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Lugano piange e Locarno va al cinema


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Locarno gioca le sue carte

di GianMaria Pusterla - 11 luglio 2013

Sulle ceneri di un’aggregazione può ancora trovare terreno fertile un progetto che abbia dimensioni sovracomunali? La risposta è sì, se si pensa al percorso che la città di Locarno è riuscita a imboccare attorno all’idea di “Casa del Cinema”, rilanciata proprio all’indomani e nonostante la mancata fusione del settembre 2011. Ieri il Municipio ha presentato il messaggio, con relativo credito e piano finanziario, nonché con le spiegazioni di come si intendono ristrutturare le ex Scuole e di che cosa si vuole inserire in quello stabile sia per soddisfare le esigenze del Festival del Film, sia e soprattutto per creare un polo dell’audiovisivo, comprensivo di spazi per la formazione, per la produzione e per la promozione della cinematografia, così da realizzare quella “filiera dell’audiovisivo” pensata dal Cantone assieme all’ente regionale di sviluppo nell’ambito della nuova politica regionale.

E così, mentre l’altro ieri Lugano annunciava lacrime e sangue (ossia milioni di franchi da risparmiare nei prossimi anni per riportare la spesa sotto controllo), Locarno (il Municipio per il momento, in attesa della decisione del Legislativo) assesta un bel colpo con un investimento totale di 32 milioni, ripartiti tra Comuni, Cantone e privati.

Ci sono, a mio giudizio, una serie di fattori positivi che hanno accompagnato questo progetto, rendendolo solido e fattibile. 1) La collaborazione pubblico-privato, con l’entrata in scena di un finanziatore privato che ha messo sul tavolo, attraverso una Fondazione, ben 10 milioni di franchi. 2) L’appoggio di tutti i Municipi della regione, disposti a sostenere finanziariamente il progetto e ad affiancarsi così alla città. 3) La conferma del sostegno cantonale, che proprio l’altro giorno ha definito in 6 milioni di franchi il proprio contributo. 4) La scelta del progetto vincitore del concorso per la costruzione del Palazzo del Cinema: un progetto che non prevede la demolizione delle ex Scuole, ma che anzi ne valorizza gli spazi, salvaguardando un immobile che i locarnesi non avrebbero potuto sacrificare. 5) La discesa in campo di Marco Müller, già direttore del Festival di Locarno, quale consulente: una personalità che è garanzia di qualità. 6) E da ultimo - in questo elenco non esaustivo, ma semplicemente riepilogativo dei passi compiuti – l’intuizione di costituire una SA (completamente però in mani pubbliche) che si occupi di realizzare il progetto, così da avere un risparmio di oltre 2 milioni di franchi.

La palla ora passa nelle mani dei legislativi di Locarno e dei Comuni vicini, per un progetto oggi tanto concreto quanto visionario se si considera il contesto in cui sta nascendo...


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