Notifiche
Cancella tutti

Libia: dal "tutti contro "tutti" al "tut


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

PROGRESSI IN LIBIA NEL PROCESSO UNITARIO: DAL “TUTTI CONTRO TUTTI”, AL “TUTTI CONTRO GLI U.S.A”

Non sono stati i nostalgici di Gheddafi, ma i figli prediletti del S.A.S inglese, armati, nutriti e addestrati dalla Delta force americana .

Hanno imparato a sparare, e adesso vogliono il petrolio. e lo vogliono Tutto.

Forse adesso gli occidentali si renderanno conto che gli attacchi contro Gheddafi e i suoi scherani non erano condotti da eroici combattenti per la libertà e la Democrazia.

Anche in Somalia il Presidente ( cittadino americano impiegato provinciale nel New Jersey) l’ha scampata per un pelo.

Forse è meglio limitarsi a esportare la Coca Cola nel Myanmar ( Reuter di ieri) che la Democrazia all’americana nei paesi arabi e Nord Africani. Lo shock sarà forte per qualche giorno, salterà qualche testa ( sarebbe meglio dire testone), ma credo che la lezione non sarà sufficiente ad ottenere un cambio di politica estera della Clinton.

Leggete con attenzione questo post pubblicato tre/quattro mesi fa per mostrare che la Libia era in preda ai predoni soliti e che chi stava cercando di ristabilire l’ordine, non sarebbe stato in grado di farlo e di capire come vanno le cose in questa parte di mondo.

L’ennesima società di sicurezza europea ( vedi il post) si è mangiata 10 milioni di dollari , – chissà quanti altri soldi sono andati alle società USA - ma la sicurezza è una chimera come dimostrato dalla tragica fine dell’ambasciatore americano in Libia.

Interessante sapere come intende il governo italiano reagirà, a parte le condoglianze e un mazzetto di fiori al neo inaugurato monumento al Maresciallo Graziani.

Sapete l’ultima barzelletta che circola in quel di Tripoli?

Che differenza c’è tra Gheddafi e la confusione ? Risposta: Gheddafi era colonnello, mentre la confusione è generale.

Sei mesi dopo la morte di Gheddafi, la Libia si trova sotto l’influenza di tre forze politico-militari in forte attrito tra loro:
il CNT, il governo provvisorio e le milizie. La sostanziale debolezza del CNT si riscontra anche dall’assenza di controlli e dallo stato di anarchia nelle aree di confine.

Per porvi rimedio, i libici sono venuti ad annunziare l’arrivo di rifugiati nuovi. Facile profezia. Con l’arrivo della bella stagione possono mettersi in mare anche vecchie carrette e con il flusso dei profugji dal Mali, dal Niger e dal Marocco – dove il fronte Polisario cerca di ingraziarsi la nuova amministrazione francese, possiamo prevedere un raddoppio dei flussi rispetto allo scorso anno, in cui i profughi venivano “solo” dalla Libia.

L’afflusso di migranti africani, soprattutto ciadiani e sudanesi, evidenzia la grave permeabilità delle frontiere libiche. Il punto di frontiera rappresentato dall’oasi di Kufra rimane un crocevia del fenomeno proveniente dall’Africa Orientale.

Intanto la guerra tra fazioni non accenna a diminuire . Forze corazzate hanno quindi preso posizione fra Tarhuna e Bani Walid, per contrastare alcuni gruppi di lealisti ancora attivissimi, impedire la diffusione delle armi e contrastare l’immigrazione clandestina. non accennano a ridursi, intanto, le tensioni politiche.

Quattro persone sono rimaste ferite a seguito dell’esplosione di una bomba nel Tribunale di Bengasi. Migliaia di cittadini hanno manifestato a Tripoli, affinché sia conferito all’Esercito Nazionale il ruolo che gli spetta, sottraendo alle milizie la gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico. Nel fronteggiare la situazione di precaria sicurezza, i nuovi dirigenti politici si mostrano tutt’altro che uniti.

Il Presidente del Consiglio Nazionale di Transizione è tornato a smentire le notizie delle dimissioni del Premier al-Kib, anche se da più parti si segnalano profonde divergenze fra il CNT e il governo al-Kib. Le autorità libiche hanno, inoltre, ricusato ufficialmente la Corte Penale Internazionale come autorità competente a giudicare Sayf al-Islam per crimini contro l’umanità. Sempre sul fronte interno, si segnala che il CNT ha accolto le dimissioni di Abdelhakim Belhadj da Presidente del Consiglio Militare di Tripoli.

Gli succederà il suo vice, Uthman Salih . Belhadj intenderebbe dedicarsi alla vita politica e candidarsi alle prossime presidenziali. Un portavoce del Ministero dell’Interno ha affermato che due guardie in servizio nella sede del governo libico situato nel cuore di Tripoli sono rimaste uccise nel corso di un attacco lanciato da alcuni ex rivoluzionari che chiedevano ricompense economiche per il loro operato durante la ribellione. Gli assalitori hanno impiegato armi leggere e di medio calibro, compresi cannoni anti-aerei.

Il governo aveva sospeso il pagamento ai rivoluzionari dopo aver rilevato brogli nella consegna dei compensi. Il portavoce del governo di transizione, Nasir Al-Mani, durante una conferenza stampa tenutasi a Tripoli, ha specificato che la sospensione del pagamento delle ricompense ai ribelli era stata temporanea, a causa delle molteplici falsificazioni nelle liste dei richiedenti. Il Ministro delle Finanze, Hasan Zaqlan , ha deciso pertanto di formare una commissione incaricata di gestire l’erogazione dei premi.

Il Ministero dell’Interno, inoltre, ha riferito i dettagli del piano di ricostruzione dell’apparato di sicurezza, integrando nella sua gestione i ribelli, al fine di migliorare il livello della sicurezza nel Paese.

iL Servizio Europeo per l’Azione Esterna (SEAE), che assiste Catherine Ashton , Alto Rappresentante della UE per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, ha approvato un contratto da 10 milioni di euro per l’invio di personale di sicurezza in Libia sotto la supervisione di una compagnia di sicurezza privata britannica, la G4S.

L’invio è stato effettuato senza l’approvazione delle autorità libiche. Il contratto prevede la fornitura di sicurezza ai funzionari libici e agli edifici dell’UE a Tripoli e a Bengasi, per un periodo totale di quattro anni, a partire dal prossimo primo luglio. Inoltre, la UE ha autorizzato la G4S a trasportare armi in Libia, per essere utilizzate nell’attività di sicurezza sul campo. Come mai si prevede atmosfera pesante a quattro anni data, mentre in Afganistan – dove c’è la guerra – si prevede l’evacuazione tra sei mesi ?

Mentre l’intelligence britannico si finanzia la penetrazione coi fondi U E , che sono anche i nostri soldi, l’ AISE ha destinato una trentina di nostri giovani e inesperti agenti a supportare lo sforzo dell’ENI che aspira a mantenere la posizione privilegiata che aveva col passato regime di intesa Berlusconi-Gheddafi.

Faranno tutto il possibile, ma non sanno fare il necessario.

Antonio de Martini
Fonte: www.corrieredellacollera.com
13.09.2012


Citazione
Condividi: