La vera spartizione...
 
Notifiche
Cancella tutti

La vera spartizione di Yalta.


Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

Chi l'abbia iniziata la Seconda Guerra Mondiale conta relativamente poco, non aiuta ha comprendere il presente.

Vediamo la sostanza.
Vista dal lato della forma, la storia della seconda metà del Novecento si presenta così: il tentativo del nazismo di dominare il mondo è stato stroncato nella seconda guerra mondiale dalla forza delle democrazie coalizzate. Successivamente il mondo è stato spaccato in due e tenuto sull'orlo dell'apocalisse nucleare dalla guerra fredda tra "capitalismo" e "socialismo". Alla fine quest'ultimo ha ceduto e, crollando, ha travolto l'assetto di Yalta ed il muro di Berlino che lo simboleggiava. Questa ricostruzione, pert quanto sia comunemente accettata, ha il difetto di non riuscire a spiegare perché la fine della "guerra fredda" abbia condotto, invece che alla pacificazione generale, al multipolarismo. Dal lato delle forme, non è affatto chiaro per esempio contro chi sia rivolto l'arsenale nucleare francese.
In questa fase di rapido cambiamento, le "forme" le ideologie della politica internazionale stentano a consolidarsi. la scuola marxista ha elaborato, una propria interpretazione della seconda metà del Novecento in grado di rendere conto delle apparenti incongruenze della fase multipolare.
Se si parte dal "contenuto immutabile" della lotta, infatti, la seconda guerra mondiale si presenta come indirizzata essenzialmente ad impedire il sorgere di due potenze egemoni in Europa e in Asia. A deciderne l'esito sono gli Stati Uniti, l'unica potenza con interessi vitali su entrambi i fronti, e ll'unica potenza sufficientemente forte per vincere su entrambi. Dato l'oggetto del contendere - il contenuto della lotta - gli USA non si accontentano semplicemente della vittoria ma, attraverso la linea della resa senza condizioni, cercano ed in larga misura ottengono l'annientamento della Germania e del Giappone.

A Yalta, assegnando all'URSS la sfera d'influenza tedesca nell'Europa centro-orientale, gli Stati Uniti mirano a consolidare e a prolungare nel tempo il risultato conquistato con le distruzioni della guerra.
La "guerra fredda", con conseguente divisione della Germania tra i due poli rivali, nel suo contenuto appare come un'alleanza di fatto tra russi e americani per impedire ai tedeschi di unificare l'Europa, rendendola così una temibile concorrente. I carri armati russi in Germania orientale sono, per gli Stati Uniti, la migliore garanzia che la Germania occidentale resti un fedele e sottomesso alleato. Questa significa che non esistono due "campi" contrapposti, ma un fenomeno unitario caratterizzato, in generale , dalla sprtizione del mondo e, in particolare, da un equilibrio che avvantaggia alcune potenze a danno di altre.
la stessa impostazione che consentiva di cogliere dietro le forme della "guerra fredda" una alleanza di fatto tra USA e URSS consentiva altresì di pronosticare, con un anticipo di decenni, l'inevitabile crollo dell'assetto di Yalta.
Se il contenuto della lotta è sempre la spartizione del mondo proporzionalmente al capitale, Yalta non poteva sopravvivere al riemergere della potenza economica tedesca e giapponese. Alla fine della seconda guerra mondiale gli Stati Uniti pesavano da soli per metà della produzione mondiale, mentre la disfatta aveva ridotto Giappone e Germania vicine allo zero.
L'assetto di Yalta da un lato riflette questo rapporto di forze e dall'altro esprime il tentativo americano di congelarlo associando ad esso di fatto l'Unione Sovietica. Già negli anni '60 le basi economiche dell'equilibrio sono ormai irreversibilmente superate: il bipolarismo russo-americano è appunto il tentativo, in prospettiva vano, di frenare un ritorno al multipolarismo politico reso inevitabile dalla marcia dell'economia tedesca e giapponese.
Alla fine degli anni Sessanta il peso degli Stati Uniti sulla produzione mondiale si è ridotto a poco più di un quarto. I maggiori beneficiari dell'indebolimento relativo americano sono i giapponesi e i tedeschi, risaliti entrambi fino intorno al 7%.

Questa tendenza economica prosegue nel decennio successivo fino a mettere in crisi l'assetto politico che doveva tentare di imbrigliarla. Nel Dicembre del 1978 si possono cogliere i primi sintomi di una nuova fase della politica mondiale, due fatti di importanza storica per i rapporti internazionali: la firma del trattato tra Cina e Giappone e la fondazione del Sistema Monetario Europeo.
Al di là dello specifico significato contingente - si tratta rispettivamente del trattato di pace sino-giapponese sancito a 33 anni dalla fine della guerra e dell'avvio di quel coordinamento tra le monete europee che poi si chiude con la moneta unica - questi sono i primi due rilevanti atti di politica estera della Germania e del Giappone dopo la sconfitta, compiuti indipendentemente e persino in contrasto con le potenze vincitrici.
In ciò si può intravedere una svolta, a cui effettivamente nel giro di qualche mese risponde la Russia: contenuta ad Ovest dalla rinascita tedesca, ostacolata ad Est dall'ascesa del Giappone, l'Unione Sovietica tenta l'espansione verso Sud invadendo, nel dicembre 1979, l'Afghanistan.
Alla luce dei criteri d'analisi quando avviene appare molto chiaro: la vecchia spartizione è ormai troppo sproporzionata rispetto al capitale. La sortita russa verso l'Oceano Indiano viene vista come l'inizio di una nuova contesa.

Le forme, effettivamente imprevedibili, assunte dalla contesa degli anni '80, vedono gli Stati Uniti impegnati nella ricerca di una superiorità militare relativa che consenta loro, dopo aver irrimediabilmente perso la superiorità assoluta, di ricontrattare il nuovo assetto internazionale da posizioni di forza.
In pratica gli Stati Uniti, reagendo tanto all'espansione russa in Asia Centrale quanto, e forse più, al riemergere tedesco e giapponese che l'ha determinata, intraprendono una corsa riarmistica che ha, sul decennio, esiti sconvolgenti. Ci si potrebbe persino spingere a supporre che il vero scopo perseguito dai progetti americani di "guerre stellari" - ufficialmente SDI, "Iniziativa di difesa strategica", cioè ombrello in grado di proteggere gli USA dai missili strategici russi - fosse una "nuova Yalta", cioè un nuovo accordo con l'URSS per contenere tedeschi e giapponesi. Il risultato, probabilmente non voluto, fu invece il crollo della potenza sovietica, stroncata dal tentativo di tenere il passo del riarmo americano, e la rapidissima riunificazione della Germania.
Nel novembre 1989 "crolla il muro" di Berlino - vengono cioè riaperte le frontiere tra le due Germanie - e, in una sorta di effetto domino, nel giro di pochi mesi crollano tutti i regimi filorussi dei Paesi dell'Est europeo. Nel settembre 1990 la Germania è già riunificata, alla fine del 1991 viene sancita la dissoluzione della stessa Unione sovietica.
Un risultato imprevisto, ma perfettamente spiegabile e comprensibile...


Citazione
pderenz44
Trusted Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 63
 

implosione russa spiegabile come?
il capitalismo di stato russo come fattore maggioratorio del prodotto nazionale non poteva competere col mix di capitalismo privato -statale delle democrazie la cui percentuale di proprietà statale viaggiava e viaggia sul 20-30%.l'assenza di un Deng xiao ping russo e la quinta colonna Usa Gorbaciov Eltsin sono stati la mazzata finale


RispondiCitazione
Condividi: