Il caso di Sakineh,...
 
Notifiche
Cancella tutti

Il caso di Sakineh, lo sdegno necessario senza conseguenze


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Poche cose appaiono alla nostra coscienza più ripugnanti della pratica della lapidazione, con quella brutalità che istituzionalizza e legittima la violenza di una comunità verso un capro espiatorio, eletto in quanto debole e diverso, e lo fa con modalità che ci viene spontaneo chiamare «barbare», ovvero totalmente, radicalmente «altre», un'irruzione di una pre-umanità che vorremmo dimenticare, e che invece si ripresenta nella sua ferocia, installata al cuore dell'umano.

È una ripugnanza universale, e in queste settimane si moltiplicano gli appelli, di intellettuali e di persone comuni, comprese intere squadre di calcio. E in rete, che in questo è uno specchio degli umori della società, il nome di Sakineh ha riempito i social network. L'articolo di ieri di Giuliana Sgrena ( http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=27973 ) sul manifesto è sottoscrivibile non una ma mille volte. L'orrore per una lapidazione è totale, prende alla gola (e basta qualche video che gira su youtube per sentirlo fisicamente). Insomma c'è un'evidenza assoluta, in questa vicenda.

Ecco, è questa evidenza che si tratterebbe di interrogare, questa unanimità. E chiedersi se sono davvero prese di posizione. L'etica implica una scelta tra differenti opzioni, e prendere posizione, significa partecipare della scelta fino alle conseguenze che quella scelta ha in serbo per noi. La scelta ci deve riguardare: deve avere a che fare con noi, implicare scelte di vita che si attivino nella nostra quotidianità. Altrimenti non è che una paradossale espressione di indifferenza. Nell'unanime coro per Sakineh mi pare invece non ci sia scelta: per chi aderisce è sufficiente una generica enunciazione contro la barbarie e il gioco è fatto, l'approvazione sociale ottenuta.

È un bel gesto a buon mercato, che non implica nulla che ci riguardi direttamente, visto che stiamo parlando di un mondo «totalmente altro». Ci si scaglia contro una ferocia che non ci riguarda, e dunque questa scelta non ci impone di riconsiderare la «nostra» vita per scorgerne gli aspetti feroci. In questo senso rischia di diventare una scelta consolatoria, de-responsabilizzante (non sto dicendo che è una scelta sbagliata, tutt'altro, è evidentemente necessaria: propongo di considerare l'ambiguità inscritta in questa evidenza). Questo aspetto della questione si intreccia poi con quello più propriamente politico, ovvero la sovraesposizione di questo caso rispetto ad altri. Come sempre avviene, le ostilità contro il Nemico globale vengono aperte, nella nostra era, da questioni umanitarie. E allora, l'Iran (che con la sua odiosa casta «clericofascista» si offre certo facilmente all'avversione, ma come dicono gli intellettuali come Akbar Ganji, che scontano il dissenso sulla pelle, non è l'irruzione violenta dell'Occidente che può far migliorare le cose - come si è visto in Iraq). Lo stesso trattamento non viene però riservato ad esempio nei confronti dell'Arabia Saudita, alleato da tener buono, che prevede e pratica la lapidazione come pena per le adultere.

Insomma, continuare a lottare per la salvezza di Sakineh è necessario, e si tratta di farlo con tutti i mezzi. Dopodiché vorrei che chi si è speso per lei, per esempio un'intera squadra di calcio, come passo successivo e consequenziale prendesse posizione anche su una serie di fatti che ci riguardano direttamente, come per esempio su tutte le Sakineh rinchiuse nei Cie in attesa di essere deportate e magari mandate a morire nel deserto.

Marco Rovelli
Fonte; www.ilmanifesto.it
9.09.2010


Citazione
sacrabolt
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 821
 

C'è qualcuno che può avvertire la redazione del il Manifesto della moratoria iraniana del 2002?

