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Immigrazione di massa e suicidio a sinistra


Stodler
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IMMIGRAZIONE DI MASSA E SUICIDIO A SINISTRA

di Moreno Pasquinelli

Gli ultimi dati ci dicono che sono circa mezzo milione i migranti che nei primi sei mesi de 2015 hanno chiesto asilo politico all'Unione europea, contro i 600mila dei dodici mesi precedenti.
Torneremo presto, con una scheda ad hoc, sulla vicenda specifica dei richiedenti asilo e dei rifugiati. E' evidente che gli effettivi perseguitati politici sono un'infima minoranza, che la stragrande maggioranza dei migranti sono piuttosto "deportati economici". Questi numeri obiettivamente impressionanti secondo tutti gli analisti sono destinati a restare costanti se non addirittura a crescere. Perché sono destinati a crescere? perché globalizzazione e politica di rapina congenita ai meccanismi imperialistici, accentueranno le distanze tra ricchi e poveri e tra paesi oppressori e nazioni oppresse.
Va da sé che per porre fine davvero alla deportazione di massa la soluzione consiste nel farla finita con questa globalizzazione imperialistica. Questa, al contrario di quanto sostengono gli apologeti dell'ordine di cose esistenti, è quindi il problema non la soluzione. Una soluzione che appare lontana nel tempo poiché implica una rivoluzione globale, un rovesciamento del sistema economico e politico internazionale.

Non è un caso che gli apologeti della globalizzazione, i quali hanno il monopolio dei mezzi di comunicazione, davanti a questi flussi migratori, dicano che essi sono "epocali" e "inarrestabili". Ciò che essi ci stanno in realtà dicendo è che la globalizzazione è da considerarsi irreversibile, che chi comanda oggi comanderà sempre, che le pratiche economiche neoliberiste vigenti sono irrevocabili.
I paladini della globalizzazione sono a loro modo coerenti quando auspicano e inneggiano alla deportazione economica da un lato e quindi alla "accoglienza" dall'altro —deportazione e accoglienza sono le due facce della stessa medaglia.

La deportazione economica dalla periferia povera al centro "opulento" è funzionale ai dominanti sotto molteplici aspetti. Cinque su tutti:

(1) immettere al centro milioni di disperati pronti a vendere la loro forza-lavoro per quattro soldi rafforza, al centro, la tendenza all'abbassamento generale dei salari ed alla competizione selvaggia tra lavoratori a tutto vantaggio del capitale;

(2) la fuga in massa contribuisce alla desertificazione dei paesi da cui si emigra ed è utile alle classi dominanti di quei paesi in quanto, sgonfiando le tensioni sociali endogene, consolida il loro dominio:

(3) di converso l'immigrazione in massa contribuisce in maniera determinante a distruggere il tessuto connettivo o demos dei paesi ospitanti. Questo demos costituisce non solo il sostrato materiale, giuridico e spituale degli stati-nazione (senza il quale essi sono destinati a dissolversi nella paccottiglia sociale o melting pot nel quale ristrette oligarchie transnazionali potranno spadroneggiare) ma il luogo dove si è storicamente costituito il movimento operaio come comunità di classe opposta al capitale;

(4) in questo imperiale melting pot democrazia e diritti di cittadinanza sostanziali sono destinati a sparire a loro volta, per lasciare il posto a stati di polizia ed a relazioni neofeudali di servaggio e sudditanza, fatti salvi diritti cosmetico-formali "per le minoranze" e innocui spazi-ghetto comunitaristici. Lo spazio giuridico-statuale imperiale, per sua natura, non può essere democratico.

(5) Azzardiamo infine una quinta specifica ragione riguardante l'Unione europea.
Deportare decine di milioni di immigrati è strategicamente funzionale al disegno delirante di sopprimere gli attuali stati-nazione e fare dell'Unione un impero. Per squagliare le comunità nazionali e rimpiazzarle con quella europea, le élite dominanti hanno infatti bisogno di introdurre un elemento esterno disgregante, dissolvente le diverse identità storico-nazionali. L'immigrazione di massa anche a questo deve servire secondo le élite euriste dominanti.

Non siamo ciechi. Sappiamo che ben altre e ben più nobili sono le ragioni etiche che spingono molti, a sinistra come nel mondo cattolico, a chiedere che tutti gli immigrati siano accolti. Essi desiderano una società "inclusiva", che sappia ospitare tutti gli esseri umani che fanno richiesta di asilo e soggiorno. Abbiamo cercato di spiegare che, almeno per quanto riguarda il nostro Paese, nelle concrete condizioni in cui si dimena, un'immigrazione di massa non è sostenibile. Un'istanza etico-morale può essere giusta in astratto, ma può essere concretamente irrealizzabile se non addirittura esiziale.

Fare di un principio etico un imperativo politico categorico (come in questo caso l'obbiettivo di "accogliere tutti") causa infatti, oggigiorno, due disastri: il primo è che ci si pone al carro delle élite globaliste che in tal modo si aiutano invece di combattere; il secondo è la conseguenza del primo, ed è che si allontana dal proletariato lasciandolo in balia dell'avanzata delle forze xenofobe e razziste.

Sentiamo nostri i valori solidaristici propri del socialismo, come anche la pietas cristiana che comanda di amare il prossimo. C'è tuttavia un limite invalicabile: l'amare l'altro da sé non può spingersi fino all'odio del sé, fino al proprio autoannientamento.

