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Le guerre degli USA: droni e democrazia


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
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Un generale americano una volta disse a Peter Singer che i ribelli temono più di ogni altra cosa l’ineguagliabile tecnologia degli Stati Uniti. Poi, parlando col direttore di un giornale libanese, mentre un drone volteggiava sulla loro testa, Singer ascoltò una storia diversa: gli americani e gli israeliani – affermava il direttore – sono vigliacchi a inviare macchine a combattere al loro posto. Gran parte del discorso etico attorno agli attacchi degli aerei americani senza pilota in Afghanistan e in Pakistan è incentrato sulle vittime civili che vengono prodotte involontariamente da tali attacchi. Questo è certamente un argomento degno di essere discusso. Ma Singer pose un altro genere di domande: come modificano i droni le nazioni che ne fanno uso?

Singer, autore di “Wired for War” e senior fellow presso la Brookings Institution, un think tank americano, ha parlato la scorsa settimana all’IdeaFestival di Louisville. Ha messo in chiaro, in primo luogo, che i droni che non sono solo un fenomeno americano. Più di 40 paesi, ha affermato, stanno costruendo robot combattenti. Nessun paese può conservare a lungo il vantaggio della prima mossa. Per l’America, però, le conseguenze non sono solo strategiche, ma costituzionali. Un presidente che manda il figlio o la figlia di qualcuno in battaglia deve giustificare pubblicamente questa scelta, così come il Congresso è responsabile degli stanziamenti e di una eventuale dichiarazione di guerra. Ma se nessuno ha figli in pericolo, è ancora una guerra?

In Pakistan non lo è. Il Wall Street Journal ha riferito giorni fa che l’America ha drasticamente aumentato il numero degli attacchi compiuti da droni in Pakistan quest’anno. Anche se alcuni dei droni sono stati presi in prestito dai militari, è la CIA che dirige le missioni. I droni rendono più facile per l’America mantenere la finzione che essa non stia combattendo una guerra in Pakistan, ma soltanto impiegando la tecnologia in azioni segrete. Secondo Singer, sono i consigli civili della CIA – e non la sezione giuridica dell’esercito – a prendere le decisioni legali riguardo agli attacchi. Gli ufficiali non devono scrivere lettere a casa alle loro madri; i politici non devono giustificare le perdite di vite umane agli elettori.

Singer ha raccontato anche un’altra storia, quella di un ufficiale americano in Iraq così commosso dal sacrificio di un robot per la rimozione delle bombe inesplose, da scrivere una lettera di condoglianze al suo produttore. Il robot aveva salvato la vita di molti soldati agli ordini dell’ufficiale. E’ difficile giustificare la morte di qualcuno, sottolineando che lo esige la democrazia. Ma la morte avviene anche in un attacco aereo; Singer sostiene che fino a quando nessuno di quei morti è americano, la democrazia americana non ha bisogno di prendere in considerazione le conseguenze delle sue scelte.

Versione originale:

Fonte: www.economist.com
Link: http://www.economist.com/blogs/babbage/2010/10/robots_war
1.10.2010

Versione italiana:

Fonte: www.medarabnews.com
Link: http://www.medarabnews.com/2010/10/04/le-guerre-degli-usa-droni-e-democrazia/
4.10.2010


Citazione
A_M_Z
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 257
 

Beh, non è che i piloti umani non sgancino bombe sui civili.
La strategia è la stessa: colpire a caso la popolazione.


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