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Ma la realtà Italiana è questa...

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Primadellesabbie
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Se la cultura dovesse dipendere in primo luogo dall'eterogeneità del sistema culturale famigliare

Solounintervento non ti sei accorta che ho scritto Cultura sempre con la maiuscola tranne nell'ultima frase? Mi rifiuto di credere che tu non capisca quello che voglio dire. Ad ogni modo intendo quell'accumulo culturale che consente il trasferimento di istruzione, cioè essenzialmente materiale utile a comunicare. E poco di più.

Certo, i contributi alla Cultura sono stati dati prevalentemente da chi dici tu, non vedo problemi.

L'emulazione é alla base di tutto il sistema scolastico. Ho fatto l'esempio più banale per definire l'atteggiamento. il fatto che possa essere spiegato e capito é assolutamente marginale, vale per storia, geografia o qualsiasi altra cosa che non preveda di essere capita. E l'emulazione rappresenta solo una delle caratteristiche che inibiscono lo sviluppo della dimensione Cultura.

Oramai nessuna conoscenza è trasmessa secondo il principio di autorità; ogni argomento è sviluppato secondo numerosi punti di vista.

Non costringermi a precisazioni quando so che capisci benissimo cosa intendo dire. La nozione o informazione che giunge ad un ragazzino da un'autorità naturale ha un sapore inconfondibile, viene accolta con rispettoso affetto, nessun insegnante può sperare qualcosa di simile, ha un ruolo formativo insostituibile indipendente dall'attendibilità. Non pensare ad autorità = imposizione altrimenti perdiamo tempo.

Il fatto che l'istruzione non sia alla portata di qualsiasi ragazzo sveglio e, tu dici, lo sia a quella dei più dotati, o altamente motivati, illustra perfettamente in quale pasticcio ci siamo cacciati nell'esagerare la funzione della scuola di massa, pretendendo di andare arbitrariamente (facendo danni) oltre il limite della indispensabile istruzione.

P.S. - Ho usato il tu, gentile signora, se non fai lo stesso mi adeguerò senz'altro.


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yago
 yago
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Esisterebbe un metodo di istruzione più sofisticato fondato sull'educazione fornita dalla famiglia, in cui gli elementi vengono appresi con una maggiore complessità grazie ai diversi "veicoli": padre, madre, fratelli, nonni, zii. Cosa che introduce la provvidenziale necessità di distinguere, confrontare, valutare. E con una tempistica ad hoc, aspetto essenziale.

Concordo ed all'equazione autorità- imposizione, sostituirei autorevolezza- emulazione.


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nuvolenelcielo
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forse non vi ricordate le interviste delle iene a quelli del pd, del pdl e dell'italia dei valori e della lega ecc... - identiche figure di M su argomenti altrettanto basilari.

l'ultima che mi ricordo è quando gli chiedevano cos'è lo spread...
o quant'è il debito pubblico... nel bel mezzo della crisi che ha portato all'insediamento del governo monti.
e non si trattava di parlamentari appena eletti...


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Solounintervento
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Primadellesabbie, Yago, avete mai provato a sostare fuori da una scuola elementare prima e dopo il suono della camanella di fine lezioni? Il motivo di discussione ricorrente dei capannelli di genitori è sempre la maestra e di quanto ella sia inadeguata in didattica. Le mamme si ritengono tutte didatticamente migliori delle rispettive maestre dei loro pargoli. La maggior parte di questi genitori non ha ne' l'educazione e ne' il buon gusto di evitare di discutere della vituperata maestra in presenza dei loro fanciulli.
E' un continuo attentato all'autorevolezza della malcapitata.
Se poi si considera la qualità del veleno che viene sputato....il bambino impara precocemente a guardare i docenti con sospetto e malcelato disprezzo; anche laddove la qualità è elevata e, in quel caso, ancor di più se il voto e il relativo giudizio espresso non corrispondono a quel massimo che ogni genitore vuole vantare quando è in riunione con amici e parenti.
Scusate, ma avete idea in che cosa consistano gli aggregati umani delle famiglie odierne? Ma in cosa possono educare genitori costretti ad assentarsii per lavoro tutto il giorno; che tornano stanchi e stremati o per i ritmi di lavoro o per la conflittualità che in quell'ambiente ormai regna sovrana?Io non saprei..... ma questo e altro ancora su cui non mi soffermo è quello che ho osservato.... e che osservo.


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Primadellesabbie
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avete mai provato a sostare fuori da una scuola elementare prima e dopo il suono della camanella

Me ne guarderei bene, il tuo intervento é allo stesso tempo ovvio e delizioso. Ma non c'entra un accidente.
Questo annaspare sull'educazione dei ragazzini non ha niente a che fare con quello che ti propongo di prendere in considerazione.

Solounintervento smettila di divincolarti!

"Dois-je vous rappeler que seuls les druides et les bardes ont le pouvoir d'instruire" (Asterix - "La rose et le glaive" p. 6)

Ad ogni modo, battute a parte, l'intrusione nell'attività scolastica risale a quando le famiglie sono state chiamate maldestramente in causa. Si poteva evitare. Si tratta di una situazione costruita ad arte.

Quanto ho sostenuto si riferisce a tempi "normali", prima dell'azzeramento culturale di cui stiamo parlando.


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yago
 yago
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L'interessante discussione di primadellesabbie e di solounintervento denota una forma mentis umanistica. Se invece il discorso viene affrontato da chi ha una formazione scientifica probabilmente il discorso avrebbe preso un altra piega. Cio' che invece dovrebbe essere messo a fuoco è il concetto di cultura che , rimasto immutato per secoli , oggi stà profondamente cambiando , almeno per quanto riguarda la cultura intesa come sapere. Ma la cultura puo' essere inscritta solo nel recinto del sapere ? Quali nozioni fanno parte del sapere qelle dell'ingegnere , del medico , dello scrittore , del chimico? Chi è piu' colto ? In realtà la cultura , come ho tentato di dire è altra cosa e la nostra ignoranza è grande come la misericordia divina.


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Primadellesabbie
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Ma la cultura puo' essere inscritta solo nel recinto del sapere ?

Definirei la Cultura come la capacità di comprendere ed armonizzare, in altre parole l'arte di "saper imparare".

Una persona colta é un esploratore ben attrezzato!


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yago
 yago
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La definizione è quasi perfetta , ma mi chiedo : puo' un esploratore con elevato q.i. ed una ottima attrezzatura ragguingere la vetta senza la voglia di farlo? Ma poi, quale è la vetta ? Bhe! forse rischio di sfociare nel filosofico , ma l'argomento non è affatto semplice.


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Primadellesabbie
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...puo' un esploratore con elevato q.i. ...

Possedevo una radiolina della dimensione di una scatola di zolfanelli che mi consentiva spesso, con mia sorpresa, di sintonizzarmi con le emissioni italiane dal circolo polare o dalle Orcadi. Un amico esperto in queste cose mi spiegó che il risultato migliore si ottiene assemblando tra loro, i componenti l'apparecchio radio, in modo da ottenere l'insieme più equilibrato possibile.

L'essere umano, secondo antiche saggezze, funziona pressoché allo stesso modo. Quindi non avrebbe senso questa trovata del q.i., ai fini della Cultura, ma l'equilibrio delle componenti che caratterizzano l'uomo, una delle quali é l'intelligenza. A quello si dovrebbe puntare.

Su quali terre viaggi l'esploratore dipende dalle sue inclinazioni o necessità, direi. Raggiungere una vetta penso equivalga a non avere più problemi, di nessun genere.


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yago
 yago
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Ovvero l'arte del saper vivere. Ti sembra facile?


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Primadellesabbie
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@yago

O il dono di poter vedere oltre...


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mosmaiorum
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Desidero ringraziarvi per questa interessante discussione, di solito mi limito a leggere e mi sono iscritta per poterlo fare.
Ho due figli adolescenti e mi pongo spesso queste domande. La mole di materie e argomenti da studiare, già nella scuola dell'obbligo, mi sembra molto aumentato rispetto a quando ho frequentato io le elementari-medie (anni 60-70). Perchè poi i risultati non ci sono ?

Mi piacerebbe, se mi è permesso chiedere, che Mincuo ad esempio precisasse una cosa che ho notato scrive spesso, e cioè che il livello è infinitamente peggiorato negli ultimi 50 anni.
Se dietro a questo c'è una volontà come si realizza ? Con i programmi ? Con la scelta degli insegnanti ?


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mincuo
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Desidero ringraziarvi per questa interessante discussione, di solito mi limito a leggere e mi sono iscritta per poterlo fare.
Ho due figli adolescenti e mi pongo spesso queste domande. La mole di materie e argomenti da studiare, già nella scuola dell'obbligo, mi sembra molto aumentato rispetto a quando ho frequentato io le elementari-medie (anni 60-70). Perchè poi i risultati non ci sono ?

Mi piacerebbe, se mi è permesso chiedere, che Mincuo ad esempio precisasse una cosa che ho notato scrive spesso, e cioè che il livello è infinitamente peggiorato negli ultimi 50 anni.
Se dietro a questo c'è una volontà come si realizza ? Con i programmi ? Con la scelta degli insegnanti ?

C'è un programma preciso. Non solo quello, perchè altro può essere stato determinato da evenienze casuali o concorrenti.
Ma c'è un programma preciso. C'è.
L'obiettivo è la distruzione della logica, della personalità individuale, e successivamente sarà quello della incertezza di alcune pulsioni primarie.
La fidelizzazione, il comportamento imitativo, di gregge, il conformismo intellettuale, il giudizio moraleggiante, la preminenza dell'emotività, del sillogismo, dell'analogia, del paralogismo, della suggestione a discapito dell'ideazione, e soprattutto l'affidamento fin da piccoli all'autorità (TV, video, e poi giornali ecc..) con sempre più velocità emotiva, e sempre meno tempo di riflessione e maturazione, col risultato che è poi possibile cancellare e riscrivere, cancellare e riscrivere, perchè niente si fissa, niente è stabile. E' un progetto che si chiama disorientamento, debasement.
Comprende l'uso del linguaggio, i cui termini perdono il loro significato, o lo mutano e trasmutano, in congiunzione magari ad altri termini, nella costituzione di nuovi significati suggestivi o di richiamo, la neolingua, ma usabili in contesti diversi, e perciò incerti, e poi l'uso di doppi standard sempre più frequenti e accettati. La confusione tra piano reale e piano narrativo, tra realtà e fiction, sempre più mescolati ed elevati al medesimo rango.
La confusione e mescolanza dei ruoli, l'annullamento delle diversità di genere nel senso di peculiarità e qualità per confluire in un essere che è uomo-donna o donna-uomo, ma sempre meno donna-donna e uomo-uomo di cui viene soppressa o denigrata la differenza nel senso di completamento, e di bellezza nella complementarietà.
La internazionalizzazione che è anche la perdita di radici, di tradizioni, di legami ancestrali, e poi il mito della mobilità che però è mobilità anche dagli affetti, dalle solidarietà, dalle pietà, dalle generosità, ed è perdita del senso della tua terra, della tua tana ed è parallelamente aumento dell'indifferenza e della inevitabilità, ed è un indebolimento della tua volontà di essere protagonista, in favore dell'accettazione inconscia di un meccanismo che tu non conosci, ma che senti man mano come una divinità di cui anche diffidi ma a cui inevitabilmente ti affidi.
Poi il senso di colpa attuato anche tramite il consumismo. Colpa di non essere parte di una comunità, di un gusto, di una way of life, non necessariamente bella, ma clanica, che impone regole, tic, comportamenti, segnali, gusti, mode, che comunicano un'appartenenza, senza la quale sei solo, sei un escluso, e la tua eventuale maggior solitudine è vissuta non come ricerca di interiorità ma come una colpa gravissima. Ti viene rimbombata la tua dimensione sociale ma nasce zoppa, perchè non è l'apertura della tua anima verso gli altri, della tua interiorità nei confronti degli altri, non è la condivisione di reciproci doni. E' la socialità della paura e dell'ansia di essere soli, di fermarsi, di doversi domandare chi si è veramente, perchè non lo sappiamo più fare, non ce l'hanno insegnato, e ne abbiammo un vago orrore. Non ci hanno insegnato a guardare, a meravigliarci e a incantarci. Ci hanno insegnato a correre e a non farci troppe domande. Hop Hop Hop.

Non è facile sintetizzare su un blog e molto male ho detto e molto poco ho detto. E niente sulle radici.
Sono argomenti davvero difficili questi, altro che economia e finanza.....
Quella è robetta a confronto.....

Mi spiace di non aver detto un granchè. Ma non è facile.


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Primadellesabbie
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...Mi spiace di non aver detto un granchè. Ma non è facile.

Non é facile ma hai delineato molto bene.

Il continuo rapporto con gli oggetti (sorprendenti, desiderabili, numerosissimi) ed il desiderio di questi, la comunicazione per immagini (anche ferme) sono droga per l'emotività che diviene un aspetto ingovernabile. Il moralismo come unico strumento di giudizio e scelta é la ovvia conseguenza.

La tendenza ad unificare tutto..

L'arsenale é ben fornito, tutto aiuta ed é tremendamente difficile riprendere le fila.


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mosmaiorum
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@mincuo
Grazie, invece hai detto molto e bene, dà un senso di vertigine leggere quello che hai scritto. Ci ritrovo concetti espressi anche da Ida Magli. Che dopo letti mi hanno smontato certezze che davo per scontate, senza sapere da dove mi venivano.
Anche altre cose che scrivi mi hanno fatto questo effetto, come un effetto risonanza che impedisce di ignorarle.

@Primadellesabbie
Quanto scrivi è molto interessante, ci voglio riflettere e vedere se ho capito bene.


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