La guerra al Natale
 
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La guerra al Natale


PietroGE
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Crociate anti-Natale? L’Italia ne è già invasa. In pochi giorni le scuole che hanno posto il veto sui festeggiamenti per la nascita di Cristo, si sono moltiplicate e gli improvvisi scrupoli di insegnanti e dirigenti verso le sensibilità dei musulmani, da rispettare a suon di censure, spuntano qua e là, come funghi, in tutto il Paese. Insieme ai divieti ad abbondare sono anche i pretesti, fasulli, per giustificare la scelta rinunciataria. Ce n’è per tutti i gusti: dalle difficoltà organizzative, fino al rispetto ligio di remote sentenze del Tribunale amministrativo. In questo viaggio nelle crociate culturali al contrario partiamo dalla Sardegna.

A Sassari una scuola elementare ha vietato la visita del vescovo agli alunni, tradizione natalizia nelle scuole della città. A sentenziare che la presenza di un rappresentante della fede cattolica era sgradita, questa volta non è stato un dirigente scolastico,ma l’intero consiglio dei docenti. Per gli insegnanti la primaria San Donato, che conta 250 alunni - di cui la metà non cattolici - non ha bisogno di benedizioni . A tentare di mediare è stata la preside che ha proposto che l’incontro si svolgesse fuori dalla scuola,magari nella vicina chiesa e che fosse dedicato solo ai bimbi cattolici o a quelli non dichiaratamente appartenenti ad altre religioni.

Ma niente da fare: ai docenti il vescovo non garba nemmeno come ospite a casa propria. E l’incontro non ci sarà. Spostandoci a Pesaro troviamo che stavolta ad andarci di mezzo sono i Santi e pure lo stesso Gesù. Una scuola elementare di un paesino della provincia, San Lorenzo in Campo per la precisione,voleva organizzare i canti natalizi, unendo le voci dei bambini a quelle del coro storico del Paese. Il coro ha proposto il suo repertorio, in cui figuravano però canzoni contenenti strofe con riferimenti espliciti al Redentore e ai Santi. «Ah no! Non possiamo certo far cantare ai bimbi musulmani canzoni che parlano di Cristo come salvatore del mondo», avrebbero tuonato dalla scuola.Ma poiché il coro non era disposto a tagliare il repertorio, il progetto è saltato.

Il concertino nella scuola si terrà, ma il Natale sarà soltanto sulle note di Jingle Bells e BiancoNatale, due testi a quanto pare, ritenuti innocui dalla ‘censura’. Salendo a Nord Est andiano, a Romano d’Ezzelino, in provincia di Vicenza dove una scuola media per Natale proporrà come piatto forte un bel concerto multietnico, con più della metà dei brani cantati in arabo o nelle lingue africane.

L’idea, alla preside, era già venuta lo scorso anno e il concerto si era tenuto tra i malumori di genitori ed insegnanti che non ci trovavano troppo senso. Davanti alle proteste, la dirigente, si era appellata alla parola magica «scelte pedagogiche » una frase che vuol dire tutto o nulla ma che ha il potere di fare desistere i contestatori perché ispirata ai principi di autonomia degli istituti scolastici. Tant’è che davanti a questo mantra nemmeno il sindaco del paesino (che è di Forza Italia) ha potuto nulla, se non invitare la dirigente a cambiare idea. Passiamo ora a Padova, precisamente alla materna comunale “Il Mago di Oz”, nel quartiere Arcella, uno dei più multietnici della città.

A quanto pare,anche qui, le recite di Natale sarebbero in via d’abolizione: a riferirlo sono i genitori, magari cattolici o semplicemente amanti della tradizione, che hanno notato modifiche nei preparativi per le attività natalizie. Niente vestitini da cucire, niente filastrocche da imparare a memoria. Qualcosa non va. E, i più preoccupati riferiscono che nella stessa scuola ben presto dal muro potrebbero essere staccati pure i crocifissi. E,ancora a Paderno, in provincia di Treviso, alle scuole elementari di Merlengo:qui la preside giusto per non destare sospetti, ha vietato tutto: non soltanto le recite per le festività, ma anche i compleanni e le foto di classe.«Motivi di sicurezza » ha sostenuto.

A Pietrasanta, in provincia di Lucca, a fiancheggiare chi le tradizioni cristiane non le vuole più, invece, ci pensano le cooperative: in particolare una che gestisce per conto del Comune alcuni asili nido e che, in questi giorni, aveva deciso di non allestire più il presepe per non urtare la sensibilità di genitori e bambini non cattolici.

A farlo sapere è stato lo stesso primo cittadino che durante una seduta del consiglio comunale ha tuonato in aula raccontando il caso e invitando caldamente tutti gli istituti a non seguire quest’idea. E poi, ancora casi simili a Busto Arsizio, in provincia di Varese, nel Piacentino, in una scuola di Monticelli d’Ongina, e a Leini, nel Torinese.

Ma in questo tour di censure anti-Natale la palma per il pretesto migliore la vince sicuramente la preside della scuola di Corbetta, nel Milanese. Anche qui sono stati cancellati appuntamenti con il parroco del paese e recite natalizie. Ma non per censurare qualcosa di cattolico, avrebbe precisato la preside ma semplicemente per rispettare le norme antincendio e in ottemperanza ligia di una sentenza del Tar dell’Emilia Romagna del 1993 (sentenza 250/1993) che dichiarava illecite le celebrazioni religiose nelle scuole in orario didattico.

