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In alto i cuori:lo scontro sarà tra Berlusconi e Montezemolo


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
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Che opinione vi siete fatti dell’autocandidatura di Luca Cordero di Montezemolo alla guida di uno schieramento antiberlusconiano? Non vi chiedo se vi piace o no, voglio piuttosto sapere se lo ritenete uno scenario probabile o se è solo una notizia destinata a essere riassorbita presto dal flusso degli eventi convulsi della nostra politica interna.

A quelli di voi che ci credono poco vorrei rammentare che i due principali protagonisti della seconda repubblica sono stati Romano Prodi e Silvio Berlusconi. Il primo, benché sempre accompagnato dal titolo di “professore”, è stato in realtà il più grande boiardo di stato della seconda repubblica. Il secondo è l’incarnazione più riuscita del conflitto di interessi: non si occupa dei suoi affari – dice lui – ma anno dopo anno il suo reddito personale si incrementa a tassi sbalorditivi. Non sarebbe una sorpresa se la terza figura ad emergere in questo scontro politico fosse anch’egli un’espressione del mondo dell’industria e della finanza come Montezemolo.

E’ frequente che qualcuno si lamenti che in Italia la politica non riesce più a formare leader e debba prenderli dall’esterno. In realtà più che di “esterno” dovremmo parlare di un potere economico che si tramuta con poche mediazioni in potere politico. E in effetti – prevedibilmente — pochi o nessuno si lamentano che la politica abbia poco spazio e autonomia rispetto alle esigenze di una elite economica dei cui interessi consolidati è espressione e cinghia di trasmissione.

Non dobbiamo perdere di vista i fattori della vita nazionale che determinano ciò, come ricorda Giorgio Cremaschi nel suo libro recente “Il regime dei padroni”. Ci piace pensare al nostro paese come un prodigio di vitalità e creatività. Ma in realtà la società civile italiana è di corte vedute, stanca, priva di vera autonomia non solo verso la politica, ma anche verso una classe imprenditoriale che in Italia presenta assai marcati i tratti dell’autoritarismo padronale. Ci sono poche possibilità che in questo contesto emerga una figura di leader nazionale dalla fisionomia profondamente diversa da Prodi, Berlusconi e Montezemolo.

Ma naturalmente esiste anche il contesto dell’economia globale e dell’Unione Europea, nelle quali l’ideologia neoliberista ha riplasmato i rapporti tra pubblico e privato, facendo apparire il primo come un male minore tollerato solo per la sua funzione protettiva e di garanzia verso gli investimenti.

Non ho mai avuto simpatia per gli euroscettici, soprattutto quelli italiani, che muovono da premesse di destra. La loro critica alle istituzioni comunitarie si è sempre basata sul vagheggiamento di un’economia di modello piccolo-borghese, affidata tutta alla svalutazione della moneta, scarsamente interessata all’innovazione, ignara della centralità dei saperi, rigidamente gerarchica (dentro e fuori la fabbrica), tentata dalle illusorie scorciatoie dell’autarchia per via dei suoi complessi di inferiorità. Pensate al connubio di euroscetticismo e xenofobia negli scritti dell’antropologa Ida Magli.

Per me è sempre stato chiarissimo che se l’Europa fosse stata all’altezza del suo decantato “modello sociale” l’integrazione delle sue strutture economiche, sociali e politiche avrebbe costituito la migliore configurazione per negoziare con il resto dell’economia globale le condizioni della sua partecipazione, facendo salvi i suoi valori. Ma è questa la realtà? Se apriamo gli occhi è questo che vediamo? O non vediamo forse che l’UE e soprattuto l’eurozona sono i principali fattori di erosione del “modello sociale europeo” per quanto poteva esserci di realtà in esso? E’ chiaro che l’austerità che abbiamo visto finora è uno scherzo rispetto ai sacrifici che dovremo fare quando la revisione del patto di stabilità ci chiederà manovre aggiuntive di rientro dal debito nella misura di 30-50 miliardi di euro l’anno? Le elite europee, lungi dal cercare una via nuova e originale alla soluzione delle difficoltà, stanno piuttosto pensando a come far mettere radici nel senso comune della gente all’idea che un’economia recessiva è la normalità, e non la patologia.

E la Germania? Vogliamo indagare un po’ come la principale economia del continente amministra il suo successo economico? La sua ossessione antinflattiva e di ferrea protezione del surplus commerciale è alla base dei più perversi meccanismi di indebitamento pubblico nell’area dell’euro: la Germania finanzia con l’acquisto del debito pubblico dei partner dell’eurozona le importazioni tedesche di quest’ultimi, le cui economie avvizziscono non potendo competere con la Germania anche per le strettoie valutarie e di bilancio che l’euro impone. Se le cose non cambiano, se l’influenza della Germania verrà usata per bloccare la richiesta di un’espansione della domanda interna per riequilibrare le bilance commerciali dell’eurozona, se si punterà consolidare lo status quo e intensificare la conquista di mercati extraeuropei per le merci e i servizi tedeschi, che senso ha per noi italiani una moneta così?

