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Lo Yemen nuovo fronte nel confronto tra sciiti e sunniti


Tao
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Il tentativo di attentato sul volo Delta da Amsterdam a Detroit era stato preparato in Yemen. Questo paese, nel Sud della penisola arabica, è diventato la nuova frontiera nella guerra al terrorismo islamico.

Nei giorni scorsi il generale David Petraeus, a capo dell'US Central Command, si è recato in visita alla capitale Sana'a per analizzare la situazione e pianificare iniziative di sostegno allo Yemen nell'eradicazione dei gruppi terroristici. In Yemen sono presenti da anni addestratori statunitensi, insieme a equipaggiamenti e droni, oltre a personale della CIA.

Le difficoltà di gestione e intervento nel paese dipendono dal fatto che il tessuto socio-politico dell'area è tutt'altro che lineare, e una qualsiasi politica di assistenza militare deve considerare possibili ripercussioni in tutta l'area.

Il nuovo sviluppo del terrorismo in Yemen sarebbe stato stimolato dal ritorno dei combattenti dall'Iraq: si stima si tratto di un gruppo di 2.000-4.000 persone addestrate. E' una dinamica simile a quella avvenuta in altri paesi mediorientali dopo la fine dell'intervento sovietico in Afghanistan, che per esempio in Algeria portò alla formazione del Gruppo islamico armato

Lo Yemen non è però un paese unito. Il Nord è a maggioranza "sciita-zaedista", e il Sud è sunnita, e hanno fatto parte di Stati separati per decenni. Dopo la riunificazione del 1990, e una guerra civile nel 1994, tensioni e differenze rimangono.

La chiave del problema risiede nel collegamento tra le fazioni dissidenti yemenite e il terrorismo internazionale. Le minacce sono principalmente due. Il gruppo sciita del Nord più attivo è quello di "al-Houthi", che prende il nome da un leader ucciso nel 2004 da forze governative. A questo si aggiunge un movimento indipendentista del Sud, che ospiterebbe cellule quaediste.

Si sospetta che al-Houthi, nel Nord, abbia iniziato a godere quest'anno del supporto dell'Iran e del terrorismo saudita. Il fatto che gruppi sauditi dissidenti, di origine sunnita, supportino un gruppo combattente sciita, è motivato dall'obiettivo di destabilizzare il governo yemenita, sostenuto da Washington.

L'obiettivo ultimo non è però il governo di Sana'a, ma quello dell'Arabia Saudita. Ryiad è intervenuta militarmente contro al-Houthi nei mesi scorsi, per aiutare il governo yemenita contro i ribelli. E' interesse iraniano, tramite Hizbullah in Libano, sostenere al-Houthi in chiave anti sunnita.

La dinamica attuale è pertanto un'ulteriore espansione della spaccatura mediorientale tra sciiti e sunniti. La difficoltà d'intervento per gli Stati Uniti dipende dal loro schieramento sul fronte sunnita (Giordania, Arabia Saudita, governo yemenita), e qualsiasi tentativo di politica si scontra con l'opposizione sciita.

Lo Yemen dispone di riserve petrolifere e di gas che contribuiscono per il 70% delle entrate statali, e lo loro vita residua è di circa 10 anni. Se continuerà questa situazione di instabilità, sarà difficile portare avanti attività di esplorazione per sostituirle. E Sana'a sarà ancora più debole.

Stefano Casertano
Fonte: http://thinkingitaly.blogspot.com
Link: http://thinkingitaly.blogspot.com/2010/01/lo-yemen-nuovo-fronte-nel-confronto-tra.html
4.01.2010


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