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Maurizio Blondet - Si gonfia la “fake” che deve portare alla soppressione del “populismo”


Davide
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Registrato: 2 anni fa
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Avrete già sentito i media citare “Cambridge Analytica”, e ancor più ne sentirete parlare nei prossimi giorni. Vi spiegano che è una “controversa” azienda che raccoglie megadati per “profilare” interi elettorati ed avrebbe influenzato (sedotto? Ipnotizzato? Posseduto psichicamente?) decine di milioni di americani a votare per Trump, milioni di inglesi a votare per la Brexit e adesso, milioni di italiani a votare per Salvini.Attenzione: qualunque cosa tirino fuori nei prossimi giorni, è la più spregiudicata operazione, da parte del Sistema, di repressione delle opposizioni politiche e censura della libertà di opinione. Ciò che mira a far credere alle masse la propaganda è: gli americani non hanno votato l’unico candidato outsider perché il paese è spolpato da un ventennio di guerre e dal turbocapitalismo finanziario e dalla nota lobby; non perché milioni di loro abitano sotto le tende espropriati della casa nonavendo potuto pagare il mutuo, o si ammazzano con la tossicodipendenza da antidolorifici. No: ma perché Steve Bannon, lo stratega della campagna Trump, si è servito della Cambridge Analytics e dei suoi mega dati per sedurre un elettorato che altrimenti avrebbe votato Hillary.

Parimenti, la maggior parte degli inglesi non ha votato per fare uscire il paese dalla UE, perché ha capito, con tipico sentimento britannico, che la UE sta diventando una dittatura burocratica a guida tedesca, no: ma perché quell’elettorato – quello, ricordate, che è stato descritto come anziano e di poca istruzione – si è fatto sedurre dai social, da Facebook e da Google, dalle cui labbra evidentemente pende per avere le notizie; e dietro le notizie (fake) diffuse sui social, agiva occulta la Cambridge Analytics: era sempre Steve Bannon che era accorso a dare una mano al suo amico Nigel Farage.

Tutto ciò è stato rivelato da un ex impiegato della Cambridge Analytics, Christopher Wylie, di anni 28, che ha rubato 50 milioni di profili di utenti Facebook con cui la ditta ha preso di mira l’elettorato americano. Questo Wylie è il maggior informatore del Guardian e del New York Times, che stanno mediaticamente guidando questa operazione.

https://www.theguardian.com/news/2018/mar/17/data-war-whistleblower-christopher-wylie-faceook-nix-bannon-trum

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