. Lo hanno fatto le “mele marce” che tracimano, oltreché dal Duomo di Ratisbona, da ogni singolo covo di preti, frati e suore nel mondo e cui, appropriatamente, piduisti, fascisti postmoderni e chierici vogliono affidare l
’educazione e la formazione delle nuove generazioni. In parallelo con la Gelmini. Tutti o sodomizzati, o decerebrati. Che votiamo a fa’.

Per aderire a questo appello scrivere a
giulemanidalliran@alice.it

Fermare l’aggressione all’Iran!
Denuclearizzare l’intero Medio Oriente!
Porre fine all’assedio di Gaza e al martirio del popolo palestinese!

Sin da quando G.W. Bush definì l’Iran uno “Stato canaglia” è in corso contro questo paese dalla storia plurimillenaria e il suo governo una brutale campagna di demonizzazione; una campagna fondata sulla menzogna che con tutta evidenza serve a spianare la strada all’aggressione militare. Tutti ricordiamo come fu preparata la guerra all’Iraq. Mentre le sanzioni e l’embargo provocavano mezzo milione di morti (anzitutto bambini, a causa dell’assenza di medicinali, latte e beni di prima necessità), l’Iraq era accusato di accumulare “armi di distruzione di massa”. Come dimenticare la grande messa in scena con cui Colin Powell, per giustificare quella che sarà la più grande carneficina dopo il Vietnam, giunse a ingannare l’assemblea dell’ONU mostrando la famigerata “pistola fumante”?
Gli Stati Uniti, che difendono la loro supremazia mondiale con migliaia e migliaia di testate nucleari e la più imponente macchina bellica di tutti i tempi, giustificano le terribili sanzioni da imporre all’Iran e l’eventuale attacco militare con l’argomento secondo cui la Repubblica islamica cercherebbe di dotarsi della bomba atomica per poter attaccare Israele. L’accusa è sdegnosamente respinta da Tehran, e comunque ancora una volta la Casa Bianca usa due pesi e due misure. E’ infatti noto che Israele possiede centinaia di testate nucleari, buona parte delle quali puntate sull’Iran e ognuna delle quali potrebbe radere al suolo Tehran.

I nemici dichiarati dell’Iran (anzitutto Israele e Stati Uniti, a cui si accoda l’Unione Europea), nel tentativo di ingannare l’opinione pubblica e compattare il loro fronte interno, indossano la solita maschera, quella di paladini della libertà, della democrazia e della non-violenza. In particolare, essi contestano al governo di Tehran la dura repressione delle proteste. I sottoscritti non amano né le dittature, né la sospensione dei diritti di libertà, ovunque questo avvenga, ma prima di dare lezioni di democrazia i nemici dell’Iran dovrebbero porre fine allo Stato d’assedio e alla minaccia militare a cui sottopongono questo paese, visto che la guerra, come la storia insegna, è il più grave ostacolo alla libertà. In ogni caso, non possono ergersi a campioni dei diritti dell’uomo quegli stessi paesi, le cui truppe compiono massacri in Afghanistan o in Palestina, che sostengono colpi di stato per rovesciare governi ostili (Honduras), che non esitano a ricorrere agli attentati terroristici o all’«eliminazione mirata» di esponenti politici o scienziati considerati pericolosi.
Mentre si aggravano i pericoli di guerra esprimiamo il nostro sdegno per le affermazioni rilasciate da Berlusconi nel corso del suo viaggio in Israele. Non solo egli ha giustificato i massacri indiscriminati contro i palestinesi di Gaza, non solo ha difeso l’idea razzista e segregazionista di Israele quale stato puramente ebraico (con la sostanziale esclusione della popolazione araba dal godimento dei diritti politici). Calpestando i sentimenti di pace del popolo italiano e danneggiando gli stessi interessi nazionali, Berlusconi ha assicurato agli israeliani che l’Italia interromperà le relazioni economiche con l’Iran e sosterrà in ogni sede la richiesta di durissime sanzioni. In altre parole Berlusconi ha dato man forte ai falchi israeliani, i quali sono pronti, una volta ottenuto il semaforo verde da Obama, a rovesciare sull’Iran un devastante bombardamento, senza escludere il ricorso all’arma atomica.