Alessia Pedrielli per “Libero Quotidiano”

http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/politicamente-corretto-ha-scatenato-crociate-anti-natale-tutta-114068.htm


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PietroGE
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Un Paese che abolisce e disprezza le sue radici, disprezza anche la sua storia e un Paese senza radici né storia non va da nessuna parte.


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Stodler
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Ma quale abrogazione del Natale, qui si parla di una scuola pubblica e laica.

Possibile che i credenti non possano festeggiare nei loro circoli religiosi le proprie feste?

Oppure cercano di farlo nei luoghi pubblici come la scuola perchè in posti come le chiese ci vanno in pochi ormai?


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lanzo
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Concordo con Stoedler, ho fatto le elementari in una scuola di gesuiti, le medie in una pubblica, il liceo in una parastatale - mai visto o subito manifestazioni, canti e cori natalizi. presepi. Forse perche' ero a Roma ? Al liceo c'erano anche diversi compagni ebrei con i quali si filava d'amore e d'accordo, forse e' un problema della provincia "profonda" del nord ?


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Hadrian
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Le illustri presidi che presidiano a nostro nome il politicamente corretto stanno scavandosi la fossa e preparando l' estremismo violento e letale dei cattolici integralisti che presto sorgeranno in risposta alla demenza progressista e che sarà non dissimimile da quelli jiadisti.


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MarioG
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Concordo con Stoedler, ho fatto le elementari in una scuola di gesuiti, le medie in una pubblica, il liceo in una parastatale - mai visto o subito manifestazioni, canti e cori natalizi. presepi. Forse perche' ero a Roma ? Al liceo c'erano anche diversi compagni ebrei con i quali si filava d'amore e d'accordo, forse e' un problema della provincia "profonda" del nord ?

In compenso avra' il concerto multietnico coi brani in arabo e altre lingue. E pazienza se non ci capira' una mazza! Non e' mica a casa sua.


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MarioG
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Le illustri presidi che presidiano a nostro nome il politicamente corretto stanno scavandosi la fossa e preparando l' estremismo violento e letale dei cattolici integralisti che presto sorgeranno in risposta alla demenza progressista e che sarà non dissimimile da quelli jiadisti.

L'estremismo letale dei cattolici integralisti?
😆 😆 😆 😆


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PietroGE
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Quì on si vede l'integrazione degli stranieri in Italia si vede l'inizio della disintegrazione della identità italiana.
Credete veramente che si potrà continuare a studiare Dante nelle scuole, quel Dante ce mette Maometto all'Inferno? Finirà come le cotolette di maiale nelle mense.

Stanno trasformando questo Paese in un Hotel dove ognuno arriva pretende di avere gli stessi diritti degli autoctoni e non è disposto a cedere un millimetro sulle sue usanze. Altro che integrazione.
Provate a chiedere ai musulmani se loro sarebbero disposti a rinunciare al ramadan e sentite le risposta.

La laicità è una illusione, non esiste da nessuna parte, meno che mai nella laicissima Francia. Anche lì, se sentite bene i politici, specie il FN che pur appoggia la laicità, chiedono di avere un riguardo particolare per le tradizioni cristiane del Paese. La laicità poi è contestata con più veemenza dai musulmani perchè il "kafir" (infedele) è oggetto di maggior disprezzo se è un senza Dio.

Ma la cosa più ridicola e vergognosa è la facilità con cui i principi identitari di un popolo vengono considerati come a disposizione di un progetto di società che sta mostrando già il suo fallimento.


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yakoviev
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Io ho fatto le elementari a Firenze, dal 60 al 65, durante i "bei tempi andati" quando non c'era il "politically correct", il multietnicismo etc. Mai fatto un Presepe a scuola, niente canti, cori e simili né mamme rompicoglioni, niente recite etc. Mi pare che qualcuno (i custodi?) mettesse qualche decorazione e stop, in attesa delle vacanze. Queste le mie "tradizioni" a scuola.


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Anonymous
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Cosa centrano le tradizioni con la scuola, al massimo si può insegnare usi e costumi.

Tolta la "Storia delle religioni" che potrebbe essere un argomento di insegnamento, per il resto tutte le religioni con i loro usi e costumi devono essere affare privato e basta! Fuori dalle scuole!


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Rasna
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Il discorso sulla laicità della scuola potrebbe anche avere un senso.
Ciononostante, dato che in Italia vigono ancora certe tradizioni, mi sembra assurdo che una percentuale più o meno ricca di invaso... scusate, immigrati, influenzi i benpensanti in questo modo. La croce c'è a scuola come in ospedale e vaffanculo a quelli che a casa loro non possono neanche pensare di non pregare le canoniche 5 volte al giorno perché altrimenti arriva la polizia morale ad arrestarli.
A questo punto togliamo la croce, togliamo anche l'immagine del fantoccio capo dello stato perché io non mi sento rappresentato ma offeso si.
Poi eliminiamo l'insegnamento della storia, che deve per forza parlare di religione.
Continuiamo togliendo i classici greci (in fin dei conti la loro mitologia era una religione), togliamo tutti i poeti del trecento, Dante specialmente.
Eliminiamo il '500, l'arte del rinascimento e la musica (quanti requiem o Ave Marie ci sono nella musica classica).
Togliamo la geografia perché potrebbe insegnare certi flussi sociali, limitiamo la grammatica alle regole base e poi vai con inglese, informatica e materie tecniche, in modo da creare degli idioti che sanno lavorare (e i migliori espatriare) ma mai e poi mai pensare.

Detto questo non mi rimane che augurare all'insieme dei nostri politici, nessuno escluso, un motumbo che lavori come un pistone nei loro culi flaccidi.


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