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La minaccia dell'Economist Berlusconi non avrà tregua


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Si realizza la minaccia dell'Economist Berlusconi non avrà tregua deve andarsene subito

Roma 20 maggio (La Velina Azzurra) – Non appena ottenuta la fiducia dal Parlamento, il nuovo governo di centro-destra di Silvio Berlusconi è entrato in un ciclone violento, una tempesta sull’Italia, una Babele di grida, attacchi e provocazioni provenienti dall’interno e dall’estero, in cui non è facile ricavare una minima linea logica. I guastatori sono in piena in azione in attesa del consiglio dei ministri straordinario di domani a Napoli. Bersaglio preferito un “decreto sicurezza” di cui in realtà si sa poco e niente, che vorrebbe solo ripristinare nella giungla italiana minime condizioni di legalità e di giustizia. Ma, evidentemente, questo non deve essere fatto. L’Italia deve restare così com’è. Tra le provocazioni va inclusa ovviamente l’improvvisa e misteriosa furia dei napoletani per l’emergenza rifiuti, scoppiata con incendi e barricate proprio alla vigilia dell’arrivo del Cavaliere in città. Chi conosce certi linguaggi sa che una coincidenza del genere non è altro che una minaccia mafiosa. Significa che se Berlusconi tenterà davvero di risolvere la questione napoletana, sarà peggio per lui.

Questo clima marcio e velenoso, sadicamente alimentato dai mass media italiani e internazionali, rischia di paralizzare e sommergere un governo che non ha fatto ancora nulla né di bene né di male: un governo che parte comunque in condizione strutturale di debolezza per la natura stessa dei governi di Berlusconi, ma anche come qualsiasi organo esecutivo o politico di destra o sinistra che tenti di fare qualcosa per modificare lo statu quo e strappare questo disgraziato Paese al suo declino. Abbiamo più volte denunciato forze e interessi internazionali che, per lucida pianificazione o per antiche gelosie e miserabili calcoli di convenienza oppure semplicemente per conformismo, ostacolano fin dal 1993-94 ogni autonomo tentativo di ripresa, premendo in molti modi visibili affinché questo Paese si arrenda alle regole neocoloniali dettate dalle ben note oligarchie finanziarie oppure che sprofondi in condizioni sempre peggiori, cedendo agli avvoltoi i propri mercati e le proprie posizioni internazionali. Non a caso l’aggressione appena scattata contro il governo Berlusconi è identica a quelle già avvenute con l’insediamento dei suoi primi due governi, nel 1994 e nel 2001, in attuazione delle minacce preventive lanciate ogni volta dall’Economist.

Anche questa volta, il settimanale britannico aveva proclamato sia prima delle elezioni italiane (un editoriale nel gennaio 2008) sia dopo la vittoria elettorale (aprile 2008) che Berlusconi è inadatto (unfit) a governare. Il 16 aprile The Guardian scriveva che "gli italiani si pentiranno della scelta che hanno fatto". L’Italia è tornata ad essere ciò che più volte è stata nella sua storia: la pancia molle dell’Europa. Ed oggi è soprattutto l’anello debole tra i Paesi europei più strategici. Mantenere la Penisola in una condizione di instabilità permanente significa anche intimidire gli altri; creare un largo vuoto nell’Europa del Sud; impedire una nuova politica comune energetica, mediterranea e balcanica insieme con Francia, Germania e Spagna. Una politica europea libera e autonoma rispetto agli interessi anglo-americani.

E quindi le forze che controllano i mass media e vari centri tattici sono passate subito ai fatti, svelando un piano chiarissimo: Berlusconi non avrà alcuna chance di governare tranquillamente, con il rischio che riesca a risolvere qualche problema italiano, uscendone fuori come un mito. Un rischio che certi poteri forti non possono permettersi. Un erede di Peron in Europa sconvolgerebbe tutti i piani. No, gli salteranno addosso subito, è già chiaro.

Fonte: La Velina Azzurra
20.05.08


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Marcusdardi
Active Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 5
 

Mi sembra un ottima analisi con tanti spunti di riflessione.

Certo un Italia forte, autonoma e sicura fa paura alle
oligarchie.

Ma non possiamo restare in eterno terra di conquista,

Personalmente auguro al nostro Presidente un grande
successo nel risolvere i nostri mali e se anche occorresse
un po' il pugno di ferro per i prossimi 10 anni, pazienza,
tanto siamo ancora in fase di Risorgimento, quando penso
al vertice finanziario anglo-americano che ha gettato il
mondo intero in disgrazia.

ciao
Marcusdardi


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loco
 loco
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 39
 

Articolo lucido e riassuntivo.
L'Economist, come maggiore organo internazionale di stampa delle centrali mondialiste, ha sempre screditato Berlusconi, offendendo lui e gli italiani, cadendo spesso, in truci provocazioni. Ma le posizioni dll'Economist, come quelle del Time, rispondono a delle precise logiche del potere, che vogliono l'Italia, assevita ai potentati finanziari anglo-americani. Per converso, il governo Prodi e' stato sempre accreditato, come innovatore e promotore di riforme economiche "Intelligenti". Quella stessa intelligenza che lo ha visto svendere interi comparti dell'alta industria italiana e piazzare nelle alte sfere ammnistrative e tecniche dello stato, personalita' legate agli organi bacario-credititizi piu' aggressivi e potenti del pianeta.
Berlusconi, per questo rappresenta, paradossalmente, "il meno peggio" che si possa avere.. Non per lui in se, ma per il semplice fatto che e' sempre risultato ostile, come lo e' Putin, Chavez ecc.. Alle Oligarchie mondialiste piu' pericolose. l'Italia ristagna in una pantano dal quale sembra, da una 15ina di anni a questa parte, non riuscire piu' ad uscire. La presa di coscienza e posizione, del Ministro Tremonti, rappresentano, in ogni caso una segno di apertura e di ripensamento non solo economico, ma ideologico della politica internazionle ed italiana. Questo, rispetto a quello che i vari politici c'hanno abituato, rappresenta un signifiicativo passo in avanti, almeno nelle premesse.
Spero che il Governo Berlusconi, trovi la forza e la lungimiranza di guardare a nuovi assetti futuri anche nella geopolitica mondiale e a spostare l'asse delle alleanze sempre piu' ad est, ponendo fine all'asservimento italiano ai poteri finanziari sudddetti.


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