Occorre fermare l’escalation anti-iraniana e smantellare l’arsenale atomico israeliano per denuclearizzare il Medio oriente.
L’assedio israeliano di Gaza deve finire ed il popolo palestinese deve vedere finalmente riconosciuti i suoi diritti.

PRIMI FIRMATARI
- Domenico Losurdo – Università di Urbino
- Gianni Vattimo – Filosofo e parlamentare europeo
- Danilo Zolo – Università di Firenze
- Margherita Hack – Astrofisica
- Lucio Manisco – Giornalista, già parlamentare europeo
- Marino Badiale – Università di Torino
- Aldo Bernardini – Università di Teramo
- Giovanni Bacciardi – Università di Firenze
- Enzo Apicella - Designer, Londra
- Fernando Rossi - ex senatore, Per il Bene Comune
- Sergio Cararo - Rivista Contropiano
- Maurizio Fratta - Coordinatore Rivoluzione Democratica
- Fausto Sorini - Redazione de l'Ernesto
- Leonardo Mazzei – Campo Antimperialista
- Alessandro Leoni - Cpn Prc
- Riccardo Filesi - Comunisti Uniti Lazio
- Miriam Pellegrini - Partigiana di Giustizia e Libertà
- Andrea Catone - Direttore de l'Ernesto
- Spartaco Ferri - Partigiano della Divisione Garibaldi
- Andrea Fioretti - Comunisti Uniti del Lazio
- Fabio Marcelli - Vicesegretario Ass. Internazionale Giuristi Democratici
- Mary Rizzo Palestine Think tank
- Andrea Torre - Ist. Naz. Storia del Mov. di Liberazione in Italia
- Vladimiro Giacché – Economista
- Costanzo Preve – Filosofo, Torino
- Carlo Fabretti - Matematico, Accademia della Scienze New York
- Michela Maffezzoni - Fondazione Cipriani, Cremona
- Walter Ceccotti - Coord. naz. l'Ernesto
- Francesco Rozza - Coord. naz. l'Ernesto
- Enrico Sodacci - Presidente Sumud
- Maria Grazia Da Costa - Campo Antimperialista
- Gualtiero Alunni - Cpn Prc
- Ugo Giannangeli – Avvocato, Milano
- Urbano Boscoscuro - Cpn Prc
- Paolo Simonelli - Cpn Prc
- Giuseppe Pelazza – Avvocato, Milano
- Moreno Pasquinelli – Campo Antimperialista
- Hamza Roberto Piccardo – Direttore www.islam-online.it
- Tusio De Iuliis – Presidente “Passage to the South.org”
- Nuccia Pelazza – Insegnante, Milano
- Stefania Campetti - Archeologa
- Carlo Oliva – Pubblicista
- Gabriella Solaro – Resp. archivio Ist. Naz. Storia del Mov. di Liberazione in Italia
- Giuseppe Zambon – Editore
- Vainer Burani – Avvocato, Reggio Emilia
- Cesare Allara – Com. Sol. con il Popolo Palestinese, Torino
- Umar Andrea Lazzaro – Amministratore www.islam.forumup
- Sergio Starace – Colletivo Iqbal Masih, Lecce
- Antonio Stacchiotti – L.u.p.o. Osimo (Ancona)
- Gian Marco Martignoni – Segreteria provinciale Cgil, Varese
- Ascanio Bernardeschi – Prc Volterra (PI)
- Fausto Schiavetto – Soccorso Popolare, Padova
- Elvio Arancio - Resp. esteri Per il Bene Comune
- Aldo Zanchetta – Lucca
- Marina Minicucci - Giornalista
- John Catalinotto - IAC (USA)
- Paola Redaelli - Redazione "Italia Contemporanea"
- Corrado Bertani - Operatore culturale
- Stefano Franchi - Prc Bologna
- Marco Trapassi - Direttivo prov. Prc Parma
- Sergio Ricaldone - Comitato Mondiale Partigiani della Pace
- Luciano Giannoni - Segreteria prov. Pdci Livorno
- Alexander Hoebel - Università di Napoli
- Mirco Solero - Coord. naz. l'Ernesto
- Pio De Angelis - Coord. naz. l'Ernesto
- Mauro Gemma - Direttore l'Ernesto online
- Stefano G. Azzarà - Università di Urbino
- Manuela Ausilio - Comunisti Uniti Lazio
- Luca Minghinelli - Campo Antimperialista
- Massimo Maccagno - Campo Antimperialista
- Antonio Mazzeo - Giornalista
- Aurelio Fabiani - Casa Rossa, Spoleto
- Miguel Urbano - Scrittore
- Enrico Mascelloni - Critico d’arte, Roma

