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La Grande depressione 2.0 è alle porte


Tao
 Tao
Illustrious Member
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La Grande depressione 2.0 è alle porte. Secondo Bloomberg, negli ultimi tre mesi, complici i cali sui mercati azionari e sulle materie prime, circa 11 trilioni di dollari (11 mila miliardi di dollari) sono stati spazzati via. Ma il peggio deve ancora arrivare. C'è un grafico (il primo a fondo pagina) che in questo momento sta mettendo in apprensione i gestori di grandi fondi. Riporta l'andamento del rapporto tra il valore delle azioni e il Pil. 

Il valore di un'azione dovrebbe rispecchiare il valore oggettivo di un'azienda. Ma i miei fedeli lettori sanno che, poiché i mercati finanziari sono frattali e il valore delle azioni è soggetto a manovre finanziarie, tale valore assumerà troppo spesso valori eccessivi (al rialzo o al ribasso). Il grafico mostra molto bene questi eccessi, verificatisi soprattutto dalla fine degli anni '90 a oggi, quando l'eccesso di liquidità prodotto consapevolmente e colpevolmente dalle banche centrali è finito prevalentemente sui mercati finanziari. E purtroppo mostra anche che gli attuali valori azionari, nonostante i cali recenti, sono ancora superiori del 40% (nel loro rapporto col Pil) alla loro media storica. Premesso che la media storica non è un dogma (potrà variare nel tempo), è indubbio che occorre attendersi una correzione "significativa", cioè mostruosa rispetto alla sostenibilità del sistema bancario. 

Le banche centrali sembrano dal canto loro attrezzate per tutto ciò che è oggi prevedibile. Ma prima o poi un qualche evento imprevisto porta alla grande fuga da questi mercati e provoca il grande crollo e la conseguente rovina di chi non può fuggire. E chi non può fuggire? Chi opera nel reale, chi usa il denaro per operare nell'economia reale.

Un esempio evidente di questi giorni è quello che sta accadendo ad alcuni colossi delle materie prime. C'è un grande crollo che finora non è andato sulle prime pagine dei giornali, ma sta diventando un enorme campanello d'allarme per i gestori dei fondi. Il crollo è quello del broker di commodities Glencore, portatore di un debito da circa 30 miliardi di dollari. Ora le notizie più recenti danno in gravi difficoltà altri due colossi del settore: Noble Group (colosso asiatico, le cui azioni sono scese del 70% nell'ultimo anno) e Trafigura. Quest'ultima azienda era sfuggita finora ai radar del mercato azionario, perché non è quotata in borsa. Ma la stessa azienda emette i bond per recuperare liquidità sui mercati finanziari. E il secondo grafico mostra il valore di questi bond. I profitti sono in costante calo e il debito totale dell'azienda è di 22 miliardi di dollari. Tre aziende, con un debito complessivo che si aggira sui 70 miliardi di dollari e che hanno un business che movimenta circa 500 miliardi di dollari.

E mettiamoci pure l'euro. "L'euro non funziona" ora è ufficiale. I miei affezionati lettori lo sanno da tempo, ma ora è ufficiale. Questo il senso del messaggio di Peter Praet, capo economista della Bce, nel corso di una conferenza in Germania. Da quando è nato prima il serpentone monetario (anni '90) e poi la moneta unica, la produttività europea è costantemente calata rispetto a quella americana. L'ultimo grafico lo mostra in modo evidente.

CONTINUA QUI
http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2015/10/11/FINANZA-La-Grande-depressione-2-0-e-alle-porte/644164/


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mincuo
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Post: 6059
 

Questo è un indicatore come tanti altri. E' popolare, semplice, e pubblicizzato, perciò è conosciuto anche dal pubblico o dai dilettanti.
[E quella poi non è nemeno la versione normalmente usata, che è quella col Wilshire 5000].

I gestori non usano comunque certo queste cose.
E soprattutto le cose non sono così semplici.

Detto questo l'indice è 2STD (Deviazioni Standard) sopra media. (Storica, non mobile, e presa dagli anni '70 il che è arbitrario).
Che è tantissimo.
Ma è sopravvalutato rispetto a cosa? Al GDP. (PIL). Va bene, OK.
Ma non è che se è sopravvalutato rispetto a GDP allora è "sopravvalutato" e deve cadere.
Cioè non è che tutto sia risolto e sia così semplice come crede l'autore.

L'autore dovrebbe farcela almeno a capire che se fosse così semplice i prezzi non sarebbero neanche quelli, cioè non sarebbero nemmeno arrivati fin lì, e nemmeno sarebbero rimasti poi alti, perchè qualcun altro in giro per il mondo, e non dei dilettanti, sarebbe pur stato in grado anche un po' prima di oggi anche lui di vedere un grafico così semplice come quello che ha messo.
E avrebbe venduto se era certamente "alle porte la depressione". E tutti avrebbero venduto e riportato i prezzi più giù. Cosa aspettavano? Perchè non l'hanno fatto? Perchè sono meno "furbi" di un qualunque dilettante senza mezzi, senza strumenti, senza una specializzazione sofisticata, senza informazioni di livello?
No.
Quindi le cose non sono così semplici.
E l'azionario è sopravvalutato rispetto a cosa? Al GDP.
Ma ad esempio non lo è rispetto alle alternative, considerato rendimento delle alternative e volatilità. (Che è una misura del rischio).
Che è un altro punto di vista, nemmeno quello sufficiente, anche se un pochino più completo, tra parentesi.

Può darsi che "la grande depressione sia alle porte" o tutto quello che si vuole, ma non è certo il Buffett Indicator che lo stabilisce.
Se poi fosse così, come ho detto, avrebbero già venduto no?

O Hedge Funds come Bridgewater Associates Man Group, J.P. Morgan Asset Management, Brevan Howard Asset Management, Och-Ziff Capital Management Group, Paulson & Co. BlackRock Advisor ecc... e solo questi nominati fanno 250 miliardi di Dollari e un migliaio di analisti che ci lavorano 24 ore su 24 aspettavano giusto che Giovanni Passali di "sussidiario.net" gli spiegasse un grafico?

Tutti possono fare una previsone di crollo "imminente".
E tutti possono indovinare.
E se lo fanno regolarmente per anni poi indovinano prima o poi.
Anche un orologio rotto segnala l'ora giusta due volte al giorno.
E fin lì....va bene.
Ma quelli che "spiegano" con certezza, specie con basi così modeste....


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omicron
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Registrato: 2 anni fa
Post: 79
 

La verità è che nessuno riesce a prevedere le crisi, neanche i professionisti. Ci sono innumerevoli esempi di errori di previsione. Sto leggendo "The inteligent investor" di Benjamin Graham con gli aggirnamenti di Jason Zweig e ogni 3 pagine fanno degli esempi.

Al momento attuale neanche Robert Shiller sa cosa fare e che succederà. Avrei qualche risparmio da investire e non so che c++o fare. Le obbligazioni non rendono più nulla e le azioni sono rischiose enon si sa che succede.

Come se lo fa un portafoglio titoli in queste condizioni un povero cristo?


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mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

E' parzialmente giusto. Io mi occupo professionalmente di quello.
E' però già sbagliata la comunicazione. La gente crede che si possa prvedere qualcosa, e forse anche il libro che citi, che io non ho letto, sembra far ritenere questo. Per cui poi mostra gli errori.
Ma è fuorviante. Chi fa previsioni assegna delle probabilità.
Che aggiorna in base a quel che vede. E più lontane sono meno attendibii sono. Immagina un cono che parte da te e si allarga in funzione di quanto più distante è il tempo.
Perchè molte sono le variabili suscettibili di poter far mutare una previsione.
Tra parentesi, se si potesse prevedere con certezza qualcosa, il mercato lo prezzerebbe già. Cioè i prezzi lo includerebbero già.
Se crolla l'azionario "certamente" tra 3 mesi chi cacchio si tiene i titoli?
Li vende prima no?

I media ti obbligano a delle cose. Io da anni mando a un panel le previsioni cambi a 3 mesi. Poi la media la pubblicano come consensus.
Ma è ridicolo dire dove sarà EUR-USD, ad esempio, tra 3 mesi.
Ogni professionista sa che è ridicolo e che non si esprime così una previsione, che già è labile per definizione e in più può essere aggiornata anche il giorno dopo, in funzione di qualche nuovo evento.
Ma anche senza eventi una previsione si esprime come probabiità entro una certa fascia o oltre quella fascia.
Però i media vogliono un numero esatto.
E gli dai il numero esatto. Che non ha senso, ma funziona così.


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Giovina
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Registrato: 2 anni fa
Post: 2001
 

E più lontane sono meno attendibii sono. Immagina un cono che parte da te e si allarga in funzione di quanto più distante è il tempo.
Perchè molte sono le variabili suscettibili di poter far mutare una previsione.

Un po' come le previsioni del tempo Mincuo


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mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

Sì in un certo senso sì. Una previsione cambi a domani ha un discreto valore, in assenza di particolari eventi, a una settimana già così così....e ampli il cono, a un mese il cono è molto più largo ecc...


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oriundo2006
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Registrato: 2 anni fa
Post: 3172
 

Peraltro ci sono previsioni che ... si autoavverano. Qualche tempo fa Rockfeller & Alt. - quelli della premiata Ditta - uscirono dal mercato del petrolio: la stampa ne dette notizia senza peraltro ulteriori commenti. Nel far di qualche mese il prezzo del petrolio si dimezzò. Dunque: gli investimenti dipendono dalle informazioni che si posseggono: più chiare sono meglio è. Poi, ex post, si può verificare se esistano delle coerenze con gli agregati economici, con le leggi note ecc. ecc. Generalmente quando non serve più ed i giochi sono già fatti.


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omicron
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Registrato: 2 anni fa
Post: 79
 

@mincuo:

Il libro che ho citato (Intelligent investor) dice esattamente le stesse cose che hai detto tu, riguardo l'attendibilità delle previsioni: più vai lontano nel tempo, più sono imprecise.

E' un libro che spiega le basi del Value Investing, la cosiddetta analisi fondamentale.

Consiglia anche di fare un portafogli titoli bilanciato, con un massimo del 75% di azioni o obbligazioni cambiando la struttura a seconda delle condizioni e della disponibilità a rischiare. Per rischiare meno prendi più obbligazioni naturalmente.

Il punto è che al momento attuale mi pare che le obbligazioni non rendano nulla e che quindi non si possa adottare questa strategia. In pratica ti devi accontentare di rendimenti bassi.


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