Più in generale, dentro e fuori l’Europa, prevale la dottrina monetarista che fa persino difficoltà ad accettare il concetto di crisi, figuriamoci se può accettare la nozione che le presenti difficoltà siano il frutto di un’insufficiente potere d’acquisto dei consumatori rispetto ai livelli di produttività raggiunti.

O l’Europa si riforma in profondità o è meglio che vada in pezzi. Ma anche nell’ipotesi di una riforma lo stimolo non verrà certo dalle elite al potere. Essa si riformerà solo se dal basso, dai cittadini di ogni nazione, si manifestino imperiose domande che non troverebbero ascolto nell’attuale struttura istituzionale comunitaria. La priorità politica di ogni paese, e dunque dell’Italia, è che vi siano governi che pongano un freno all’erosione continua del potere d’acquisto dei ceti medio-bassi, che rafforzino i contratti nazionali, che pongano freni ai licenziamenti, che attuino politiche fiscali e monetarie capaci di reperire le risorse per le infrastrutture, per l’istruzione, per la ricerca, per i servizi sociali. L’Europa deve riformarsi per rendere possibili queste politiche economiche da parte dei singoli governi o farsene carico essa stessa. Altrimenti vada al diavolo.

Quale sia lo stato della classe dirigente europea si deduce dal fatto che lo scontro per la leadership (concetto già di per sé equivoco se si applica a nazioni che sulla carta hanno tutte pari dignità) si è attuato in queste ultime settimane nella corsa a chi gettava bombe sulla Libia per primo. Il conflitto ha messo l’Italia in acque perigliose, anche per la sua inclinazione levantina e subalterna. Forse tra qualche mese l’alternativa a Berlusconi si chiamerà Luca Cordero di Montezemolo, e ciò esaurirà tutti gli interrogativi di una sinistra che in materia di economia si dimostra altrettanto acritica come verso la propaganda dell’intervento umanitario.

Gianluca Bifolchi
Fonte: http://subecumene.wordpress.com
Link: http://subecumene.wordpress.com/2011/04/03/in-alto-i-cuori-lo-scontro-sara-tra-berlusconi-e-montezemolo/
4.04.2011


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marcopa
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8303
 

Berlusconi politico e' finito.
Potra' occupare ancora il potere, non potra' piu' governare, non ne avra' piu' la forza, nonostante la mancanza di combattivita' e di efficacia delle opposizioni.
Di tutte le opposizioni, centrodestra, moderate, sinistra, che fanno opposizione nei giorni centrali della settimana e poi un lungo week-end in famiglia, nel quale invece ottimi professionisti, strapagati da Berlusconi, lavorano a recuperare il terreno perso. Ma Berlusconi, se anche vincesse le prossime elezioni, cosa che ora appare impossibile al Senato, in questa situazione difficilissima economicamente, con questa transizione energetica ormai iniziata, con questi cambiamenti , ancora tutti da vedere e da giocare, nel Nord Africa e Medio Oriente, non potrebbe mai andare avanti contro le opposizioni di centrodestra,moderate e sinistra, neanche se queste continuassero ad operare con questa inefficacia.
Ci sono ora alcune importanti elezioni amministrative e i referendum, molte questioni cruciali aperte, scriviamo tutti di meno sul web e facciamo qualcosa nel paese reale. E smettiamola con i piagnistei mentre non facciamo niente, Berlusconi sparge sempre ottimismo senza contraddittorio. Spieghiamo ai tanti che ancora gli credono che ormai e' in un vicolo cieco.
...e domani c'e' una notte bianca contro i suoi comportamenti...inizia il processo per prostituzione minorile....c'e' l' emergenza migranti esplosiva...c'e' la guerra...c'e' il nuovo conto energia per il fotovoltaico che finche' non arriva blocca il lavoro di decine di migliaia di persone....
I politici hanno week-end primaverili-estivi assicurati in buona compagnia e in bellissimi posti, molti altri italiani no.


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licia
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 178
 

ADESSO ci mancano solo i festini sadomaso di Luca Luca .Se quelli di Arcore erano una novità quelli di luca luca sono famosi da decenni tra le borgate malfamate descritte da pasolini 😆 je piaceno quelli zozzi !


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Giancarlo54
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2622
 

x Marcopa.

Cosa possiamo fare, se non scrivere sui forum, non mi dirai che devo votare Bersani o Vendola? 👿


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