Per firmare l'appello scrivere a
giulemanidalliran@alice.it

DA GREENPEACEBLITZ ALLA CENTRALE DI MONTALT
O DI CASTRO. ALLE 13 IL LIVE DALLA RAINBOW Ciao Fulvio , siamo in azione a Montalto di Castro! Alle luci dell´alba i nostri attivisti hanno occupato il tetto della fabbrica della vecchia centrale nucleare, bloccata dal referendum del 1987. Ora un 'urlo nucleare' di 150 metri quadrati ricopre il tetto, accompagnato dalla scritta "Emergenza nucleare". Segui l'azione in direttaNon è finita qui. Tra pochissime ore, alle 13, appena al largo della centrale, sulla nostra nave Rainbow Warrior si esibiranno in un live gli "Artisti contro il nucleare": Adriano Bono & Torpedo Sound Machine, 99 Posse, Leo Pari, Piotta e Punkreas canteranno per la prima volta dal vivo il singolo "No al nucleare". Partecipa anche tu all’evento online. Segui lo streaming in diretta sul nostro sito: http://t.contactlab.it/c/2000836/370/4001997/1956 Il nucleare è una scelta sciagurata per l’Italia e una pericolosa perdita di tempo. Tornare al nucleare significa perdere oltre dieci anni per ritrovarsi poi con centrali obsolete e pericolose. E sprecare l’opportunità di investire nelle vere soluzioni per l’indipendenza energetica e per il clima: rinnovabili ed efficienza. Tocca adesso ai candidati alla guida delle regioni prendere subito una posizione chiara contro il nucleare, altrimenti dopo le elezioni verranno imbavagliati e costretti ad accettare le decisioni del governo. Intanto su Nuclear Lifestyle continua a girare il contatore delle firme contro il nucleare. Siamo più di 64mila! Grande successo anche per la nostra Nuclear Hotline: al numero verde gratuito 800.864.884 centinaia di cittadini hanno già chiamato per lasciare ai candidati i propri messaggi contro il nucleare.
Saluti e a presto!
Andrea Lepore Responsabile Campagna Nucleare

PS: Come saprai, Greenpeace è indipendente e realizza le sue campagne solo grazie all’aiuto di singole persone come te. Diventa un sostenitore di Greenpeace! Sostieni questa e altre campagne in difesa del pianeta.

Fulvio Grimaldi

Fonte: http://fulviogrimaldi.blogspot.com
Link: http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2010/03/il-berluscheletro-nellarmadio-del.html
10.03.2010


Citazione
fengtofu
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Grandissimo Grimaldi, come pamphlettista (che neologismo fine, eh?) ma ancor più come tribuno dell'autentica Libertà...quasi un fratello libertario, un Compagno insomma. 😀 Lodevole ed irresistibile tra l'altro la definizione del monarca regnante come GUITTO MANNARO, oltremodo calzante alla natura del soggetto e ai suoi delitti, contrapposto e vincente sullo PSICONANO grillesco, ove è inesatto lo Psico (il tizio è furbissimo, altro che psicotico!) ed offensivo il nano, per la categoria dei piccoletti, che oltretutto sono storicamente spesso tra i Grandi storici...
Anche il BANANA travagliesco non regge al confronto - serve a farsi due risate, ma è poco calzante, nonostante SuaMaestà lo vorrebbe eccome, essere in possesso del frutto fallico e leggermente acerbo.
Tanto per farsi due risate, invece di piangere.


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