Amare il prossimo come sé stessi, se non vuole essere una declamazione vuota e ipocrita, se non è l'invocazione di una mistica pauperitas universale, implica assicurare agli ospiti gli stessi diritti e i medesimi benefici di cui l'ospitante gode. Non esistono, entro questo sistema, le condizioni per estendere questi diritti e questi benefici, l'immigrazione contribuisce anzi a toglierli a chi li ha strappati in decenni di sacrifici e di lotte. E' forse amare il prossimo incoraggiare la deportazione sapendo che questi milioni di esseri umani vivranno come "scarti", nell'esclusione e nella miseria? Non è forse fare il gioco del vorace capitalismo neoliberista che infatti anela al pauperismo generale?

Non sembra quindi che sia per cristiano amore del prossimo che certa sinistra inneggia alla accoglienza di tutti. C'è chi è ideologicamente infatuato dal cosmopolitismo liberista e anti-nazionale e chi, in nome di un malinteso internazionalismo, si spinge fino all'odio per il proprio Paese il quale, sotto sotto, è odio di sé e del proprio popolo accusato per aver dimenticato i suoi ideali, di aver disconosciuto, ricusato ed isolato i migliori tra i suoi figli, quelli che quegli ideali non hanno abiurato mai.
Si tratta di vie diverse, ma entrambi conducono al suicidio.

http://sollevazione.blogspot.it/2015/09/immigrazione-di-massa-e-suicidio_2.html


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Ma sei radicale liberalliberistalibertario o comunista?


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Stodler
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Ma sei radicale liberalliberistalibertario o comunista?

Niente di tutto ciò, vedo cosa passa il convento e cerco di farmi un'idea.

Possibilmente cercando di non cascare di nuovo nelle trappole della storia, ideologie in primis.

E pur sbagliando come tutti, ci mancherebbe, preferisco attingere a fonti credibili.

In ogni caso non esiste il bianco o il nero.

Guardo al mondo cercando una via socialista.


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Stodler
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La prima cosa da fare è di guardare la realtà per quella che è anche se non piace.

Dai fatti e dalla verità per quanto approssimativa si può giungere a qualche idea ragionevole sulle cose e sulle soluzioni dei problemi.


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Infondo nel TRANSpartito si accetta di tutto e di più... 8) anche il vostro munifico speculatore filantropo Soros appoggia, a seconda delle circostanze e delle convenienze, questa o quella formazione di sinistra, anche estrema 😈


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Stodler
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Infondo nel TRANSpartito si accetta di tutto e di più... 8) anche il vostro munifico speculatore filantropo Soros appoggia, a seconda delle circostanze e delle convenienze, questa o quella formazione di sinistra, anche estrema 😈

Dubito che Soros sia un filantropo, piuttosto bisognerebbe andare a bussare alle porte di Langley o del dipartimento di stato USA per capire come funzionano certi meccanismi e debbo dire che mi sono stupido che tra Snowden e wikileaks non sia saltato fuori qualcosa in tal senso.

Anche se, ad esempio, la vicenda di occupy wall street, con le infiltrazioni dell'FBI e i collegamenti tra questa e le corporation ci dice che oramai la COSA è un tutt'uno.

Non ti preoccupare, che non mi paga Soros.

Però una cosa mi ha sempre stupito, l'attitudine della grande finanza a riuscire in praticamente tutti i casi a preservare il suo potere grazie alla sua flessibilità, prendi i fratelli Koch negli USA, che fanno politica attiva all'interno, mentre all'esterno c'è gente come Soros e non dimentichiamoci di Murdoch...

No, no, le cose sono complicate, ma l'importante è seguire le vie del denaro, li non si sbaglia.


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Mi riferisco ai "prestiti" erogati da Soros ai radicali.


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Le cose sono talmente complicate da risultare talvolta indecifrabili e trovare soluzioni impossibile...a meno di non rovesciare un sistema non più riformabile. Come? ai posteri l'ardua sentenza...


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PietroGE
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Mi riferisco ai "prestiti" erogati da Soros ai radicali.

A me ha dato molto fastidio il fatto che i radicali si siano offerti come lobbisti per far accettare la Turchia nella UE. La Bonino in particolare non faceva altro che tessere le lodi della Turchia anche se Erdogan faceva una politica opposta ai principi radicali.
Molto probabilmente sono stati pagati dai turchi, oltre che da George Soros.


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Stodler
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Mi riferisco ai "prestiti" erogati da Soros ai radicali.

Penso che un grosso santo l'abbiano avuto, visto che ottengono l'appalto di servizio pubblico.

Bonino Monti?

Credo che hanno subito la deriva che hanno subito tutti i partiti di sinistra, solo che loro deriva è iniziata prima, me ne sono accorto anche io troppo tardi.


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Stodler
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Le cose sono talmente complicate da risultare talvolta indecifrabili e trovare soluzioni impossibile...a meno di non rovesciare un sistema non più riformabile. Come? ai posteri l'ardua sentenza...

Vedo che la tua conclusione, anche se da destra, arriva alla stessa dell'estensore dell'articolo.


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Ma poi l'idea di riservare il tesseramento ai ricchi? sembra che iscriversi ai radicali sia come accendere un mutuo.


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Le cose sono talmente complicate da risultare talvolta indecifrabili e trovare soluzioni impossibile...a meno di non rovesciare un sistema non più riformabile. Come? ai posteri l'ardua sentenza...

Vedo che la tua conclusione, anche se da destra, arriva alla stessa dell'estensore dell'articolo.

Leggo anche diverse analisi dei compagni, soprattutto della sinistra comunista. Sulla necessità di un rovesciamento del sistema concordo con loro. Nel contempo rimangono tutte le perplessità sulle prospettive che un'eventuale processo rivoluzionario potrebbe aprire.


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