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La memoria non è un gioco: 23 maggio 1992


andresilver
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Mi è sembrato sempre troppo facile, nonché stucchevole, ricordare personaggi importanti della nostra storia esclusivamente nel giorno della loro scomparsa. Troppo banale: sveglia, caffè, radio e televisione che ti annunciano il triste anniversario e scatta il ricordo immediato corredato da migliaia di link su social network quasi per "fare il compitino".
Ritengo sia quasi irritante ed irrispettoso assistere a questo teatrino di migliaia di persone che rammentano le gesta di questi personaggi, senza avere piena conoscenza di chi sono stati veramente, cosa hanno fatto della loro vita e per cosa hanno combattuto. Preciso: reputo più che corretto e onorabile commemorare questi veri eroi non solo il giorno in cui sono scomparsi ma tutti i giorni; oggi giorno richiamare alla memoria chiunque è diventato veramente troppo elementare e di poca importanza: un "condividi" su facebook e il gioco è fatto. E mentre si pensa di essere a conoscenza di tutto, non si è a conoscenza di nulla.
E' un caso eclatante quello del giudice Giovanni Falcone, su cui puntualmente, ogni 23 maggio si sprecano trasmissioni televisive oltre a migliaia di parole. "Non si combatterà mai la mafia fino a quando non si adotterà un'azione congiunta e continua" diceva proprio lo sventurato giudice...

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http://vivereaorecchio.blogspot.com/2011/09/la-memoria-non-e-un-gioco-23-maggio.html


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diotima
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Ricordo un'ospitata della giornalista francese Padovani alla trasmissione di serena dandini.
Dopo l'iniziale entusiasmo delle presentazioni, quella mediocre della dandini è rimasta sbigottita quando la giornalista (che intervistò proprio Falcone e, anni addietro anche Sciascia se non ricordo male) disse sostanzialmente che la rassegnazione italica, la mancanza di indignazione sono dovute all'assenza di memoria. Cioè gli italiani pensano come se avessero davanti sempre la tv. Quello che succede oggi, domani sarà dimenticato perchè succederà qualcos'altro che catalizzerà l'attenzione e così via.

Non credo abbia tutti i torti. Direi anche che la nostra memoria è selettiva. Preferiamo ricordare determinate cose più spesso piuttosto che altre solo perchè ci intontiscono con la propaganda che seleziona per noi i ricordi di cui dobbiamo costantemente indignarci.

Solo che è troppo frammentata questa memoria cosicchè non è possibile organizzare, legare fra loro questi frammenti e trarne una lezione per se stessi e per il futuro.

Di Falcone e Borsellino ecc.. dimenticano, coloro che li venerano come eroi solo un giorno l'anno, che quando erano nel pieno della loro lotta furono disprezzati da tutti. I giornali furono spietati con loro, rei di parlare e fissarsi nella lotta a questa fantomatica mafia.

Il compitino della celebrazione dell'eroe un giorno l'anno risponde ad un impegno superficiale della propria coscienza.
Senza una memoria strutturata, non si può andare oltre questa retorica.


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andresilver
Eminent Member
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Condivido in toto quanto detto. Orwell ti farebbe un applauso


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