Oltre a questi aspetti "tecnici" una redazione seria dovrebbe chiedersi se sia veramente più grave una lapidazione pubblica rispetto ad un'iniezione privata. Magari anche con tutte le implicazioni sull'autorità di uno Stato a togliere la vita. Magari con espliciti riferimenti alle esecuzioni extragiudiziarie praticate in medio oriente esclusivamente dal nostro unico "baluardo di democrazia" (razzista e bombarola).


RispondiCitazione
grilmi
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 334
 

Notizia di ieri sera del Tg2, hanno dato la possibilità a un diplomatico iraniano di controbattere sulla questione. In realtà la donna non sarebbe condannata solo per l adulterio multiplo ma anche perche avrebbe ucciso il marito con la complicità di uno dei suoi amanti, dunque è accusata di omicidio. A questo punto, per quanto io ritenga barbarica questa usanza, mi chiedo quale diritto possano avere paesi dove vige ancora la pena di morte, di mettere il becco su certe questioni, quanta ipocrisia. La pena di morte qualunque sia il metodo è crudele, soprattutto perche spesso si scopre poi l innocenza dei condannati. Finche tale pratica non sarà eliminata nei paesi che si dichiarano "i più democratici" al mondo, non mi sento di unirmi al coro dell occidente sulla questione che nasconde ovviamente motivi politici. Abbiamo una dittatura cosi vicino all europa, la bielorussia, ma tale nazione, essendo povera di risorse energetiche, non suscita lo scandalo delle nostre pie e democratiche associazioni umanitarie.


RispondiCitazione
sandman972
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 502
 

A questo punto, per quanto io ritenga barbarica questa usanza, mi chiedo quale diritto possano avere paesi dove vige ancora la pena di morte, di mettere il becco su certe questioni, quanta ipocrisia. La pena di morte qualunque sia il metodo è crudele, soprattutto perche spesso si scopre poi l innocenza dei condannati. Finche tale pratica non sarà eliminata nei paesi che si dichiarano "i più democratici" al mondo, non mi sento di unirmi al coro dell occidente sulla questione che nasconde ovviamente motivi politici.

Infatti hai perfettamente ragione...o si è contrari alla pena di morte (come sono io) oppure si è a favore. Se si è a favore, allora si è a favore sia che accada negli USA sia che accada in Iran. Se si è contro, si è contro sia che accada in Cina sia che accada in Arabia Saudita.

Se, infine, si è contro alla barbarie dell'esecuzione e si ritiene che dovrebbe essere inflitta in modo più "umano", allora ci sarebbe da chiedere che cosa si pensa di una condanna forse meno umana della lapidazione, vale a dire la sedia elettrica, ancora in vigore in alcuni stati degli USA.

Oppure, sempre prendendo ad esempio i "democratici" USA, il fatto che fino al 2002 giustiziavano i malati di mente, il fatto che tengono persone a marcire 15-20 anni nel braccio della morte, il fatto che fino al 2005 aspettavano che i minorenni che avevano compiuto un reato diventassero maggiorenni per poterli accoppare...per non parlare di quei casi (che ovviamente non passano sui media nostrani) di condannati all'iniezione letale che hanno agonizzato anche 30-40 minuti tra atroci sofferenze prima di tirare le cuoia...mah!

Ma tant'è, purtroppo la coerenza non è la forza dei nostri pennivendoli da strapazzo...


RispondiCitazione
vimana2
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2528
 

C'è qualcuno che può avvertire la redazione del il Manifesto della moratoria iraniana del 2002?

Oltre a questi aspetti "tecnici" una redazione seria dovrebbe chiedersi se sia veramente più grave una lapidazione pubblica rispetto ad un'iniezione privata. Magari anche con tutte le implicazioni sull'autorità di uno Stato a togliere la vita. Magari con espliciti riferimenti alle esecuzioni extragiudiziarie praticate in medio oriente esclusivamente dal nostro unico "baluardo di democrazia" (razzista e bombarola).

Aggiungo, c'è qualcuno che può dire al manifesto e agli altri giornali " alternativi" che c'è internet da svariati anni?


RispondiCitazione
Condividi: