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McDonald’s Pride: apologia del paninazzo


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Post: 33516
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Le multinazionali che mirano solo a fare soldi sono odiose. Ma quelle che pretendono pure di farci la morale sono persino peggio. Un po’, per dirla in termini musicali (e non meramente discografici), come se il Festival di Sanremo si ergesse a paladino del Valore Artistico della Canzone, rivendicando a massima prova di ciò la sua stessa popolarità: siccome ci seguono in tanti, allora significa che abbiamo un valore. O si vuole dire che sono tutti scemi, i nostri seguaci/fan?

Il teorema – fondamentale nella geometria del marketing, e nell’aritmetica quattrinesca del management – viene puntualmente ripreso da McDonald’s. Che lo utilizza per replicare alle critiche di Carlin Petrini, fondatore e capofila di Slow Food. Lui è da tempo in polemica con l’approccio fin troppo commerciale dell’Expo di Milano e tra le tante alte osservazioni ci ha infilato anche questa: «In tutte le città del mondo esiste Slow Food ed esiste McDonald's. È importante capire la differenza che c'è tra il prezzo e la qualità».

La McReplica è arrivata prontamente, tipo i loro classici menù express (a parte qualche inevitabile attesa negli orari di punta, il che peraltro fa parte del gioco e addirittura lo rafforza: poiché il fast che rallenta causa affollamento non diventa affatto slow, ma viceversa assurge al rango di Super Fast, glorificato dal successo oggettivo della fila). Lo stile non è dei più eleganti, con quella sprezzante sottolineatura del fatto che «migliaia di persone ci scelgono liberamente magari dopo essere passate a visitare l'immenso, triste e poco frequentato padiglione di Slow Food», ma il passaggio decisivo è quest’altro: «Ci domandiamo perché chi proclama l'importanza della biodiversità non accetti poi l'idea della diversità dell'offerta e soprattutto non dimostri rispetto per la libertà e la capacità di scelta delle persone».

Già: perché?

Ai solerti compilatori del comunicato sarà sembrata una grande idea “dialettica”, il mettere sullo stesso piano la biodiversità e la «diversità dell’offerta», ma in effetti è una sciocchezza. Il parallelo è solo apparente, e si esaurisce nel ricorso alla medesima parola: mentre la biodiversità si inscrive nell’ordine originario della Natura, la diversità consumistica in stile McDonald’s si insinua nell’ordine artificioso del business. Di qua c’è il Libro della Creazione, di là il catalogo del postalmarket. E che non si tratti esattamente dello stesso tipo di ricchezza dovrebbe capirlo anche un bambino, se non è stato tirato su solo ad hamburger e coca-cola. E se una volta cresciuto non è finito a lavorare, sollecito come un chierichetto e ossequioso come un sagrestano, per l’ufficio stampa della multinazionale di turno.

Ma la requisitoria, lo abbiamo visto, esibisce un altro caposaldo. Carlin Petrini, mannaggia, non dimostra «rispetto per la libertà e la capacità di scelta delle persone». Incredibile: dopo decenni e decenni di talkshow e di tivù berlusconiana – che berlusconiana rimane anche quando il baraccone non è quello di Mediaset, e magari si spaccia per un allestimento impegnato e “de sinistra” – non ha ancora appreso che a contare sono i numeri, anziché le idee. Il pubblico, che è un altro modo di dire “le folle”, che è un altro modo di dire “la massa”, si valuta in base alla quantità: più se ne cattura, più si ha ragione. L’unicorno è una leggenda, il bestiame una realtà.

Chi volete che lo sappia meglio dei mandriani di matrice USA?

Federico Zamboni
Fonte: www.ilribelle.com
21.05.2015


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patrocloo
Honorable Member
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Post: 567
 

Gente come Petrini e farinetti (pidioti, ca va sans dire) mi stanno facendo diventare simpatico anche Mcdonald...


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Jor-el
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 990
 

Gente come Petrini e farinetti (pidioti, ca va sans dire) mi stanno facendo diventare simpatico anche Mcdonald...

Anche a me.
Perché, Slow Food non ce la fa la morale? Intanto Slow Food nasce dalla felice intuizione che anche se il Fast Food cattura molti consumatori, non riuscirà mai a catturarli tutti, e che esiste un target libero e sguarnito che, per svariate ragione, non ama gli hamburger e tutte le cose che propinano i Fast Food (io, per esempio, faccio parte di questo target). Per coprire questo buco nell'offerta, nasce Slow Food e comincia la sua campagna pubblicitaria per allargare il suo target. Ora, raggiunta una certa presenza sul mercato, Slow Food cerca di togliere un po' di clientela a McDonald e lo fa propagandando la sua filosofia pseudo igienista e denigrando pesantemente il prodotto McDonald. Che i panini di McDonald siano schifezze sarà senz'altro vero, ma quella di Petrini non è una disinteressata difesa della salute dei consumatori, ma puro marketing, pubblicità. Perché allora si scandalizza sostenendo che McDonald "fa la morale"? McDonald difende la sua posizione nel mercato dall'aggressione di Slow Food. Tutto qui.
Il commentatore sbaglia, non è stato McDonald a mettere sullo stesso piano la biodiversità e la "diversità dell'offerta", è stato Petrini. E in più l'articolo non riporta per intero il comunicato di McDonald, che invece è molto chiaro:

"L'ideologia non sfamerà il pianeta. Crediamo che chi è in Expo debba accettare l'idea di non essere l'unico detentore della verità. Anche Slow Food oggi è una grande realtà internazionale, una specie di multinazionale"

Verissmo. Come i loro padri del PCI, i Piddini, anche anche in questa triste versione salumiera, continuano a vendere ai gonzi la loro "diversità".

Sapete come andrà a finire? McDonald comprerà Slow Food e lancerà i gustosissimi Slow Mac.


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